Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, come prima cosa oggi prenderemo in esame un uso particolare del modo congiuntivo, dopodiché vedremo come si comporta il modo imperativo quando è accompagnato dai pronomi diretti e indiretti.
Buona lettura!
Prof. Anna
CONGIUNTIVO ESORTATIVO
Come già sapete, l’imperativo ha solo un tempo (il presente) e due sole forme (la seconda persona singolare e plurale: ascolta! ascoltate!); ma per le rimanenti persone (esclusa la prima persona singolare che non esiste) l’imperativo prende a prestito le forme del congiuntivo presente.
Ricordiamo che l’imperativo, e quindi anche il congiuntivo esortativo, si usa per dare un ordine o per invitare, pregare o esortare qualcuno a fare qualcosa.
Dunque useremo il congiuntivo esortativo per la terza persona singolare:
signora, mi ascolti!; Professor Rossi, non si arrabbi!
per la prima persona plurale:
adesso, per favore, ascoltiamo la lezione in silenzio!; ragazzi, non perdiamo tempo!
e per la terza plurale:
facciano ciò che vogliono!; ascoltino quello che ho da dire!
L’IMPERATIVO E I PRONOMI
Vediamo ora come si comportano i pronomi diretti e indiretti quando incontrano un verbo al modo imperativo:
di solito i pronomi personali complemento si trovano prima del verbo (non lo voglio, le piace molto), ma in alcuni casi, come con l’imperativo, sono posti dopo il verbo e si uniscono ad esso formando un’unica parola.
Vediamo insieme alcuni esempi:
Parla a me! → Parlami!
Marta, compra il giornale! → Compralo!
Mamma, prendi la borsa! → Prendila!
Luca, finisci i compiti! → Finiscili!
Ragazzi, mangiamo le fragole! → Mangiamole!
Sara, mostrami il tuo disegno! → Mostramelo!
Prendete un po’ di dolce! → Prendetene!
È possibile trovare una frase con un pronome diretto e un pronome indiretto, anche in questo caso i pronomi sono posti dopo il verbo all’imperativo, prima il pronome indiretto e poi quello diretto, come nei pronomi combinati:
Natalia, dà il quaderno a tuo fratello! → Daglielo!
Ragazze, dite a Marco la verità! → Ditegliela!
Parla a me dei tuoi problemi! → Parlamene!
Le forme monosillabiche dell’imperativo raddoppiano la consonante quando sono seguite da un pronome:
Da’ a me il regalo! → Dammelo!
Fa’ a me un favore! → Fammelo!
Sta’ vicino a lei! → Stalle vicino!
Di’ a me la verità! → Dimmela!
Di’ a noi com’ è andata! → Dicci com’è andata!
ATTENZIONE!
Il pronome gli fa eccezione:
sta’ vicino a lui → stagli vicino.
Nella forma negativa dell’imperativo è possibile scegliere dove collocare il pronome, per esempio:
non guardare la televisione! → non guardarla!
Oppure: non la guardare!
Complimenti per il sito !
Fa sempre piacere ripassare la grammatica italiana, soprattutto quando si è all’estero come me.
Saluti.
Luca Mercandetti.
Ciao Luca, un saluto anche a te!
Prof. Anna
scusi, ma sbagliato tutti… bisogno imparare
Cara Iniceia, non ti preoccupare vedrai che con un po’ di esercizio farai meno errori.
Un saluto
Prof. Anna
salve professoressa la ringrazio tanto per queste spiegazione;io sono Marocchina prima non riesco a capire tante cose ma ora con il vosto sito le cose sono cambiate ;vorrei dirla buon lavoro
Cara Chaimaa, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Cara prof. Anna, ho sempre pensato che l’imperativo aveva 5 forme e adesso leggo che l’imperativo a 2 forme e le altre forme sono del congiuntivo. Ho capito bene?
Un saluto, maria
Cara Maria, hai capito bene: l’imperativo ha solo un tempo (il presente) e solo due forme (la seconda persona singolare e plurale), per le altre persone prende a prestito le forme del congiuntivo presente.
A presto
Prof. Anna
Complimenti, e` un argomento molto interessante, mi e` piaciuto molto, i miei allievi hanno sbagliato poco a risolvere il test perche` hanno imparato bene sia l`imperfetto sia i pronomi(diretti, indiretti e combinati).
grazie e di nuovo Complimenti per il sito
Ciao Kamal, grazie per il tuo intervento.
Un saluto
Prof. Anna
Complimeneti per il sito.Sono Argentina e da 5 anni studio italiano `e credo , come Luca, che `e molto importante ripassare la grammatica.
Saluti Prof.Anna.
