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[post_content] => Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, ripassiamo insieme i complementi diretti, cioè il complemento oggetto e i complementi predicativi del soggetto e dell'oggetto. Se non ricordate bene questo argomento leggete questo articolo prima di fare l'esercizio: www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/
Buon test!
Prof. Anna
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[post_content] => Caro lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi riprendiamo il nostro giro per l'Italia, andremo precisamente in Italia centrale e in particolare nelle regione del Lazio.
Vedremo intanto quali regioni comprende questa parte d'Italia e le caratteristiche del Lazio.
Buona lettura!
Prof. Anna
L'ITALIA CENTRALE
Il centro Italia o Italia centrale è quella parte del territorio nazionale che comprende le seguenti regioni:
Regione
|
Capoluogo di regione |
Regione |
Capoluogo di regione |
Toscana |
Firenze |
Marche |
Ancona |
Umbria |
Perugia |
Lazio |
Roma |
A volte è considerata del centro anche la regione Abruzzo.
L'Italia centrale è attraversata dagli Appennini centrali; gli Appennini sono un sistema montuoso lungo circa 1500 Km che attraversa tutta la penisola italiana da nord a sud.
L'Italia centrale è bagnata a est dal mare Adriatico e a ovest dal mar Tirreno. I principali fiumi di questo territorio sono l'Arno (che passa per Firenze) e il Tevere (che passa per Roma); i laghi più importanti sono il lago Trasimeno, il quarto in Italia per estensione, e il lago di Bolsena, considerato il più grande lago di origine vulcanica d'Europa. Il lago Trasimeno si trova in Umbria, mentre il lago di Bolsena si trova nella provincia di Viterbo, nel Lazio.
IL LAZIO E ROMA
La maggior parte della popolazione del Lazio è concentrata a Roma, il capoluogo di regione e la capitale d'Italia.
Roma ha attirato persone da altre province e dal sud Italia, grazie a un'offerta di lavoro maggiore rispetto alle altre zone.
Gli altri capoluoghi del Lazio sono: Latina, Viterbo, Frosinone e Rieti.
Nella regione ci sono bellissimi parchi naturali come quello del Circeo. Il turismo è molto sviluppato.
Roma negli ultimi cinquant'anni è cresciuta espandendosi in modo a volte disordinato; oggi ci vivono più di due milioni di persone, per questa ragione la città ha molti problemi di traffico e di inquinamento.
La viabilità, ovvero la circolazione dei mezzi privati e pubblici, è molto difficile anche perché l'eccezionale patrimonio artistico e storico della città rende difficile costruire nuove linee metropolitane.
Poiché Roma è la capitale d'Italia, è anche il centro della vita politica del Paese: c'è il Parlamento, la sede del governo e dei ministeri, ci risiede il Presidente della Repubblica e si trovano le principali ambasciate estere.
Dentro la città di Roma esiste poi uno stato autonomo, la Città del Vaticano, dove vive il papa, il capo e sommo sacerdote della Chiesa cattolica.
A Roma si trovano importanti università, come la Sapienza, le sedi di molti quotidiani nazionali, della RAI, ossia la televisione pubblica nazionale, ma anche vie per fare acquisti e tipiche trattorie romane dove mangiare.
La città è molto viva anche di notte e piacevole da visitare anche a piedi.
Testo tratto da: Anna Ferrari e Cinzia Medaglia, Il bel paese. Corso di civiltà italiana, Zanichelli, Bologna, 2011.
LESSICO
• provincia ⇒ la provincia è un ente territoriale il cui territorio è per estensione inferiore a quello della regione della quale a sua volta fa parte, la provincia comprende più comuni. Le province italiane sono 110.
• patrimonio artistico ⇒ è l'insieme di risorse artistiche che sono proprie di un Paese;
• ministero ⇒ complesso organizzato di uffici, diretto da un ministro, che presiede a un settore della pubblica amministrazione (ministero della Giustizia, Ministero Bilancio ecc.);
• ambasciata ⇒ ufficio o sede dell'ambasciatore;
• quotidiano ⇒ giornale quotidiano, che cioè esce tutti i giorni.
