Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi studieremo come si formano e quando si usano i pronomi combinati.
Buona lettura!
Prof. Anna
I pronomi mi, ti, ci, vi, si quando sono seguiti da un altro pronome, cambiano in: me, te, ce, ve, se.
Inoltre le (femminile singolare) gli e loro diventano glie-.
Queste forme possono essere seguite dai pronomi lo, la, li, le, ne, dando origine alle seguenti forme: me lo, te la, se li, ce le, ve ne ecc.
Osservare la seguente tabella:
+ lo | + la | + li | + le | + ne | |
mi | me lo | me la | me li | me le | me ne |
ti | te lo | te la | te li | te le | te ne |
gli | glielo | gliela | glieli | gliele | gliene |
si | se lo | se la | se li | se le | se ne |
ci | ce lo | ce la | ce li | ce le | ce ne |
vi | ve lo | ve la | ve li | ve le | ve ne |
si | se lo | se la | se li | se le | se ne |
Possiamo notare che:
• i pronomi indiretti precedono i pronomi personali diretti (me lo);
• la vocale i di mi, ti, ci, si e vi si trasforma in e, il pronome personale gli prende la vocale e;
• i pronomi combinati si scrivono separati, tranne glielo, gliela, glieli, gliele, gliene.
ATTENZIONE!
⇒ In passato era considerato un errore usare la forma gli alla terza persona plurale, mentre oggi è più usata di loro.
Per esempio: “hai dato da mangiare ai gatti?” “no, non gliel‘ ho ancora dato” ⇒ il pronome personale combinato precede il verbo.
“No, non l’ho ancora dato loro” ⇒ il pronome personale lo precede il verbo, mentre loro lo segue.
⇒ Un pronome diretto o indiretto seguito da si riflessivo, impersonale o passivante non cambia forma e rimane al primo posto: mi si offre una grande opportunità; è una bella casa, la si vende senza difficoltà; gli si rivolse con parole sicere.
Qualche esempio:
– me lo ha detto (= ha detto questo a me);
– te lo ricordo (= ricordo questa cosa a te);
– ve lo affido (= affido lui a voi);
– glielo dirò (= dirò questa cosa a lui, a lei o a loro)
– ve ne ho già parlato (= ho già parlato a voi di questa cosa)
I pronomi personali si possono combinare anche con ci (avverbio di luogo o pronome dimostrativo):
+ mi | + ti | + lo | + la | + ci |
mi ci | ti ci |
ce lo | ce la | non esiste |
+ vi | + li | + le | + si | + ne |
vi ci | ce li | ce le | ci si | ce ne |
Qualche esempio:
– vi ci accompagno più tardi (= accompagno voi in quel luogo più tardi);
– ti ci vedo (= vedo te, immagino te in quel luogo o in quella situazione);
– non ci si crede (= non si crede a questa cosa);
– ce li porto (= io porto in quel luogo loro);
– quanti libri ci sono sul tavolo? Ce ne sono due (= sul tavolo ci sono due libri).
prof Ana, mi puoi aiutare: io no so distinguire quando nelle frasi devo completare con un pronome diretto o indiretto, lo so che devo demandare ai verbi (Che cosa? nel diretto e a chi? nel indiretto)ma, sempre sbaglio
Cara Daniela, la scelta del pronome diretto o indiretto non è facile e necessita di un po’ di esercizio, come dici tu è necessario conoscere i complementi che può reggere il verbo, vedrai che col tempo ci riuscirai.
Un saluto
Prof. Anna
ho sbagliato soltanto due…cmq devo studiare di piu…hehehe!!!!!!! scopro tante cose interesante ( almeno per me). grazie prof Anna!
grande lezioni…grazie prof.Anna
buon giorno
prof ana mi poi aiutare non capisco quasi niente con questi pronomi combinati non lo so quando devo scrivere glielo gliela glieli e gliele grazie erika
Cara Erika, “compro un libro a Marco = glielo compro = compro un libro (lo) a lui (gli)”; “compro una borsa a Marco = gliela compro = compro una borsa (la) a lui (gli)”; “compro dei libri a Marco = glieli compro = compro dei libri (li) a lui (gli)”; “compro delle borse a Marco = gliele compro = compro delle borse (le) a lui (gli)”. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
grazie prof anna.
fino adesso ho capito,ma di esempio se questa persona non e Marco non e maschile che e feminile Marisa allora i pronomi rimangono cosi e non cambia niente grazie.
A presto Erika
Cara Erika, non ho capito bene la tua domanda, puoi farmi degli esempi?
