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Buon test!

Prof. Anna
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Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, è arrivato il momento di ripassare gli ultimi argomenti trattati sul blog. Siete pronti o avete bisogno di rileggere i relativi articoli? Io vi consiglio sempre di rileggerli in modo da affrontare l'esercizio con più sicurezza. L'esercizio che segue ha una modalità un po' più complessa del solito, in quanto dovrete inserire manualmente la soluzione corretta, senza poter scegliere tra diverse opzioni. Ricordate che, visto che stiamo parlando della scelta dell'ausiliare, i verbi modali sono sempre coniugati al passato prossimo.

Buon test!

Prof. Anna

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ARE cantare ERE credere IRE uscire
cantando credendo uscendo
 
ESSERE AVERE
essendo avendo
  USO DEL GERUNDIO SEMPLICE Le forme del gerundio semplice e composto sono invariabili (nel gerundio composto può variare il participio passato), perciò ogni forma si può usare in riferimento a ciascuna persona. Il gerundio si usa in proposizioni subordinate e stabilisce una stretta relazione con il verbo della principale: "lavorando duramente, ho raggiunto il successo". Il gerundio semplice non esprime il tempo di un'azione, ma un rapporto di contemporaneità rispetto all'azione del verbo della frase principale: → Mangio una pizza guardando la televisione = mangio una pizza mentre guardo la televisione. → Ho mangiato una pizza guardando la televisione = ho mangiato una pizza mentre guardavo la televisione. → Mangerò una pizza guardando la televisione = mangerò una pizza mentre guarderò la televisione. Il gerundio semplice non ha solo valore temporale (guardando = mentre guardo), ma anche: causaleessendo troppo stanca, preferisco rimanere in casa = poiché sono troppo stanca, preferisco rimanere in casa; ipoteticofacendo un piccolo sforzo, potresti riuscirci = se tu facessi un piccolo sforzo, potresti riuscirci; modale → arrivò correndo = arrivò di corsa; concessivopur impegnandosi, non fa progressi = sebbene si impegni, non fa progressi. FORMAZIONE DEL GERUNDIO COMPOSTO Il gerundio composto si forma con il gerundio semplice dell'ausiliare del verbo + il participio passato del verbo.  
ARE arrivare ERE vendere IRE finire
essendo arrivato-a; i-e avendo venduto avendo finito
 
ESSERE AVERE
essendo stato-a; i-e avendo avuto
  USO DEL GERUNDIO COMPOSTO Il gerundio composto esprime un rapporto di anteriorità rispetto all'azione del verbo della frase. Avendo finito gli studi, ritorna nel suo paese = quando ha finito gli studi, ritorna nel suo paese. Avendo finito gli studi, ritornò nel suo paese = quando aveva finito gli studi, ritornò nel suo paese. Avendo finito gli studi, ritornerà nel suo paese = quando avrà finito gli studi, ritornerà nel suo paese. Il gerundio composto non ha solo valore temporale, ma anche: causaleavendo piovuto molto, l'aria è più fresca = poiché ha piovuto molto, l'aria è più fresca. ipotetico avendo fatto il compito, mi sentirei più tranquilla = se avessi fatto il compito, mi sentirei più tranquilla. concessivopur essendo stato migliorato, il motore non è ancora competitivo = sebbene sia stato migliorato, il motore non è ancora competitivo. Se il gerundio non è accompagnato da un soggetto, si deve intendere che è lo stesso della preposizione reggente. Può avere un soggetto diverso se si tratta di un'espressione impersonale: facendo freddo, Maria si mise la giacca; diversamente il soggetto deve essere espresso: avendo il professore terminato la lezione, gli allievi uscirono in cortile. Il gerundio si usa inoltre molto spesso in unione con i verbi stare e andare per indicare un'azione progressiva, cioè in corso di svolgimento: sto andando al lavoro; l'inquinamento va aumentando sempre di più. I pronomi diretti, indiretti e le particelle CI e NE si attaccano al gerundio stesso: comportandoti bene, tutto sarà più facile; essendoci già stato una volta, conosco bene la strada. [post_title] => Le forme implicite: il gerundio semplice e composto [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => le-forme-implicite-il-gerundio-semplice-e-composto [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:22 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:22 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4747 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 111 [filter] => raw ) [3] => WP_Post Object ( [ID] => 4718 [post_author] => 3 [post_date] => 2013-02-07 19:28:37 [post_date_gmt] => 2013-02-07 17:28:37 [post_content] =>

Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi vi propongo alcune espressioni idiomatiche che contengono la parola "acqua". Essendo l'acqua un elemento fondamentale della nostra vita, tante sono le espressioni e i modi di dire che contengono questa parola, oggi vedremo quali sono i più comuni.

Buona lettura!

Prof. Anna

Vediamo insieme alcune espressioni idiomatiche con la parola "acqua" e il loro significato.

Acqua in bocca! → è un'escalmazione, un invito a non divulgare una determinata notizia, a non parlarne con nessuno, a mantenere un segreto. Esempio: Ho saputo che Marco sta per lasciare Laura, ma, mi raccomando, acqua in bocca!

