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[post_content] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, il verbo toccare ha una grande varietà di significati, questo ci permette di usarlo in contesti diversi e in molti modi di dire. Vediamoli insieme.
Buona lettura!
Prof. Anna
Il verbo toccare può essere usato sia transitivamente sia intransitivamente.
Vediamo quali sono i significati di toccare come verbo transitivo:
• il significato principale è sfiorare, premere o sentire con la mano o con un'altra parte del corpo, avvicinarsi a qualcuno o a qualcosa fino a esserne a contatto;
⇒ toccare con mano: accertarsi personalmente di qualcosa, verificare la reale fondatezza di qualcosa nel nostro negozio potrai toccare con mano la freschezza dei prodotti;
⇒ toccare ferro: fare scongiuri, usato anche come esclamazione scaramantica oggi abbiamo l'esame di fine anno, tocchiamo ferro! (=speriamo che vada bene);
• spostare, usare, danneggiare: non voglio che tocchiate le mie cose; chi ha toccato i miei cd?; non toccare libro = non leggere o non studiare; non toccare cibo = non mangiare;
• giungere a un punto determinato, raggiungere un'altezza, una distanza anche solo potenzialmente, e indipendentemente dal fatto di toccare o no, detto di una città o di un porto significa farvi scalo (ovvero fare una fermata intermedia);
⇒ toccare il cielo con un dito: essere al colmo della felicità;
⇒ toccare il fondo: giungere al grado estremo di una condizione negativa;
• riguardare, interessare: è una questione che ci tocca direttamente (=che ci riguarda direttamente); anche nel senso: le tue accuse, le tue calunnie non mi toccano = non giungono fino a me, non possono né danneggiarmi né turbarmi le tue parole non mi toccano (=le tue parole non mi turbano, non mi danneggiano);
• turbare, offendere qualcuno, dire o fare qualcosa che possa recare dispiacere: guai a toccargli la famiglia!; colpire, commuovere: il tuo discorso mi ha molto toccato;
⇒ toccare nel vivo, toccare sul vivo: urtare, irritare con parole particolarmente pungenti;
⇒ toccare il cuore: suscitare compassione, pietà, commozione;
• trattare brevemente, sfiorare un argomento: non vuole toccare questo argomento.
Come verbo intransitivo significa:
• capitare, avvenire, accadere come per caso: gli è toccata una bella fortuna!; è più spesso riferito a cose sgradevoli che capitano e che si devono subire: una disgrazia simile doveva toccare proprio a me!; cosa mi tocca sentire! (o di sentire!); cosa mi tocca vedere! (o di vedere!);
⇒ a chi tocca, tocca: espressione con cui si afferma che non è possibile ribellarsi alla sorte;
• essere obbligato, essere costretto: hai perso al scommessa, ora ti tocca pagare; ho dimenticato di comprare il giornale, ora mi tocca uscire di nuovo;
• spettare di diritto, per dovere, per turno o per precedenza: a ciascuno di voi tocca una parte di eredità; a chi tocca parlare per primo?; non tocca certo a te dirmi cosa devo fare.
[post_title] => I molti significati del verbo "toccare"
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[post_content] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, questa settimana completiamo il nostro approfondimento sul superlativo assoluto. Vedremo altri modi per formarlo e per renderne più intenso il significato.
Buona lettura!
Prof. Anna
Vediamo insieme altri modi per formare il superlativo assoluto degli aggettivi:
• mediante avverbi o espressioni avverbiali: proprio, del tutto, completamente, davvero, per davvero, seriamente, sul serio, veramente, terribilmente:
⇒ sono davvero triste;
⇒ grazie, sei stato proprio gentile;
⇒ l'ho visto proprio felice.