Prof.. Anna
LEI HA CAPITO CHE ALLA TERZA PERSONA SINGOLARE SI PERDE LA DISTINZIONE FRA MASCHILE E FEMMINILE.
Caro Mar, è così ed è infatti segnalato nell’articolo.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof. sono argentina sto studiando e non capisco cuando devo scrivere glielo, me lo te lo etc. che devo rimpiazzare Grazie
Cara Maria, i pronomi combinati sono formati da un pronome diretto e da un pronome indiretto, quindi hanno funzione di complemento diretto e di complemento indiretto: voglio regalare un fiore (complemento diretto) a Luca (complemento indiretto) = voglio regalarglielo: gli = a Luca, lo = un fiore. L’uso dei pronomi combinati è abbastanza complesso, quindi ti consiglio di leggere con attenzione l’articolo e provare a fare l’esercizio, vedrai che piano piano riuscirai a usarli correttamente. Attenzione: non si scrive “cuando” ma “quando”.
Un saluto
Prof. Anna
potrebbe dirmi quando usiamo ogni una di questi cose ?
lo la li le ne
Grazie mille 🙂
Caro Ibrahim, ti consiglio di leggere gli articoli su questo blog: “i pronomi personali diretti” e “la particella ne”, qui viene spiegato l’utilizzo di questi elementi gammaticali, se dopo aver letto questi articoli hai ancora dei dubbi, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Salve
Io ho visogno del suo aiuto,io sono qui in Italia da un anno e non so ancora quando si scrive mi o me o quando una parola finisci con ti o te ad es: prestarti o prestarte o se si dice ti do un consiglio o te do un consiglio
La ringrazio
Cara Maria, il pronome che usi nelle frasi che mi scrivi è TI e si scrive così (ti do un consiglio) anche quando si attacca a un verbo all’infinito, quindi: prestarti; quando questo pronome è seguito da un altro pronome (pronomi combinati) TI diventa TE: te lo – te la – te li – te le. Ti consiglio di ripassare gli articoli che riguardano i pronomi personali diretti e indiretti e poi i pronomi combinati.
Ti segnalo un errore nel tuo commento: si scrive “ho bisogno” e non “ho visogno”.
A presto
Prof. Anna
ho bisogno di un aiuto 6 frasi con te n è
Cara Kiara, ti consiglio di ripassare l’uso della particella NE, comunque una frase potrebbe essere: “mi piace questa torta, te n’è rimasta una fetta?”, prova tu a fare le altre frasi.
A presto
Prof. Anna
6 frasi con te n é
come è corretto: Mi da due chili di cipolle? Si glili do subito o si gliene do subito? Grazie mille
Cara Blancafortuna, la forma corretta è: sì, glieli do subito.
Un saluto
Prof. Anna
Scusi, Prof. Anna.
nella frase: Mi da due chili di cipolle? (sono cipollE) allora sarebbe (seconodo quello che ho capito )
si, glielE do subito. = Le cipolle a Me
Mi può per favore chiarire questa frase?
grazie mille
Andrea
A me. Ma inttendendo il modo formale.
Lei o Lui.
gliele do subito
Caro Andrea, la tua ipotesi è corretta, possiamo usare “le” in riferimento a “cipolle” (accordo a senso), ma sarebbe ugualmente corretto dire “glieli” concordando il pronome “li” a “due chili” (accordo grammaticale).
A presto
Prof. Anna
Bravo! Prof. Anna!
Profesoressa Anna,
tutte le tue spiegazione sono per di più pratiche e utili. Sono argentina, nipote di italiani e sto imparando l’ italiano perché me piace moltissimo.
ti ringrazio molto.
cari saluti
Alicia
Cara Alicia, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
MI e piacuto veramente moltissiimoo questo esercizii ! Ne ho svagliato solo 1 ! Vi saluto a tutti e vi lascio un forte abbracio !Da Buenos Aires 😀 Amooo Laura Pausini !!
Buonasera, si potrebbe dire: Mi ti butto nelle braccia? O anche: I bambini si sono buttati nelle braccia della mamma, allora: I bambini le si sono buttati nelle braccia? Tu ti sei buttato nelle braccia della mamma: Le ti sei buttato nelle braccia? Suona strano, è giusto cosi?
