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Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi vedremo insieme alcune espressioni idiomatiche che contengono la parola "mano". Come sappiamo la lingua italiana, come tutte le lingue, è molto ricca di queste espressioni che spesso non sono traducibili letteralmente, ma hanno un valore figurato che a prima vista non è facile da cogliere.

Buona lettura!

Prof. Anna

Più la parola è comune, come appunto "mano", più numerose saranno le espressioni che la contengono.

Vediamone alcune:

mettere la mano sul fuoco: essere assolutamenti certi di qualcosa: vedrai che Luca e Marta si sposeranno presto, ci metto la mano sul fuoco;

avere le mani bucate: avere la tendenza a spendere molti soldi, di solito in spese inutili, come se si avessero appunto le mani piene di buchi e che quindi non riescono a trattenere il denaro: so di avere le mani bucate e per questo quando vado a fare shopping non mi porto mai dietro molti soldi;

chiedere la mano di una donna: chederla in sposa; fare una proposta di matrimonio;

di prima mano: indica qualcosa di nuovo, mai usato da altri; riferito a una notizia: che proviene direttamente dalla fonte: ho delle notizie di prima mano sugli ultimi sviluppi della situazione politica;

di seconda mano: indica qualcosa di non nuovo, usato: Maria ha comprato un'auto di seconda mano che sembra nuova a un prezzo molto conveniente;

mettersi le mani nei capelli: manifestare disperazione, esasperazione, impotenza di fronte a una situazione, come se ci si volesse strappare i capelli per sfogarsi; viene usata anche in modo ironico o scherzoso: quando sono entrata in casa e ho visto la confusione che avevano lasciato, mi sono messa le mani nei capelli!

mangiarsi le mani; mordersi le mani: provare rabbia per aver perso un'occasione buona, o per un comportamento sbagliato: mi mangio ancora le mani per non essere andata a quel colloquio di lavoro!

avere le mani legate: non potere agire liberamente, non avere la possibilità di intervenire in una situazione: vorrei aiutarti a ottenere questo incarico, ma purtroppo ho le mani legate;

alla mano: pronto da esibire, da estrarre, usato di solito per soldi o documenti (soldi alla mano; documenti alla mano); riferito a una persona indica una persona cordiale, semplice, con cui è facile relazionarsi;

a portata di mano: indica qulcosa di facilmente raggiungibile, tanto vicino che basterebbe allungare una mano; può essere riferito a cose, persone e situazioni: se date il meglio nella gara di oggi, la vittoria è a portata di mano!

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Il prossimo esercizio è sull'accento, alcune parole sono scritte nello stesso modo, ma con accenti diversi, in questi casi è necessario conoscere la posizione dell'accento, per poterle distinguere.