Acqua passata → si riferisce a qualcosa che non è più importante, a cui non si da più valore; di solito riguarda episodi del passato, generalmente sgradevoli o negativi. Esempio: l'anno scorso ho passato un periodo molto difficile, ma per fortuna ora è acqua passata.

Affogare in un bicchier d'acqua - annegare in un bicchier d'acqua - perdersi in un bicchier d'acqua non sapersela cavare nelle situazioni più banali, come chi affogasse nel quantitativo d'acqua contenuto in un bicchiere.

Esempio: Questo esercizio è molto semplice, non perderti in un bicchier d'acqua!

Acqua e sapone → naturale, senza trucco, riferito in particolate al viso femminile. Una "ragazza acqua e sapone" è una ragazza semplice e spontanea.

Con l'acqua alla gola → essere in una situazione difficile, con poche possibilità di soluzione come di chi sta per affogare e deve accettare una soluzione qualsiasi per salvarsi, riferito specialmente a situazioni economiche; quando si ha pochissimo tempo a disposizione per portare a termine un impegno o un lavoro urgente. Esempio: domani devo consegnare un'importante relazione e non l'ho ancora finita, mi sento con l'acqua alla gola!

Fare acqua (da tutte le parti) → indica che qualcosa non funziona, riferito ad un oggetto rovinato. Può essere riferito a un discorso, un progetto, un ragionamento che ha gravi carenze, che è illogico, irrazionale o non veritiero. Esempio: Mi dispiace dirvelo, ma il vostro progetto fa acqua da tutte le parti, è irrealizzabile.

Sentirsi come un pesce fuor d'acquariferito a chi, trovandosi fuori dal suo ambiente abituale, non si sente a proprio agio e prova una sensazione di imbarazzo. Esempio: Quando esco insieme a te e ai tuoi amici non so mai cosa dire, mi sento un pesce fuor d'acqua.

Scoprire l'acqua caldasignifica scoprire qualcosa di ovvio essendo convinti di essere arrivati a grandi verità, dire o fare una cosa scontata; di solito si usa in modo scherzoso o spregiativo.

Fare un buco nell'acqua → agire in modo fallimentare, fallire. Esempio: "Pensavo fosse andato tutto bene e invece ho fatto un buco nell'acqua".

Tirare l'acqua al proprio mulino → fare i propri interessi senza tener conto degli altri. Esempio: Luca è proprio un egoista, quando c'è da prendere una decisione lui tira sempre l'acqua al proprio mulino e decide di fare quello che gli conviene.

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Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, nella lezione della settimana scorsa abbiamo visto come si costruisce la forma passiva, oggi vedremo che ci sono altri modi per rendere passivo un verbo.

Buona lettura!

Prof. Anna

Nella lezione precedente abbiamo visto che il passivo si forma con l’ausiliare essere coniugato nel tempo del corrispondente verbo attivo, seguito dal participio passato del verbo. Il participio passato si accorda nel genere e nel numero con il soggetto.

Il passivo si può inoltre formare:

• con l'ausiliare venire al posto di essere. Questa costruzione è possibile solo se nella corrispondente frase attiva c'è un verbo in un tempo semplice:

- io risolverò al più presto la questione ⇒ la questione sarà risolta al più presto ⇒ la questione verrà risolta al più presto da me; Mario paga il conto ⇒ il conto è pagato da Mario ⇒ il conto viene pagato da Mario;

• con l'ausiliare andare, per esprimere un'idea di necessità:

- questo film va visto (=questo film deve essere visto); i compiti vanno finiti (=i compiti devono essere finiti);

• con l'ausiliare andare, limitatamente a verbi come perdere, smarrire, sprecare, distruggere:

- l'edificio andò distrutto (= l'edificio fu distrutto); durante il trasloco alcune cose andarono perdute (= durante il trasloco alcune cose furono perdute);

• con la particella pronominale si (si passivante) che precede la forma attiva di un verbo: si vendono vestiti firmati (= sono venduti abiti firmati); non si conosce il nome di quella ragazza (non è conosciuto il nome di quella ragazza). Questa costruzione è possibile solo con i verbi transitivi, alla terza persona singolare o plurale e quando non è espresso il complemento d'agente, per esempio, dalla frase attiva: "il negozio vende abiti firmati" si può ricavare "gli abiti sono venduti dal negozio" ma non "si vendono abiti dal negozio", quest'ultima frase non è corretta. Con questa costruzione nei tempi composti l'ausiliare è sempre essere: l'anno scorso non si sono fatti molti progetti.

 

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Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, come sapete il verbo può avere varie forme: attiva, riflessiva, pronominale e passiva. Oggi vedremo come si costruisce e cosa esprime la forma passiva.

Buona lettura!

Prof. Anna

La forma passiva si usa per esprimere un'azione subita dal soggetto.

Vediamo un esempio di trasformazione da una forma attiva a una forma passiva:

- Paolo (soggetto) legge (verbo attivo) un libro (complemento oggetto) ⇒ un libro (soggetto) è letto (verbo passivo) da Paolo (complemento d'agente).

