WP_Query Object
(
    [query] => Array
        (
            [post_type] => benvenuti
            [post__not_in] => Array
                (
                    [0] => 21511
                )

            [post_status] => publish
            [orderby] => date
            [order] => DESC
            [monthnum] => 0
            [year] => 0
            [paged] => 82
        )

    [query_vars] => Array
        (
            [post_type] => benvenuti
            [post__not_in] => Array
                (
                    [0] => 21511
                )

            [post_status] => publish
            [orderby] => date
            [order] => DESC
            [monthnum] => 0
            [year] => 0
            [paged] => 82
            [error] => 
            [m] => 
            [p] => 0
            [post_parent] => 
            [subpost] => 
            [subpost_id] => 
            [attachment] => 
            [attachment_id] => 0
            [name] => 
            [pagename] => 
            [page_id] => 0
            [second] => 
            [minute] => 
            [hour] => 
            [day] => 0
            [w] => 0
            [category_name] => 
            [tag] => 
            [cat] => 
            [tag_id] => 
            [author] => 
            [author_name] => 
            [feed] => 
            [tb] => 
            [meta_key] => 
            [meta_value] => 
            [preview] => 
            [s] => 
            [sentence] => 
            [title] => 
            [fields] => 
            [menu_order] => 
            [embed] => 
            [category__in] => Array
                (
                )

            [category__not_in] => Array
                (
                )

            [category__and] => Array
                (
                )

            [post__in] => Array
                (
                )

            [post_name__in] => Array
                (
                )

            [tag__in] => Array
                (
                )

            [tag__not_in] => Array
                (
                )

            [tag__and] => Array
                (
                )

            [tag_slug__in] => Array
                (
                )

            [tag_slug__and] => Array
                (
                )

            [post_parent__in] => Array
                (
                )

            [post_parent__not_in] => Array
                (
                )

            [author__in] => Array
                (
                )

            [author__not_in] => Array
                (
                )

            [ignore_sticky_posts] => 
            [suppress_filters] => 
            [cache_results] => 1
            [update_post_term_cache] => 1
            [lazy_load_term_meta] => 1
            [update_post_meta_cache] => 1
            [posts_per_page] => 10
            [nopaging] => 
            [comments_per_page] => 200
            [no_found_rows] => 
        )

    [tax_query] => WP_Tax_Query Object
        (
            [queries] => Array
                (
                )

            [relation] => AND
            [table_aliases:protected] => Array
                (
                )

            [queried_terms] => Array
                (
                )

            [primary_table] => ali_posts
            [primary_id_column] => ID
        )

    [meta_query] => WP_Meta_Query Object
        (
            [queries] => Array
                (
                )

            [relation] => 
            [meta_table] => 
            [meta_id_column] => 
            [primary_table] => 
            [primary_id_column] => 
            [table_aliases:protected] => Array
                (
                )

            [clauses:protected] => Array
                (
                )

            [has_or_relation:protected] => 
        )

    [date_query] => 
    [request] => SELECT SQL_CALC_FOUND_ROWS  ali_posts.ID FROM ali_posts  WHERE 1=1  AND ali_posts.ID NOT IN (21511) AND ali_posts.post_type = 'benvenuti' AND ((ali_posts.post_status = 'publish'))  ORDER BY ali_posts.post_date DESC LIMIT 810, 10
    [posts] => Array
        (
            [0] => WP_Post Object
                (
                    [ID] => 141
                    [post_author] => 1
                    [post_date] => 2009-04-23 17:20:57
                    [post_date_gmt] => 2009-04-23 15:20:57
                    [post_content] => 

Cari lettrici e lettori di Intercultura blog,

il sito Benvenuti è attivo da oltre un anno e sta ricevendo un crescente apprezzamento da parte vostra, come vediamo dalle statistiche di accesso. Vi ringraziamo per aiutarci a creare un punto di riferimento online dedicato alla lingua italiana e all'intercultura.

Questa settimana trovate alcune novità nelle pagine del sito Benvenuti. Innanzitutto abbiamo attivato una finestra nella homepage che mostra la parola del giorno: un servizio abbinato al dizionario italiano Zingarelli, che adesso diventa accessibile direttamente dal nostro sito.

Ogni giorno viene presentata una parola italiana, strana o che comunque presenta delle curiosità. Un modo divertente per approfondire la nostra conoscenza linguistica.

 

L'altra novità è l'uscita del testo Noi due, corso avanzato di italiano per stranieri, di Tania Pasqualini e Patrizia Flammini. Si tratta del secondo volume del corso Noi, che è già molto apprezzato degli insegnanti e dagli studenti della lingua italiana.

Con Noi due, si consegue il livello linguistico B2 nella conoscenza dell'italiano.

 

Grazie dell'attenzione. Speriamo che questo sito continui a essere utile,
Giovanni Enriques
Zanichelli editore

[post_title] => Novità sul nostro sito [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => novita-su-nostro-sito [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:40 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:40 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=141 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 5 [filter] => raw ) [1] => WP_Post Object ( [ID] => 136 [post_author] => 3 [post_date] => 2009-04-14 14:59:55 [post_date_gmt] => 2009-04-14 12:59:55 [post_content] =>

Buon Giorno, eccomi nuovamente su Intercultura blog. Oggi parlerò del dizionario.
Buona lettura e buon dizionario a tutti!
Prof.
Valerio Giacalone


Il dizionario è fondamentale e utile, sia per chi impara le lingue straniere, sia per chi vuole approfondire la propria. Spesso è un'opera corale, cioè vi sono diversi coautori, collaboratori, redattori, revisori, grafici e illustratori
.

Il dizionario è un  grande amico: quando voi avete bisogno, lui è sempre pronto a darvi una mano, senza chiedervi nulla in cambio!
Ogni volta che ho in mano un dizionario, non posso che pensare al sacrificio, al lavoro e  alla ricerca dell’autore o dei diversi autori. Ogni volta che sfoglio un vocabolario mi stupisco di quante parole "nuove" ci siano!
Il dizionario dovrebbe essere in ogni casa, in ogni ufficio, persino al bar lo vedrei bene! Vi immaginate un'accesa discussione  sull’etimologia o sul  significato di una parola dopo un buon cappuccino italiano?

Per poterlo utilizzare correttamente,  bisogna conoscere l‘alfabeto della lingua che si sta studiando, poiché le parole all'interno del dizionario, vengono scritte secondo un ordine, appunto, alfabetico.
Poi, bisogna sempre assicurarsi di come è scritta la parola, senza essere approssimativi. Non bisogna tralasciare, per esempio, gli accenti e le doppie, che possono cambiare il significato della parola cercata.
Ricorda che il dizionario bilingue, a differenza del dizionario monolingue, è sempre formato da due parti, per esempio la parte italiano-inglese e la parte inglese-italiano.
 
Il  dizionario rende autonomo l’apprendimento ed è uno dei migliori alleati che puoi avere per lo studio della lingue!
Nello studio della lingua italiana, usa il vocabolario monolingua per la ricerca dei termini che non conosci: così aumenti il tuo sforzo di apprendimento e dunque l‘efficacia del tuo studio.
Ricordati che se devi cercare un verbo dovrai cercare l’infinito del verbo: non troverai “vado”, ma “andare”. Di “andare”, dovrai cercare il significato come verbo e non come sostantivo!