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Oggi ripassiamo gli argomenti trattati di recente sul blog con qualche esercizio. Il primo è sull'abuso del verbo "fare", nelle frasi troverete tra parentesi l'espressione con il verbo "fare", voi dovrete sostituurlo con un verbo più appropriato rispettando il modo e il tempo verbale. Buon test! Prof. Anna [post_title] => Test 26 - l'abuso del verbo "fare" (2ª parte) [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => test-26-labuso-del-verbo-fare-seconda-parte [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:17 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:17 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=5952 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 18 [filter] => raw ) [4] => WP_Post Object ( [ID] => 5894 [post_author] => 3 [post_date] => 2013-12-12 13:45:26 [post_date_gmt] => 2013-12-12 11:45:26 [post_content] => Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi continuiamo il nostro studio sull'accento in italiano, vedremo in particolare quando si usa l'accento grafico, ovvero in quali caso l'accento è segnalato graficamente. Buona lettura! Prof. Anna Nell'ortografia italiana si usano due tipi di accento: l'accento grave (`), che si mette sulla e e sulle o aperte e sulle altre vocali accentate: cioè; portò; città; partì; l'accento acuto (´), che si mette sulla e e sulla o chiuse: perché, póllo, fégato. Nell'ortografia italiana l'accento grafico è obbligatorio solo quando cade sulla vocale finale di una parola, nei seguenti casi: sulle parole tronche di due o più sillabe: città; caffè; partecipò; non vogliono l'accento le parole tronche che terminano con consonante (andar, veder, ecc.); nei monosillabi che contengono due vocali: ciò, già, può, più (fanno eccezione qui e qua); in alcuni monosillabi che, scritti senza accento, si confonderebbero con altre parole, vediamoli insieme: -  dà (verbo dare)   - da (preposizione) - dì (giorno)  - di (preposizione) - è (verbo essere)   - e (congiunzione) - là (avverbio)   - la (articolo) - lì (avverbio)  - li (pronome) - né (congiunzione)  - ne (pronome) - sé (pronome tonico)  - se (pronome atono o congiunzione) - sì (avverbio)  - si (pronome) - tè (nome della bevanda)  - te (pronome) Su tutti gli altri monosillabi l'accento non va messo; attenzione in particolare alle voci verbali: fa; fu; so; sa; sto; sta; va e all'avverbio no. ATTENZIONE! I composti che hanno come secondo elemento un monosillabo che termina in vocale si scrivono con l'accento anche se il monosillabo da solo non ha l'accento: re → viceré; sci → portascì; tre → ventitré; gru → autogrù. Quando cade all'interno di parola, l'accento di solito non viene segnalato. Si può indicare per distinguere parole omografe (scritte nello stesso modo), ma non è obbligatorio, tuttavia è meglio segnalarlo se nel testo ci sono possibilità di confusione. Vediamo alcuni esempi di parole omografe con accento diverso: - àncora (della nave)  - ancòra (avverbio) - benèfici (aggettivo)  - benefìci (nome) - desìderi (da desiderare)  - desidèri (nome) - lèggere (verbo)  - leggère (aggettivo) - malèfici (aggettivo)  - malefìci (nome) - pàgano (da pagare)  - pagàno (aggettivo) - prìncipi (plurale di principe)  - princìpi (plurale di principio) - rùbino (da rubare)  - rubìno (pietra preziosa) - sèguito (nome)  - seguìto (participio passato di seguire) - sùbito (avverbio)  - subìto (participio passato di subire) - tèndine (estremità di un muscolo)  - tendìne (piccole tende) - vìola (da violare)  - viòla (colore) [post_title] => L'accento in italiano (seconda parte) [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => laccento-in-italiano-seconda-parte [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:17 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:17 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=5894 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 21 [filter] => raw ) [5] => WP_Post Object ( [ID] => 5876 [post_author] => 3 [post_date] => 2013-12-05 12:52:28 [post_date_gmt] => 2013-12-05 10:52:28 [post_content] => Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi concludiamo il nostro studio sulla formazione del plurale dei nomi composti. Nel precedente articolo abbiamo visto come si forma il plurale dei nomi composti formati da un nome+un nome; un nome+un aggettivo e un aggettivo+un nome; se non ricordate bene vi consiglio di ripassare prima di affrontare la lettura del seguente articolo. Buona lettura! Prof. Anna Sappiamo già che i nomi composti formano il plurale a seconda degli elementi da cui sono formati. Nomi composti da aggettivo+aggettivo: → i nomi formati da due aggettivi nel plurale cambiano solo la desinenza del secondo elemento: il pianoforte - i pianoforti; il chiaroscuro - i chiaroscuri. Nomi che derivano dall'unione di verbo+nome: → i nomi composti formati da un verbo e da un nome, se il nome è plurale, rimangono invariati: il cavatappi - i cavatappi; il portaombrelli - i portaombrelli; il tagliacarte - i tagliacarte; il guastafeste - i guastafeste; → anche se il nome è femminile singolare, rimangono invariati: l'aspirapolvere - gli aspirapolvere; il portacenere - i portacenere; il portabandiera - i portabandiera; → se il nome è maschile singolare, nel plurale cambia solo la desinenza del nome: il passaporto - i passaporti; il parafango - i parafanghi; il battibecco - i battibecchi; il parafulmine - i parafulmini; → si comportano allo stesso modo anche i nomi composti formati da un verbo+ la parola mano: l'asciugamano - gli asciugamani; il baciamano - i baciamani; il corrimano - i corrimani; → fanno eccezione i seguenti nomi che nel plurale rimangono invariati: il parasole - i parasole; lo spartitraffico - gli spartitraffico; il portasapone - i portasapone; il perdigiorno - i perdigiorno. Nomi che derivano dall'unione di verbo+verbo o verbo+avverbio: → questi nomi rimangono invariati: il dormiveglia - i dormiveglia; il buttafuori - i buttafuori; il lasciapassare - i lasciapassare; il saliscendi - i saliscendi. Nomi che derivano dall'unione di preposizione (o avverbio)+nome: → questi nomi possono cambiare la desinenza del secondo elemento: il soprannome - i soprannomi;  → o rimanere invariati: il doposcuola - i doposcuola; il sottoscala - i sottoscala; il fuoricorso - i fuoricorso; il retroterra - i retroterra; il dopopranzo - i dopopranzo. Nomi che derivano dall'unione di nome (o verbo) +preposizione+nome: → i nomi che sono il risultato della composizione di più parole unite da una preposizione in alcuni casi modificano la desinenza del primo nome: il ficodindia (o fico d'India) - i fichidindia (o fichi d'India); → in altri casi modificano la desinenza del secondo: la messainscena - le messinscene. ATTENZIONE! Un caso particolare è costituito dal composto il pomodoro, che può avere tre plurali: i pomodori, i pomidori (dialettali) o pomidori. [post_title] => La formazione del plurale 4- il plurale dei nomi composti (seconda parte) [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => la-formazione-del-plurale-4-il-plurale-dei-nomi-composti-seconda-parte [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:18 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:18 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=5876 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 37 [filter] => raw ) [6] => WP_Post Object ( [ID] => 5846 [post_author] => 3 [post_date] => 2013-11-28 14:02:55 [post_date_gmt] => 2013-11-28 12:02:55 [post_content] =>

Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, nell'articolo precedente dedicato a questo argomento abbiamo visto che spesso il verbo "fare" viene usato al posto di verbi più specifici; oggi vedremo altre espressioni in cui si usa questo verbo generico al posto di altri verbi più appropriati. Cerchiamo quindi di rendere il nostro vocabolario più ricco e più vario evitando, appunto, di abusare del verbo "fare".

Buona lettura!
Prof. Anna

Vediamo insieme le espressioni formate dal verbo "fare" seguite dalla frase con il verbo più adatto.

Ricordate che, se non conoscete il significato di una parola, potete usare il dizionario on-line: cliccando due volte sulla parola si aprirà una piccola finestra, cliccando una volta su questa finestra vi apparirà il significato della parola.

• Durante il nostro viaggio di nozze, Luca mi ha fatto delle bellissime fotografie ⇒ durante il nostro viaggio di nozze, Luca mi ha scattato delle bellissime fotografie (scattare fotografie).

• Aiutando quel ragazzo, hai fatto una buona azione ⇒ aiutando quel ragazzo, hai compiuto una buona azione (compiere una buona azione).

Faccio la stessa strada ogni mattina per andare al lavoro ⇒ percorro la stessa strada ogni mattina per andare al lavoro (percorrere una strada).

• Devo andare in posta per fare una raccomandata ⇒ devo andare in posta per spedire una raccomandata (spedire-inviare una raccomandata).

• Se ritieni che quella multa sia ingiusta, puoi fare ricorso alle autorità ⇒ se ritieni che quella multa sia ingiusta, puoi presentare ricorso alle autorità (presentare ricorso).

• In questo periodo Marco mi sembra un po' trasandato, non si fa la barba da giorni ⇒ in questo periodo Marco mi sembra un po' trasandato, non si rade da giorni (radersi).

• Per domani dobbiamo fare una ricerca su Leonardo da Vinci ⇒ per domani dobbiamo svolgere una ricerca su Leonardo da Vinci (svolgere una ricerca - svolgere un tema).

• Entrambe le squadre hanno fatto un'ottima partita ⇒ entrambe le squadre hanno disputato un'ottima partita (disputare una partita - disputare una gara).

• Per iscriverti a questo corso, devi prima fare un questionario ⇒ per iscriverti a questo corso, devi prima compilare un questionario (compilare un questionario).

• Natalia e Alex non hanno ancora deciso dove fare il loro matrimonio ⇒ Natalia e Alex non hanno ancora deciso dove celebrare il loro matrimonio (celebrare un matrimonio).

• Quel cane abbandonato sotto la pioggia mi fa pietà ⇒ quel cane abbandonato sotto la pioggia mi suscita pietà (suscitare pietà).