Prova a rispondere alle seguenti domande
1- Quante regioni comprende il centro Italia?
2- Cosa sono gli Appennini?
3- Perché gran parte della popolazione del Lazio è concentrata a Roma?
4- Quali sono le altre province del Lazio?
5- Perché è difficile rimediare ai problemi di traffico di Roma?
6- Quali importanti organi politici si trovano a Roma?
7- Che cos'è il Vaticano? Chi vi risiede?
8- Nel campo dell'informazione che cosa si trova a Roma?
9- Che cos'è la Sapienza?
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Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi vedremo alcune espressioni idiomatiche con la parola "testa"; essendo una parola molto comune ci sono parecchie espressioni che la contengono, ve ne presenterò alcune insieme al loro significato.
Buona lettura!
Prof. Anna
Qui di seguito alcune espressioni idiomatiche che contengono la parola "testa" e il loro significato:
• dalla testa ai piedi: completamente, in tutto il corpo: "è tornato a casa bagnato dalla testa ai piedi";
• non sapere dove sbattere la testa: non sapere a chi rivolgersi per essere aiutati o quale soluzione adottare per uscire da una situazione difficile: "quando mio figlio aveva problemi a scuola, non sapevo più dove sbattere la testa";
• andare-camminare a testa alta: non aver nulla di cui vergognarsi, non essere macchiati di alcun reato: "Marco è una persona onesta, può camminare a testa alta";
• averne fin sopra la testa: averne abbastanza, aver raggiunto il limite della pazienza o della sopportazione, essere stufi di una persona o di una situazione: "ne ho fin sopra la testa di lui e dei suoi problemi";
• fare una testa così: si usa in registri familiari e informali, significa insistere a oltranza su un determinato argomento, oppure frastornare di chiacchiere qualcuno;
• lavata di testa: rimprovero, sgridata, di solito da parte di un superiore: "ieri il mio capo mi ha fatto una lavata di testa";
• fare di testa propria: agire scegliendo liberamente, secondo le proprie idee: "mia figlia non mi ascolta mai, vuole fare sempre di testa sua";
• montarsi la testa: esaltarsi, illudersi di poter raggiungere uno scopo al di sopra delle proprie possibilità "da quando Marta ha ottenuto quel lavoro si è montata un po'la testa";
• mettere la testa a posto: cominciare a comportarsi in maniera seria, responsabile e matura: "mio fratello ormai è grande, ma non ha ancora messo la testa a posto";
• testa calda: persona che si accende facilmente, che si lascia trascinare dalle emozioni e agisce impulsivamente; anche persona che tende ad essere violenta: "Luca è proprio una testa calda, si arrabbia con tutti quelli che non sono d'accordo con lui."
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Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi continuiamo il nostro studio dei complementi indiretti con il complemento d'agente e di causa efficiente e il complemento di causa.
Ricordiamo che i complementi indiretti sono chiamati così perché si legano al verbo tramite una preposizione (quindi non direttamente-indirettamente), conoscerli quindi è molto utile per sapere quando usare una preposizione piuttosto che un'altra.
Buona lettura!
Prof. Anna
COMPLEMENTI D'AGENTE E DI CAUSA EFFICIENTE
I complementi d'agente e di causa efficiente sono introdotti dalla preposizione DA.
Il complemento d'agente
Il complemento d'agente è introdotto dalla preposizione DA e indica l'essere animato da cui è compiuta l'azione espressa da un verbo passivo:
• Luca è stato aiutato dagli amici;
• Quel libro è stato comprato da Maria.
Il complemento d'agente equivale al soggetto animato delle corrispondenti frasi attive:
• Gli amici hanno aiutato Luca;
• Maria ha comprato quel libro.
In contesti formali, il complemento d'agente può essere introdotto dalle locuzioni preposizionali: da parte di, a opera di:
• È stata aperta un'inchiesta da parte della magistratura.