Questi elementi rendono più intensivo il grado se collocati dopo l’aggettivo:
⇒ sono stanco sul serio;
⇒ è interessante veramente;
• anche l’aggettivo tutto premesso a un altro aggettivo può formare il superlativo assoluto:
⇒ siete tutti sporchi, andate a lavarvi!;
• un modo per rendere intensivo il superlativo assoluto è quello di ripetere uno dei due avverbi molto e tanto:
⇒ sei stato molto molto gentile;
se poi si interpone la congiunzione ma si sottolinea ancora di più la partecipazione di chi parla:
⇒ sei stato molto ma molto gentile;
• anche alcune espressioni consecutive, se messe dopo l’aggettivo, conferiscono un significato simile al grado superlativo assoluto, con un’intensificazione affettiva: da morire, da non credere, da lasciare senza fiato, da mozzare il fiato, da lasciare a bocca aperta, da lasciare di stucco:
⇒ sono stanco da morire (=molto stanco);
⇒ è bella da mozzare il fiato (=bellissima);
• molti aggettivi e locuzioni, dal signifcato metaforico, posizionati dopo l’aggettivo gli conferiscono valore di superlativo: bagnato fradicio, ubriaco fradicio, pieno zeppo, ricco sfondato, morto stecchito, buio pesto, nuovo fiammante, innamorato cotto, buono come il pane, sordo come una campana, scaltra come una volpe;
• specialmente nel linguaggio della pubblicità e dello sport, è possibile usare il suffisso -issimo per modificare un sostantivo con lo scopo di dare enfasi, per esprimere un particolare apprezzamento nel campo dello sport (il campionissimo, la partitissima) o dello spettacolo, per reclamizzare qualche prodotto (poltronissima, aranciatissima).
[post_title] => Precisazioni sul superlativo assoluto (seconda parte)
[post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, questa settimana completiamo il nostro approfondimento sul superlativo assoluto. Vedremo altri modi per formarlo e per renderne più intenso il significato.
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[post_content] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, questa settimana vedremo che esistono diversi modi per formare il superlativo assoluto e che alcuni aggettivi lo costruiscono in maniera particolare.
Buona lettura!
Prof. Anna
Il superlativo assoluto esprime una qualità al massimo grado, senza stabilire un confronto con altri termini.
Normalmente esso si esprime aggiungendo la desinenza -issimo all'aggettivo di grado positivo, come è spiegato in questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2010/05/20/il-superlativo-degli-aggettivi-qualificativi/
Ci sono però altri modi per formare il superlativo assoluto, vediamoli insieme.
• Ci sono alcuni aggettivi che formano il superlativo non con il suffisso -issimo, ma con i suffissi -errimo ed -entissimo:
grado positivo |
-errimo |
grado positivo |
-entissimo |
acre |
acerrimo |
munifico |
munificentissimo |
celebre |
celeberrimo |
benefico |
beneficentissimo |
integro |
integerrimo |
malefico |
maleficentissimo |
misero |
miserrimo |
benevolo |
benevolentissimo |
salubre |
saluberrimo |
malevolo |
malevolentissimo |
aspro |
asperrimo |
maledico |
maledicentissimo |
Queste forme sono proprie di registri linguistici sorvegliati, nelle situazioni meno formali si può fare ricorso agli avverbi
molto, tanto (molto celebre, molto aspro).
• L'aggettivo
ampio, accanto al superlativo
ampissimo, ha la forma
amplissimo che è la più usata.
Il superlativo si può inoltre formare:
• premettendo all'aggettivo di grado positivo un avverbio di quantità:
molto, tanto, assai, oltremodo (molto bello, tanto stanco, oltremodo difficile);
• premettendo all'aggettivo di grado positivo un avverbio qualitativo o quantitativo:
particolarmente, grandemente, notevolmente (particolarmente interessante); nella lingua parlata, per dare enfasi al superlativo, si usano anche:
oltre misura, dannatamente, esageratamente, smodatamente, mostruosamente (è una ragazza mostruosamente bella);
• aggiungendo al grado positivo i prefissi
arci-,
stra-,
super-,
ultra-,
sovra-,
extra-,
iper- (sovraffollato, arcinoto);
• nella lingua parlata, si può ripetere, anche più di due volte, l'aggettivo di grado positivo:
ha gli occhi neri neri;
• in frasi esclamative tipiche della lingua parlata , il superlativo assoluto di
bello o
brutto può essere formato premettendo
un (
una)
gran, o facendo seguire l'avverbio
forte: è un gran bel ragazzo!; è brutto forte questo vestito!.
