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Prof. Anna [post_title] => Test 45 - Uso di proprio e altrui [post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, oggi ripasseremo gli ultimi argomenti trattati, a cominciare dall'uso di proprio e altrui. 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Prof. Anna LA PREPOSIZIONE CON La preposizione con significa insieme e si riconduce a idee di compagnia, di relazione e di partecipazione. Vediamo i complementi introdotti da questa preposizione: • complemento di compagnia: esco con Giulia, mangio un panino con il prosciutto; l'idea di compagnia può essere rafforzata da insieme: andremo a cena insieme con voi (oppure insieme a voi); • complemento di mezzo: abbiamo viaggiato con l'aereo; ho tagliato la carne con un coltello molto affilato; • complemento di modo: mi ha parlato con gentilezza; • complemento di qualità: preferisco i gatti con il pelo lungo; • complemento di causa: con questo freddo non ho voglia di uscire; • limitazione: come va con il lavoro?; • tempo: le rondini arrivano con la primavera. Proposizioni subordinate introdotte da con: • può introdurre una frase con valore concessivo: con (=nonostante) tutti gli sforzi che ha fatto, non è riuscito a ottenere quel lavoro; • può introdurre una frase con valore modale con la costruzione "con+verbo all'infinito preceduto da articolo": con l'insistere (=insistendo), ha ottenuto quello che voleva. LA PREPOSIZIONE SU Su vuol dire sopra, si usa per indicare qualcosa o qualcuno collocato sopra qualcos'altro. Questa preposizione può introdurre i seguenti complementi: • stato in luogo: il gatto è sulla sedia; può indicare vicinanza: ho una casa sul mare; indica la sfera sulla quale si estende il comando, l'autorità: lui esercita la sua influenza su di te; • moto a luogo: dopo un verbo di moto: salgo sul tetto; anche in senso figurato: ha scaricato su di me ogni responsabilità; può significare contro: la pioggia batte sui vetri; • argomento: è stata aperta un'indagine sulla criminalità in città; • tempo determinato: in questo caso significa intorno a, verso: torneremo sul mezzogiorno; • tempo continuato: col significato di circa: abbiamo camminato sulle due ore; • età: indica approssimazione: è un uomo sulla sessantina; • stima, prezzo: anche in questo caso indica approssimazione: il conto era sui cinquanta euro; • quantità, misura: anche in questo caso indica una quantità approssimativa: pesa sui sessanta chili; • modo: questa volta faccio sul serio; • distributivo: uno studente su tre non ha passato l'esame. → Quando la preposizione su si trova davanti a un pronome personale può essere seguita da di: su di me; su di loro. → Su è la sola tra le preposizioni semplici ad avere anche valore avverbiale. ATTENZIONE Nell'esercizio che segue dovete inserire la preposizione corretta, scegliendo tra con e su, ma attenzione: la preposizione da inserire può essere semplice o articolata. [post_title] => Uso delle preposizioni "con" e "su" [post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, questa settimana approfondiremo l'uso delle preposizioni con e su, entrambe introducono una serie complementi indiretti, conoscerli è indispensabile per imparare a usare correttamente queste due preposizioni. 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Prof. Anna Il verbo valere, a seconda dei significati, può essere sia intransitivo e quindi avere essere come ausiliare, sia transitivo, con ausiliare avere. Vediamo insieme alcune forme della sua coniugazione: • presente indicativo: io valgo, tu vali, lui vale, noi valiamo, voi valete, loro valgono; • futuro semplice: io varrò. tu varrai, lui varrà ecc.; • passato remoto: io valsi, tu valesti, egli valse ecc.; • congiuntivo presente: io valga ecc. • condizionale presente: io varrei, tu varresti, egli varrebbe ecc. • participio passato: valso; • participio presente: valente. Vediamo ora i vari significati di questo verbo seguiti dalle espressioni e i modi di dire formati da esso: Valere nella forma intransitiva può significare: → avere forza, potenza, autorità: • farsi valere: far rispettare con decisione la propria autorità, mettere in risalto le proprie doti: ha saputo farsi valere sul lavoro in poco tempo; • far valere le proprie ragioni: sostenere le proprie ragioni, far sì che vengano ascoltate e accettate: ho fatto valere le mie ragioni e sono riuscito a convincere il mio capo a darmi un aumento di stipendio; → avere doti, qualità, capacità: • valere per due, per tre, per dieci: assommare in se le capacità di due, tre, dieci persone e quindi essere molto abile: Marco nei lavori di fatica vale per dieci, è molto forte; → essere vero, essere valido, nello sport o in vari giochi contare per la vincita o la perdita, essere conforme alle regole: non vale, io non gioco più!; Marta ha guardato le mie carte, perciò la partita non vale; → avere un determinato valore o prezzo: • valere un tesoro, valere un occhio della testa, valere tanto oro quanto pesa: queste espressioni indicano cose, ma anche persone, di grande valore, prezzo, pregio o qualità; • non valere un cavolo, non valere una cicca, non valere un fico secco: essere privo di ogni valore; • valere la pena: si usa per dire che qualcosa merita il sacrificio che si è fatto per ottenerla: valeva la pena fare tanta strada per vederti, mi mancavi molto; al contrario non valere la pena si usa per dire che qualcosa non merita il sacrificio che si è fatto per ottenerla: parlare con lei è inutile, non ascolta nessuno, non ne vale la pena!; • il gioco non vale la candela: il significato è simile all'espressione precedente, si utilizza quando si vuole esprimere la propria riluttanza a compiere un sacrificio che non farà ottenere un risultato proporzionato allo sforzo; → essere analogo, uguale, comparabile: • uno vale l'altro: si dice di cose o persone che si equivalgono e si intende di solito che tutte e due valgono poco: scegli pure tu il programma che preferisci vedere stasera in tv, per me uno vale l'altro (=non ho una preferenza); Attenzione: nella maggior parte degli esempi precedenti, il verbo è determinato da un complemento di valore o di prezzo che, essendo formato senza alcuna preposizione, può essere in taluni casi sentito come un complemento oggetto, dando così al verbo una costruzione transitiva. → Nella forma transitiva significa: fare avere; procurare: la mia distrazione mi valse duri rimproveri; → Nella forma intransitiva pronominale significa: avvalersi; servirsi: è bene valersi dei consigli altrui; → Usi particolari: • tanto vale; tanto valeva; tanto varrebbe: significa l’inutilità pratica di un’azione, si usa per esprimere che lo stesso effetto si potrebbe o si poteva ottenere anche in altro modo, più semplice, o meno faticoso: se già eri convinto di non farcela, tanto valeva rinunciare subito; • vale a dire significa questo significa che: si usa per chiarire un’affermazione precedente o per esprimere più apertamente ciò che poteva essere sottinteso: non c'è niente in casa da mangiare, vale a dire che mangeremo fuori. [post_title] => I molti significati del verbo "valere" [post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, oggi prendiamo in esame un verbo che ha molti significati e che viene spesso usato in espressioni e modi di dire, il verbo valere. Vale la pena conoscerlo meglio! 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Prof. Anna Gli aggettivi possessivi indicano la persona cui appartiene o con cui è in relazione qualcosa o qualcuno: la mia giacca; il suo zaino; i vostri amici; le loro esigenze. Un discorso a parte meritano i due aggettivi possessivi proprio e altrui. USO DI PROPRIO • L'aggettivo proprio indica possesso, appartenenza, peculiarità esclusive del soggetto della frase, si può usare al posto di suo o loro quando questi due aggettivi si riferiscono al soggetto della frase: → Marco (soggetto) ha fatto il proprio (di Marco) dovere = Marco ha fatto il suo dovere; → i figli (soggetto) dovrebbero obbedire ai propri (dei figli) genitori = i figli dovrebbero obbedire ai loro genitori. Si usa più frequentemente di suo e loro se il soggetto è indefinito: → ognuno (soggetto indefinito) dovrebbe fare il proprio dovere. • L'uso di proprio è invece obbligatorio quando la frase è impersonale: → bisogna essere consapevoli dei propri limiti. • Proprio inoltre si usa quando non è chiaro a quale degli elementi della frase si riferisce l'aggettivo possessivo, per esempio nella frase: Luca ha incontrato Marco e gli ha dato il suo ombrello, non si capisce bene a