Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, alcuni di voi mi hanno chiesto di ripassare un argomento che abbiamo già affrontato in passato: l’uso delle particelle ci e ne. Sono due particelle usate molto frequentemente con diversi significati, è importante quindi non conforderle, per questo oggi ve le presenterò insieme, inserite in due tabelle che ne riassumono gli usi e i significati.
Buona lettura!
Prof. Anna
CI |
• pronome riflessivo di prima persona plurale:
→ la mattina ci alziamo sempre alle sette |
• pronome personale diretto di prima persona plurale:
→ ci accompagna mia madre con la sua macchina |
• pronome personale indiretto di prima persona plurale:
→ ci ha promesso che ci manderà una cartolina |
• particella pronominale che sostituisce un complementi indiretto nella frase col significato di:
⇒ a ciò, a questa cosa: → “chi pensa alla spesa” “ci penso io” (= penso io a questo -alla spesa) → “hai creduto a quello che ti ho detto” “sì, ci ho creduto” (= ho creduto a questa cosa – a quello che mi hai detto) → non mi piace questo lavoro, ma mi ci abituerò (= mi abituerò a questo lavoro) ⇒ può anche sostituire una frase introdotta dalla preposizione a + un verbo all’infinito, per esempio con i verbi riuscire (a fare qualcosa), provare (a fare qualcosa): → riesce sempre a ottenere quello che vuole, ci riesce con facilità (= riesce con facilità a ottenere quello che vuole) ⇒ in ciò, in questa cosa: → “credi nella vita dopo la morte?” “no, non ci credo” (= non credo in questa cosa) ⇒ su ciò, su questa cosa, su questa persona: → arriverà in ritardo come sempre, ci scommetto (= scommetto su questa cosa) → “posso contare su di lui?” “sì, ci puoi contare” (= sì, puoi contare su di lui) ⇒ con questa cosa, con questa persona: → “stai bene con lui?” “sì, ci sto bene” (= sto bene con questa persona) |
• particella avverbiale di luogo significa in questo luogo, in quel luogo:
→ siamo stati bene in quel posto, ci torneremo sicuramente (= torneremo in quel posto) |
ATTENZIONE: se il verbo “credere” è riferito a una persona (credere a qualcuno) “credere a una persona” non useremo ci, ma i pronomi personali: “credi a Luca” “si, gli credo”. |
NE |
• particella pronominale che sostituisce un complemento indiretto col significato di:
⇒ di ciò, di questa cosa, di queste cose, di questa persona, di queste persone, alcuni verbi a cui si può accompagnare sono: parlare (di qualcosa), discutere (di qualcosa), pensare (qualcosa di qualcuno o qualcosa), sapere (qualcosa di un dato argomento), accorgersi (di qualcosa), intendersi (di qualcosa), essere sicuro (di qualcosa), essere consapevole (di qualcosa), importare (di qualcosa), preoccuparsi (di qualcosa): → non concosco questo attore, ma me ne hanno parlato (= mi hanno parlato di questa persona) → ho comprato questi orecchini, cosa ne pensi (= cosa pensi di questi orecchini) ⇒ può sostituire una frase introdotta da di + infinito: → non soffrire per lui, non ne vale la pena (= non vale la pena di soffrire) ⇒ può significare da ciò, da questa cosa, da queste cose, da questa persona, da queste persone: → ho cominciato una nuova dieta e ne ho tratto un gran beneficio (= ho tratto beneficio dalla dieta) |
• valore partitivo, soprattutto in presenza di:
⇒ numerali: “quanti pomodori hai comprato?” “Ne ho comprati tre” (=di pomodori) ⇒ quantità: “quanto latte hai usato?” “Ne ho usato un litro” (=di latte) ⇒ pronomi indefiniti: “quanti libri hai letto?” “Ne ho letti pochi“ (=di libri), “quanti libri hai letto?” “non ne ho letto nessuno” (libro) |
• avverbio di luogo
⇒ significa da lì, da quel luogo, da questo luogo e ha la funzione di complemento di moto da luogo: me ne vado (=vado via da questo luogo) |
ATTENZIONE: nei tempi composti il participio passato concorda con il nome sostituito in base alla quantità espressa: “quante persone sono arrivate?” “ne sono arrivate dieci” (=di persone), “quante persone sono arrivate?” “non ne è arrivata nessuna” (persona). |
Seleziona la risposta corretta fra le opzioni disponibili. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio": vedrai le risposte giuste evidenziate in verde e quelle sbagliate in rosso.