Nell'esercizio che segue dovrete scrivere accanto a ogni superlativo assoluto l'aggettivo di grado positivo su cui si basa.
[post_title] => Precisazioni sul superlativo assoluto (prima parte)
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Il verbo prendere può assumere vari significati a seconda del nome che lo segue. Nel prossimo esercizio dovrete scegliere il nome opportuno.
Per ripassare questo argomento:
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2017/05/25/i-molti-significati-del-verbo-prendere/
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[post_content] => Ecco un esercizio su un argomento importante e un po' complesso:
la concordanza dei tempi quando nella subordinata c'è un verbo all'indicativo.
Per ripassare prima di fare il test, potete leggere questo articolo:
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2017/06/01/approfondimento-la-concordanza-dei-tempi-con-lindicativo/
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Intercultura blog, prima delle vacanze estive abbiamo affrontato argomenti importanti, è ora di ripassarli!
Buon test!
Prof. Anna
Nell'esercizio che segue dovrete attribuire
il genere ai nomi stranieri proposti scegliendo l'articolo determinativo corretto. Per scoprire come farlo in modo giusto, leggete questo articolo:
https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2017/06/08/il-genere-dei-nomi-stranieri/
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[post_content] => Con l’arrivo dell’estate, anche l’Aula di Lingue si prende una vacanza. Zanichelli e la Redazione augurano a tutti di passare una bella estate e di poter mettere in pratica le lingue in viaggi, incontri, letture. Il
blog della prof. Anna,
Planet English,
Mundo Hispano,
Espace Français e
Deutsche Welt restano a disposizione per un ripasso, una curiosità o i compiti delle vacanze.
Torneremo con nuovi contenuti e suggerimenti per imparare l'italiano come seconda lingua, l'inglese, il francese, lo spagnolo e il tedesco dall'inizio dell'anno scolastico 2017-2018.
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Intercultura blog,
ci sono sempre molti dubbi su quale genere attribuire ai nomi stranieri:
un e-mail o una e-mail? Esistono alcune regole generali ma non mancano le eccezioni. Vediamo insieme come è meglio comportarsi in questi casi.
Buona lettura!
Prof. Anna
L'attribuzione del genere, nel passaggio da una lingua all'altra, è complicata dal fatto che alcune lingue, come l'inglese, non hanno distinzione tra nomi maschili e nomi femminili, altre, come il tedesco, possiedono tre generi grammaticali (maschile, femminile, neutro).
La regola generale ci dice che solitamente i nomi stranieri che finiscono in consonante sono di genere maschile:
il film, il bar, il computer, lo sport, il jazz, il rock, ma anche questa regola conosce molte eccezioni, vediamole insieme.
PRESTITI DALL'INGLESE
Per attribuire il genere a parole provenienti dalla lingua inglese esistono prevalentemente
due modalità che si basano sul significato della parola:
•
assegnare il genere per analogia a quello del termine dal significato più ampio già esistente nella lingua che riceve il prestito, come avviene, ad esempio, per i nomi di automobili (il nome
automobile è femminile), per cui sono tutti femminili come
la spider,
la station wagon, ma
il Suv (che è la sigla inglese di
Sport Utility Vehicle e quindi per analogia a
veicolo è maschile)
;
•
attribuire il genere in base al genere del nome italiano che viene individuato come quello più vicino semanticamente a quello inglese, per esempio:
la band (gruppo musicale) è femminile perché è stato accostato all'italiano
banda; oppure perché si suppone sottinteso un nome italiano femminile, per esempio
la cover (=riedizione di una canzone di successo non eseguita dall'interprete originale) sottintende
canzone e per questo è femminile.