Silvia
Ciao Silvia, grazie e benvenuta su Intercultura blog!
Un saluto
Prof. Anna
Cara prof.Anna
La ringrazio moltissimo per i suoi ottimi consigli durante tutto l’anno. Io ne sapevo tanto ma ho continuato a scoprire questa magnifica lingua italiana. Mi sono permessa d’indicare il suo sito ad un’amica brasiliana che studia , da sola, l’italiano per incoraggiarla . Buone vacanze.
Cara Elena, grazie a te per la tua gentilezza.
Buone vacanze anche a te.
A presto
Prof. Anna
Cara prof Anna, sono brasiliana e studio l’italiano da 3 anni nella UFMS.
Ripassare la grammatica in questo sito mi fa sempre piacere perchè posso praticare di più.
Grazie per questo sito.
grazie prof. Anna, complementi anche da io. anchio studio italiano da 6 anni ma ancora ci sono tante cose da imparare e il Suo sito mi aiuta tantissimo perche mi da il coraggio di ripassare la grammatica. una cosa difficile per me e’ pronomi diretti e indiretti, gli posso usare ma solo ho imparato e quidi quando voglio insegnargli ci sono dei problemi, la prego di aiutarmi per imparargli bene. la ringrazio ancora per la Sua gentilezza
Cara Negar, grazie per il tuo gentile commento, ti segnalo due errori nel tuo commento relativi proprio ai pronomi: è scorretto “quando voglio insegnargli” ma è corretto “quando voglio insegnarli”; così come non va bene “per imparargli” ma “per impararli”, in questi due casi bisogna usare il pronome diretto “li” in quanto è un complemento oggetto: insegnare cosa? i pronomi (=li); imparare cosa? i pronomi (=li).
Un saluto
Prof. Anna
Uno sbaglio 🙁
cara prof,Anna ”se si hanno le conoscenze giuste ,diploma o non diploma fa poca differenza”vorrei sapere come mai c’e’ ”si” in questa frase.grazie in anticipo.
Caro Abdelmageed, in questo caso la particella “si” è impersonale, la frase ha quindi un soggetto generico.
A presto
Prof. Anna
Carissima
Mi piace rispondere a questo test, ma aveva due errori, dispiace, sto migliorando.
Molto bene Inilceia, continua così!
Un saluto
Prof. Anna
Grazie, sono lieto di leggere finalmente con chiarezza la regola del congiuntivo esortativo. Troppi personaggi e politici in TV ci propinano orribili “Ma se ne andassero…” oppure “ma che si sedessero…” ecc. anziché le forme corrette “Ma che se ne vadano..” e “Ma che si seggano…”.
Cara Anna non ho capito :
Parla a me dei tuoi problemi
PARLAMENE …. perchè al posto dei tuoi problemi ci si mette NE
Grazie
Cara Silvia, il NE in questo caso sostituisce “di questa cosa – di queste cose”, per cui: parla a me di queste cose (dei tuoi problemi).
Un saluto
Prof. Anna
Avrei qualche dubbio. Non riesco a trovare degli essempi di verbi irregolari all’imperativo con la particella ne raddoppiata. Lei potrebbe darmi qualcuno?. E ancora, con il verbo essere all’imperativo si può aggiungere la particella ci? Per essempio passare una frase: essere a casa => siicci!
Grazie mille.
Cara Elisabetta, per esempio con il verbo DARE: danne!; con il verbo FARE: fanne!; con DIRE: dinne!; per quanto riguarda la seconda questione “siicci” non è corretto, ma “siici!” è corretto. Una correzione: nel commento mi scrivi: “Lei potrebbe darmi qualcuno?”, la frase non è corretta, è meglio dire: “potrebbe darmene qualcuno”.
A presto
Prof. Anna
bravaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
esercizio
fai 10 frasi com un verbo impersonale
Caro Oama, ti consiglio di leggere l’articolo “la forma impersonale” e poi provare a scrivere le frasi.
Un saluto
Prof. Anna
Prof.Anna, grazie mille per questo articolo.
Mi scusi, ho ancora un dubbio.
“Ascolta, altrimenti dovrò ripetere!
Ascolta è in questo caso seconda persona singolare (tu, ascolta).
Quello che vorrei sapere è perché, pur essendo II pers. sing., dice “ascolta” e non “ascolti”. Vedi presente indicativo:
Io ascolto,
Tu ascolti
Egli ascolta
Come mai si usa “ascolta” che appartiene alla terza persona singolare per riferirsi alla seconda persona singolare?