Cara Professoressa Anna
grazie per questo argomento
anche per quello di
(sul?) periodo ipotetico .
Erano molto utili per me .
Per caso ho avuto bisogno dei quest i soggetti .
kdela
Grazie egli approfondimenti!
GREAT EXRECISES
Cara Silvana, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
mi dispiace ma spesso non funziona il corretore
Cara Madeline, se mi indichi quale supporto usi (computer, telefono), quale sistema operativo e quale browser, riusciremo più facilmente a risolvere il problema. Grazie.
A presto
Prof. Anna
Ciao la Professoressa Anna
L’ho ringraziato prima per questo blog-che e’ molto utile.
Adesso ho fatto l’esercizio e sono riuscita a fare 8 frasi corretti..
ho stampato le regole e ho un quaderno con alcuni(non ancora tutti) soggetti che lei insegna(va) ( :
Anche per caso’ ho avuto bisogno del soggetto, argomento, del periodo ipotetico, allora sto studiando e studiando ..
In ogni caso- La ringrazio moltissimo.
Lei e’ una brava insegnante,come sa,anche una brava persona.
A presto ( :
kdela
Cara Kdela, complimenti, è un ottimo risultato!
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Questa volta ha funzionato benissimo- e sono contenta perché tutte le mie risposte sono state corrette
Questi “ci” e “ne” mi impazzisce
Caro Emanuel, queste particelle fanno impazzire molte persone che studiano l’italiano, non è facile imparare ad usarle correttamente, è necessario esercitarsi e fare pratica, ma non ti scoraggiare, vedrai che andrà sempre meglio.
A presto
Prof. Anna
Ti ringrazio molto di inviare queste esercizi.Sono importanti per imparare la lingua italiana.
Cara Leila, grazie a te per il tuo commento.
A presto
Prof. Anna
Cara Professoressa Anna
Poco a poco riesco a distinguere come usare questi Piccoli
particelle ci e ne
Pietro Forno
Caro Peter, non è affatto semplice imparare ad usare queste due particelle, ma con l’esercizio e la pratica piano piano tutto diventa più chiaro e naturale.
A presto
Prof. Anna
Tante grazie . E stato molto opportuno
chiarissimo!Grazie mille!
Cara Alicia, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Grazie. Molto chiaro.
Cara prof. Anna.
Grazie tante per le due tabelle, poichè queste due particelle sono davvero difficili per noi spagnoli. Per me la più complicata e la particella CI, che spesso dimentico nella mia conversazione. Dopo tanti anni a studiare e ascoltare l’italiano a volte penso che la particella CI sia diventata quasi un intercalare abusivo e questo uso mi confonde ancor di più. Sento dire, per esempio: “Ci ho tanti amici, ci ho una casa in montagna, la macchina ce l’ho…” È corretto questo uso così frequente oppure appartiene al linguaggio colloquiale e moderno?
Grazie e a presto.
Caro Enrique, la particella -ci-, unita ad alcuni verbi, indebolisce il proprio significato originario (qui, in questo luogo) ed è usata come elemento rafforzativo, per esempio con il verbo “avere” (come nel tuo esempio) o con i verbi di percezione (non ci vedo, non ci sento), in questi casi -ci- è in un certo senso superflua. Quest’uso è più frequente nel registro colloquiale. Alla fine di questo articolo (http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=1903) troverai alcuni verbi in cui la particella -ci- ha un valore rafforzativo ma è necessaria per conferire un certo significato a quel verbo.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Cara prof. Anna.