Grazie per il suo aiuto, Angelika
Cara Angelica, la costruzione di questa espressione è “buttarsi nelle braccia di qualcuno”, quindi non sono corrette le frasi: “mi ti butto nelle braccia” ma è corretto “mi butto nelle tue braccia”, non è corretto “i bambini le si sono buttati nelle braccia” ma è corretto “i bambini si sono buttati nelle sue braccia” e non è corretto “le ti sei buttatto nelle braccia” ma è corretto “ti sei buttatto nelle sue braccia” o “ti sei buttato nelle braccia della mamma”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna, Grazie per la Sua risposta. E come sarebbe con l’espressione “avvicinarsi a qualcuno”? Il bambino si è avvicinato troppo al cane : Gli si è avvicinato troppo. O anche: Mi sono avvicinato troppo al cane: Mi gli sono avvicinato troppo? La mia domanda è: come si possono combinare i pronomi riflessivi e i pronomi indiretti. Non trovo una spiegazione da nessuna parte, è proprio una cosa cosi inusuale? Buona giornata e un saluto, Angelika
Cara Angelika, non è possibile combinare i pronomi riflessivi con i pronomi indiretti, quindi la frase “mi gli sono avvicinato troppo” è scorretta; ma è possibile farlo con “si”, quindi la frase “gli si è avvicinato troppo” è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie prof Anna non ho sbagliato nessuna risposta.!!!!!
Vorrei sapere se è corretta l’analisi grammaticale di “procurarceli”: voce del verbo procurare, tempo infinito, preceduta da due pronomi personali. Grazie
Caro Giuseppe, “procurarceli” è voce del verbo procurare, modo infinito, seguito dal pronome indiretto “ci” e dal pronome diretto “li”.
Un saluto
Prof. Anna
cara prof.ssa Anna
Le prego di consigliarmi un sito in cui potrei trovare esercizi sui pronomi combinati e grazie anticipamente
Caro lettore, se fai una semplice ricerca su internet, potrai trovare numerosi esercizi.
Un saluto
Prof. Anna
Egregia professoressa,
ho trovato un caso di pronominalizzazione che non riesco a risolvere da solo.
La versione non pronominalizzata è “La convinco di questa cosa.” “La persuado di questa cosa” Come si farebbe la pronominalizzazione?
LA NE convinco? LA NE persuado? Non mi sembrano giuste.
Grazie in anticipo
Caro GeorG, “la” e “ne” non si possono combinare, quindi in questo caso non è possibile.
A presto
Prof. ANNA
Egregia professoressa
non sono sicuro quale forma e megliora:
Non ci si deve preoccupare di cio.
oppure
Non ci se ne deve preoccupare.
Grazie
Caro Slawomir, la forma corretta è: non ci si deve preoccupare di ciò.
A presto
Prof. Anna
Da questo articolo sembrerebbero corrette le forme “non ce ne si deve preoccupare” e perfino, per quanto strano “non ce se ne deve preoccupare” http://forum.corriere.it/scioglilingua/12-02-2010/nonostante-che-e-non-ce-se-ne-accorge-1475554.html
Caro Valerio, solitamente quando abbiamo “ci”, “ne” e “si”, l’ordine è “ci” + “ne” + “si” = ce ne si.
Un saluto
Ho una domanda, possiamo fare una frase cosi: Io ti presento ai miei genitiori –> Io gli ti presento (gli-ai miei genitori, ti – te stesso) oppure. Io vi presento ai miei direttori —> Io gli vi presento. E possibile?
Cara Iga, le frasi che mi scrivi non sono corrette, i pronomi si possono combinare solo quando il pronome diretto è di terza persona singolare o plurale (lo-la-li-le), come è scritto nello schema.
Un saluto
Prof. Anna
Prof.Anna,mi può dire per favore tutti i pronomi ??grazie!! <3
Cara Natasha, la tua domanda è un po’ troppo generica: quali pronomi ti interessano? Ti consiglio di fare una ricerca sul blog per trovare l’articolo che parla dei pronomi che stai cercando, se poi hai dei dubbi, scrivimi pure.
Un saluto
Prof. Anna
cara prof. anna, grazie!!!!!!
auguri!
Egregia professoressa
non sono sicura quale forma e coretta:
Per quale motivo… oppure
Per che motivo….
Esistono le frasi in cui posso usare per+che?
Posso dire?
1. Che facciamo oggi? e Qale cosa facciamo oggi? il senso e lo stesso?
Qual e la differenza tra che e quale
Grazie
Cara Iga, sia “che” che “quale” sono due aggettivi e pronomi interrogativi: “che” è invariabile; come aggettivo equivale a “quale” ma è più comune nella lingua parlata, come pronome si usa solo in riferimento a cose (per riferirsi a persone si usa “chi”). Per esprimere il pronome interrogativo riferito a cose, l’italiano ha a disposizione tre possibilità: che cosa; cosa; che (che cosa è successo?- cosa è successo? – che è successo?). “Quale” varia nel numero (singolare-plurale), ma non nel genere (maschile-femminile); si usa per formulare una domanda sulla qualità (quali progetti hai?) o sull’identità (di questi libri quali preferisci?). Quindi è meglio dire: “per quale motivo…”, è più comune dire “che facciamo oggi?” o “che cosa facciamo oggi?” o “cosa facciamo oggi?”.