—————
Grazie mille,
saluti
Caro Matteo, in questo caso “ascolta” non è indicativo, ma imperativo, puoi ripassarlo rileggendo questo articolo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=1160
Un saluto
Prof. Anna
salve vorrei sapere una cosa,la frase:
“spero che i vostri sogni diventino realtà” io pensavo fosse imperativo ma sono stata corretta dicendo che invece che è congiuntivo presente.
è vero? o abbiamo ragione entrambi?
Cara Valentina, si tratta di un congiuntivo presente.
A presto
Prof. Anna
Dando del lei al sig. Giacomo…”Vede Giacomo non è così la faccenda… “Veda Giacomo non è così la faccenda”. Qual è la differenza fra, in questo caso, l’indicativo presente e il congiuntivo esortativo? E quale bisognerebbe utilizzare? E perché?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la forma corretta è “vede Giacomo”, cioè l’indicativo, in quanto non si tratta di un’esortazione come nel caso per esempio di: “signora, mi ascolti!”.
Un saluto
Prof. Anna
E’ un congiuntivo esortativo “signora, mi ascolti!”. Dando del lei, usando “guardi”, come punto di inizio in una conversazione (fra un politico e un giornalista), perché dovrebbe essere corretto? visto che non è un’esortazione o un invito a fare qualcosa; diversamente dalla frase “guardi, qui”, in cui è chiara l’esortazione. Quindi non è più corretto utilizzare “guarda”, piuttosto che “guardi”?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, si tratta invece di un invito e quindi è corretto “guardi”, usiamo “guarda” se non diamo del Lei.
Un saluto
Prof. Anna
Dando del lei al sig. Giacomo…”Vede Giacomo non è così la faccenda… “Veda Giacomo non è così la faccenda”. Qual è la differenza fra, in questo caso, l’indicativo presente e il congiuntivo esortativo? E quale bisognerebbe utilizzare? E perché?
La sua risposta “Caro Rico, la forma corretta è “vede Giacomo”, cioè l’indicativo, in quanto non si tratta di un’esortazione come nel caso per esempio di: “signora, mi ascolti!”.
Il mio dubbio “E’ un congiuntivo esortativo “signora, mi ascolti!”. Dando del lei, usando “guardi”, come punto di inizio in una conversazione (fra un politico e un giornalista), perché dovrebbe essere corretto? visto che non è un’esortazione o un invito a fare qualcosa; diversamente dalla frase “guardi, qui”, in cui è chiara l’esortazione. Quindi non è più corretto utilizzare “guarda”, piuttosto che “guardi”?
La sua risposta “Caro Rico, si tratta invece di un invito e quindi è corretto “guardi”, usiamo “guarda” se non diamo del Lei.
Nelle due risposte ci sono indicazioni differenti, quindi qual è la forma corretta da utilizzare?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, le forme corrette sono quelle che ti ho indicato: “vede Giacomo” è un indicativo, la forma si è così cristallizzata; mentre “guardi” è congiuntivo esortativo, in entrambi i casi stiamo dando del Lei.
Un saluto
Prof. Anna
L’indicativo del verbo “trovare”: io trovo, tu trovi, egli trova, noi troviamo, voi trovate, essi trovano. Il congiuntivo: che io trovi, tu trovi, egli trovi, noi troviamo, voi troviate, essi trovino… Dunque, dando del lei a una persona… 1.”La pila, la trova in quella ferramenta…” Il verbo “trova” è un indicativo… 2. “La pila, la trovi in quella ferramenta…” nella frase 2, il verbo “la trovi” può essere utilizzato dando del lei a una persona? visto che corrisponde alla terza persona del congiuntivo “che egli trovi”… perché c’è questa differenza: sempre dando del lei a una persona, “guarda, qui” “guarda come terza persona dell’indicativo”, perché al posto di guarda, dovremmo utilizzare “guardi” congiuntivo? Cioè, (stando alla frase)”la trova”(indicativo) è corretto dando del lei a qualcuno, mentre (in relazione alla frase “guarda, qui” (indicativo) non è corretto dando del lei a qualcuno; e così anche per i congiuntivi “la trovi” (in riferimento alla frase) non è corretto dando del lei a qualcuno, mentre “guardi” (in riferimento alla frase) è corretto dando del lei a qualcuno… Qual è la differenza?
Distinti saluti
RIco
Caro Rico, non è possibile nella frase 2 usare “la trovi” dando del Lei, perché in questa frase il congiuntivo non sarebbe corretto, non è necessario; usiamo il congiuntivo “guardi” per la terza persona formale perché l’imperativo non ha la terza persona e quindi dobbiamo ricorrere al congiuntivo per le terze persone.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno,
vorrei chiedere come rispondo a questa frase :
– Mario , Non …………. a Ali Tardi. (telefonare- telefona-telefoni)
Mettendo in considerazione che la frase finsice con punto fermo e pare che sia indicativo , ma vedo che la frase esprima dell’imperativo .