Le chiedo scusa per i miei due errori nel commento precedente: “poichè” invece di “poiché” e “a studiare e ascoltare” invece di “a studiare e ad ascoltare”.
Tanti saluti e a presto.
Grazie mille per i suoi chiarimenti e a presto.
Volevo solo segnalare un errore di digitazione nella frase n. 8 degli esercizi in fondo all’articolo.: un “no” ha preso il posto di un “non”.
Segnalo ciò affinché non generi confusione in chi sta imparando l’italiano.
Caro Lucio, grazie per la segnalazione.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Le scrivo per dire che è veramente utile e fare gli esercizi.
Mi piace molto e grazie a lei.
Cara Professoressa Anna
La ringrazio por questo argomento, e molto utile.
Vorrei iscrivirmi, però clicco ma non posso scrivere il mio indirizzo email.
Grazie!
Cara Graciela, ho controllato e sembra funzionare. Prova a ancora e se hai qualche problema ti prego di comunicarmelo, spiegandomi anche cosa succede esattamente e da quale dispositivo stai provando a farlo, in questo modo sarà più semplice risolvere l’eventuale problema.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Cara Anna nella terza frase CI e dopo il verbo tornare.pensavo che dovrebbe essere prima del verbo.puoi spiegarmi? Grazie.maria cristina
Cara Maria Cristina, quando abbiamo un verbo che regge l’infinito, la particella “ci” si “attacca” all’infinito, che perde la vocale finale: “penso di tornarci”, “credo di riuscirci”, “spero di parlarci”, quando abbiamo un verbo servile (dovere, potere, volere) seguito da infinito, la particella “ci” può essere collocata prima del verbo servile oppure può “attaccarsi” all’infinito: “ci devo andare” = “devo andarci”; “ci voglio credere” = “voglio crederci”; “ci posso riuscire” = “posso riuscirci”. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
Prof. Anna, sono molto contenta. Sono riuscita a fare il ripasso delle particelle avendo fatto tutti gli esercizi senza errori. Molte grazie. Signora Bardi.
Molto bene Maria Cristina!
A presto
Prof. Anna
Prof.ssa riAnna, ripasso di continuo l’uso delle particelle. A volte, ancora mi sbaglio. E’ un tanto difficile applicarle sensa errori. LA ringrazio moltissimo. Sra. Bardi
Molto utili questi spiegazioni…..Grazie
Cara Maria Delia, sono contenta che queste spiegazioni siano utili per te.
Apresto
Prof. Anna
Cara Professoresa Anna, e’ la prima volta che non sbaglio questo difficile esercizio. Signora Bardi.
Molto bene Maria Cristina!
A presto
Prof. Anna
Cara prof. Anna,
“Cosa faccio con tutte queste arance?”
“Ne puoi fare una marmellata”
“Ci puoi fare una marmellata.”
Sono entrambi risposte corrette?
Grazie
Caro Andree, sì, sono corrette entrambe.
Un saluto
Cara Professoressa Anna:
Veda l’esempio:
– Capisci qualcosa di italiano?
– Sì, ne capisco.
È corretto quello che ho detto o c’è qualcosa di sbagliato?
Aspetto la Sua risposta!
Caro Joao, in questo caso è meglio usare il pronome diretto che ha funzione di complemento oggetto: “sì, lo capisco” (= sì, capisco l’italiano) oppure puoi usare la forma colloquiale “capirci” (riuscire a comprendere qualcosa): “sì, ci capisco qualcosa (di italiano)”.
A presto
E possibile “intendere(si) IN o connoscere(si) IN? per “intendersi DI?