Un saluto
Prof. Anna
Egregia professoressa
non so quando si usa la forma chi?
Chi e solo un pronome interrogativo oppure anche ralativo?
Quale frase e coretta?
Vedo un ragazzo chi mangia.
Vedo un ragazzo che mangia.
Grazie
Cara Iga, nella frase che mi scrivi non è corretto usare “chi”, quindi si dice “vedo un ragazzo che mangia”; “chi” è anche un pronome relativo e significa “colui il quale – colei la quale – coloro i quali – qualcuno che”, si usa soltanto al singolare e con riferimento a esseri animati, per esempio: “chi ha superato l’esame potrà ritirare il certificato”, “chi” unisce in sé la funzione di due pronomi diversi: dimostrativo (colui) + relativo (che- il quale): “chi (colui che) non è d’accordo lo dica”, o indefinito (qualcuno) + relativo (che): “c’è chi (qualcuno che) non è d’accordo con questa teoria”.
Un saluto
Prof. Anna
Egregia professoressa
Si dice:
Vado in club sportivo oppure vado a club sportivo.
Grazie
Cara Iga, meglio dire: “vado in un club sportivo”.
A presto
Prof. Anna
Prof: Anna
Mi chiamo Noemi, sono Argentina e studio la lingua italiana perche ho due nepotine. Una domanda quando si usa la particella NE
Grazie y un abbraccio grande
Cara Noemi, ti consiglio di leggere questo articolo dedicato alla particella NE: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=1930
Se poi hai ancora dei dubbi, non esitare a scrivermi.
Un saluto
Prof. Anna
Prof.Anna non posso capire i pronomi combinati,ma ho sbagliato soltanto due esercisi.-Cosa posso fare ???per aiutarmi.Vivo in Argentina.-Grazie mille Prof.Ana
Cara Maria Teresa, i pronomi combinati sono abbastanza complessi, è necessario fare molti esercizi per imparare ad usarli correttamente.
A presto
Prof. Anna
Proffessoresa Anna, mi sono piaciuto molto il suo blog. Oggi faró l’esame per riuscire il secondo livello! Mi sono stati difficile le particelle Ci e Ne, i pronomi combinati e l’imperativo. Sono cubana. Un saluto, Diana
Car Diana, benvenuta su Intercultura blog e in bocca al lupo per il tuo esame!
A presto
Prof. Anna
Prof.Anna, come se scrive saluti affetuosi di Anna o saluti affetuosi da Anna e perque? Grazie
Cara Daniela, si dice “saluti da Anna”, perché i saluti “provengono” da Anna.
A presto
Prof. Anna
Grazie mille!!!
Cara prof.Anna
Volerci, metterci, si può coniugare in tutti i tempi e modi?
C’è un libro con queste coniugazioni? Non ho trovato niente su questo.
Grazie mille
Saluti
Maria Helena
Cara Maria Helena, “volerci” e “metterci” si possono coniugare in tutti i modi e i tempi, ti consiglio di leggere questo articolo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=3036
A presto
Prof. Anna
Cara prof.Anna
Comme devo dire: Le ringrazio o La ringrazio (formale per uomo)e per donna? Lo stesso?
Grazie mille
Saluti
Maria Helena
Cara Maria Helena, è corretto dire: “La ringrazio”, formale per il maschile e per il femminile.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof.Anna
Io so che ci sono alcuni verbi che usano come ausiliare: ESSERE ed AVERE.Come: È/ha sceso(scendere)- è/ha vissuto(vivere)-è/ha corso(correre)-è/ha finito (finire)
1-Siamo scesi dall’autobus
Abbiamo sceso le scale
2-Sono corso a casa.
Ho corso un bel rischio.
3-Il film è finito.
Ho finito l’università nel 1990.
AVERE come transitivo e ESSERE come intransitivo, però non lo so come devo fare la domanda usando cosa/chi,ecc.
Quando devo usare un o l’altro verbo ausiliare.
Grazie mille.
Un saluto
Maria Helena
Car Maria Helena, nelle frasi che mi proponi hai usato correttamente gli ausiliari: usiamo “avere” quando il verbo è transitivo, ha cioè un complemento oggetto che risponde alla domanda di “chi? – che cosa?”: “abbiamo sceso” -che cosa?- “le scale”, “ho corso” – che cosa?- “un bel rischio”, “ho finito” – che cosa?- “l’università”; dunque in queste frasi i verbi sono usati transitivamente e ci vuole l’ausiliare “avere” Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
Un saluto
Prof. Anna
Salve prof.Anna volevo chiederle se è corretto scrivere ‘andrea le(a lei ) lo dirà personalmente ‘ o ‘andrea glielo (a lei) dirà personalmente ?