Un aggettivo e un sostantivo non dovranno essere cercati come li hai trovati nel testo, ma sempre al singolare maschile. Nel dizionario puoi inoltre trovare l'etimologia, la pronuncia, la fonetica, eventuali significati multipli, esempi pratici e locuzioni diffuse. Il vocabolario è un vero e proprio viaggio nel mondo della parola e del suo utilizzo.
Non aver fretta, la fretta è una cattiva consigliera. Goditi la ricerca, anch’essa fa parte dello studio e aiuta la memorizzazione.
Per un utilizzo corretto del vocabolario, devi imparare le abbreviazioni: se cerchi un verbo troverai subito dopo l’abbreviazione  “v.” , mentre se cerchi un sostantivo troverai una “s.”  
All'inizio o alla fine di ogni vocabolario c'è la lista delle abbreviazioni usate.

 

Cerchiamo, per esempio la parola, "forte" e troviamo:

forte
il lemma, cioè il vocabolo

- [lat. forte(m), di orig. indeur.; av. 1226] 
l'etimologia, cioè l'origine della parola. In questo caso, è una parola di origini indoeuropea arrivata attraverso il latino. L'uso in italiano è attestato da prima del 1226.

- A agg., cioè aggettivo
1 Dotato di vigore fisico e resistenza
il significato A di aggettivo con nove accezioni. Per ogni accezione, vengono dati:
. esempi, locuzioni tipiche e citazioni: Vino, liquore forte, molto alcolico
. sinonimi e contrari: SIN. Robusto. CONTR. Debole

-B avv.
1 Con forza, gagliardamente
il significato B di avverbio, anche questo con esempi, sinonimi, contrari, eccetera

-
C s. m. (anche f. nel sign. 1; inv. nel sign. 6)
1 Chi è dotato di forza fisica e spec.

morale
significato C di nome comune, con esempi, contrari, eccetera

- forte - poderoso - energico 
sfumature

forte
[lat. forte(m), di orig. indeur.; av. 1226]
A agg., cioè aggettivo
1 Dotato di vigore fisico e resistenza: un uomo forte; essere di costituzione sana e forte / Dotato di volontà e di energia morale: animo, spirito, carattere forte; certi bravissimi giovani più volonterosi che forti (CELLINI) / Governo forte, energico e deciso; anche, autoritario / Uomo forte, V. uomo nel sign. II 3 / (spec. scherz.) Sesso forte, maschile / Piatto forte, il migliore di un pranzo; (fig.) l'elemento più interessante di qlco. / Pezzo forte, (fig.) quello in cui un artista riesce meglio / Vino, liquore forte, molto alcolico / Medicamento, farmaco forte, drastico / Punizione, rimprovero forte, molto severo / Essere un forte bevitore, bere molto / Essere un forte mangiatore, mangiare molto / Essere un forte camminatore, capace di lunghe camminate / (colloq.) Molto abile, bravo: è forte, quell'attore! / (fam.) Molto simpatico, estroso: forte quel tuo cugino! / Essere forte in latino, in matematica, nella corsa, nel salto, molto abile / Essere forte a denari, a bastoni, nel gioco, avere molte buone carte di quel colore o seme / Man forte, V. manforte | Farsi forte, farsi coraggio / Farsi forte di un argomento, di una prova e sim., trarne motivo di sicurezza. SIN. Robusto. CONTR. Debole.
2 Robusto, ben piantato, detto del corpo umano o di sue parti: essere forte di petto, di fianchi; ha un seno piuttosto forte / Taglie forti, quelle, in genere superiori alla 48 nel sistema italiano, riservate a persone robuste, spec. donne.
3 Resistente all'usura, ai colpi e sim.: scudo, lama, tessuto, cartone forte | (est.) Saldo, tenace (anche fig.): legame, memoria forte / Colla forte, che attacca molto bene / Terra forte, argillosa, che assorbe molta acqua / Calce forte, che fa presa robusta / Colore forte, che non schiarisce facilmente | Cassa forte, V. cassaforte. SIN. Solido.
4 Grande, notevole: forte spesa, somma, capitale; essere dotati di un forte appetito / (est.) Serio, valido: disporre di argomenti forti / A più forte ragione, tanto più. CONTR. Esiguo.
5 Intenso, veemente, potente (anche fig.): vento, burrasca, terremoto forte; una forte passione / Dato con forza: una forte spinta l'ha fatto cadere / (est.) Grave, insopportabile, doloroso: un forte mal di testa; è stata un'esperienza troppo forte per lui / Parole forti, molto severe, quasi offensive / Maniere forti, decise, brutali.
6 Di ciò che colpisce intensamente i sensi: luce, colore, odore, sapore forte; forti grida provenivano dalla casa / Vino forte, di alta gradazione alcolica; anche, vino che sa di acido, infortito.
7 (
ling.) Detto di consonante che è pronunciata con maggiore tensione articolatoria rispetto alla corrispondente lene (per es. p rispetto a b, b rispetto a v) | (gramm.) Di categoria grammaticale che nella flessione non ricorre all'aggiunta di suffissi.
8 (fig., lett.) Alto, fiero, nobile: azioni, imprese, sentimenti forti.
9 (lett.) Aspro, disagevole (anche fig.) / †Passo forte, arduo / †Nodo forte, difficile da disfare.
// fortemente, avv. Con forza; con tenacia: sostenere fortemente qlco.; con intensità: si mostrò fortemente sorpreso.

B avv.
1 Con forza, gagliardamente: tienti forte; prova a bussare forte | Con violenza: piove forte; il vento soffia forte; forte spingava con ambo le piote (DANTE Inf. XIX, 120). CONTR. Piano.
2 Grandemente, molto, assai: sospetto forte di lui; temo forte che sia così; è uno che mangia, beve e fuma forte / In unione con un agg.: è intelligente forte; questa parola parve forte contraria alla donna (BOCCACCIO) / Giocare, puntare forte, grosse somme di denaro.
3 Ad alta voce: parla più forte; Rinaldo ed Ulivier piangevon forte (PULCI)/ Parlare forte, dire qlco. forte, (fig.) con chiarezza, senza reticenze. CONTR. Piano.
4 Velocemente: Ed ecco due da la sinistra costa, / nudi e graffiati, fuggendo sì forte, / che de la selva rompieno ogni rosta (DANTE Inf. XIII, 115-117) | Andare forte, (fig., colloq.), avere successo. CONTR. Piano.
5 †In modo difficile e oscuro.

C s. m. (anche f. nel sign. 1; inv. nel sign. 6)
1 Chi è dotato di forza fisica e spec. morale: esercitare il diritto del più forte; a egregie cose il forte animo accendono / l'urne de' forti (FOSCOLO). CONTR. Debole.
2 (solo sing.) Ciò che costituisce la parte più dura, resistente e sim. di qlco. / Il forte dell'esercito, nerbo.
3 Opera fortificata di limitata estensione, a guardia di un passo o di una località, o costituente elemento di una piazza, di un campo trincerato o di una regione fortificata | Nelle colonie del Nord America, luogo fortificato dove si riunivano i coloni delle zone circostanti per difendersi dagli attacchi delle popolazioni indigene.
4 (solo sing.) Ciò in cui qlcu. è particolarmente abile, preparato e sim.: le matematiche non sono il suo forte; la puntualità non è il suo forte. CONTR. Debole.
5 (solo sing.) Sapore acre di sostanze fermentate: prendere sapore di forte.
6 (mus.) Indicazione dinamica che richiede un'intensità di suono superiore alla media. SIMB. f.