Grazie a Voi .
Caro Sayed, “Tardi” dovrebbe essere scritto con la minuscola (tardi), comunque la frase dovrebbe essere “Mario, non telefonare a Ali tardi”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna,
ho una domanda, per favore, al Suo esempio: Fa’ a me un favore. —-> Fammelo!
È possibile di dire: Fammene uno!?
Tante grazie. Un saluto
Clara
Cara Clara, la frase che mi scrivi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna,
Sono straniera e ancora non riesco a capire tante cose, ma vorrei sapere come si usa il pronome quando si usa il Lei in maniera di cortesia (sia maschile o femminile) Ad esempio è corretto : “Vorrei dirle” sia maschile o femminile ? Un saluto e Grazie.
Cara Maria, la forma di cortesia Lei si usa sia per il maschile che per il femminile, quindi è corretta la frase “vorrei dirle” rivolto sia a un uomo che a una donna.
A presto
Prof. Anna
Molto bene
Buona sera Prof Anna, come mai l’imperativo non ha la prima persona? Inoltre avrei un dubbio che vorrei chiarire: lei ha scritto che l’imperativo, a parte la seconda persona, nelle restati prende la forma del cong presente. Però se non sbaglio in quinta persona la forma è sempre al prsente.Ascoltate, fate, mangiate etc etc. la ringrazio e attendo risposta, buona serata.
Caro Stefano, la prima persona non esiste perché si presume che non si diano ordini a se stessi; l’imperativo, come è scritto nell’articolo, ha le seconde persone (singolare e plurale), mentre per le restanti usa le forme del congiuntivo (signora, mi ascolti!), le forme che tu mi scrivi “fate!”, “ascoltate!”, “mangiate!” sono forme dell’imperativo alla seconda persona plurale.
Un saluto
Prof. Anna
Gentilissima prof.,
torno spesso a darle fastidio ma un´altra questione le porrei vista la sua professionalità, accolgienza e pazienza. Nelle frasi: ” bruci la città e crolli il grattacielo” tratte dalla canzone di Irene Grandi, Bruci la città, i due verbi debbono considerarsi imperativi o come congiuntivi esortativi o possono idifferentemente definirsi o l’uno o l’atro? Situazioni analoghe, di ambiguità per me, sono questi altri tre esempi. i primi due presi dalla grammatica della Treccani on line e l’ altro dalla grammatica di Serianni, Della Valle, Patota.
Se ne vada immediatamente! Sia buono, mi dia una mano! ( conginutivi per la Treccani)\ Si allontani un attimo ( imperativo per gli autori). Per me i primi due della canzone sono congiuntivi, gli altri imperativi ma avrei qualche problema a dire il perché.
Nel ringraziala mi auguro di essere stato chiaro. Aspetto con la dovuta impazienza la sua risposta.
Roberto
Caro Roberto, da un punto di vista formale sono tutti congiuntivi esortativi, il congiuntivo esortativo esprime le stesse cose che esprime l’imperativo (un ordine, un’esortazione, un invito) e si usa per quelle persone che l’imperativo non ha.. Per quanto riguarda le frasi “bruci la città e crolli il grattacielo” esprimono principalmente un desiderio, si tratta infatti di un congiuntivo desiderativo che quando è al presente indica che quel desiderio è percepito come realizzabile, mentre quando è all’imperfetto indica un desiderio che ha meno o nessuna probabilità di realizzarsi. Spero di aver chiarito i tui dubbi.
A presto
Prof. Anna
Cara prof.,
La ringrazio della risposta e della precisazione sul cong. desiderativo, ma io per primo insegno agli studenti l’imperativo formale, come del resto tutti i libri riportano, e quando scorgo una grammatica italiana o un libro di grammatica o manuale per stranieri, vedo pubblicate tutte le voci verbali dell’imperativo. Allora le vorrei chiedere se è corretto che uno studente impari che da un punto di vista grammaticale venga è un imperativo, studente sia italiano sia straniero.
La ringrazio
Roberto
Caro Roberto, è necessario spiegare che formalmente come modo verbale l’imperativo manca di alcune persone e che quindi per la terza persona singolare, la prima persona plurale e la terza persona plurale il congiuntivo fa le veci dell’imperativo.