Cara Maddy, la prima frase non è corretta, ma è corretto “glielo dirà personalmente”.
Un saluto
Prof. Anna
Salve prof. Anna è corretto dire “Tu ti sei organizzato?”
Grazie mille
Laura
Cara Laura, non conosco il contesto in cui questa frase è utilizzata, ma, in generale, è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile professoressa, avrei una domanda (piuttosto lunga, a dire il vero) che riguarda il “gli” utilizzato come pronome per la forma plurale.
Essendo io un’aspirante scrittrice, il mio dubbio riguarda la lingua scritta, in particolare quella da romanzo. Per esempio, in una frase di questo tipo: le loro debolezze si erano amplificate al punto da non consentir(gli/loro?) più di…
In poche parole, la frase con “gli” verrebbe così: le loro debolezze si erano amplificate al punto da non consentirGLI più di…
Mentre la frase con “loro” verrebbe così: le loro debolezze si erano amplificate al punto da non consentire più LORO di…
Premetto che la parola “più” è necessaria e che la frase è contenuta in un paragrafo informativo e non in un dialogo, dove so che le regole grammaticali legate al parlato dovrebbero consentirmi una maggiore elasticità. Ho provato a cercare in vari siti internet, ma a quanto pare esistono due scuole di pensiero differenti: la prima considera il “gli” sbagliato se utilizzato al plurale (almeno nello scritto), mentre la seconda considera corrette entrambe le forme. Mi piacerebbe quindi chiedere direttamente un parere a un’esperta come lei, in modo da capire quanto potrebbe essere intransigente un editor su un “errore” di questo tipo. La ringrazio molto.
Cara Kyra, puoi tranquillamente usare “loro”, come nella frase che mi hai scritto, che è corretta.
In bocca al lupo!
Prof. Anna
Buon giorno prof. Anna
Quando diciamo “ce ne andiamo” NE sta per (da questo luogo)?
Caro Carlo, la tua ipotesi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile professoressa, avrei una domanda i pronomi combinati non si uniscono in assolutamente nessun caso? non si scrive mai melo mangio, ma me lo mangio?
Cara Shaimaa, non è possibile unire i pronomi combinati, si scrivono separati tranne GLIELO, GLIELA, GLIELI, GLIELE, GLIENE.
A presto
Prof. Anna
Buonasera, lei puo dirmi un esempio per usare gliene?
Cara Maria, ti faccio un esempio: “se farò una torta, gliene (a lui o a lei- di torta) darò un pezzo”.
Un saluto
Prof. Anna
grazie infinite gentilissima prof.essa
In passato era considerato un errore usare la forma gli alla terza persona plurale, mentre oggi è più usata di loro. non l’ho capita bene
Caro Mando, significa che in passato usare “gli” per esprimere “a loro” non era considerato del tutto corretto, mentre oggi viene usato più frequentemente rispetto all’atra forma per esprimere “a loro” cioè “loro” collocato dopo il verbo, per esempio “non dire a loro la verità” puù essere trasformato in due modi: “non dire loro la verità” e “non gli dire la verità”.
Un saluto
Prof. Anna
Prof Anna, guardi che c’è un errore nella tabella dei pronomi personali con “ci” avverbio di luogo o pronome dimostrativo.
Il secondo esempio dovrebbe essere “ti ci” non “ci ti”
Cara Luisa, grazie per la segnalazione.
A presto
Prof. Anna
Salve prof anna e molto interessante il suo sito.la nostra domanda é se per lui si fa glielo porto io il capello. Per lei donna sarebbe glielo porto io il capello o le porto io il capello
Grazie mille prof anna.
Caro Marco, anche per il femminile si usa “glielo”.
Un saluto
Prof. Anna
Io non ho capito una cosa..
perchè in terza persona si utilizza “ci si” (anzichè si ci) mentre nelle altre no?
esempio:
Li sopra ci si è seduto il gatto (e non “si ci”)
mentre è scorretto dire:
Li sopra “ci ti sei” seduto tu (invece dovrebbe essere “ti ci”)
perchè si inverte?
Caro Sean, la regola dice che un pronome diretto o indiretto seguito da SI riflessivo, impersonale o passivante non cambia forma e rimane al primo posto: “ci si è seduto”.
A presto
Prof. Anna
Non capisco perché é la correta:
Sono sicuro che ce la farai a passare l’esame.