Sfumature
forte - poderoso - energico
Forte è chi è dotato di vigore e resistenza, tanto in senso fisico quanto morale; in riferimento al corpo umano indica floridezza o robustezza. Poderoso è, in senso concreto, ciò che alla forza unisce una struttura possente, massiccia; figuratamente descrive qualcosa di vigoroso, intenso, potente. Energico non ha correlazione con la prestanza o la forza fisica, e si riferisce invece a una qualità del carattere, alla risolutezza nel decidere e nell'agire.

 


Esercizio:

Scegli la risposta. Quella corretta diventerà verde.

 

  • 1. Lemma significa parola, vocabolo?
    • v
    • f
  • 2. Il contrario di forte è duro?
    • v
    • f
  • 3. Forte è anche un verbo?
    • v
    • f
  • 4. M. è l'abbreviazione di maschile?
    • v
    • f
  • 5. Mus. significa musica?
    • v
    • f
  • 6. Contr. è l'abbreviazione di contorcere?
    • v
    • f
  • 7. La f. indica un sostantivo femminile?
    • v
    • f
  • 8. Ling. è l'abbreviazione di lingua?
    • v
    • f
  • 9. Il dizionario  monolingua  e bilingua sono identici?
    • v
    • f
  • 10. Nel dizionario trovi anche l'etimologia della parola?
    • v
    • f

 

[post_title] => L'uso del dizionario [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => luso-del-dizionario [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:40 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:40 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=136 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 31 [filter] => raw ) [2] => WP_Post Object ( [ID] => 138 [post_author] => 2 [post_date] => 2009-04-01 16:05:39 [post_date_gmt] => 2009-04-01 14:05:39 [post_content] =>

Buon Giorno, care amiche e amici di Intercultura blog, oggi parlerò della Pasqua.
Buona lettura e a presto!
Prof. Valerio Giacalone


Il termine Pasqua, in greco e in latino “pascha”, proviene dall'aramaico: pasha, che corrisponde all'ebraico "pesah", il cui senso generico è “passare oltre”. Il significato effettivo della parola non è del tutto certo. La Pasqua è la festa liturgica più importante per il cristianesimo.

Commercialmente soppiantata dal Natale e da alcune tradizioni pagane più allettanti per la società moderna, la Pasqua rappresenta e celebra i tre momenti fondamentali del cristianesimo: la Passione, la Morte e la Resurrezione di Cristo. Essa si pone come nucleo del patrimonio liturgico e teologico del cristianesimo. La pasqua celebra la resurrezione di Gesù, che, secondo le sacre Scritture, sarebbe avvenuta il terzo giorno successivo alla sua morte in croce.
La festa della Pasqua cristiana non cade in un giorno prestabilito, ma è mobile, viene fissata di anno in anno nella domenica successiva al primo plenilunio successivo all'Equinozio di Primavera (il 21 marzo). Questo sistema venne fissato definitivamente nel IV secolo.
Dunque, nella Chiesa cattolica, la data della Pasqua è compresa tra il 22 marzo ed il 25 aprile.
La chiesa ortodossa segue un altro calendario, il calendario giuliano e quindi la data della Pasqua può variare dal 4 aprile all'8 maggio.
La Pasqua è preceduta da un periodo preparatorio di astinenza e digiuno della durata di quaranta giorni, chiamato Quaresima, che ha inizio il Mercoledì delle Ceneri. L'ultima settimana del tempo di quaresima è detta Settimana Santa, periodo ricco di celebrazioni e dedicato al silenzio ed alla contemplazione. Comincia con la Domenica delle Palme, che ricorda l'ingresso di Gesù in Gerusalemme, dove fu accolto trionfalmente dalla folla che agitava in segno di saluto delle foglie di palma. Per questo motivo nelle chiese cattoliche, durante questa domenica, vengono distribuiti ai fedeli dei rametti di olivo e palme  benedette, segno della passione di Cristo.
Gli ultimi giorni della Settimana Santa segnano la fine del tempo di Quaresima e l'inizio del Triduo Pasquale, cioè l'insieme delle celebrazioni cattoliche che concludono la Pasqua. Durante il Giovedì Santo, di mattina si svolge la Messa del Crisma (olio santo profumato), durante la quale il Vescovo consacra, appunto, gli Oli Santi, i quali serviranno durante tutto il corso dell'anno rispettivamente per celebrare le Cresime e i Battesimi, ordinare i sacerdoti e celebrare il sacramento dell'Unzione degli Infermi. Il Giovedì Santo si conclude il tempo di Quaresima, e da inizio al Triduo Pasquale, con la Messa in Coena Domini: questa è il memoriale dell'Ultima Cena consumata da Gesù nella sua vita terrena, nella quale furono istituiti l'Eucarestia e il ministero sacerdotale, e fu consegnato ai discepoli il Comandamento dell'Amore. Durante questa Santa Messa si svolge la tradizionale lavanda dei piedi e vengono 'legate' le campane (le campane non possono suonare (dal Gloria della messa del giovedì sera al Gloria della Veglia di Pasqua). In questo giorno è inoltre tradizione, compiere il cosiddetto giro "delle sette chiese" o "sepolcri", andando ad adorare i sepolcri allestiti in sette chiese vicine.
Il Venerdì Santo non si celebra l'Eucarestia: la liturgia è incentrata sull'Adorazione della Croce e la Via Crucis.
Il Sabato Santo, unico giorno dell'anno in cui non si amministra la Comunione, salvo ai moribondi, è incentrato sull'attesa della solenne Veglia di Pasqua che si celebra fra il tramonto del sabato e l'alba del Nuovo Giorno. Inoltre il Sabato Santo è l'unico giorno dell'anno senza alcuna liturgia, ed è perciò detto "aliturgico". Non soltanto non può essere somministrata la Comunione, ma non si celebra nemmeno la Messa e di solito nelle chiese i tabernacoli sono spalancati, e privi del Santissimo. Gli altari sono spogli, senza fiori e paramenti, e un senso di lutto pervade tutta l'area del tempio.
Dal punto di vista dei festeggiamenti, senza considerare la celebrazione religiosa, la Pasqua si festeggia più o meno come il Natale, in famiglia, ma senza i regali. In questa festività esistono tre diversi simboli culinari: l'agnello, che rimanda alla crocifissione di Gesù. Per quanto riguarda i dolci pasquali, la colomba e l'uovo di pasqua sono quelli più famosi.
La colomba rappresenta la pace e probabilmente l’uovo con la sorpresa rappresenta la resurreziona e la rinascita. Il giorno dopo la Pasqua è chiamato Lunedì dell'Angelo. In questo giorno si ricorda l'incontro dell'angelo con le donne giunte al sepolcro. Popolarmente si usa maggiormente il termine Pasquetta e vi è la tradizione di fare una gita con gli amici o con i propri familiari, tempo permettendo.
A Pasqua non c'è la "tradizione" di fare i regali come per Natale, ma è sempre molto piacevole ricevere gli auguri dalle persone a cui vogliamo bene!
Dunque auguri a tutti voi!

 


Esercizio:

Scegli la risposta. Quella corretta diventerà verde.
  • 1. La Pasqua è la festività più importatnte per i cristiani
    • v
    • f
  • 2. Il termine Pasqua deriva dall' indoeuropeo "pessa"
    • v
    • f
  • 3. La Pasqua cade sempre lo stesso giorno
    • v
    • f
  • 4. Durante la Pasqua non è tradizione scambiarsi regali
    • v
    • f
  • 5. Il Sabato Santo è l’unico giorno dell’anno senza alcuna liturgia
    • v
    • f
  • 6. Il Venerdì Santo non si celebra l’Eucarestia
    • v
    • f
  • 7. La chiesa ortodossa segue un altro calendario, il calendario Mariano
    • v
    • f
  • 8. I dolci tipici della pasqua sono la colomba e l'uovo di pasquale
    • v
    • f
  • 9. Piatto tipico della Pasqua sono le lenticchie
    • v
    • f
  • 10. La colomba rappresenta la pace
    • v
    • f
[post_title] => La Pasqua [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => la-pasqua [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:40 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:40 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=138 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 4 [filter] => raw ) [3] => WP_Post Object ( [ID] => 132 [post_author] => 3 [post_date] => 2009-03-25 12:23:08 [post_date_gmt] => 2009-03-25 11:23:08 [post_content] =>

Salve a tutti cari lettori di intercultura blog,

questa settimana parleremo delle “congiunzioni polivalenti”, di quelle congiunzioni, cioè, che possono avere diversi significati. Infatti, in italiano, le congiunzioni: che, come, mentre, perché, quando, se possono avere più di una funzione grammaticale ed essere quindi usate in modi diversi.

 

Buona lettura! 

Tania Pasqualini
 

Che può avere funzione:

  • dichiarativa: ti confesso che non ci credo
  • causale (nel parlato): preparati che è tardi 
  • consecutiva: c’è così traffico che arriveremo tardi
  • temporale: è un po’ che non ti vedo
  • comparativo: sarebbe meglio andarci che chiamarli
  • eccettuativa: non pensa che a studiare
  • limitativa: che voi sappiate, ci sono dei ristoranti aperti nella via?

 Che è una parola che ha anche altre funzioni in italiano:

  • pronome relativo: ecco Anna che arriva
  • pronome interrogativo: che facciamo?
  • aggettivo interrogativo: che idea ti è venuta?
  • pronome esclamativo: che sento!
  • aggettivo esclamativo: che fortuna!

 Come può avere funzione:

  • comparativa: è meglio di come pesavo
  • modale: siamo in due, come previsto
  • temporale: come arrivi, chiama
  • dichiarativa: mi dici come ti senti?
  • interrogativa indiretta: non so come fare

 Mentre può avere funzione:

  • temporale: ti guardo mentre dormi
  • avversativa: arriva a piedi e in ritardo, mentre con l’auto sarebbe qui subito

 Perché può avere funzione:

  • causale: vengo perché ho voglia di vederti
  • finale: ti telefono perché tu lo sappia
  • consecutiva: è presto perché tu possa aprire il negozio
  • interrogativa indiretta: mi piacerebbe che mi dicessi perché ridi

 Quando può avere funzione:

  • temporale: quando arrivi, pranziamo
  • avversativa: mi ha offerto la cena, quando sono io che sono in debito con lui
  • condizionale: quando dovessimo avere bisogno di te, te le faremmo sapere
  • causale: non andiamo al cinema alle 22:00, quando sai che non posso uscire di sera tardi
  • interrogativa indiretta: non sappiamo quando cambieremo casa

 Se può avere funzione:

  • condizionale: se vuoi, sono qui
  • causale: se arriva, è bene che ci aiuti
  • concessiva: se lo volessi, me lo compreresti?
  • interrogativa indiretta: sto pensando se uscire oppure no

Esercizio: Indica se nelle frasi seguenti le congiunzioni polivalenti sono usate in modo corretto oppure no.

Scegli la risposta. Quella corretta diventerà verde.

 

  • 1. L'ho comprato se mi piaceva
    • giusto
    • sbagliato
  • 2. Quando torni a casa?
    • giusto
    • sbagliato
  • 3. L'ho incontrato mentre ero sull'autobus
    • giusto
    • sbagliato
  • 4. Te lo dico solo che me lo hai chiesto
    • giusto
    • sbagliato
  • 5. Come volessimo, ce la faremmo
    • giusto
    • sbagliato
  • 6. Ti presento la ragazza che ho conosciuto in Spagna
    • giusto
    • sbagliato
  • 7. Perchè volete uscire, dovete chiedere il mio permesso
    • giusto
    • sbagliato
  • 8. Se andasse bene il colloquio, comincerei a lavorare già da lunedì
    • giusto
    • sbagliato
  • 9. Perché non mi ascolti
    • giusto
    • sbagliato
  • 10. Questo è il posto, quando dobbiamo traslocare
    • giusto
    • sbagliato

[post_title] => Le congiunzioni polivalenti [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => le-congiunzioni-polivalenti [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:40 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:40 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=132 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 19 [filter] => raw ) [4] => WP_Post Object ( [ID] => 131 [post_author] => 1 [post_date] => 2009-03-17 12:22:21 [post_date_gmt] => 2009-03-17 10:22:21 [post_content] =>

Salve lettori di Intercultura blog. Ecco un nuovo articolo sulla nostra lingua.
Buona lettura
Tania Pasqualini

Oggi parleremo di alcuni “modi di dire” tipici della lingua italiana. Essi, a differenza dei proverbi che hanno un significato compiuto, non esprimono saggezza popolare e non hanno un significato profondo o morale.

Sono, comunque, molto utilizzati soprattutto nel linguaggio parlato, informale e colloquiale.

 

  • A bizzeffe: in grande quantità. (“Oggi a pranzo ho mangiato a bizzeffe, quindi stasera non ceno!”).

  • Alla romana: modalità di dividere una spesa in parti uguali fra tutti i partecipanti, senza tener conto, in modo proporzionale, di quanto ciascuno di essi ha consumato. (“Sono 20 euro a testa, per tutti e nove, paghiamo alla romana”).

  • Bastian contrario: chi assume, per partito preso, le opinioni e gli atteggiamenti contrari a quelli della maggioranza. (“Su dai, adeguati ai nostri orari, non fare sempre il bastian contrario!”)

  • Capro espiatorio: qualcuno a cui è attribuita tutta la responsabilità di malefatte, errori o eventi negativi e deve subirne le conseguenze per espiarne la colpa. (“Povero Marco, per ogni cosa incolpano lui, è proprio il capro espiatorio dei quell’ufficio”!)

     

  • È un altro paio di maniche: è tutta un’altra cosa. (“Se ci sono i saldi del 50% la compero, è un altro paio di maniche!”)

  • Essere al verde: rimanere senza soldi. (“Mi dispiace, non ho soldi da prestarti, sono al verde anch’io”).

  • In bocca al lupo: augurio scherzoso di buona fortuna che si rivolge a chi sta per sottoporsi a una prova difficile. (“Fai buon viaggio e in bocca al lupo per il colloquio di lavoro!”).

  • Piantare in asso: abbandonare qualcuno da un momento all’altro, senza preavviso. (“Mi ha piantato in asso senza dire una parola, non si è presentata all’appuntamento e non ha nemmeno chiamato!”)