Caro Pere, il verbo “intendersi” regge un complemento introdotto dalla preposizione “di”: “mi intendo di qualcosa” = “ho conoscenza, ho esperienza di qualcosa”.
Un saluto
“Ne è valsa la pena?”
Riferito a un’intera frase o a un concetto già espressi in precedenza, il “ne” significa, nel nostro esempio, “di ciò” (anche in uso rafforzativo: e cioè elemento che conferisce maggiore efficacia espressiva a una parola, a una locuzione).
Corretto?
Caro Arturo, è corretto.
1)”Portamici” significa “porta me (mi) lì, in quel luogo (ci)”
2) “Metticelo” significa “metti esso (lo) in quel luogo (ce, che si usa al posto di ci davanti ai pronomi atoni la, le, li, lo)”.
Corretto?
Cara Morena, è esatto.
1)”Non puoi più uscirne”
2)”Da certe situazioni non ne esci più”
Nelle nostre frasi il “ne” significa “da ciò”. Ora, nella prima frase significa “Non puoi più uscire da ciò (sottointeso, ad esempio, “da quella/e situazione/i”)”. Nella seconda frase invece il “ne” è pleonastico e rafforzativo, perché potremmo scrivere semplicemente “Da certe situazioni non (ne) esci più”; il “ne” ripeterebbe “Da certe situazioni”.
Penso sia tutto corretto
Caro Claudio, è corretto.
1)”Ormai non avrei tempo di dedicarmici”
Il “ci” come pronome dimostrativo, riferito a cosa, può signficare “a ciò”, “a quello/a”, “su ciò”, “su questo”, “ecc.” (preceduto da preposizione). Infatti nella frase è come se dicessimo: “Ormai non avrei tempo di dedicarmi a ciò, a quello, a quella, a quella o a questa cosa (magari precedentemente nominata o sottointesa)”. Tuttavia, il “ci”, sempre come pronome dimostrativo, deduco possa aver valore anche plurale e quindi significare, ad esempio, “a ciò”, “a quelle/i”, “a quelle o queste cose”; e quindi: “Ormai non avrei tempo di dedicarmi a quelle, a quelli, a queste o quelle cose ecc.”. Certamente, il “ci”, sempre come pronome dimostrativo, è perlopiù usato singolarmente con riferimento, anche generico, a cosa o a situazione.
Penso sia corretto…
Caro Filippo Maria, è corretto.
1)”Questo è tuo (sottinteso “il giubbotto”)”
…In questa frase abbiamo un predicato nominale: “Questo”, soggetto; “è”, copula; “tuo”, nome del predicato. Ah, “questo” è comunque un pronome dimostrativo.
2)”Amo gli scrittori del seicento e ne conosco le poesie” e “Adoro la torta al cioccolato e ne conosco gli ingredienti a memoria”
…”Ne” può significare “Di questo, di quella, di questi, di quelli, di quella, di queste, di quelle”. Nella prima è al plurale (di quelli, di questi= “…conosco le poesie di quelli -e cioè “dei poeti”-“). Nella seconda al singolare (di quella, di questa=”…conosco gli ingredienti di quella -e cioè “della torta”-“)
Penso sia tutto corretto
Caro Ettore, quando il verbo “essere” significa “appartenere” ha una funzione predicativa e quindi forma un predicato verbale e non nominale; il resto è corretto.
Buono a sapersi, professoressa! Comunque “Questo” funge da soggetto ed è un pronome dimostrativo (perché sostituisce il sostantivo, sottointeso, o espresso precedentemente, “giubbotto”), se non erro… Corretto?
Caro Ettore, è esatto.