Il complemento di causa efficiente
Il complemento di causa efficiente è introdotto dalla preposizione DA e indica l'essere inanimato da cui è compiuta l'azione espressa da un verbo passivo:
• Il villaggio è stato sommerso dalle acque;
• Il vetro è stato rotto da una pietra.
Anche il complemento d'agente equivale al soggetto inanimato espresso dalla corrispondente frase attiva:
• Le acque hanno sommerso il villaggio;
• Una pietra ha rotto il vetro.
IL COMPLEMENTO DI CAUSA
Il complemento di causa indica il motivo per cui si compie l'azione espressa dal verbo.
Può essere introdotto da diverse preposizioni, vediamo quali:
→ dalla preposizione DA: urlare dal dolore (=urlare a causa del dolore);
→ dalla preposizione PER: piangere per la gioia (=piangere a causa della gioia);
→ dalla preposizione DI: morire di noia (=morire a causa della noia);
→ dalla preposizione CON: è difficile lavorare con questo caldo (=a causa di questo caldo).
Può anche essere introdotto dalle locuzioni preposizionali:
→ a causa di; per motivo di; in conseguenza di: la partita è stata rinviata a causa del maltempo.
Il complemento di causa, oltre che da un verbo, può dipendere:
→ da un nome: un avvelenamento da funghi;
→ da un aggettivo: sono contento per il tuo successo.
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Nel prossimo esercizio bisogna scegliere tra mattino o mattina e tavolo o tavola, ripassa questo argomento leggendo questo articolo: www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/
Buon test!
Prof. Anna
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Il prossimo esercizio è sulle espressioni latine che vengono usate in taliano, ripassale leggendo questo articolo: www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/
Buon test!
Prof. Anna
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Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi ripassiamo alcuni argomenti che di recente sono stati trattati.
Il seguente esercizio è suicomplementi indiretti, in particolare il complemento di termine e il complemento di specificazione, vi consiglio di ripassare questo argomento prima di affrontare il test: www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/
Buon test!
Prof. Anna
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Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi prenderemo in esame alcune parole dall'aspetto molto simile, ma di genere diverso; vedremo quali sono i loro significati e in che contesti vengono usate.
Buona lettura!
Prof. Anna
MATTINA O MATTINO?
Come possiamo vedere dalla loro desinenza, "mattina" e "mattino" sono due parole di genere diverso (a prima è femminile, le seconda è maschile), entrambe derivano dall'aggettivo latino matutinus, ma "mattina" viene da (hora) matutina(m) - per questo è femminile - mentre "mattino" viene da (tempus) matutinu(m) - per questo è maschile-.
Entrambe queste parole hanno lo stesso significato, indicano cioè la parte della giornata che va dall'alba a mezzogiorno, ma il femminile "mattina", nella lingua parlata, è più diffuso.
In molti casi le due parole sono intercambiambili, si possono quindi usare indistintamente:
- alle otto del mattino; alle otto della mattina;
- una mattina serena; un mattino sereno.
Alcune espressioni invece necessitano dell'uso specifico o dell'una o dell'altra parola.
Vediamone insieme alcune e il loro significato.
Si usa sempre mattino in espressioni come:
• di buon mattino = la mattina presto;
• sul far del mattino = all'alba;
• il buongiorno si vede dal mattino = fin dall'inizio (cioè il mattino) è possibile intuire come si evolverà una sitiazione;
• il mattino ha l'oro in bocca = nelle ore mattutine si lavora meglio e si produce di più perché si è più riposati;
• durare lo spazio di un mattino = durare pochissimo, quanto le poche ore di una mattinata.
Si usa sempre mattina in espressioni come:
• ieri mattina; lunedì mattina, ecc;
• tutte le mattine;
• di prima mattina = di mattina presto;
• dalla sera alla mattina = una cosa successa improvvisamente, in un breve tempo: "cambiare idea dalla sera alla mattina".