A presto
Prof. Anna
Quindi si potrebbe dire che la 3°singolare e plurale e la prima plurale formalmente sono dei congintivi ma pragmaticamente, da un p.d,v. dell’ atto comunicativo, sono degli imperativi e per questo si possono sovrapporre nella frase -Se ne vada immediatamente- sia un’analisi formale ( congiuntivo esortativo), sia pragmatica (imperativo). Sarebbe un errore dell’ insegnante quello di non correggere uno studente che dicesse che andarsene, nella frase sopra citata, è un imperativo?.
La ringrazio di cuore e spero di essermi spiegato al meglio.
Roberto
Caro Roberto, non credo sarebbe un grave errore, perché lo sudente in questione dimostra così di aver capito qual è lo scopo comunicativo di quella forma verbale ma l’insegnante dovrebbe verificare se per lo studente è chiaro che l’imperativo in quanto tale ha solo due forme e per le rimanenti prende in prestito le forme del congiuntivo presente che in questi casi prende il nome di congiuntivo esortativo.
A presto
Prof. Anna
Chiedo scusa! vorrei una delucidazione su un dubbio che mi attanaglia. In un commento su fb,ho scritto questa frase, e qualcuno mi ha detto che avrei dovuto usare il congiuntivo (aggiungessi) :”…in effetti Mario, per evitare equivoci, bastava che nella domanda, aggiungevi che non si trattava di una parolaccia offensiva”. volevo sapere quale sarebbe la forma piu corretta. Ringraziando anticipatamente,le porgo i miei saluti.
Caro Fabio, dopo l’espressione “basta che” è necessario il congiuntivo.
A presto
Prof. Anna
Cara professoressa. Utilissimo il suo blog, la ringrazio. Ho un grosso dubbio. E’ proprio scorretto l’uso dell’imperativo in una una frase come “Voglio che ripeti la domanda”? L’intenzione espressa da questa frase, non potrebbe intendersi come un esplicito ordine, quindi imperativa? So che l’uso del Congiuntivo esortativo “Voglio che tu ripeta la domanda” sarebbe più corretto, ma non mi comunica la stessa perentorietà. Almeno a livello colloquiale (dove tante sottigliezze sono espresse anche dalle espressioni facciali o corporali per esempio) sarebbe proprio un errore da GUANCE ROSSE per la vergogna uscire con una frase del genere? la ringrazio.
Cara Cristina, nella frase “voglio che ripeti”, “ripeti” non è imperativo ma è indicativo, il verbo “volere” tuttavia regge il congiuntivo (che non è un congiuntivo esortativo), quindi, in questo caso, usare l’indicativo al posto del congiuntivo sarebbe un errore.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie professoressa… molto chiaro e preciso!
Bellissimo sito, complimenti! C’è molto bisogno di difendere la lingua italiana s ricordarne a tutti noi usi e regole. Spesso, tra l’altro, un sito siffatto, risponde a interrogativi causati da una memoria labile… Mi riferisco, in particolare, ai vecchietti come me.
Continuate così! Buon lavoro e grazie infinite!
Una nonna che sarebbe molto felice che da adulti i suoi nipotini leggessero e parlassero un buon italiano… perché parlare bene è spiegare bene e capire bene!!!
Cara Nonna Rosa, benvenuta su Intercultura blog! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Bellissimo sito, complimenti! C’è molto bisogno di difendere la lingua italiana s ricordarne a tutti noi usi e regole. Spesso, tra l’altro, un sito siffatto, risponde a interrogativi causati da una memoria labile… Mi riferisco, in particolare, ai vecchietti come me.
Continuate così! Buon lavoro e grazie infinite!
Una nonna che sarebbe molto felice che da adulti i suoi nipotini leggessero e parlassero un buon italiano… perché parlare bene consente di spiegare bene e capire bene!!!
Bellissimo sito, complimenti! C’è molto bisogno di difendere la lingua italiana s ricordarne a tutti noi usi e regole. Spesso, tra l’altro, un sito siffatto, risponde a interrogativi causati da una memoria labile… Mi riferisco, in particolare, ai vecchietti come me.
Continuate così! Buon lavoro e grazie infinite!
Una nonna che sarebbe molto felice che da adulti i suoi nipotini leggessero e parlassero un buon italiano… perché parlare bene consente di spiegare bene e capire bene!!! E la comprensione è la base di buoni rapporti interpersonali…
ciao prof Anna,
sono felice quando scrivo a te la mia domanda e sono piu felice quando ricevo la risposta.
vorrei sapere una cosa non la capisco da tanto tempo, ( hai dato i soldi ai bambini?). si glieli ho dati … glieli do.