Come si vede, nel passaggio dalla frase attiva a quella passiva cambiano i ruoli sintattici degli elementi che formano la frase:

il soggetto diventa complemento d'agente;

il complemento oggettodiventa soggetto;

ma non cambiano i ruoli semantici e quindi il significato delle due frasi è lo stesso.

LA FORMAZIONE DEL PASSIVO

→ Hanno la forma passiva soltanto i verbi transitivi con il complemento oggetto espresso.

→ Il passivo si forma con l'ausiliare essere coniugato nel tempo del corrispondente verbo attivo, seguito dal participio passato del verbo. Il participio passato si accorda nel genere e nel numero con il soggetto.

→ Il soggetto della frase attiva corrispondente, preceduto dalla preposizione da, diventa complemento d'agente se è animato (una persona, un animale) o complemento di causa efficiente se è inanimato.

→ Il complemento oggetto diventa soggetto.

Vediamo qualche esempio:

• presente: lui (soggetto) mangia (verbo attivo) la pizza (complemento oggetto) ⇒ la pizza (soggetto) è mangiata (verbo passivo) da lui (complemento d'agente); 

• passato prossimo: le acque (soggetto) hanno sommerso (verbo attivo) il villaggio (complemento oggetto) ⇒ il villaggio (soggetto) è stato sommerso (verbo passivo) dalle acque (complemento di causa efficiente);

• imperfetto: Maria preparava la cena ⇒ la cena era praparata da Maria;

• passato remoto: il pittore dipinse il quadro ⇒ il quadro fu dipinto dal pittore;

• futuro: Natalia correggerà i compiti ⇒ i compiti saranno corretti da Natalia.

Ora vediamo la coniugazione passiva del verbo amare:

INDICATIVO

- presente: io sono amato; imperfetto: io ero amato; passato remoto: io fui amato; futuro semplice: io sarò amato; passato prossimo: io sono stato amato; trapassato prossimo: io ero stato amato; trapassato remoto: io fui stato amato; futuro anteriore: io sarò stato amato.

CONGIUNTIVO

- presente: che io sia amato; passato: che io sia stato amato; imperfetto: che io fossi amato; trapassato: che io fossi stato amato.

CONDIZIONALE

- presente: io sarei amato; passato: io sarei stato amato.

IMPERATIVO

- presente: sii amato tu.

INFINITO

- presente: essere amato; passato: essere stato amato.

GERUNDIO

- presente: essendo amato; passato: essendo stato amato.

 

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Prof. Anna Ricordiamo che i verbi modali, o verbi servili, hanno la funzione di "servire", aiutare, altri verbi; i verbi modali sono dovere, potere e volere e, come abbiamo detto, servono al verbo all'infinito, che di solito li segue, aggiungendo un'idea di possibilità (potere), volontà (volere), obbligo o necessità (dovere). Come si è detto, la scelta dell'ausiliare nella formazione del passato prossimo di questi verbi è soggetta ad alcune regole: 1- I verbi modali potere, dovere, volere, prendono l'ausiliare del verbo che segue: DOVERE - Marco ha dovuto → usato da solo il verbo dovere vuole l'ausiliare avere; - Marco ha studiatostudiare vuole l'ausiliare avere → Marco ha dovuto studiare; - Marco è andatoandare vuole l'ausiliare essere → Marco è dovuto andare; POTERE - Silvia ha potuto → usato da solo il verbo potere vuole l'ausiliare avere; - Silvia ha mangiato → il verbo mangiare vuole l'ausiliare avere → Silvia ha potuto mangiare; - Silvia è partita → il verbo partire vuole l'ausiliare essere → Silvia è potuta partire; VOLERE - Maria ha voluto → usato da solo il verbo volere vuole l'ausiliare avere; - Maria ha letto → il verbo leggere vuole l'ausiliare avere → Maria ha voluto leggere; - Maria è venuta → il verbo venire vuole l'ausiliare essere → Maria è voluta venire. ATTENZIONE! Nel linguaggio corrente è largamente ammesso con i verbi intransitivi che vorrebbero l'ausiliare "essere" l'uso dell'ausiliare "avere", quindi: "ho dovuto andare", "avremmo potuto partire" non sono del tutto sbagliati. 2- I verbi modali vogliono l'ausiliare avere quando sono seguiti dal verbo essere: DOVERE - sono forte → ho dovuto essere forte; POTERE - non sono presente → non ho potuto essere presente; VOLERE - sono il primo → ho voluto essere il primo. 3- Se l'infinito è accompagnato da un pronome atono (mi, si, ti, ci, vi) si usa l'ausiliare essere se il pronome precede l'infinito: DOVERE - ci siamo svegliati → ci siamo dovuti svegliare; POTERE - mi sono cambiato → mi sono potuto cambiare; VOLERE - si sono vestiti → si sono voluti vestire. 4- Se l'infinito è accompagnato da un pronome atono (mi, si, ti, ci, vi) si usa l'ausiliare avere se il pronome è dopo l'infinito: DOVERE - ci siamo svegliati → abbiamo dovuto svegliarci; POTERE - mi sono cambiato → ho potuto cambiarmi; VOLERE - si sono vestiti → hanno voluto vestirsi. 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