Cosa vuol dire “ce” in questo caso?
Caro Jose, si tratta del verbo idiomatico “farcela”, puoi trovare il suo significato e il suo uso in questo articolo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=3308
A presto
Prof. Anna
Alla sua attenzione… Vorrei alcune delucidazioni…
un argomento si (?) o lo si (?) deve trattare in questo modo…
L’argomento si (?) o lo si (?) deve trattare in questo modo…
L’argomento di Storia si (?) o lo si (?) deve trattare in questo modo…
E’ un argomento che lo si deve trattare in un modo semplice…
mi ci (o senza ci?) vedo male con questo cappello…
con questo cappello, mi ci vedo male… è corretta?
Il mestiere del falegname (si o lo si?) impara con la pratica…
Un mestiere lo si impara con la pratica… corretta?
La saluto
Caro Rico, nelle frasi che mi proproni il pronome “lo” è usato in maniera pleonastica, ovvero grammaticalmente superflua, questo tipo di costrutto, con l’aggiunta del pronome, esiste in italiano e serve a mettere in evidenza questa parte della frase (quella a cui il pronome si riferisce), quindi sono corrette entrambe le opzioni, cioè con il pronome “lo” o senza, ma la costruzione con il pronome è consigliata all’interno di un linguaggio informale, mentre non è corretta la frase “è un argomento che lo si deve trattare in mondo semplice” in questo caso abbiamo già il pronome relativo “che” e quindi bisogna eliminare “lo”: è un argomento che si deve trattare….
Anche nelle frasi con “ci”, il “ci” è usato in maniera pleonastica, quindi sono corrette entrambe le opzioni (con o senza “ci”), usare “ci” in questo caso serve a rafforzare il significato dell’enunciato.
Un saluto
Prof. Anna
L’ananas,la si o si (?) mangia così… Un’ananas, la si o si (?) mangia così…
Spero che mi liberi da questi miei dubbi.
Cordiali saluti
Mi scusi ancora per i miei numerosi dubbi… Spero di non essere stato esagerato con le mie domande…
I negoziati di pace aperti fra le nazioni, li si dovrebbero/si dovrebbero fortificare con azioni vivaci…?
I gelati che ho comprato a Francesca, non le (a lei, Francesca) piacciono, è corretta?
La saluto, professoressa.
Caro Rico, le frasi sono corrette.
A presto
Prof. Anna
Quindi, sarebbe meglio non utilizzarli, perché pleonastici… Per cui “ci”, non lo dobbiamo combinare con i pronomi personali?
“I pronomi personali si possono combinare anche con ci (avverbio di luogo o pronome dimostrativo”…
La ringrazio, per la sua corrispondenza gentile…
Cordiali saluti
Caro Rico, si possono utilizzare, ma con cognizione di causa; “ci” può essere combinato ai pronomi (ti ci, vi ci, ecc.).
Un saluto
Prof. Anna
“Le mani le si è messe nelle tasche degli italiani” (cit.). Non avrebbe dovuto dire, l’interlocutore, le si sono messe? E’una frase con il si passivante, non impersonale, giusto?
“Quando ci(=in quel luogo?) si trasferiva per lavoro fuori dal proprio comune, non (senza il “ci”, perché?) si trovava per dormire che qualche cantina o ripostiglio”.
Non riesco a capire bene la differenza fra il “ci si” e il solo “si”… Me la (=la differenza) o lo (, che sostituisce l’intera frase?) spiegherebbe?
Quella persona (è impersonale?), per cui: ci si specchia e non si specchia sempre, giusto?
Francesco si specchia sempre, giusto?
I genitori di Lara, ci si specchiano sempre o si specchiano sempre?
Cordiali saluti
Rico
Caro Rico, la frase corretta è quella al plurale, mettere il verbo al singolare fa parte di un registro regionale; mentre per fare una costruzione impersonale con i verbi riflessivi (trasferirsi) si aggiunge la particella CI davanti al SI (ci si trasferiva), mentre nel secondo caso (si trovava) la costruzione non è impersonale ma passivante (qualche cantina o ripostiglio sono i complementi oggetto) e quindi il CI non ci vuole. Ti consiglio di leggere questo articolo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4024
Le forma corrette sono “si specchia” e “si specchiano” dal verbo riflessivo “specchiarsi”.
Un saluto
Prof. Anna
La ringrazio per le risposte, davvero sempre gentile!
Cordiali saluti
“Per chi ci si domanda che ci faccio qua” (cit.). E’corretto il “ci si”? Se sì o no, perché?