– hai visto queste donne ? si le ho visto…. glie hai dato le sue cose? si gliele ho date.
me le correggi per favore.
grazie
anche con il pronome( lei ) se voglio dire ( ho dato il regalo a lei ) posso dire ( glie ho dato il regalo ) e (glielo ho dato). ?
grazie
Caro Omar, se voglio dire “ho dato il regalo a lei” dovrò dire: “glielo ho dato”. “Glielo ho dato” (gliel’ho dato) può significare: “ho dato questa cosa a lui”, “ho dato questa cosa a lei”, “ho dato questa cosa a loro”.
Un saluto
Prof. Anna
Caro Omar, la risposta corretta alla domanda: “hai dato i soldi ai bambini?” è: “sì, glieli ho dati”; mentre la domanda corretta per la risposta “sì, glieli do” è al presente. Sono corrette le frasi: “hai visto queste donne?”, “sì, le ho viste”; “gli (a lui) hai dato le sue cose?” oppure “gli (a loro) hai dato le loro cose”, “sì, gliele (a lui, a lei o a loro) ho date”. Per ripassare i pronomi combinati, ti consiglio questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2011/03/24/i-pronomi-combinati/.
A presto
Prof. Anna
dove e la prof Anna?
spero che stare bene e non succede male a lei per sempre.
Caro Omar, sto benissimo!
Grazie per l’interessamento.
A presto
Prof. Anna
cara prof. Anna, come sta?
spero di stare bene.
e per favore voglio sapere se sono giuste queste frasi o no.
– mi arrivano tutte le tue parole che mi vuoi dire.
– mi sono arrivate tutte le tue parole che mi avresti detto.
– mi e arrivata ogni tua parola che mi avresti detto.
– mi sono arrivati tanti messaggi.
– mi e arrivata la tua idea.
grazie mille e aspetto la sua risposta
ti voglio bene .
Caro Omar, ecco le tue frasi corrette: – mi arrivano tutte le parole che mi vuoi dire; – mi sono arrivate tutte le parole che mi avresti detto; – mi è arrivata ogni parola che mi avresti detto; – mi sono arrivati tanti messaggi; – mi è arrivata la tua idea.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
gentile prof.Anna,
e giusto dire;
-appena saro laureato ti raccontero.
– appena mi saro laureato ti raccontero.
– quando mi saro svegliato mi faro la barba.
-quando saro svegliato mi faro la barba.
grazie cara mia.
Caro Omar, è giusto dire: -appena sarò laureato ti racconterò; – appena mi sarò laureato ti raccontero; – quando mi sarò svegliato mi farò la barba.
-quando sarò svegliato (da qualcuno?) mi farò la barba.
Un saluto
Prof. Anna
cara prof,Anna.
scusa mi tanto se ti chiedo una spiegazione alla differenza fra queste frasi simili. o tutte sono simili e non ce diversita fra le ?
grazie.
Caro Omar, le prime due frasi hanno lo stesso significato, nella prima viene usato l’aggettivo “laureato”, nella seconda il verbo “laurearsi”; nella terza frase il verbo è “svegliarsi”, mentre nell’ultima frase viene usata la forma passiva di “svegliare”, quindi il significato è diverso rispetto alla terza: “quando io sarò svegliato (=verrò svegliato da qualcuno)”.
Un saluto
Prof. Anna
cara prof Anna.
quando saro svegliato
quando mi saro svegliato .
-ala forma della prima frase forse qualcuno che mi sveglia?
– e la seconda frase l azione verra senza l aiuto di nessuno?
scusa mi se non capisco velocemente e mi dispiace che non trovo l occasione di praticare la lingua con nessuno.
Caro Omar, bravo, hai capito perfettamente la differenza tra le due frasi.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Buongiorno,
a parziale integrazione del post di Elisabetta del 7 maggio 2012 sono a chiarire i seguenti dubbi:
1) se esiste siici, esiste anche siilo? Esempio: “Vuoi essere coerente? Siilo fino in fondo. La frase proposta è corretta?
2) Le forme “raddoppiate” con ne dell’imperativo con i pronomi sono le seguenti: “dinne”, “danne”, “fanne”, “stanne”, “vanne”?L’elenco proposto è esaustivo?
Saluti.
Caro Jacopo, 1) sì, la frase è corretta; 2) direi che l’elenco è esaustivo.
Un saluto e a presto
Buongiorno Prof Anna,
nei versi del II canto dell’Iliade, Tersite rivolgendosi agli Achei dice :
[v 235] Ah poltroni, brutti vigliacchi, Achee non Achei,
[v 236] a casa, sì, sulle navi torniamo, lasciamo costui
[v 237] qui, a Troia, a digerirsi i suoi onori, che veda
[v 238] se tutti noi lo aiutavamo o no.
Potremmo definire i verbi ” torniamo” e ” lasciamo” dei congiuntivi esortativi?