chi appartiene l'ombrello, se appartiene a Luca o a Marco. Se invece diciamo: Luca ha incontrato Marco e gli ha dato il proprio ombrello, si specifica che l'ombrello appartiene a Luca, che è il soggetto della frase. Stesso discorso vale anche per il possessivo loro: durante l'assemblea gli studenti hanno esposto ai docenti le loro esigenze, per fare capire senza ambiguità che le esigenze sono quelle degli studenti si dice: durante l'assemblea gli studenti hanno esposto ai docenti le proprie esigenze, in questo modo è chiaro che proprio si riferisce agli studenti che è il soggetto della frase. Sempre per chiarire con precisione il possesso, è possibile usare le espressioni di lui/di lei: → mio fratello è stato a cena con la sua ragazza e la madre di lei. • L'aggettivo proprio può essere usato anche per rafforzare gli altri aggettivi possessivi: → Laura è riuscita a vincere la gara con le sue proprie forze. • Sappiamo che l'aggettivo possessivo è usato senza articolo quando precede i nomi di parentela al singolara (mio fratello), ma in presenza di proprio l'articolo determinativo è obbligatorio anche con i nomi di parentela al singolare (il proprio fratello). • Proprio può avere anche la funzione di pronome possessivo di terza persona singolare o plurale col significato di suo/loro personale: è più facile vedere i difetti degli altri che i propri. USO DI ALTRUI L'aggettivo altrui è invariabile, si riferisce a un possessore indefinito o a più possessori indefiniti; significa "di altri/di un altro" e di solito segue il sostantivo, ma può anche precederlo: → bisogna rispettare l'opinione altrui (=l'opinione degli altri). ALTRE PRECISAZIONI SUGLI AGGETTIVI POSSESSIVI • posizione: in genere il possessivo precede il nome, ma in alcuni casi lo segue: ⇒ nel complemento di vocazione, per dare enfasi: figlio mio, moglie mia, Dio mio; ⇒ in alcuni modi di dire: conosce il fatto suo; vieni a casa mia; pace all'anima sua; bontà sua; per colpa vostra. • intensificazione: l'aggettivo possessivo può essere rafforzato dal dimostrativo stesso che può precederlo o seguirlo: hai ripetuto le mie stesse parole (=le mie parole stesse). [post_title] => Approfondimento sugli aggettivi possessivi: uso di proprio e altrui [post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, questa settimana approfondiamo alcuni aspetti degli aggettivi possessivi, in particolare l'uso dei due aggettivi possessivi proprio e altrui il cui utilizzo spesso non è chiaro. 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Per ripassare questi argomenti: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2013/04/11/le-forme-implicite-il-participio-presente-e-passato/ https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2013/02/14/le-forme-implicite-il-gerundio-semplice-e-composto/ https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2013/03/07/le-forme-implicite-linfinito-semplice-e-composto/ [post_title] => Test di ripasso: i modi indefiniti [post_excerpt] => Nel prossimo esercizio è necessario inserire il modo indefinito corretto coniugato nel tempo opportuno. 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Questa settimana, per riprendere in maniera graduale il nostro studio della lingua italiana, vi propongo alcuni esercizi sull'uso dei modi e dei tempi verbali, in questo modo potrete valutare il vostro livello di conoscenza di questi argomenti e, se necessario, ripassarli. Nell'esercizio che segue bisogna inserire la forma verbale opportuna del modo indicativo per esprimere un'azione passata. Poiché si tratta di argomenti già affrontati varie volte in questo blog la modalità di questi esercizi è volutamente un po' più complessa, ovvero dovrete inserire voi stessi la forma verbale corretta (il verbo da usare è tra parentesi), i tempi possono essere: l'imperfetto, il passato prossimo, il trapassato prossimo. Buon test! 