[post_title] => Ripassiamo l'abuso del verbo "fare" (seconda parte) [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => ripassiamo-labuso-del-verbo-fare-seconda-parte [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:18 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:18 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=5846 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 14 [filter] => raw ) [7] => WP_Post Object ( [ID] => 5819 [post_author] => 3 [post_date] => 2013-11-21 10:52:43 [post_date_gmt] => 2013-11-21 08:52:43 [post_content] => Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi continuiamo il nostro giro per l'Italia e ci fermiamo a Milano, vediamo insieme cosa questa città ha da offrire. Come al solito, vi ricordo che se ci sono parole che non conoscete, potete consultare il dizionario on-line: basta cliccare due volte sulla parola e si aprirà una piccola finestra, cliccando una volta su questa finestra apparirà il significato.   Buona lettura! Prof. Anna   Milano è una città antica, fondata, secondo la leggenda, nel 623 avanti Cristo, cioè più di duemila e seicento anni fa. Da molto tempo è il maggior centro commerciale, industriale e finanziario d'Italia. Milano è una città grande, la seconda in Italia dopo Roma. Ci sono università, uffici, aziende e banche. Chi si vuole divertire può trovare bar, discoteche, cinema, musei, gallerie d'arte e teatri. Il Teatro della Scala è tra i più importanti al mondo per l'opera lirica e per la musica classica. Milano, insieme a Parigi, è la capitale mondiale della moda. Durante le sfilate di Milano, i grandi stilisti presentano i loro nuovi modelli. Nel centro di Milano c'è il "triangolo della moda", è la zona con i negozi di abbigliamento più raffinati (e più costosi!). Milano è conosciuta anche per il design, cioè l'ideazione, la progettazione e la realizzazione di prodotti che siano belli, originali e anche utili: mobili, vasi, luci, accessori per la casa, cellulari e così via. Appuntamenti fissi per gli appassionati di design sono il Salone del mobile, il Salone dei complementi d'arredo, allestiti alla Fieramilano, e la settimana del design. In Italia ci sono altre città d'arte molto più famose, ma che Milano ha delle attrattive artistiche . Nella chiesa di Santa Maria delle Grazie si trova l'Ultima cena di Leonardo da Vinci, mentre altre opere famose sono visibili nella pinacoteca di Brera. Ma chi abita a Milano ha anche dei problemi: l'inquinamento, i prezzi alti delle case, la criminalità. Come in altre grandi città europee, il ritmo della vita a Milano è così frenetico che a volte diventa difficile riposarsi o comunicare con gli altri. MILANO DA VISITARE Il Castello Sforzesco si trova davanti a Parco Sempione, il giardino più ampio del centro di Milano. Attorno al 1360, Milano era la capitale di un ducato, cioè un piccolo stato indipendente. I duchi della città, i Visconti, fecero costruire questa fortezza a pianta quadrata. Alla famiglia Visconti succedette la famiglia Sforza che diede il nome al Castello. Durante il loro governo il Castello conobbe il periodo di massimo splendore e diventò residenza signorile. Nei secoli il castello ha conosciuto diversi restauri. Oggi ospita importanti musei ed esposizioni d'arte. Il simbolo di Milano è la cattedrale che si trova proprio al centro della città: il Duomo. È una grande costruzione in pietra bianca, che unisce i due stili architettonici dell'Europa medievale: il romanico e il gotico. L'opera di costruzione del Duomo, che prende il nome di "Fabbrica del Duomo", è cominciata nel 1386 ed è andata avanti per secoli. Quindi per i milanesi, abituati invece a concludere le proprie opere in fretta, la "Fabbrica del Duomo" è anche un modo per indicare qualcosa che non finisce mai. Sulla guglia più alta del Duomo, si trova una statua dorata della Madonna, la celebre Madonnina. Quando si sale sulle guglie più alte del Duomo, i visitatori hanno una bella  visuale della città. Però questo spesso è impossibile perché vi sono continue opere di manutenzione; infatti la pietra bianca della cattedrale si sporca per l'inquinamento dell'aria e prende un colore grigio sporco. MILANO DA MANGIARE Come ogni cucina regionale, anche la cucina milanese è caratterizzata da elementi tipici del territorio, come la risicoltura (coltivazione del riso) e l'allevamento di bovini e suini. Tra i piatti più noti ci sono i risotti e in particolare il risotto giallo allo zafferano, la cotoletta alla milanese, cioè una fetta di carne di vitello con l'osso fritta nel burro e il panettone, che è un tipico dolce milanese, diffuso in tutta Italia come dolce natalizio. Testo tratto da: Anna Ferrari e Cinzia Medaglia, Il bel paese. Corso di civiltà italiana, Zanichelli, Bologna, 2011. Ora prova a rispondere alle domande: 1- Milano è la città più grande d'Italia? 2- Qual è il teatro più importante di Milano? 3- Di che cosa Milano è una delle capitali mondiali? 4- Che cos'è il "triangolo della moda"? 5- Che cos'è il design? 6- Chi ha dipinto l'Ultima cena? 7- Come si chiama la pinacoteca più importante di Milano? 8- Quali problemi può comportare vivere in una città come Milano? 9- Perché si chiama Castello Sforzesco? 10- Qual è il monumento simbolo di Milano? 11- Cosa c'è sulla guglia più alta del Duomo? 12- Perché uno dei piatti tipici di Milano è il risotto? 13- Se dovessi scegliere di assaggiare uno dei piatti tipici milanesi quale sceglieresti e perché?   [post_title] => Milano, una metropoli dell'Italia del nord [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => milano-una-metropoli-dellitalia-del-nord [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:18 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:18 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=5819 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 13 [filter] => raw ) [8] => WP_Post Object ( [ID] => 5804 [post_author] => 3 [post_date] => 2013-11-14 17:01:40 [post_date_gmt] => 2013-11-14 15:01:40 [post_content] => L'ultimo esercizio è sull'uso dei pronomi personali io, tu, me, te. Mettetevi alla prova! Prof. Anna [post_title] => Test 25 - uso di "io" e "tu", "me" e "te" [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => test-25-uso-di-io-e-tu-me-e-te [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:18 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:18 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=5804 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 18 [filter] => raw ) [9] => WP_Post Object ( [ID] => 5794 [post_author] => 3 [post_date] => 2013-11-14 17:01:23 [post_date_gmt] => 2013-11-14 15:01:23 [post_content] =>