Caro Rico, la frase corretta è “per chi si domanda che ci faccio qui” dal verbo “domandarsi”.
Un saluto
Prof. Anna
Perché, per chi si domanda e non ci si domanda che ci faccio qui? Non potrebbe essere un riflessivo impersonale?
Ci si domandano, è corretto?
Ci si specchia così, è corretta, perché impersonale, giusto?
Quello si specchia così, è corretta, perché nella frase c’è un soggetto espresso, giusto?
I soldi, le aziende, li hanno ricevuti? E’ corretta?
Le aziende, i soldi, li hanno ricevuti? E’ corretta? Perché non le hanno ricevute? Mi spiegherebbe la regola…
Ho letto il link della pagina…
Sempre troppo cortese…
Cordiali saluti
Caro Rico, tra le due frasi “per chi si domanda” e “per chi ci si domanda” è corretta solo la prima, in quanto il soggetto è “chi” e quindi non è impersonale, se vuoi usarlo impersonalmente si dice “ci si domanda” ma la frase ha un significato diverso; mentre “ci si specchia” è corretta e anche”quello si specchia” perché, come dici tu, il soggetto è espresso. Nella frase “i soldi, le aziende li hanno ricevuti?” (non si può separare con la virgola il soggetto dal predicato), il pronome diretto “li” è complemento oggetto quindi il participio passato concorda nel genere e nel numero con esso, la regola è spiegata in questo articolo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=3388
Un saluto
Prof. Anna
La ringrazio.
I capelli, lui ce li ha! Si utilizza il “ce” o no? E perché?
I soldi, lui li avrebbe (dovuto o dovuti?) restituire! Penso dovuti, come da regola…
Caro Rico, anche in questo caso “ce” è usato come rafforzativo, questo è possibile all’interno di un registro informale; è corretto “dovuti”.
A presto
Prof. Anna
Cordiali saluti
Rico
Buongiorno. Ho un grosso dubbio che mi perseguita…
In una frase nella quale cisi riferisce/rivolge ad una donna:
– mi dispiace se non ti ho capita/cercata/invitata
– mi dispiace se non ti ho capito/cercato/invitato.
Quale delle due è la forma corretta e perchè?
Grazie,
Daniela
Cara Daniela, in questo caso sono corrette entrambe le forme, infatti l’accordo del participio passato è facoltativo quando abbiamo un pronome atono non di terza persona (in questo caso TI), per un approfondimento ti consiglio di leggere questo articolo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=3388
Un saluto
Prof. Anna
Quindi, “i capelli lui li ha” è la frase corretta per un registro formale.
Il “ce” lo dobbiamo usare solo come pronome corrispondente “a noi”, senza l’uso rafforzativo?
Quel libro l’ho anch’io. Senza il “ce”. E’ corretta la frase?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, per un registro formale dovremmo dire: “lui ha i capelli”; la frase “quel libro l’ho anch’io” è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Salve prof Anna 🙂 miscusi non ho capito quando usiamo gli e si ?? per favore dammi un esempio per capire. la ringrazio
saluti
salve prof Anna , la ringrazio per questo lezione . voglio chiederla un aiuto per favore , c’é un articolo dove posso trovare il trapassato ?
salute
Elina
Cara Elina, ecco l’articolo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=2431
A presto
Prof. Anna
questa lezione*
Noi queste somme le abbiamo prese e non li abbiamo presi. Perché le abbiamo prese e non li abbiamo presi?
Cordiali saluti
Rico
Caro Rico, perché il participio passato “prese” concorda “queste somme”, quindi è femminile plurale.
A presto
Prof. Anna
Cara Professoressa Anna, mi spieghi, per cortesia, quale frase è più corretta:
1) Non ho smesso di amarla;
2) Non l’ho smessa di amare.
Grazie.
Caro Arno, è corretta la frase 1.
Un saluto
Prof. Anna
La ringrazio.
Distinti saluti
Rico
Ciao prof.Anna,
Sona argentina,abito a Mendoza,Vorrei dire que questo sitio mi piace molto.E molto interessante e di gran aiuto per me.Grazie mille!!!!
PS.scusateme per i miei sbaglii,sono tanti!!!
como debo scrivere,abito in Mendoza o abito a Mendoza?
Cara Ester, benvenuta su Intercultura blog!
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Cara profesoressa. Puedo yo recibir sus ejercicios?Gracias
Prof. Anna,
Sono argentina. No so come completare con i pronome combinati:
Io le ho, se vuoi ( a te)_______posso portare in facoltá, ma dovresti ridar________( a me) al piu presto.
Non cerco a trovare l’acento nel mio computer)
Cara Isabel: “io le ho se vuoi te le posso portare in facoltà, ma dovresti ridarmele al più presto”.