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Dal 31 al 10 settembre al Lido di Venezia si tiene annualmente la Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, il più antico festival cinematografico del mondo. Vale la pena quindi conoscerne un po' meglio la storia e le caratteristiche. Se ci sono parole che non conoscete, vi consiglio di usare il dizionario online: cliccando due volte sulla parola sconosciuta si aprirà una piccola finestra, cliccando una volta su questa finestra apparirà il significato. Buona lettura! Prof. Anna Nata nel 1932, Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica si tiene ogni anno nel capoluogo veneto nel Palazzo del Cinema, al Lido di Venezia, tra la fine di agosto e l'inizio di settembre. La Mostra si inquadra nel più vasto scenario della Biennale di Venezia, una tra le più antiche, importanti e prestigiose rassegne internazionali d'arte contemporanea al mondo. Il premio principale che viene assegnato, assieme a diversi altri, è il Leone d'Oro, che deve il suo nome al simbolo della città (il leone della basilica di San Marco), il premio è considerato attualmente tra i più ambiti riconoscimenti cinematografici a livello internazionale, insieme alla Palma d'Oro del Festival di Cannes e all'Orso d'Oro della Berlinale. La prima edizione non ha ancora carattere competitivo limitandosi a presentare una serie di pellicole (alcune delle quali diventate poi dei classici) al già numeroso pubblico presente, solo con la seconda edizione, datata 1934, la manifestazione diventa competitiva: viene istituita infatti la Coppa Mussolini come premio al miglior film, ma ancora non esiste una vera giuria. Nel 1935 la cadenza diventa annuale e nel 1936 fa il suo ingresso nel festival la Giuria Internazionale. Gli anni quaranta rappresentano uno dei momenti più difficili della rassegna, schiacciata dalla guerra in corso e dalle esigenze propagandistiche: le prime tre edizioni del decennio, svoltesi lontano dal Lido, vengono in seguito considerate non avvenute. Dopo la triste parentesi, la mostra riprende a pieno regime nel 1946 a seguito della conclusione della guerra. Negli anni cinquanta la Mostra lancia cinematografie emergenti ma anche registi italiani che sarebbero stati protagonisti assoluti del nostro cinema nei decenni a venire, primi tra tutti Federico Fellini e Michelangelo Antonioni, che vincerà il Leone d'Oro al miglior film nel 1964 per Il deserto rosso e un Leone d'Oro alla carriera nel 1983. Il vento della contestazione del 1968 fa sentire i suoi effetti anche sul festival, oggetto di continue contestazioni (rivolte anche, più in generale, alla Biennale), è costretto a cambiare la sua fisionomia: dal 1969 al 1979 si torna alla non competitività, e addirittura in tre annate (1973, 1977 e 1978) la manifestazione non si tiene affatto. Dal 1979 la mostra ritrova una cadenza regolare, riassegnando dal 1980 i premi, fino ai giorni nostri. Ogni anno sul tappeto rosso, emblema della fama e della celebrità, sfilano le personalità più importanti del mondo del cinema facendo sognare il pubblico che si raduna numeroso per l'occasione e ogni anno i film in gara e che verranno proiettati nelle sale cinematografiche fanno sognare noi spettatori. Per comprendere appieno lo spirito della Mostra, leggiamo il comunicato sul sito ufficiale della Biennale di Venezia (http://www.labiennale.org/it/cinema/73-mostra/ ): La Mostra vuole favorire la conoscenza e la diffusione del cinema internazionale in tutte le sue forme di arte, di spettacolo e di industria, in uno spirito di libertà e di dialogo. La Mostra organizza retrospettive e omaggi a personalità di rilievo, come contributo a una migliore conoscenza della storia del cinema. Prova a rispondere alle seguenti domande: 1- Quale edizione della Mostra Internazionale d'Arte cinematografica è in corso in questi giorni? 2- In che è anno è nata la Mostra? 3- Come si chiama il premio più importante che viene assegnato? 4- Perché si chiama così? 5- La Mostra ha sempre avuto carattere competitivo? 6- Come si chiama il premio che viene istituito per il miglior film l'anno in cui la Mostra diventa una competizione? 7- Quale fu uno dei momenti più difficili per la Mostra? 8- Perché? 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Ritroverete, inoltre, anche le parole del giorno declinate nelle quattro lingue e i collegamenti con sezioni sempre più ricche di contenuti: Spazio CLIL, Video Collezioni e gli esercizi di ZTE. [post_title] => Si ricomincia! [post_excerpt] => Il 12 settembre Aula di Lingue riparte con l'inizio della scuola: contenuti aggiornati ogni mese, il blog della prof. 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