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Aula di Lingue

Le virgolette

Prof. Anna
La lingua italiana,   La punteggiatura

Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, quando e come si usano le virgolette? Scopriamolo insieme.

Buona lettura

Prof. Anna

Le virgolette possono essere di tre tipi:

→ quelle alte: ” ”

→ quelle basse o caporali: «  »

→ quelle semplici o apici: ′ ′

Le virgolette alte o basse si usano:

  • per delimitare un discorso diretto: esclamò: «Vattene!»;
  • per circoscrivere citazioni di parole altrui: come dice l’art.39 della Costituzione: “L’organizzazione sindacale è libera”;
  • per introdurre in un testo il titolo di un giornale, di un’opera letteraria o artistica, di una trasmissione televisiva e simili: ho comprato il «Corriere della Sera»; hai letto «Uno, nessuno, centomila»?;
  • in senso allusivo ⇒ per prendere le distanze da una parola o da un’espressione: spesso artisti particolarmente geniali sono stati considerati “pazzi” (con le virgolette si vuole segnalare la distanza dal sistema di valori che normalmente si accompagna all’uso di questo termine); ⇒ per segnalare una parola usata con significato diverso da quello tradizionale, spesso figurato o ironico: ho parlato con Marco e mi ha dato qualche “dritta” (dritta proviene dal gergo della della malavita e significa “informazione riservata”, “soffiata”).

La scelta tra le virgolette alte e quelle basse dipende dalle varie tradizioni tipografiche (l’importante è rimanere coerenti con le scelte fatte e non aprire un discorso diretto con un tipo di virgolette e chiuderlo con un altro tipo); ma possiamo notare che le virgolette basse sono riservate per lo più alle citazioni e al discorso diretto, quelle alte alle sottolineature allusive e ai significati particolari, mentre gli apici si usano più raramente, in genere per sottolineare una singola espressione o indicare il significato di una parola: adombrarsi, ‘offendersi‘, è un verbo intransitivo.

In alcuni casi è possibile usare sia il corsivo sia le virgolette, come nelle citazioni brevi o per i titoli di opere, normalmente invece in corsivo vanno le parole straniere o dialettali.

VIRGOLETTE E PUNTEGGIATURA

Quando le virgolette incontrano la punteggiatura spesso sorgono dei dubbi.

Non ci sono regole precise, ma di solito:

  • il punto fermo viene collocato dopo la chiusura del discorso diretto: Maria disse: «Sono arrivati».
  • Se la punteggiatura appartiene al discorso riportato tra le virgolette va messa prima della chiusura delle virgolette, come nel caso del punto interrogativo o esclamativo: Maria disse: «Sono arrivati?»; oppure se si vuole riportare fedelmente ciò che qualcuno ha scritto: Maria ha scritto: «Sono arrivati.»
  • C’è chi mette un ulteriore punto fermo dopo il punto all’interno delle virgolette (o altri segni di interpunzione), l’uso è oscillante: Maria ha scritto: «Sono arrivati.».

ALTRI POSSIBILI DUBBI

Il discorso diretto riportato tra virgolette comincia con la lettera maiuscola: Luca sussurrò: «Fate piano»; alle virgolette di apertura segue immediatamente la prima lettera della parola che inizia il discorso, senza spazi, mentre l’ultima lettera è seguita dalle virgolette chiuse, anche in questo caso senza spazi.

Seleziona la risposta corretta fra quelle disponibili. Se rispondi bene, vedrai lo sfondo diventare di colore verde.

  1. Le virgolette basse sono dette anche:
    • apici
    • caporali
  2. La lettera iniziale del discorso diretto riportato tra virgolette è maiuscola.
    • vero
    • falso
  3. Gli apici si usano principalmente per introdurre in un testo il titolo di un giornale o di un'opera letteraria.
    • vero
    • falso
  4. Si può aprire un discorso con le virgolette basse e chiuderlo con quelle alte.
    • vero
    • falso
  5. Le virgolette alte si usano per lo più per le citazioni.
    • vero
    • falso
  6. Il punto fermo finale alla fine del testo viene di norma collocato fuori dalle virgolette.
    • vero
    • falso
  7. Alle virgolette di apertura segue immediatamente la prima lettera della parola che inizia il discorso senza spazi.
    • vero
    • falso
  8. Le virgolette si usano anche per contrassegnare l'uso figurato o ironico di una parola.
    • vero
    • falso
  9. Se il discorso diretto riportato termina con un punto esclamativo o interrogativo vanno posti dentro le virgolette finali.
    • vero
    • falso
  10. Per le citazioni brevi o per citare un'opera si può usare anche il corsivo.
    • vero
    • falso

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Commenti [6]

  1. Rino scrive:

    Il primo esercizio l’ho sbagliato quasi tutto, la mia seconda prova ho sbagliato la 5^ e 9^.
    La prima prova : Che disastro:-)
    Buona Domenica Prof.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, l’importante è non arrendersi!
      Buon lunedì

  2. Federica scrive:

    Buongiorno,
    la mia domanda riguarda le modalità di citazione dopo i due punti. Se il testo che cito tra virgolette, dopo i due punti, inizia con la lettera minuscola e non con la maiuscola dovrò modificare l’ortografia della frase sostituendo la minuscola con la maiuscola o – cosa per la quale propendo – dovrò tenere l’ortografia originale? Le norme redazionali sono a riguardo contrastanti.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Federica, usiamo la maiuscola dopo le virgolette quando si tratta di un discorso diretto, in altri tipi di citazioni io manterrei la grafia originale.
      A presto

  3. Giovanni scrive:

    Mi piacerebbe sapere come ci si comporta con i “dialoghi nei dialoghi” laddove al testo già incluso nelle “caporali”, e preceduto dai due punti (:) viene inserito il preciso riferito altrui.
    So per certo che si aprono, all’interno delle caporali, le “virgolette alte”, ma poi ho un dubbio se farle precedere dai due punti (:), a cui far seguire le virgolette alte (“) e, ancora, iniziare con la “lettera maiuscola” quanto si riporta.
    Grazie.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Giovanni, la gerarchia delle virgolette è la seguente: prima si aprono le corporali, poi, se all’interno c’è un altro dialogo, le virgolette alte e, se all’interno c’è una citazione, si possono usare gli apici; utilizzerei comunque i due punti e la lettera maiuscola, come richiesto dal discorso diretto.
      Un saluto

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