  • Salvare capra e cavoli: salvaguardare, con una decisione o un’azione, gli interessi di due soggetti diversi. (“Devi decidere, non puoi cercare di accontentare tutti e salvare capra e cavoli”)

  • Segreto di Pulcinella: un segreto che non è più tale per nessuno. (“Che ti trasferirai all’estero oramai lo sanno tutti, è diventato un segreto di Pulcinella!”).

 

Indica se nelle seguenti frasi i modi di dire sono usati correttamente.

Scegli la risposta. Quella corretta diventerà verde.

 

  • 1. Salva capra e cavoli per l'esame!
    • corretto
    • sbagliato
  • 2. Non si sa mai come accontentarti perché non ti va mai bene niente, sei proprio un bastian contrario!
    • corretto
    • sbagliato
  • 3. Lo sappiamo che hai deciso di sposarti: è alla romana!
    • corretto
    • sbagliato
  • 4. Non riusciamo ad andare in vacanza, siamo al verde.
    • corretto
    • sbagliato
  • 5. Ho aspettato per due ore che arrivasse ma non si è visto, mi ha piantata in asso.
    • corretto
    • sbagliato
  • 6. Ho visto Eva che comprava delle magliette in saldo e che salvava capra e cavoli.
    • corretto
    • sbagliato
  • 7. In bocca al lupo per il colloquio di domani!
    • corretto
    • sbagliato
  • 8. Se vieni anche tu, andiamo con la tua auto e facciamo prima, è un segreto di Pulcinella.
    • corretto
    • sbagliato
  • 9. Stasera andiamo tutti al ristorante, ma niente storie, paghiamo alla romana!
    • corretto
    • sbagliato
  • 10. Se siete al verde perché comprate un'auto nuova?
    • corretto
    • sbagliato
[post_title] => I modi di dire [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => i-modi-di-dire [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:40 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:40 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=131 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 47 [filter] => raw ) [5] => WP_Post Object ( [ID] => 130 [post_author] => 3 [post_date] => 2009-03-10 18:23:45 [post_date_gmt] => 2009-03-10 17:23:45 [post_content] =>

Cari lettori,
mi chiamo Tania Pasqualini e insegno dal 2001 italiano come seconda lingua. Da questa esperienza umana e didattica, deriva il libro di testo "Noi". Per un mese, questo blog sarà gestito da me.

Buona lettura 

Oggi parliamo del tempo “imperfetto” del modo “indicativo”. È un tempo che si usa per indicare un’azione che è collocata nel passato e considerata nella sua durata, nel suo svolgimento e quindi non ancora conclusa: mentre studiavo, Giorgio mi ha telefonato.

L’imperfetto si usa inoltre:

  • per esprimere un’azione che si ripeteva abitualmente nel passato: tutti i giorni prendevo l’autobus alle 8.00;

  • nelle descrizioni: c’era un sole splendido e il mare era tranquillo;

  • nelle narrazioni, al posto del passato remoto, per richiamare l’attenzione del lettore sull’azione: tre navi si avvicinavano al porto, la città bruciava e i suoi abitanti si davano alla fuga . (In questo caso si parla di “imperfetto storico” o, vista la sua particolare diffusione nella cronaca giornalistica, di “imperfetto cronistico”);
  • per esprimere nel passato azioni in svolgimento, interrotte da altre, espresse o al passato prossimo o al passato remoto: parlavo con te, quando ho sentito suonare il campanello.

Dopo aver spiegato agli studenti della mia classe la forma e gli usi del tempo “imperfetto”, ho chiesto loro di scrivere un tema usando questo tempo verbale. Trascrivo di seguito (senza correggere gli errori che sono presenti) quello di un alunno ucraino arrivato in Italia a ottobre 2008. Il titolo assegnato era:

Immagina di essere un elemento della natura. Descrivi ciò che vedi e che senti.

Usa il tempo imperfetto”.

 

In una foresta verde, piena di fiori, uccelli, piante e alberi possenti, c’era un’armonia tranquilla. E poi ho cominciato a parlare. Ero una pigna, una piccola e insignificante pigna tra le tante. Non sapevo quando sarei caduta giù. E questo mi faceva vivere ogni giorno come l’ultimo. Mi piaceva il canto degli uccelli, il soffio del vento, gli animali che vivevano con me. C'erano dei giorni in cui mi sentivo da sola e sentivo tutto il mondo dentro di me. Mi piaceva quando ogni tanto qualche famiglia veniva a sedersi sotto il mio albero. Guardavo con attenzione che cosa facevano e notavo ogni dettaglio: i sorrisi, i movimenti, i baci. Erano felici. Li chiamano sentimenti ma ero una pigna e non capivo, non provavo queste cose. Ero così molto triste, perché anche io volevo provare quei sentimenti, volevo essere amata.
“Ma che cosa mi sta succedendo? Sono così leggera. È arrivato il mio momento, sto cadendo”. Dopo qualche secondo, ho sentito che qualcuno si stava avvicinando. La terra mi sembrava fredda e umida ma, dopo che mi ha raccolto un ragazzo, mi sono sentita ancora leggera. Lui mi ha detto:”Che bella!”. Non mi interessava che cosa significavano quelle parole, ma erano bellissime prima della morte.

 

 

L'imperfetto

Indica correttamente se le seguenti frasi sono giuste o sbagliate 

  • 1. Mentre sei stato da me, studiavamo matematica.
    • giusto
    • sbagliato
  • 2. Ogni giorno ho camminato per due ore.
    • giusto
    • sbagliato
  • 3. Tutte le estati andavamo al mare con i miei zii.
    • giusto
    • sbagliato
  • 4. La città era bellissima e il cielo era azzurro.
    • giusto
    • sbagliato
  • 5. Mentre avete parlato, l'insegnante scriveva qualcosa sul registro.
    • giusto
    • sbagliato
[post_title] => L'imperfetto [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => limperfetto [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:40 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:40 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=130 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 51 [filter] => raw ) [6] => WP_Post Object ( [ID] => 129 [post_author] => 2 [post_date] => 2009-03-06 18:05:59 [post_date_gmt] => 2009-03-06 16:05:59 [post_content] =>

Care lettrici e cari lettori di intercultura Blog, oggi parleremo dei proverbi. Chi di voi non conosce un proverbio e lo ha utilizzato, magari per concludere un discorso ?
I proverbi rappresentano una saggezza popolare indiscussa  tramandata da generazione a generazione. I proverbi popolari sono spesso anonimi.
A volte sembra si contraddicano, come per esempio "Chi fa da sé, fa per tre" e "L’unione fa la forza", ma se contestualizzati hanno  il loro senso. In Germania, terra di grande tradizione di proverbi, vengono definiti "Sprichwort", "parola che parla", cioè che non ha bisogno di nessuna ulteriore spiegazione.
Il proverbio è spesso un ottimo modo per troncare o iniziare una chiacchierata o discussione.
J
Al fine dell’apprendimento della lingua seconda o straniera, i proverbi risultano essere molto utili poiché possono essere utilizzati all’inizio di un’unità didattica o per concludere la stessa "lezione". In questo modo, oltre a imparare nuovi vocaboli, la classe viene a contatto con la cultura della lingua che si studia, direttamente dalla fonte popolare del proverbio. Sarà dunque opportuno selezionare proverbi di sicura provenienza e di un livello consono alla classe.