Ecco alcuni termini più comuni:
la gang, la holding, la clip (nel significato di
fermaglio),
la connection, la convention, la corporation, la deregulation, l'escalation, la leadership, le news (solo al plurale nel significato di
ultime notizie),
la reception, la reflex (tipo di macchina fotografica),
la starlet, la fiction, la gag, la vamp, la yard.
È frequente che ci siano oscillazioni nell'attribuzione del genere soprattutto quando una parola è entrata da poco nella lingua, per esempio
e-mail ha avuto varie oscillazioni tra maschile e femminile a causa dell'associazione con
messaggio o
posta e ora nel vocabolario (lo Zingarelli 2017) la parola è segnalata come femminile nel significato di
posta elettronica e femminile e raramente maschile nel significato di
messaggio inviato con la posta elettronica, anche la parola
Internet ha avuto inizialmente oscillazioni e ora sembra stabilizzata al femminile, per analogia al genere della parola italiana
rete (
net). La parola
showroom non è ancora definitivamente stabilizzata ma sembra essere ormai essere prevalentemente usata al maschile (
lo showroom), rientra nei composti con la parola
room, queste parole nel vocabolario sono registrate come maschili (
living room=soggiorno) forse perché alla parola
room viene assegnato un significato diverso a seconda dei casi, nel caso di
showroom ha prevalso il significato di
spazio espositivo, salone;
•
i nomi composti prendono di solito il genere del secondo elemento:
il top ma
la top model (
la modella),
lo slot ma
la slot machine (
macchina),
il check-up ma
la check list (
lista),
la beauty farm, la business class, la candid camera, la chat line, la disco music, la work station, ma sono maschili il
week end e il
chewing-gum.
PRESTITI DA ALTRE LINGUE
Per i nomi provenienti da altre lingue i casi di nomi terminanti in consonante sono meno numerosi:
la liason, la Ostpolitik, la Gestalt, la Weltanschauung.
In caso di dubbi la cosa migliore è consultare il vocabolario.
Nell'esercizio che segue dovrete inserire l'articolo determinativo corretto (tutto minuscolo).
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spesso ricevo domande sulla corretta concordanza dei tempi tra proposizione reggente e proposizione subordinata. Alcune indicazioni principali erano già state date sul blog,
esistono però altre possibili combinazioni di tempi verbali, oltre a quelle che abbiamo già visto, e
sono proprio queste che creano la maggior parte delle perplessità. Questa settimana cercheremo di chiarire ogni dubbio su questo argomento.
Buona lettura!
Prof. Anna
Il tempo verbale della reggente condiziona il tempo della subordinata a seconda che si voglia esprimere un rapporto di contemporaneità, anteriorità o posteriorità.
La tabella che segue prende in considerazione tutte le possibili combinazioni di tempi verbali che servono a esprimere i tre rapporti temporali tra reggente e subordinata, quando il verbo della reggente non richiede il congiuntivo.