TAVOLO O TAVOLA?
Anche queste sono due parole di genere diverso, con un significato simile, ma che vengono usate in contesti diversi; entrambe derivano dal latino tabulam, che significa "asse di legno".
Il maschile "tavolo" è la forma più comune per il significato generico di "mobile"; spesso la parola "tavolo" è seguita dall'uso specifico che se ne può fare:
• tavolo da gioco; tavolo da lavoro; tavolo da disegno.
La parola "tavolo" si usa anche per indicare un luogo o un'occasione di confronto; di solito questa espressione viene usata nel linguaggio giornalistico per indicare un incontro tra rappresentanti di organismi istituzionali o sindacali con lo scopo di cercare un accordo: "sindacati e imprenditori al tavolo delle trattative".
Il femminile "tavola" invece può indicare un'asse di legno o di un altro materiale, di forma solitamente rettangolare, che può avere usi differenti; ma si riferisce per lo più al mobile attorno al quale ci si siede per consumare i pasti.
Useremo quindi il femminile tavola in espressioni come:
• è pronto in tavola = è pronto da mangiare, è già sulla tavola;
• essere a tavola = stare consumando il pranzo o la cena seduti a tavola;
• tavola fredda = locale che serve solo piatti freddi;
• tavola calda = locale con servizio di ristorante, serve cioè piatti caldi;
• avere il gusto della buona tavola = saper gustare, amare il buon cibo.
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Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, continuiamo oggi il nostro giro per l'Italia e ci spostiamo verso il mare, in particolare andiamo a Genova, in Liguria, nel Nord-Ovest della penisola.
Come sempre, vi ricordo che se ci sono parole che non conoscete, potete consultare il dizionario on-line: basta cliccare due volte sulla parola e si aprirà una piccola finestra, cliccando una volta su questa finestra apparirà il significato della parola.
Buona lettura!
Prof. Anna
Genova è il capoluogo della regione Liguria, è il sesto comune italiano per popolazione, terzo del Nord Italia.
Genova si affaccia sul mar Ligure e la sua storia storia è legata alla marineria e al commercio: il suo porto è uno dei più importanti d'Italia e del Mediterraneo e una delle principali risorse economiche della città; negli ultimi anni Genova ha conosciuto un'importante rinascita urbanistica e culturale, iniziata con le celebrazioni dei cinquecento anni dalla scoperta dell'America (in questa città infatti è nato Cristoforo Colombo) e culminata nel 2004 con le manifestazioni per Genova capitale europea.
UN PO' DI STORIA
Genova ha origine antiche, il borgo già esisteva nel VI secolo a.C. ed era già impegnato in traffici marittimi.
Genova e i suoi abitanti furono al tempo stesso signori del mare, abili mercanti e valorosi guerrieri; la sua vera potenza comincia con la creazione della Repubblica di Genova che governò la Liguria e altri possedimenti per circa otto secoli.
L'appellativo di "superba" le deriva dal poeta Francesco Petrarca, che così la descrive durante un viaggio nella città.
GENOVA DA VISITARE
Il centro storico di Genova è uno dei meglio conservati e più grandi d'Europa.
La sua struttura è molto suggestiva e particolare: un labirinto di piazzette e vicoli strettissimi di origine medievale che vengono chiamati "caruggi".
Genova affascina per per la bellezza dei suoi monumenti storici e moderni, per il variegato paesaggio: i vicoli del centro storico, i grandi viali alberati, l'aspetto della metropoli portuale, il mare e le montagne.
Uno dei simboli della città è la Lanterna, l'antico faro alto più di 100 metri che di notte indica alle navi la via del porto.
Resti delle antiche mura della città sono visibili nei pressi della Cattedrale di San Lorenzo, che è luogo di culto per eccellenza dei genovesi e il più importante monumento medievale della città.