Si dice “Un paio di pantaloni neri”, ma “Un paio nero”: nel primo caso l’aggettivo “neri” concorda in genere e numero con “(i) pantaloni” che è plurale maschile; quindi “neri” viene utilizzato per descrivere “i pantaloni”. Al contrario, nel secondo caso l’aggettivo “nero” concorda in genere e numero con “un paio” che è singolare maschile. Certamente, suppongo sia possibile dire anche “Un paio neri” qualora il sostantivo “pantaloni”, quindi al plurale maschile, fosse sottinteso: “Un paio (di pantaloni) neri”, e quindi “Ho comprato (ma anche “comprati”) un paio di pantaloni neri e un paio bianco/nero (ma anche, per il discorso soprascritto, “bianchi/neri”)”.
Penso sia tutto corretto
Caro Francesco, è corretto.
“Ne” partitivo:
1)”Me ne dà troppe!” (sottointeso “le botte” e cioè di “percosse improvvise e dolorose”). In questa frase “troppe”, come pronome indefinito, concorda in genere e numero con “ne” che significa, appunto, “di botte”, “di queste”, “di quelle”; è come se dicessimo “Me ne dà troppe di botte, di quelle” (e cioè “ne”) oppure “Mi dà troppe botte”. Infatti “ne”, in questo caso, ha valore partitivo (soprattutto in presenza di numerali e pronomi indefiniti, es. “troppe”) e sostituisce un nome (es. “di botte “, “botte”) accompagnato da un’indicazione di quantità (es. “troppe”) che appunto può essere data da un numero, da un quantitativo (poco, molto, ecc.), da un indefinito particolare (qualcuno, alcuno) o negativo (nessuno), ecc…
Penso sia giusto
Caro Luca, è giusto.
1)”Quanti errori hai fatto? ne ho fatti pochi (di errori)”
2)”Quante matite hai comprato? ne ho comprate dieci (di matite)”
…Professoressa, le scrivo qui perché non avevo più la possibilità di risponderle sugli altri interventi. Lei ha scritto che le uniche forme possibili in questi casi sono “ne ho fatti pochi” e “ne ho comprate dieci”. Forse ho capito il perché… Nella prima il participio passato “fatti” concorda con il complemento oggetto rappresentato dal pronome indefinito “pochi”, mentre il “ne” è complemento di specificazione e sta per “di errori, di quelli”; è come se dicessimo “…ho fatto pochi di quelli, di errori”, in cui “pochi” è il complemento oggetto e “di errori, di quelli” (quindi il “ne”) è il complemento di specificazione. In pratica, per quanto riguarda la prima frase, il participio “fatti” concorda con il nome (“di errori”) sostituito da “ne” (che sta appunto per “di errori, di quelli”) in base, però, alla quantità espressa, e in questo caso la quantità è “pochi” (complemento oggetto) e quindi il participio passato concorderà in questo modo: “fatti”. Diversamente nella seconda frase, se non erro, il participio passato “comprate” concorda non con il complemento oggetto rappresentato dal pronome numerale “dieci”, bensì con “ne” che, anche in questo caso, è complemento di specificazione e sta per “di matite”, “di quelle”, “di queste”: è come se dicessimo “…ho comprato dieci di quelle, di queste” o “Di quelle, ne ho comprati/e dieci”. In pratica, nella seconda frase, il participio “comprate” concorda con “di matite”, complemento di specificazione, sottinteso accanto a “dieci” che è il complemento oggetto.
Ora suppongo che sia corretto…
Caro Marco, è corretto.
Salve, anche in questa: “Se ne avessi avuti tre (di quei giocatori)…”
…il participio passato “avuti” concorda non con il complemento oggetto rappresentato dal pronome numerale “tre”, bensì con “ne” che, in questo caso, è complemento di specificazione e sta per “di quei giocatori”, “di quelli”, “di questi”: è come se dicessimo “…Se avessi avuto tre di quei giocatori…”. In pratica, il participio “avuti” concorda con “di quei giocatori”, complemento di specificazione, sottinteso accanto a “tre” che è il complemento oggetto e che rappresenta, comunque, la quantità espressa (e cioè “tre” che è una quantità).
Corretto?
Caro Marco, è corretto.