 

Ecco una breve selezione di alcuni proverbi.
Buon lavoro e che la saggezza dei proverbi sia sempre con noi!
Prof. Valerio Giacalone

 

"Can che abbaia non morde", cioè "chi minaccia non è pericoloso"

"Una rondine non fa primavera" "Non è tutto oro quello che luccica", "i vantaggi non sono subito evidenti"

"Chi non risica, non rosica", cioè "senza rischi e impegni, non si ottengono risultati"

"Chi la fa, l’aspetti" "la persona che fa un torto non si deve lamentare se poi lo subisce"

"Ciò che semini, raccogli" "bisogna impegnarsi per ottenere risultati"

"A caval donato non si guarda in bocca" "non si giudicano i regali"

"Chi rompe paga e i cocci sono suoi" "chi fa un danno, lo risarcisce e si tiene l'oggetto danneggiato"

"Chi si accontenta, gode" "bisogna avere obbiettivi modesti"

"Le bugie hanno le gambe corte" "è facile scoprire una bugia"

"Non sputare sul piatto dove mangi" "non bisogna disprezzare ciò che si usa"

"Il lupo perde il pelo ma non il vizio" "le persone cattive alla fine non cambiano"

"Uomo avvisato, mezzo salvato" "se si capisce un consiglio, si evita un problema"

"Chi si loda si imbroda" "non bisogna vantarsi"

 

 

Ora rispondi alle seguenti domande

 

  1. Usi proverbi solitamente quando parli?
  2. In quale occasione usi proverbi?
  3. Qual è il tuo proverbio preferito?
  4. Come vengono definiti nella tua lingua i proverbi?

 

 

[post_title] => I proverbi [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => i-proverbi [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:40 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:40 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=129 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 15 [filter] => raw ) [7] => WP_Post Object ( [ID] => 128 [post_author] => 2 [post_date] => 2009-02-27 12:55:33 [post_date_gmt] => 2009-02-27 10:55:33 [post_content] =>

Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, oggi affrontiamo un argomento di grande attualità: il razzismo. L’argomento è presentato come un dialogo all’interno di una classe di stranieri. Spero che, le diverse idee e i diversi punti di vista possano essere utili per alcune riflessioni personali e per condividere un cammino che accumuna tutti i popoli e le razze del nostro pianeta. Purtroppo sono molto diffusi atteggiamenti xenofobi o che rasentano il razzismo, anche se attuati solo da una minoranza.
Buona lettura
Prof. Valerio Giacalone



Professore: Buon giorno ragazzi, come state? Siete stanchi? Avete bisogno di due minuti di pausa tra una lezione e l'altra?
Bene, vedo che siete pronti. Allora affronteremo l’argomento odierno. Oggi parleremo del razzismo. Che cosa è il razzismo secondo voi? Su coraggio, non abbiate paura. Ricordate che in classe, se non parlate, perdete un’occasione.

Frank: Il razzismo per me è quando due persone o gruppi di persone non vanno d’accordo!

Mark
: Per me il razzismo è paura e ignoranza!

Ismil: Il razzismo c'è quando si è troppi in poco spazio!

Joy
: Il razzismo c'è quando, invece della curiosità di conoscere, subentra la diffidenza e l’arrogante convinzione di essere superiori alle altre persone. 

Professore
: Bene, ragazzi, bravi.  Il razzismo in molti casi non ha niente a che fare con la razza.

 In Italia esistono atteggiamenti razzisti verso gli stessi connazionali, per esempio tra cittadini del nord e del sud del nostro Paese. Come se qualche chilometro di distanza potesse rendere qualcuno superiore o inferiore! La domanda che vi faccio è la seguente: come si può abbattere, secondo voi, il razzismo e il sentimento di odio che lo accompagna?

 

(I ragazzi rimangono per un po' in silenzio)

Mahlt
:
Ballando tutti insieme?  (Risata generale)

Professore
: Buona idea, Mahlt. Bisogna scegliere però una musica che piaccia a tutti. Non credi? Certo, non c’è una bacchetta magica contro il razzismo, ma di sicuro la cultura è utile per comprendere alcuni aspetti del fenomeno e abbattere i sentimenti che lo accompagnano. Lo studio delle lingue è fondamentale per abituare al diverso, per imparare a conoscere. Bisogna scoprire che nel prossimo non si nasconde un nemico ma anche un possibile amico
Sapevate che è difficile che chi conosce più lingue covi sentimenti di razzismo? Maggiore è la nostra cultura, maggiore è la capacità di comunicare con chi è diverso da noi: il razzismo invece è una chiara dimostrazione di ignoranza. Si è constatato che chi è intollerante nei confronti degli stranieri raramente conosce un’altra lingua o ha viaggiato nel mondo. Non conosce neanche bene le persone che dice di odiare!
Bisogna abituarci al diverso. Le famiglie e la scuola devono insegnare ai ragazzi come vedere il prossimo con curiosità. I confini non sono solo da difendere, ma anche da scavalcare, per conoscere il resto del mondo.

Shrank
: Ma bisogna essere nazionalisti oggi! Bisogna proteggere la propria terra: troppi immigrati ci minacciano.

Professore
: Carissimo Shrank, non bisogna essere nazionalisti ma patriottici. Cioè bisogna giustamente amare la propria patria e la propria cultura. Ma non per questo bisogna disprezzare gli altri. 
Non dobbiamo difendere la nostra patria solo con le armi, ma dobbiamo anche costruire un'immagine positiva del nostro Paese. L'ospitalità e la gentilezza verso gli stranieri distinguono i popoli più civili.
Questo non vuol dire essere indulgenti verso chi si comporta male.

I criminali vanno fermati e puniti, siano italiani o stranieri. Ma non è giusto attribuire a un intero popolo le responsabilità penali che riguardano solo la persona che commette un reato.
Amare la propria patria non significa aggredire tutti gli stranieri, anzi al contrario questo atteggiamento provoca il discredito della nostra nazione. Amare la propria patria significa innanzitutto essere onesti, aiutare il prossimo, non inquinare l'ambiente, studiare per poi contribuire con il proprio lavoro al benessere collettivo.

Sandry
: Professore, se studi e poi viene un’altra persona a prendere il tuo lavoro?

Professore
: Se sei veramente preparato bene, potresti essere proprio tu a lasciare l'Italia per andare a guadagnare di più altrove...
La cosa ridicola è che, nell'ultimo secolo, moltissimi italiani sono andati "a rubare lavoro" all'estero e adesso invece si lamentano se gli altri vengono qui. Il vero problema è la disparità di ricchezza tra i diversi Paesi. Quando l'Italia era più povera, milioni di nostri connazionali sono andati a cercare lavoro all'estero. Nessun altro popolo ha avuto nel Novecento tanti emigranti quanti quello italiano. Gli italiani poveri andavano in Germania o negli Stati uniti a fare i lavori più umili che i cittadini di quei Paesi non volevano più fare.
Adesso, invece l'Italia è più ricca di nazioni dell'Africa, dell'Asia, dell'America del sud o dell'Europa dell'est. Quindi le persone di quei Paesi possono sperare di guadagnare molti più soldi in Italia, rispetto a quello che prenderebbero da loro. La povertà e la voglia di benessere li spingono a lasciare la loro patria e ad andare all'estero. Finché vi sono queste differenze economiche, sarà molto difficile contenere l'esodo di queste persone. 
Intanto, bisogna controllare i flussi migratori e soprattutto evitare l'ingresso di clandestini: spesso questi sono sfruttati in condizioni disumane, con lavoro nero e senza alcuna garanzia. Lo stipendio di un lavoratore clandestino è molto minore di un quello di un italiano o di uno straniero messi in regola con contratto. Per evitare la continua entrata illegale di persone bisogna punire anche chi offre lavoro ai clandestini, con controlli nelle aziende che speculano sulla manodopera in nero e così si avvantaggiano rispetto alle aziende oneste. Inoltre, proprio trai clandestini si nascondono i peggiori criminali, che stanno terrorizzando gli italiani con furti, violenze e stupri.
In questo periodo di crisi economica, non dobbiamo diventare un paese razzista e chiuso: così ci attenderebbe un futuro fatto di odio e ignoranza. Invece, ci possiamo riprendere economicamente solo se investiamo nella cultura e nella scuola.