Quando nella proposizione reggente il verbo è:
- presente indicativo: dico
- imperativo: di'
- condizionale: direi
- congiuntivo: dica
⇒per esprimere
contemporaneità useremo:
- presente indicativo: che sbaglia
⇒per esprimere
anteriorità possiamo usare:
- imperfetto: che sbagliava
- passato remoto: che sbagliò
- passato prossimo: che ha sbagliato
- trapassato prossimo: che aveva sbagliato
⇒per esprimere
posteriorità useremo:
Quando il verbo della reggente è:
- imperfetto: dicevo
- passato remoto: dissi
- passato prossimo: ho detto
- trapassato prossimo: avevo detto
- condizionale passato: avrei detto
- congiuntivo trapassato: avessi detto
⇒per esprimere
contemporaneità possiamo usare:
- indicativo presente: che sbaglia
- indicativo imperfetto: che sbagliava
⇒per esprimere
anteriorità possiamo usare:
- passato prossimo: che ha sbagliato
- trapassato prossimo: che aveva sbagliato
⇒per esprimere
posteriorità possiamo usare:
- futuro: che sbaglierà
- condizionale passato: che avrebbe sbagliato
Quando il tempo della reggente è:
⇒per esprimere
contemporaneità possiamo usare:
- indicativo presente: che sbaglia
- futuro: che sbaglierà
⇒per esprimere
anteriorità possiamo usare:
- imperfetto: che sbagliava
- passato remoto: che sbagliò
- passato prossimo: che ha sbagliato
- trapassato prossimo: che aveva sbagliato
⇒per esprimere
posteriorità usiamo:
Non tutte le relazioni presentate hanno la stessa frequenza d'uso e, d'altra parte, ce ne possono essere delle altre:
- nella lingua parlata è piuttosto comune usare il presente invece del futuro in frasi in cui l'idea di posteriorità è deducibile dal contesto oppure è espressa da un avverbio temporale: so che arriva domani;
- possiamo trovare il futuro in relazioni di contemporaneità o di anteriorità con valore ipotetico-eventuale: penso che sarai stanco.
[post_title] => Approfondimento: la concordanza dei tempi con l'indicativo
[post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, spesso ricevo domande sulla corretta concordanza dei tempi tra reggente e subordinata. Oggi vedremo tutte le possibili combinazioni di tempi verbali che servono a esprimere i rapporti temporali tra reggente e subordinata.
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Intercultura blog, ci sono
alcuni verbi che assumono significati diversi a seconda del complemento diretto che li segue, preceduto o no dall'articolo.
Il verbo prendere, grazie all'ampiezza del suo significato,
si presta bene a questo fenomeno e le espressioni che lo contengono sono di uso frequente. Vediamole insieme.
Buona lettura!
Prof. Anna
Nelle espressioni che seguono
il significato è determinato dal nome che ha la funzione di complemento oggetto. Vediamo quali sono le espressioni più comuni relative al verbo
prendere.
•
prendere casa → abitare, stabilirsi:
ho preso casa a Milano e mi trovo molto bene;
•
prendere fiato → fermarsi un po' per riposare, specialmente dopo uno sforzo prolungato:
quando si è troppo stanchi per continuare a lavorare, bisogna prendere fiato per poi ricominciare;
•
prendere forma → formarsi, assumere concretezza, concretizzarsi:
finalmente il nostro progetto comincia a prendere forma;
•
prendere piede → affermarsi, diffondersi in modo consistente, attecchire:
la moda degli anni Settanta ha di nuovo preso piede tra i più giovani;
•
prendere posizione → esprimere il proprio parere in un contrasto di opinioni, decidere in un senso piuttosto che in un altro:
è importante che il governo abbia preso posizione contro l'estremismo radicale;
•
prendere posto → mettersi a sedere, specialmente in un locale pubblico:
lo spettacolo sta per cominciare, prendete posto; mentre
prendere il posto significa
sostiuire: un collega prenderà il mio posto in ufficio durante la mia assenza;
•
prendere sonno → addormentarsi:
oggi sono molto stanco, stanotte non riuscivo a prendere sonno e mi sono addormentato molto tardi;
•
prendere tempo → temporeggiare, indugiare:
quando sono in difficoltà preferisco prendere tempo piuttosto che agire d'impulso;
•
prendere nota (di qualcosa) → annotare, memorizzare, prendere in considerazione:
ho preso nota del tuo consiglio;
•
prendere parte (a qualcosa) → partecipare a qualcosa:
mi dispiace non aver preso parte alla vostra riunione, ma ero troppo occupato;
•
prendere atto (di qualcosa)→ constatare che qualcosa è avvenuto, rendersi conto di qualcosa, accettarlo:
la vostra storia è finita, devi prenderne atto;
•
prendere servizio → cominciare a lavorare in un luogo, cominciare un turno di lavoro:
ho trovato lavoro! Prendo servizio domani mattina;
•
prendere quota → inalzarsi, alzarsi in volo, in senso figurato aumentare, progredire, migliorare la propria posizione:
dopo un decollo difficoltoso, l'aereo ha cominciato a prendere quota; durante le ultime partite la squadra ha finalmente preso quota.
