Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, oggi vediamo come si usano le parentesi, l’asterisco e la sbarretta.
Buona lettura!
Prof. Anna
LE PARENTESI
Le parentesi appartengono al gruppo dei segni di punteggiatura e possono essere di vari tipi. Vediamoli insieme.
⇒ Le parentesi tonde
Le parentesi tonde servono per racchiudere parole che non hanno un rapporto necessario con il resto del discorso. Di norma, il contenuto di una parentesi fa riferimento al testo che precede e più raramente a quello che segue. Le parentesi tonde delimitano:
- un inciso, una spiegazione, un chiarimento, una giustificazione: il suo nuovo libro (stando alle indiscrezioni) verrà pubblicato tra poco;
- l’autore di una citazione, un rinvio in un testo: “Ti ricordi lo Stinchi? Che fine avrà fatto?” (N. Ginzburg, Lessico famigliare);
- un commento soggettivo dell’autore: Maria (secondo il mio modesto parere) sa cantare molto bene;
- un’espressione esclamativa o un’interiezione, introdotta per segnalare stati emotivi come stupore, gioia, disappunto e simili: tra poco (voglia il cielo!) ho finito di lavorare;
- un chiarimento del significato o dell’origine di una o più parole: la metafora (dal greco metaphorá che significa trasporto, mutazione) è una figura retorica;
- nella scrittura saggistica o giornalistica è frequente la parentesi all’interno di parola (soprattutto parole che contengono prefissi) usata spesso in contesti ironici: (dis)servizio, (in)felice, (s)cortese.
⇒ Le parentesi quadre
Meno frequenti delle parentesi tonde:
- sono richieste dalle norme grafiche e tipografiche per introdurre una parentesi dentro una parentesi, per delimitare cioè un inciso in una porzione di testo già racchiusa entro parentesi tonde: (a Modena i monumenti medievali [come il Duomo] convivono con quelli sei-settecenteschi [come il Palazzo Ducale]);
- quando racchiudono tre puntini servono per segnare che si è omessa una parte di testo citato: […];
- a volte racchiude l’avverbio sic in questo modo: [sic] oppure [sic!] o anche tra parentesi tonde (sic), significa così, proprio così e si colloca dopo una parola o una intera frase come avvertenza accanto a parole o citazioni errate o incomprensibili, per segnalare al lettore che queste sono trascritte fedelmente.
⇒ Le parentesi graffe e le parentesi uncinate
Questi tipi di parentesi sono usati esclusivamente in contesti settoriali. Le parentesi graffe si usano soprattutto in matematica per delimitare espressioni letterali e numeriche, mentre le parentesi uncinate si usano in particolare nelle edizioni critiche dei testi, per contrassegnare integrazioni congetturali.
⇒ Le parentesi e gli altri segni di punteggiatura
Eventuali punti esclamativi o interrogativi vanno posti prima del segno di chiusura di parentesi, se le parentesi si trovano a fine frase o subito prima di un altro segno di punteggiatura, quel segno di punteggiatura deve essere posto dopo la parentesi chiusa e non dentro.
ASTERISCO E SBARRETTA
Sono entrambi segni rari e di uso particolare.
L’asterisco:
- messo subito dopo una parola indica che c’è una nota (spesso a piè pagina) o una spiegazione riferita a quella parola;
- in linguistica indica parole o frasi non accettabili grammaticalmente o semanticamente: *Luca si ha lavato i denti; *il leone uccide un libro;
- un gruppo, solitamente di tre asterischi, può indicare un’omissione: il protagonista della nostra storia nacque nel paese di ***;
- recentemente l’asterisco si va diffondendo (ma ancora è d’uso limitato) anche alla fine di una parola, in sostituzione della desinenza di genere, per specificare che ci si sta rivolgendo a entrambi i sessi: un saluto a tutt* ( = un saluto a tutte e a tutti).
La sbarretta si usa:
- per indicare un’alternativa tra due possibilità: i viaggiatori diretti a Torino / Milano sono pregati di recarsi al binario 1;
- nella forma specifica e/o: la questione può essere considerata politica e/o economica;
- può servire, in alternativa al trattino breve, per separare gruppi di cifre, per esempio nelle date: 12/10/2022.
4^ e 8^ errate.
Prof perché famigliare e non familiare?
Buon lavoro.
Caro Rino, quello è il titolo dell’opera, in ogni modo entrambe le forme sono corrette.
Un saluto