Care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, si può usare l’articolo determinativo davanti ai nomi propri?
Buona lettura!
Prof. Anna
Siamo abituati a usare gli articoli determinativi con i nomi comuni: il libro è aperto; la bellezza è ovunque; l’uragano sta arrivando, ma in alcuni casi li troviamo anche davanti ai nomi propri, vediamo quando è possibile.
NOMI DI PERSONA
Con i prenomi generalmente non si usa l’articolo: Livia è partita; Matteo ha chiamato.
Ci sono però delle eccezioni:
- quando il nome è specificato, quando cioè è preceduto da un aggettivo qualificativo o quando è seguito da una proposizione relativa o una specificazione: l’astuto Ulisse; è questa la Giulia che amo!; il Virgilio delle Eneide. Se il nome è precisato da un altro nome , ma posposto, l’articolo può essere o non essere usato: questo è Luca, figlio di mia sorella oppure questo è il Luca figlio di mia sorella;
- i nomi femminili sono preceduti da articolo quando sono usati in un linguaggio familiare, in particolar modo nelle aree linguistiche settentrionali o centrali: hai visto la Carla?;
- meno diffuso e meno accettato è l’articolo davanti ai nomi maschili: salutami il Paolo; quest’uso è tipico dell’italiano regionale del Nord.
COGNOMI
Se il cognome:
- è femminile: si può usare l’articolo per rendere esplicito il sesso della persona di cui si parla: ho visto un film con la Loren; tuttavia nell’italiano scritto di oggi l’uso dell’articolo con i cognomi femminili è sempre meno frequente, perché la volontà di segnalare solo un genere rispetto a un altro è considerata discriminatoria. Sui giornali leggiamo quindi sempre più spesso: il nuovo film di Cortellesi e non il nuovo film della Cortellesi; Cartabia è Presidente della Corte costituzionale e non la Cartabia è Presidente della Corte costituzionale;
- è maschile: di solito l’articolo non si usa; lo si può trovare con cognomi di persone contemporanee non illustri, ma note soltanto agli interlocutori, come nel linguaggio burocratico, ad esempio nei processi e nella cronaca giornalistica: il Bassi si è avvalso della facoltà di non rispondere.
L’articolo si usa inoltre con il plurale dei cognomi, per indicare tutti gli appartenenti alla famiglia: i Malatesta furono una celebre famiglia riminese e con i cognomi, i soprannomi e gli pseudonimi di personaggi illustri: il Caravaggio, il Petrarca, il Macchiavelli. Sempre più spesso è preferita la forma senza articolo: Caravaggio, Petrarca, Macchiavelli.
Nota bene: l’articolo non va mai usato davanti alla successione nome + cognome: il Tasso ma non *il Torquato Tasso. Qualsiasi nome proprio di persona riceve l’articolo se accompagnato da un nome, da un aggettivo o da un’altra determinazione: Mattarella ha pronunciato un discorso alla nazione; il Presidente Mattarella ha pronunciato un discorso alla nazione.
NOMI GEOGRAFICI
Non sono preceduti da articolo i nomi di:
- città: Roma è la capitale d’Italia, amo Bologna. Fra le città italiane fanno eccezione: L’Aquila, La Spezia; fra quelle straniere: L’Aia, L’Avana, Il Cairo, La Mecca, Il Pireo, La Valletta. Si usa comunque l’articolo con i nomi di città accompagnati da un aggettivo o in qualche modo determinati: ho visitato la Perugia etrusca;
- piccole isole italiane: Capri, Ischia, Ponza, Lipari, Vulcano, con alcune eccezioni: il Giglio, l’Elba, la Maddalena. In generale, indipendentemente dalla loro grandezza, si omette l’articolo davanti a nomi di isole straniere: Cuba, Maiorca, Sant’Elena.
Sono preceduti dall’articolo i nomi di:
- monti, fiumi, laghi: le Alpi, gli Appennini, il Po, il Tevere, il Garda;
- isole grandi: la Sicilia e la Sardegna;
- gruppi insulari indicati da un plurale: le Tremiti, le Egadi, le Azzorre, le Canarie;
- regioni: la Calabria, il Veneto, il Molise;
- stati e continenti: la Spagna, l’Italia, la Tunisia, la Norvegia (ma Israele, Cuba, Haiti, Cipro, Malta).
Nota bene: con i nomi di stati e di regioni preceduti dalle preposizioni in (nei complementi di luogo) e di (nel complemento di specificazione) l’articolo si omette, ovvero viene usata le preposizione semplice e non quella articolata: vivo in Umbria, vado in Brasile, la regina d’Inghilterra.
La due mi ha fatto scivolare.
L’antonio è proprio lui:-)
Esatto Rino, è proprio lui!
“Sottostare”:
1- “Dobbiamo sempre sottostargli” (Nel senso di “essere sottoposto, subordinato a qualcuno”)
2- “Dobbiamo sempre sottostare alle sue regole (o “alle regole di tizio”)” (Nel significato di “essere soggetto a qualcosa”, “essere soggetto; piegarsi passivamente”)
“Sobbarcare e sobbarcarsi”:
1-“Mi hai sobbarcato a troppe responsabilità” (Nel significato di “sottoporre a grave onere, a grave impegno, materiale o morale” come verbo transitivo: “Mi” funge da complemento oggetto e significa “me”)
2-“Mi sono sobbarcato alle sue responsabilità (o “alle responsabilità di tizio”)”
(Nel significato di “accettare od offrire la propria disponibilità allo svolgimento di un compito faticoso o spiacevole, all’assunzione di una responsabilità” e come verbo pronominale intransitivo, ove la particella è parte integrante del verbo [che accompagna, per così dire, come un’appendice che non ha particolare significato] e non ha alcun valore riflessivo [infatti la particella pronominale, anche se sembra avere funzione di complemento oggetto, in realtà non ce l’ha ed è parte integrante del verbo]; e il verbo di forma pronominale ha il medesimo valore e la medesima funzione di un verbo intransitivo)
3-“Mi sobbarco tutte le responsabilità di tizio (cioè “sobbarco tutte le responsabilità di tizio a me stesso)
(Nel significato di “assumersi un onere, un impegno gravoso, una responsabilità” e come verbo pronominale transitivo, ove la particella funziona come completamento di termine)
Corretto?
Caro Massimo, è corretto.
Grazie sono imparato piu
Caro June, mi fa piacere che tu abbia imparato. Continua a seguirci e se hai domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna