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Aula di Lingue

Test di ripasso – i pronomi diretti 1 –

Prof. Anna
Grammatica,   La lingua italiana,   Pronomi,   Test

Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi ripasseremo i pronomi diretti; conoscere questi pronomoni è fondamentale per poter comunicare, quindi se non ve li ricordate bene vi consiglio di ripassarli leggendo questo articolo prima di affrontare il test.

www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/

Buon test!

Prof. Anna

Nel seguente esercizio dovete sostituire il complemento oggetto (il complemento diretto) con il pronome adatto, come in questo esempio:

Studio il franceselo studio da alcuni anni.

Completa il testo inserendo le parole mancanti negli spazi vuoti. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio" per controllare se hai risposto correttamente.

1. Prepariamo la cena, prepariamo per tutti. 2. Il turista fotografa i monumenti, fotografa da vicino. 3. Anita prepara il caffè, prepara con cura. 4. Marta compra le mele, compra al mercato. 5. Paolo conosce i miei fratelli, conosce da molto tempo. 6. Non bevo spesso il vino, bevo solo nelle occasioni speciali. 7. Marco ripassa la lezione, ripassa insieme a me. 8. Silvia porta le caramelle, porta per i bambini. 9. Noi prendiamo l'autobus, prendiamo per andare in centro. 10. Fabio mangia la pizza, mangia tutte le domeniche.

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Commenti [24]

  1. Nunzia scrive:

    Salve prof. Anna mi chiamo Nunzia ho trovato questo sito per caso è sono davvero contenta che c’è qualcuno che possa risolvere i miei dubbi grammaticali ne ho uno sul uso dell’ausiliare,come si dice “le gocce di pioggia avevano cominciato a cadere” o “le gocce di pioggia erano cominciate a cadere”? E’un dubbio che mi tormenta! Lo stesso vale anche per questo: se il soggetto è una donna si dice “mi avevano avvertito di stare lontano dalla villa”o mi avevano avvertita di stare lontana dalla villa? stammi lontana o stammi lontano? Grazie in anticipo!

  2. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    Questa volta solo ho commesso un’errore con la settima frase e quando ho cliccato sul “correga la lezione”, capivo che sia “la lezione, invece “le lezione” come ho compito. Ma come mai Lei sa, che preparo il caffè con cura? ( frase 3). Coinzidentale è vero e ho cercato sul’internet al cafèmacchina con quello si preparare diversi arti cafè italiano e come si deve prepararlo veramente bene còme una professionalista, perché ne voglio. Dal inizio della vita mia al fina mia quinta età, avemmo abito in diretta vicino di una fabbrica che ha prodotto un café veramente gustoso, con questo veramente famoso per i abitanti di Rotterdam. Ad un certo punto, questa fabbrica ne ha smesso ed è diventato un museo, perché è un edificio molto bello ed è venuto sulla lista monumentale. La più grande parte di abitanti di Rotterdam ed anche chi siano traslocato alle altre città, hanno mancato questa café, così, che un’altra fabbrica famosa in Paessi Bassi, ha avuto il permesso di copiare esattamente il ricetto del café con lo spesso nome ed con questo abbiamo tutti riavuto il “nostro gusto e aroma dello café. Ance la stessa marca ed tipo sta sul pacchetto anche ora ancora. Questo edificio vede anch’ora moderne, non solo di fuori, ma anch’ intero. È construito così, che sia luminato veramente bene e bello da natura. Chiunque chi hanno abito a Rotterdam sanno su quella fabbrica scrivo. Anche il sapore è unico ed speciale. Molte persone che viaggano in estero prendono questa marce con se, perché altrimente ne noi manco troppo. Se cerchiamo nostri parenti chi vivono ora in estero, prendiamo un pacchetto di café per regolarlo. se vengo in Italiia, Lei regolo anche uno pacchetto; Lei promesso e faccerò!
    Spero di aver scritto un articolo interessante sul pezzo della cultura di Rotterdam, chiuso questo commento con saluti cordiali dal Olanda
    Anita

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anita, grazie per il tuo contributo, come al solito è molto interessante!
      Un saluto
      Prof. Anna

  3. maria scrive:

    Ancora senza errori. Sono perfetta!! (Ahem)

  4. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    Mi piace che miei contributi siano molto interessante e di buon grado li continuerò di scrivere così, ma ne scriverò secondo la verità e un combinazione che diventa il mio contributo interessante é anche per me un piace. Anche se io veda come grande il mio vocabolario è diventato nel frattempo.
    Con saluti cordiali dal Olanda
    Anita

  5. rino scrive:

    Studio gli esercizi, “li” studio tutti:-)

    • Zanichelli Avatar

      Molto bene Rino!
      A presto
      Prof. Anna

  6. rino scrive:

    Mi sto appassionando alla grammatica italiana, ache se la trovo strana:-)

  7. Rino scrive:

    Che paura! le ho risposte in maiuscolo, mi dava errore.

  8. Rino scrive:

    Non mi sono accorto delle virgole; (male)

  9. Mattia scrive:

    Bel test Nessus errors domani avrò una verifica

    • Zanichelli Avatar

      Caro Mattia, in bocca al lupo!
      A presto
      Prof. Anna

  10. dalit scrive:

    ?

  11. SC scrive:

    Bello di poter fare esercizi online!

  12. 1)”Trovarcisi molto male”
    2)”Trovarsici molto male”
    3)”Loro si troveranno in quel luogo senza avere la percezione razionale di trovarvicisi”

    …Coniughiamo le prime tre persone: Io mi ci trovo molto male. Tu ti ci trovi molto male. Lui / lei ci si trova molto male. Alla terza persona il ci precede il si, mentre nella prima e seconda persona è posto dopo i pronomi. L’inversione dell’ordine dei pronomi (ci è un pronome, non un avverbio, per quanto abbia la funzione di indicare un luogo) alla terza persona è dovuta probabilmente alla concorrenza di una struttura simile, che ha avuto il sopravvento. Su “lui si ci trova” ha influito la forma corrispondente a “trovarsi”, ovvero il procomplementare “trovarci” in cui “ci” fa parte del verbo stesso e “si”, che in “trovarsi” invece è parte integrante del verbo, ha una funzione intensiva. Anche all’infinito quindi è evitata la forma che dovrebbe essere regolare, “trovarsici”, in favore di quella analoga ai verbi con ci, quindi “trovarcisi’ . Ergo, la sequenza corretta, l’unica accettata nell’italiano standard di oggi è “ci si”, e quindi “trovarcisi”; dunque bisogna dire e scrivere “Ci si trova molto male”. L’ordine opposto (si ci  trova molto male) si trova solo nell’uso popolare (ed è da considerare scorretto) e non escludo, quindi, che “si ci” rimanga ancora oggi come regionalismo popolare siciliano o al massimo meridionale… Un esempio, tratto da un’intercettazione di due malavitosi della provincia di Palermo: “Allora Vicè, fagli sapere se lui si ci può mettere”. Tuttavia, la locuzione verbale “trovarsi male”, con l’aggiunta del pronome “ci” con funzione di luogo (“lì”, “qui”, ecc…), ha il significato di “non sentirsi a proprio agio in una certa situazione, in un determinato luogo o in compagnia di qualcuno” o “Stare in un certo modo”: e cioè “Trovarsi molto male in questo o in quel luogo”. Per quanto riguarda la terza frase, c’è il clitico “vi” di troppo. Nella frase il verbo è il pronominale “trovarsi” ed è accompagnato dal locativo “ci” che sta per “lì”; quindi scriveremmo:”Loro si troveranno in quel luogo senza avere la percezione razionale di trovarcisi (=trovarsi lì)”. Ovviamente, in questa frase, possiamo scegliere se usare “ci” o “vi” perché, se utilizzati con funzione di indicare un luogo, sono intercambiabili, si possono utilizzare nello stesso modo, con lo stesso significato.

    Penso sia tutto corretto.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Filippo Maria, è tutto corretto.

  13. Daniele scrive:

    Salve,
    Vado al punto:
    Mi verrebbe da dire: “Non mi ha guardato per tutta la riunione. E a te?” pur sapendo che il verbo “guardare” usa e sta usando un complemento/pronome diretto.
    È corretto dire “a te” usando la preposizione “a” o è un mio errore? Nel caso la forma fosse corretta, qual è la regola che lo giustifica?
    Ringrazio in anticipo per la gentile risposta

    • Zanichelli Avatar

      Caro Daniele, il verbo “guardare” può essere usato anche intransitivamente con diversi significati, uno dei quali è “rivolgersi con la mente, far riferimento” (ho sempre guardato a lui come a un amico), in questo caso però il significato è “rivolgere lo sguardo verso qualcuno”, ma poiché nella domanda il verbo è sottinteso e viene espresso il complemento da solo (a te) usare il complemento indiretto (cioè con preposizione) sembra porre con più forza l’attenzione sul destinatario dell’azione espressa dal verbo, ma sarebbe grammaticalmente più corretto usare il complemento diretto (e te, ti ha guardato?).
      Un saluto e a presto

  14. 1)”Mi sarebbe dispiaciuto portarlo dal veterinario”

    Il verbo non è il pronominale “dispiacersi”, ma “dispiacere”, con il significato di “Recare dolore, afflizione, molestia”, e l’ausiliare è “essere” e non “avere”: *”Mi avrebbe dispiaciuto…”. In più, il “mi” è un pronome con valore di complemento di termine (“a me”), e non parte integrante del verbo che, come ho detto, non è un pronominale, bensì l’irregolare “dispiacere”.

    Immagino sia corretto…

    • Zanichelli Avatar

      Caro Filippo Maria, si tratta della forma intransitiva pronominale “dispiacersi” (provare rincrescimento, dispiacere, rammarico), l’ausiliare è “essere”.

      • Professoressa, ma non dovrebbe essere il verbo “dispiacere”, e non “dispiacersi”? d’altronde nella coniugazione del verbo “dispiacere” alla terza persona v’è “lui/lei sarebbe dispiaciuto/a” (e in questo caso + “mi”, e cioè “a me”). Mentre in quella di “dispiacersi” v’è “lui/lei si sarebbe dispiaciuto/a”… Spero di essermi spiegato bene, professoressa…

        • Zanichelli Avatar

          Caro Filippo Maria, sì hai ragione. Perdona la svista.

  15. Dafne scrive:

    “Alcuno”:

    Come pronome indefinito al plurale indica un numero indeterminato, limitato e circoscritto di persone o cose: “Alcuni ritengono che sia opportuno tacere”, frase in cui “alcuni” può riferirsi ad un insieme di persone di genere maschile e femminile insieme oppure di genere maschile solamente. Al contrario, se dicessi “Alcune ritengono che sia opportuno tacere”, allora con “alcune” faremmo rifermento ad un gruppo di persone di genere femminile. In finale, il maschile generico, detto anche sovraesteso o non marcato, serve, soprattutto al maschile plurale (“Alcuni” ne è un esempio al maschile plurale), e convenzionalmente nella nostra lingua, per indicare una collettività composta da generi diversi per indicare sia uomini che donne: “Tutti gli studenti, tutti i professori, tutti i colleghi, alcuni bambini, ecc.”. In parole povere, il maschile al plurale, per convenzione, è una forma omnicomprensiva, valida cioè per il maschile come per il femminile. Per chiarire questo concetto basti pensare alle norme grammaticali che appartengono alla lingua.  
    Per esempio l’Italiano prevede, nel riferirsi ad un gruppo di persone, che si usi il femminile solo ed esclusivamente se ogni persona che quel gruppo compone è di genere femminile; altrimenti è necessario usare il maschile (plurale nella maggior parte dei casi) anche se vi è una sola persona di genere maschile.

    Penso sia corretto

    • Zanichelli Avatar

      Cara Dafne, è corretto.

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