Grazie della sua cortese risposta e complimenti per il sito che ho appena scoperto.
Caro Clam, la tua ipotesi è corretta.
Se hai altri dubbi o domande non esitare a scrivermi.
Un saluto e a presto
Grazie Prof Anna,
tenevo a ringraziarla per la sua gentile e rapida risposta.
Adesso che ho scoperto il suo sito, sarà un vero piacere porle delle domande in merito ai dubbi che posso avere.
Le auguro un’eccellente serata.
A presto allora!
È giusto usare il congiuntivo presente con la funzione di congiuntivo esortativo?
“che gli dica la verità!”
“che dica la verità al nonno!”
“che si prenda le sue responsabilità!, etc.
…Scorretto, anche se sempre più diffuso nel parlato e negli scritti meno formali, l’uso del congiuntivo imperfetto con la funzione di congiuntivo esortativo al posto del congiuntivo presente, in origine tipico del parlato centromeridionale:
“che gli dicesse la verità!”
“che dicesse la verità al nonno!”
“che si prendesse le sue responsabilità! etc.
“Stesse attento che non incriminano lui”, in realtà sarebbe “Stia attento che non incriminano lui”.
Esatto?
Caro Giuseppe, è esatto, tuttavia il congiuntivo imperfetto non è del tutto scorretto, è da evitare nella lingua scritta e nel parlato formale.
Di nuovo, mentre “Facciano quello che vogliono” e “Pensino quello che vogliono” è un congiuntivo esortativo, giusto?
Caro Giuseppe, esatto.
“Non mi vengano a dire che siamo egoisti (negli scritti meno formali, l’uso del congiuntivo imperfetto “venissero”)”;
Analisi del periodo: “Non mi vengano a dire”, proposizione indipendente con il congiuntivo esortativo, esprimente un ordine; “che siamo stati egoisti”, subordinata oggettiva all indicativo retta dalla proposizione indipendente con il verbo “dire”, il quale richiede l indicativo nella dipendente (“che siamo egoisti”).
Esatto?
Caro Giuseppe, è esatto.
“siatene felici!” è corretto, vero? è un congiuntivo esortativo, esprimente penso esortazione.
Cara Elena, è esatto.
Espressioni che ammettono il congiuntivo:
“fa ridere che”; “Fa ridere che sia caduto”
“ci stava che”; “Ci stava che cadesse”, “Ci sta che sia caduto”.
Esatto.
Ricordiamo che l’imperativo, e quindi anche il congiuntivo esortativo, si usa per dare un ordine o per invitare, pregare o esortare qualcuno a fare qualcosa:
1-Risponda alle domande!
2-Dica le cose per come stanno!
Corretto?
Caro Giuliano, è corretto.
“Che non diventi un abitudine!” è un congiuntivo esortativo, se non sbaglio…
Caro Mario, non sbagli.
1″(che) Non si dica che io sia (ma anche “sono”) cattivo!”
…il primo “che”, il quale può essere anche sottinteso, introduce un congiuntivo esortativo e di conseguenza usiamo il congiuntivo presente “dica”: “(che) Non si dica…”; mentre il secondo “che” (“…che io sia/sono) introduce una subordinata oggettiva, retta dal verbo “dire” (“dica”=”Non si dica…”) della reggente, al congiuntivo presente “sia” in quanto il verbo “dire” è preceduto dalla negazione “non” (“-che- Non si dica che…”) quindi è possibile il congiuntivo perché i verbi che usano regolarmente l’indicativo (come “dire”=”dica”) possono tuttavia ricorrere al congiuntivo se la reggente è di significato negativo (“-che- NON si DICA che…”). Al contrario, lo è anche l’indicativo “sono” (“…che io sono cattivo!”) sempre perché retto dal verbo “dire”, nonostante sia presente la negazione “non”. Tuttavi, tra le due opzioni preferisco il congiuntivo presente “sia”: e quindi “Che non si dica che io SIA cattivo!”.
Penso sia giusto
Caro Mario, è corretto.
lo faccia presente a chi di dovere, non è compito mio smaltire la corrispondenza altrui, la riporti indietro, la butti o la infili dove meglio creda ma cortesemente non la metta nella mia cassetta.
mi contestano il credA, affermando sia corretta la forma credE.
Vorrei un terzo parere se possibile.
La ringrazio.
Caro Gio, in questo caso il congiuntivo non è necessario, puoi usare l’indicativo “crede”.
Un saluto
Gli esercizi sono stati un buon aiuto. Grazie
Caro Mauro, mi fa molto piacere. Per qualsiasi chiarimento, non esitare a scrivermi.