Ora rispondi alle seguenti domande!
Che cosa è per te il razzismo?
Come si può risolvere la paura del diverso?
Sei mai stato vittima di razzismo?
Pensi che l'Italia sia un Paese razzista? Perché?
Cosa si pensa nel tuo Paese di origine degli stranieri? Come vengono accolti?

 

[post_title] => Il razzismo [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => il-razzismo [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:40 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:40 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=128 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 18 [filter] => raw ) [8] => WP_Post Object ( [ID] => 127 [post_author] => 2 [post_date] => 2009-02-24 00:49:16 [post_date_gmt] => 2009-02-23 22:49:16 [post_content] =>

Care colleghe e cari colleghi, oggi affronteremo un argomento  di fondamentale importanza per noi insegnanti: L'unità didattica.
L’unità didattica (U D) è un modello operativo, che nasce come attività di “risoluzione di problemi” durante gli anni trenta.  Solo in seguito, precisamente  negli anni sessanta, viene impiegato in maniera frequente e diffusa.
E’ il modello utilizzato ampiamente dai metodi e approcci diretti,  cioè quegli approcci e metodi, dove si cerca di insegnare la lingua straniera come si "apprende"  la lingua madre, cioè  prediligendo  l’insegnante madrelingua e materiali autentici.
Anche se vi sono diversi modelli di unità didattica, tutte le U D sono articolate su tre macrofasi, le quali a loro volta comprendono alcune microfasi o sottosequenze.
1) La prima fase è di presentazione di ciò che si deve svolgere in classe. Essa è poi formata da tre microfasi: La motivazione, la percezione globale e l’analisi.
La motivazione è fondamentale. Senza motivazione non c’è acquisizione e a volte neanche apprendimento.  Vi sono due tipi di motivazione, una “integrativa “ e  l’ altra “strumentale”. Quella “integrativa” serve per integrarsi in un gruppo, quella “strumentale” è usata come mezzo per ottenere qualcosa.
Nella microfase della globalità si presenta all’allievo il testo iniziale,  che include ciò che deve apprendere:  può essere un dialogo, un testo scritto, o qualsiasi altro materiale da noi scelto per la classe. Questa microfase, che può anche essere ripetuta più volte, è caratterizzata dall’induttività, cioè ci si rivolge alla parte destra del cervello del discente, che comprendere appunto in maniera estensiva. In questa fase si rispetta il principio di direzionalità naturale di apprendimento, che va appunto dall’emisfero destro a quello sinistro. Nella microfase dell’analisi si analizza, si comprende il materiale dato, sia singolarmente che in lavori di gruppo.
2) La seconda fase consiste nel lavoro sul testo,  in  compiti di rielaborazione e si suddivide nelle microfasi di  fissazione, reimpiego, sintesi e riflessione.
La fissazione è un processo di  memorizzazione,  di acquisizione di regole, cioè di meccanismi di funzionamento della lingua, prediligendo compiti e non esercizi, cioè esecuzione di soluzioni e problemi di carattere comunicativo e creativo.
La microfase di reimpiego può essere svolta tranquillamente durante la fissazione, cercando sempre di spingere l’alli evo a un riutilizzo personale e creativo.
La sintesi cambia logicamente a seconda del metodo. Nel metodo situazionale la sintesi, per esempio, sarebbe la realizzazione in aula di esempi di comunicazione simulata, mentre  nel metodo nozionale- funzionale la sintesi risulterebbe essere la riflessione sulla lingua, cioè la consapevolezza linguistica.
La riflessione sulla lingua considera come punto centrale l’allievo e come oggetto considera l’intera competenza comunicativa, mentre, se dovessimo fare un paragone, l’insegnamento della grammatica, nell’approccio formalistico, ha come soggetto l’insegnante e come oggetto le regole grammaticali.
3) L’ultima fase dell’ U D è quella di controllo: la verifica,  la valutazione e l’attività di recupero sono le microfasi che la compongono.
Ricordiamo che la verifica è una parte della valutazione (raccoglie dati), mentre la valutazione è un insieme di complesse operazioni che consiste nel reperire materiale, definire dei parametri per il punteggio, elaborarli e infine si esprimere un giudizio.
Nel caso di un giudizio negativo si passa poi alla microfase del recupero. Lo scopo qui, è di ovviare ad una insufficiente acquisizione dei contenuti linguistici da parte dei discenti  trattati durante l’U D.  
Anche se l’UD potrebbe sembrare una fredda sequenza di fasi, starà a noi, care colleghe e colleghi, renderla affascinante, dinamica e accogliente. Un processo dove protagonista sia la gioia e la condivisione di una cultura altra.
Buon lavoro e buona unità didattica   

 

Prof. Valerio Giacalone

[post_title] => L'unità didattica [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => lunita-didattica [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:40 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:40 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=127 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 6 [filter] => raw ) [9] => WP_Post Object ( [ID] => 126 [post_author] => 2 [post_date] => 2009-02-11 18:23:08 [post_date_gmt] => 2009-02-11 16:23:08 [post_content] =>

Il carnevale è un periodo molto particolare dell’anno. I romani dicevano: "Semel in anno licet insanire", cioè “una volta all'anno è lecito impazzire” e proprio questo antico detto rappresenta lo spirito del carnevale.
Il carnevale ha termine il martedì grasso, giorno che precede l’inizio della quaresima, il periodo di penitenza di circa quaranta giorni precedente alla pasqua. A Milano invece, dove si osserva il rito ambrosiano, il carnevale termina non il martedi grasso, ma il sabato successivo e la quaresima di domenica.  

Le origini del carnevale si perdono nella notte dei tempi. Probabilmente risale alle tradizioni dei saturnali latini e dei culti dionisiaci con cui si salutava il passaggio dall'inverno alla primavera. La parola “carnevale” deriva dal latino “carnem levare”, che significa “eliminare la carne", poiché anticamente indicava il banchetto che si teneva subito prima del periodo di digiuno della quaresima.