Non si può visitare Genova senza fare un giro nel porto antico, completamente restaurato. Il porto ospita oggi l'Acquario di Genova, il più grande acquario italiano e il secondo in Europa, è stato inaugurato nel 1992 in occasione delle celebrazioni per i cinquecento anni dalla scoperta dell'America da parte del genovese Cristoforo Colombo.
GENOVA DA MANGIARE
Genova è la patria del famoso pesto alla genovese. Il pesto è un condimento originario della Liguria, il suo ingrediente principale è il basilico, oltre a questo vengono pestati (per questo il nome -pesto-) a crudo pinoli e aglio, il tutto condito con parmigiano e olio extravergine d'oliva.
Questi ingredienti vengono schiacciati col pestello in un mortaio di marmo, come vuole la tradizione.
Ora prova a rispondere alle domande.
1- In quale regione si trova Genova?
2- Qual è la principale risorsa economica della città?
3- Chi è il responsabile dell'appellativo "La Superba"?
4- Che cosa sono i carrugi?
5- Che cos'è la Lanterna?
6- Che cosa si può visitare nel porto antico?
7- In quale occasione è stato inaugurato l'Aquario di Genova?
8- Quale importante personaggio legato al mare è nato a Genova?
9- Qual è il famoso condimento legato alla tradizione culinaria genovese?
10- Qual è il principale ingrediente di questo condimento? Lo hai mai assaggiato?
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Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi vedremo alcune espressioni in lingua latina che vengono usate in italiano; non è raro infatti sentire queste espressioni all'interno di conversazioni, scopriamone insieme il significato e in quali contesti è opportuno utilizzarle.
Buona lettura!
Prof. Anna
• Dulcis in fundo: letteralmente significa "il dolce (viene) in fondo", è utilizzata nel linguaggio comune in due sensi: per indicare che un evento si conclude felicemente: "dopo essersi impegnata duramente, Laura si è laureata a pieni voti e dulcis in fundo le hanno offerto subito un lavoro", oppure in maniera ironica indica qualcosa che non si è concluso felicemente: "abbiamo fatto tutta la strada a piedi, eravamo stanchi morti e, dulcis in fundo, ha comiciato a piovere a dirotto".
• Lupus in fabula: letteralmente "il lupo nel discorso", questa espressione si usa quando arriva una persona di cui si stava parlando o a cui si stava alludendo: "Lupus in fabula! Prima che tu arrivassi stavamo proprio parlando di te".
• Non plus ultra: nella lingua comune questa espressione è usata per indicare, a volte ironicamente, il limite estremo che si può raggiungere: "quel ragazzo è il non plus ultra della gentilezza, è cortese con tutti".
• Qui pro quo: significa equivoco, malinteso, fraintendimento, l'aver preso una cosa per un'altra: "dovevamo incontrarci oggi, ma c'è stato un qui pro quo sul luogo dell'appuntamento e non siamo riusciti a vederci".
• Aut aut: significa "o...o", questa espressione è usata per indicare una scelta tra due elementi - porre, imporre un aut aut = imporre una scelta-.
• Conditio sine qua non: significa "condizione senza la quale non -è possibile che una cosa si verifichi-", indica condizione necessaria affinché qualcosa si verifichi: "la laurea è una conditio sine qua non per poter insegnare in questa scuola".
• Hic et nunc: significa "qui e ora", indica qualcosa che viene fatto subito e in modo concreto: "quel ragazzo ha deciso hic et nunc di lasciare il suo lavoro e di trasferirsi dall'altra parte del mondo".
• A priori - a posteriori: con l'espressione a priori si intende "prima di aver fatto un'esperienza" mentre con a posteriori "dopo aver fatto un'esperienza": "come puoi dire che quel libro non è interessante, se non l'hai neppure letto? Se vuoi dare un giudizio, dallo a posteriori non a priori".
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Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, ripassiamo insieme i complementi diretti, cioè il complemento oggetto e i complementi predicativi del soggetto e dell'oggetto. Se non ricordate bene questo argomento leggete questo articolo prima di fare l'esercizio: www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/
Buon test!
Prof. Anna
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