A presto
Grazie prof Anna, la mia prof mi ha dato questo sito per svolgere i compiti, è da lì non me ne separo
Cara Ginevra, se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
QUESTI ESECIZI MI SEMBRANO MOLTO INTERESSANTI. SEMPRE C’E QUAL COSA DI IMPARARE. HO VISTO CHE I VERBI MONOSILLABICI RADOPPIANO LA CONSONANTE AL IMPERATIVO. TANTE VOLGTE AL PARLARE UNO LO FA, PERO LA SCRITTURA É DIFFICILEPER NOI DI LENGUA SPAGNOLA, E BISOGNA ESSERE ATTENTI ALLE REGOLE DI GRAMMATICA
Cara Virginia, benvenuta! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Esortativo:
1)Ragazzi, uscite senza far casino! (intendendo sia maschi sia femmine)
2)Signori, cercate di ascoltarmi! (intendendo sia maschi sia femmine)
…Il plurale maschile “signori”, stesso discorso per “ragazzi” e simili, può anche intendersi riferito all’insieme di persone, senza distinzione di sesso. Nel primo caso, con valore esortativo, può intendersi per rivolgersi a persone adulte (all’insieme di maschi e femmine); con valore generico, intendendo figli e figlie assieme e sempre al plurale può indicare maschi e femmine. Anche sportivamente e al plurale intendendo una categoria giovanile comprendente atleti di età variabile a seconda degli sport (sempre all’insieme di maschi e femmine). Mentre nel secondo caso può intendersi riferito all’insieme di signori e signore o sempre al plurale all’insieme di persone, senza distinzione di sesso.
Penso sia giusto
Caro Luciano, è giusto.
1)”Si accomodino!”
2)”Si accomodi!”
3)”Accomodatevi!”
Alla 3a persona, singolare o plurale, non ci si rivolge con ordini (imperativo) ma con desideri, inviti, e perciò non si hanno vere e proprie forme di imperativo bensì di congiuntivo (esortativo) che servono come imperativi (frase 1 e 2). Quindi per svolgere le funzioni dell’imperativo con le altre persone (terza persona singolare, prima e terza persona plurale), si ricorre al congiuntivo presente, detto in questo caso congiuntivo esortativo (come negli esempi da me proposti). Insomma, il congiuntivo esortativo è un segnale di cortesia quando ha la funzione di mitigare l’imperativo: non solo nelle formule burocratiche (voglia gradire, caro segretario, i sensi della mia più alta considerazione) ma anche in comuni richieste e ordini (rimanga ancora un po’ o si accomodi o si accomodino). Per quanto riguarda la terza frase, in queste circostanze, ci si rivolge a più persone, si usa il Voi, seguito dalla seconda persona plurale del verbo (frase 3) ed è anche questa una comunicazione formale. Più antiquato risulta l’uso del Loro, a cui segue il verbo alla terza persona plurale (frase 1). In sintesi, per sollecitare qualcuno a fare qualcosa, nella comunicazione informale si usa l’imperativo, in quella formale si usa il congiuntivo (frase 1 e 2) o, con il Voi, l’imperativo (frase 3). In finale, sia il congiuntivo esortativo e sia l’imperativo servono per esprimere un ordine, un’esortazione e simili. Il congiuntivo esortativo supplisce l’imperativo nei casi di allocuzione di cortesia, cioè quando si dà del Lei a qualcuno che si vuole esortare, dal momento che le forme dell’imperativo in senso stretto sono quelle alla seconda persona singolare e plurale (tu, voi), mentre per le altre tre persone rimanenti, e cioè per la terza persona singolare (necessaria per il Lei) e per la prima persona plurale (noi) e la terza persona plurale (necessaria per il Loro), si adoperano per esprimere l’imperativo le corrispondenti forme del congiuntivo presente, il cosiddetto “congiuntivo esortativo”. Ah, non esiste l’imperativo per la prima persona singolare: non ha infatti alcun senso logico esprimere un comando o un ordine in prima persona a se stessi: infatti l’imperativo è per natura un modo difettivo, dato che non prevede la forma della prima persona singolare. Tuttavia, per la prima persona, quando il parlante vuole rivolgersi a sé stesso può usare o la prima persona plurale del congiuntivo esortativo o la seconda persona singolare dell’imperativo (Carlo, stiamo tranquilli! / Carlo, stai tranquillo!); oppure si può utilizzare il presente indicativo con la funzione di indicare un dovere: “Adesso mi concentro!”. In alternativa, si può creare, retoricamente, un alter ego virtuale, un “altro io”: Adesso concentrati!
Penso sia giusto.
Caro Iacopo, è giusto.