[post_title] => I molti significati del verbo "prendere"
[post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, ci sono alcuni verbi che assumono significati diversi a seconda del complemento diretto che li segue. Il verbo "prendere", grazie all'ampiezza del suo significato, si presta bene a questo fenomeno e le espressioni che lo contengono sono di uso frequente.
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Intercultura blog, il verbo
toccare ha una grande varietà di significati, questo ci permette di usarlo in contesti diversi e in molti modi di dire. Vediamoli insieme.
Buona lettura!
Prof. Anna
Il verbo
toccare può essere usato sia transitivamente sia intransitivamente.
Vediamo quali sono i significati di toccare come verbo transitivo:
• il significato principale è
sfiorare,
premere o sentire con la mano o con un'altra parte del corpo, avvicinarsi a qualcuno o a qualcosa fino a esserne a contatto;
⇒
toccare con mano: accertarsi personalmente di qualcosa, verificare la reale fondatezza di qualcosa
nel nostro negozio potrai toccare con mano la freschezza dei prodotti;
⇒
toccare ferro: fare scongiuri, usato anche come esclamazione scaramantica
oggi abbiamo l'esame di fine anno, tocchiamo ferro! (=speriamo che vada bene);
•
spostare, usare, danneggiare:
non voglio che tocchiate le mie cose; chi ha toccato i miei cd?; non toccare libro = non leggere o non studiare;
non toccare cibo = non mangiare;
•
giungere a un punto determinato, raggiungere un'altezza, una distanza anche solo potenzialmente, e indipendentemente dal fatto di toccare o no, detto di una città o di un porto significa farvi scalo (ovvero fare una fermata intermedia);
⇒
toccare il cielo con un dito: essere al colmo della felicità;
⇒
toccare il fondo: giungere al grado estremo di una condizione negativa;
•
riguardare, interessare:
è una questione che ci tocca direttamente (=che ci riguarda direttamente); anche nel senso:
le tue accuse, le tue calunnie non mi toccano = non giungono fino a me, non possono né danneggiarmi né turbarmi le tue parole non mi toccano (=le tue parole non mi turbano, non mi danneggiano);
•
turbare, offendere qualcuno, dire o fare qualcosa che possa recare dispiacere:
guai a toccargli la famiglia!;
colpire, commuovere:
il tuo discorso mi ha molto toccato;
⇒
toccare nel vivo, toccare sul vivo: urtare, irritare con parole particolarmente pungenti;
⇒
toccare il cuore: suscitare compassione, pietà, commozione;
•
trattare brevemente, sfiorare un argomento:
non vuole toccare questo argomento.
Come verbo intransitivo significa:
•
capitare, avvenire, accadere come per caso:
gli è toccata una bella fortuna!;
è più spesso riferito a cose sgradevoli che capitano e che si devono subire:
una disgrazia simile doveva toccare proprio a me!;
cosa mi tocca sentire! (o
di sentire!);
cosa mi tocca vedere! (o
di vedere!);
⇒
a chi tocca, tocca: espressione con cui si afferma che non è possibile ribellarsi alla sorte;
•
essere obbligato, essere costretto:
hai perso al scommessa, ora ti tocca pagare;
ho dimenticato di comprare il giornale, ora mi tocca uscire di nuovo;
•
spettare di diritto, per dovere, per turno o per precedenza:
a ciascuno di voi tocca una parte di eredità; a chi tocca parlare per primo?; non tocca certo a te dirmi cosa devo fare.
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[post_excerpt] => Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, il verbo "toccare" ha una grande varietà di significati, questo ci permette di usarlo in contesti diversi e in molti modi di dire. Vediamoli insieme.
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