Il prossimo esercizio è sulla posizione dell'accento, non graficamente segnalato, sulle parole italiane. Pronunciare correttamente una parola è molto importante, quindi vi consiglio di ripassare le regole dell'accento prima di affrontare il test e, mentre lo fate, pronunciate ad alta voce le parole.

Buon test!

Prof. Anna

[post_title] => Test 25 - L'accento in italiano (prima parte) [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => test-25-laccento-in-italiano [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:18 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:18 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=5794 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 13 [filter] => raw ) ) [post_count] => 10 [current_post] => -1 [in_the_loop] => [post] => WP_Post Object ( [ID] => 5991 [post_author] => 3 [post_date] => 2014-01-09 12:16:04 [post_date_gmt] => 2014-01-09 10:16:04 [post_content] =>

Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi vedremo insieme alcune espressioni idiomatiche che contengono la parola "mano". Come sappiamo la lingua italiana, come tutte le lingue, è molto ricca di queste espressioni che spesso non sono traducibili letteralmente, ma hanno un valore figurato che a prima vista non è facile da cogliere.

Buona lettura!

Prof. Anna

Più la parola è comune, come appunto "mano", più numerose saranno le espressioni che la contengono.

Vediamone alcune:

mettere la mano sul fuoco: essere assolutamenti certi di qualcosa: vedrai che Luca e Marta si sposeranno presto, ci metto la mano sul fuoco;

avere le mani bucate: avere la tendenza a spendere molti soldi, di solito in spese inutili, come se si avessero appunto le mani piene di buchi e che quindi non riescono a trattenere il denaro: so di avere le mani bucate e per questo quando vado a fare shopping non mi porto mai dietro molti soldi;

chiedere la mano di una donna: chederla in sposa; fare una proposta di matrimonio;

di prima mano: indica qualcosa di nuovo, mai usato da altri; riferito a una notizia: che proviene direttamente dalla fonte: ho delle notizie di prima mano sugli ultimi sviluppi della situazione politica;

di seconda mano: indica qualcosa di non nuovo, usato: Maria ha comprato un'auto di seconda mano che sembra nuova a un prezzo molto conveniente;

mettersi le mani nei capelli: manifestare disperazione, esasperazione, impotenza di fronte a una situazione, come se ci si volesse strappare i capelli per sfogarsi; viene usata anche in modo ironico o scherzoso: quando sono entrata in casa e ho visto la confusione che avevano lasciato, mi sono messa le mani nei capelli!

mangiarsi le mani; mordersi le mani: provare rabbia per aver perso un'occasione buona, o per un comportamento sbagliato: mi mangio ancora le mani per non essere andata a quel colloquio di lavoro!

avere le mani legate: non potere agire liberamente, non avere la possibilità di intervenire in una situazione: vorrei aiutarti a ottenere questo incarico, ma purtroppo ho le mani legate;

alla mano: pronto da esibire, da estrarre, usato di solito per soldi o documenti (soldi alla mano; documenti alla mano); riferito a una persona indica una persona cordiale, semplice, con cui è facile relazionarsi;

a portata di mano: indica qulcosa di facilmente raggiungibile, tanto vicino che basterebbe allungare una mano; può essere riferito a cose, persone e situazioni: se date il meglio nella gara di oggi, la vittoria è a portata di mano!

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