Una caratteristica del carnevale è la maschera: una pratica che risale a tempi antichissimi, quando in occasione di riti magici gli stregoni si travestivano di piume e si coprivano il volto con maschere dipinte dall'aspetto orribile per impaurire gli spiriti del male.
In età romana l'uso delle maschere era legato alla divinità di Bacco. Per le strade si festeggiava con vino e danze il passaggio dall'inverno alla primavera. I festeggiamenti univano giovani e vecchi, nobili e plebei, ricchi e poveri. In quell'occasione gli schiavi diventavano padroni e viceversa. Un "Re della Festa", scelto dal popolo, si occupava dei vari giochi nelle piazze.
Il tema del rovesciamento è rimasto nello spirito del carnevale, periodo in cui apparentemente tutto è lecito, anche gli scherzi più crudeli. La libertà di abbandonarsi agli eccessi e di dare ai poveri l'illusione di essere simili ai potenti è un modo per alleggerire le tensioni. Accomunati dalla festa, tutti si sentono uguali ed era così più facile mantenere l’ordine prestabilito.

Altra caratteristica del carnevale sono i coriandoli, piccoli ritagli di carta colorata usati nelle festività per essere lanciati in aria o su persone. In inglese, tedesco, spagnolo, olandese e francese sono curiosamente chiamati confetti. La confusione linguistica ha origine durante il Rinascimento, quando in Italia ai matrimoni o durante il carnevale si gettavano dei dolcetti, i confetti appunto. L'invenzione dei coriandoli di carta è attribuita all'ingegnere Fenderl, che per festeggiare il carnevale del 1866 ritagliò dei pezzettini di carta, poiché non aveva il denaro per comprare i confetti di gesso allora in uso. Un tipico esempio dell’arte dell’arrangiarsi italiana.

Anche a livello gastronomico si hanno in Italia molte tradizioni tipiche del carnevale. Ogni singola regione vanta ricette gastronomiche secolari. Soprattutto nel “dolce” si nota una singolare voglia di originalità e di trasgressione. Le ricette caratteristiche del carnevale, con varianti regionali, vedono al primo posto i dolci fritti.

Un vecchio detto popolare recita :”fritto tutto è buono, anche l’aria”. Nel centro Italia troviamo la cerchiata, nel sud gli struffoli.

 

In tutta la penisola, isole comprese, ci sono le chiacchiere. Sono frittelle chiamate così chiamate perché, essendo molto croccanti, quando le si mastica sembra di parlare, di chiacchierare appunto. Questo tipico dolce carnevalesco ha diversi nomi a seconda della regione: in Friuli "grostoli", in Emilia "sfrappole", in Veneto "galani", nelle Marche "frappe", "cenci" in Toscana.

Altro dolce tipico carnevalesco sono le zeppole, conosciute anche come zeppole di San Giuseppe, perché tipiche della festa del papà il 19 marzo. Anche con questo tipico dolce troviamo varianti regionali come le zeppole bignè e le zeppole del duca. 

A carnevale è tradizione travestirsi e ogni regione di Italia ha la sua maschera caratteristica. Per esempio troviamo Pulcinella in Campania, Pantalone nel Veneto, Arlecchino in Lombardia, Rugantino nel Lazio e il dottor Balanzone in Emilia Romagna.


Il carnevale si festeggia normalmente in tutti i paesi cristiani: famosi in tutto il mondo sono il carnevale di Rio de Janeiro, il carnevale di Colonia in Germania, il carnevale caraibico durante l’estate a Londra e il carnevale di New Orleans negli Stati Uniti. In Italia spiccano il carnevale di Venezia e il carnevale di Ivrea. La bella città piemontese ospita un carnevale folcloristico denso di evocazioni storico leggendarie. La spettacolare e violenta battaglia delle arance rappresenta le guerre medievali tra la città di Ivrea e i signori feudali della zona.
Il carnevale di Viareggio invece è famoso per la presenza di carri allegorici che rappresentano in maniera scherzosa la vita politica e sociale del Belpaese.

Vale proprio la pena partecipare a un carnevale italiano. Ti divertirai moltissimo e imparerai a conoscere un nuovo lato delle tradizioni culturali italiane.
E… non dimenticare a “carnevale ogni scherzo vale” 

Rispondi ora alle domande

1) Nel tuo paese si festeggia il carnevale?
2) Ti sei mai mascherato per il carnevale? E se sì da cosa?
3) Hai mai visto una sfilata di carnevale?
4) Cosa pensi del carnevale?
5)
Quali sono i dolci tipici del carnevale del tuo paese?

 

[post_title] => Il carnevale [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => il-carnevale [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:40 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:40 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=126 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 6 [filter] => raw ) ) [post_count] => 10 [current_post] => -1 [in_the_loop] => [post] => WP_Post Object ( [ID] => 141 [post_author] => 1 [post_date] => 2009-04-23 17:20:57 [post_date_gmt] => 2009-04-23 15:20:57 [post_content] =>

Cari lettrici e lettori di Intercultura blog,

il sito Benvenuti è attivo da oltre un anno e sta ricevendo un crescente apprezzamento da parte vostra, come vediamo dalle statistiche di accesso. Vi ringraziamo per aiutarci a creare un punto di riferimento online dedicato alla lingua italiana e all'intercultura.

Questa settimana trovate alcune novità nelle pagine del sito Benvenuti. Innanzitutto abbiamo attivato una finestra nella homepage che mostra la parola del giorno: un servizio abbinato al dizionario italiano Zingarelli, che adesso diventa accessibile direttamente dal nostro sito.

Ogni giorno viene presentata una parola italiana, strana o che comunque presenta delle curiosità. Un modo divertente per approfondire la nostra conoscenza linguistica.

 

L'altra novità è l'uscita del testo Noi due, corso avanzato di italiano per stranieri, di Tania Pasqualini e Patrizia Flammini. Si tratta del secondo volume del corso Noi, che è già molto apprezzato degli insegnanti e dagli studenti della lingua italiana.

Con Noi due, si consegue il livello linguistico B2 nella conoscenza dell'italiano.

 

Grazie dell'attenzione. Speriamo che questo sito continui a essere utile,
Giovanni Enriques
Zanichelli editore

[post_title] => Novità sul nostro sito [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => novita-su-nostro-sito [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:40 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:40 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=141 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 5 [filter] => raw ) [comment_count] => 0 [current_comment] => -1 [found_posts] => 868 [max_num_pages] => 87 [max_num_comment_pages] => 0 [is_single] => [is_preview] => [is_page] => [is_archive] => 1 [is_date] => [is_year] => [is_month] => [is_day] => [is_time] => [is_author] => [is_category] => [is_tag] => [is_tax] => [is_search] => [is_feed] => [is_comment_feed] => [is_trackback] => [is_home] => [is_privacy_policy] => [is_404] => [is_embed] => [is_paged] => 1 [is_admin] => [is_attachment] => [is_singular] => [is_robots] => [is_favicon] => [is_posts_page] => [is_post_type_archive] => 1 [query_vars_hash:WP_Query:private] => ad6dd1f36a51fcf3901fcf7dbb3c23db [query_vars_changed:WP_Query:private] => [thumbnails_cached] => [stopwords:WP_Query:private] => [compat_fields:WP_Query:private] => Array ( [0] => query_vars_hash [1] => query_vars_changed ) [compat_methods:WP_Query:private] => Array ( [0] => init_query_flags [1] => parse_tax_query ) )
Archivi: Benvenuti - Intercultura blog | Pagina 82 | Zanichelli Aula di lingue
Da ottobre 2024 Intercultura Blog rimane disponibile come archivio di contenuti. I commenti rimangono in modalità di lettura.
Prof. Anna continua la sua attività nella sezione Spazio L2 su Aula di Lingue