Un saluto
Prof. Anna
Prof. Anna,
Come rispondo correttamente la seguente domanda?:
-Senti, hai già ordinato i dessert per tutti noi?
Cara Maria Elena, risponderai: “sì, li ho già ordinati” o “no, non li ho ancora ordinati”.
A presto
Prof. Anna
Tante grazie, Prof. Anna!
Un’altra domanda: “per tutti noi” non si sostituisce con un pronome o una particella???
Distinti saluti,
Maria Elena
Cara Maria Elena, non si può sostituire.
A presto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Lei ha scritto: ‘Un pronome diretto o indiretto seguito da si riflessivo, impersonale o passivante non cambia forma e rimane al primo posto.’
Allora, potrebbe spiegarmi perché nell’esercizio la risposta sulla quinta domanda è ‘Abbiamo organizzato una festa a sorpresa
per Marco, sicuramente lui non se l’aspetta.’ Questo ‘si’ è un ‘si riflessivo’, no? Perché non è ‘… sicuramente lui non la si aspetta.’
Io ho sempre pensato che il ‘si’ come e presentato nel tabello è un ‘si riflessivo’.
Grazie!
Cara Lien, il verbo è “aspettarsela”, è un verbo idiomatico e quindi ha una coniugazione particolare: io me l’aspetto, tu te l’aspetti, lui se l’aspetta, ecc.: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=3308
Un saluto
Prof. Anna
Grazie per la Sua risposta.
Ho ancora una domanda. Nella frase
“Mi si offre una grande opportunità”, mi = un pronome indiretto e si = si riflessivo,
giusto? Mi potrei dare un esempio con un pronome diretto e un si riflessivo?
Io ho trovato quel esempio: Lui si cambia la camicia? Sì, se la cambia. (la = un pronome
diretto e se = si riflessivo, giusto?)
Ma in quel esempio, ‘Un pronome diretto o indiretto seguito
da si riflessivo […] non cambia forma e rimane al primo posto’ non è seguito. O quello non è
un buon esempio? O il mio ragionamento è sbagliato? 🙂
Cara Lien, nell’articolo si dice che quando un pronome diretto o indiretto è seguito dalla particella SI non cambia forma (è una bella casa, la si vende senza difficoltà), mentre nella frase: lui si cambia la camicia, se la cambia, il pronome diretto viene dopo la particella SI e infatti quest’ultima cambia in SE; dunque se la particella viene prima del pronme diventa SE, mentre se viene dopo rimane SI.
A presto
Prf. Anna
“E’ una bella casa, la si vende senza difficoltà” E’ una bella casa si vende senza difficoltà… La frase senza pronome diretto è sbagliata?
L’ananas si mangia così. E’ corretta. L’ananas, la si mangia così. E’ sbagliata…
Qual è la differenza fra tutte queste frasi?
Distinti saluti
RIco
Caro Rico, sono corrette sia le forme con il pronome, sia quelle senza; la ripetizione del pronome si usa come rafforzativo.
Un saluto
Prof. Anna
gentile professoressa, i verbi riflessivi + i complementi indiretti il pronome indiretto va prima DEL PRONOME RIFLESSIVO?
es. Maria si presenta a Luigi
Gli si presenta.
Maria si beve un bichiere di vino
Se lo beve.
C’è qualche regola?
cordiali saluti
Emilia Andrelucci
Cara Emilia, “si” si trasforma in “se” solo quando è seguito da un pronome diretto (se lo, se la, se li, se le), mentre per esempio con il pronome indiretto “gli” (come il tuo esempio) “si” non cambia segue il pronome invece che precederlo.
Un saluto
Prof. Anna
Le ci vorrebbe una vacanza, è corretta? Gli ci vorrebbe una vacanza, è corretta? Altrimenti come potrei dire? Per lei, ci vorrebbe una vacanza?
Distinti saluti
RIco
Caro Rico, le frasi che mi scrivi sono corrette.
A presto
Prof. Anna
Ciao, prof.ssa Anna!
Non ho capito questo SE… non l’ho mai visto su nessuna grammatica. “Si” non sarebbe un pronome riflessivo? I pronomi combinati non si fanno con i pronomi indiretti e diretti? Ad esempio: me lo, te lo, glielo, ce lo, ve lo, glielo… questo SE LO mi è troppo straneo. Adesso ne sono curiossissima e La ringrazierei veramente molto se me lo potesse spiagare.
Auguri!
Lucia
Cara Lucia, il pronome personale “si” assume la forma “se” davanti ai pronomi atoni la.le. li. lo e alla particella NE: si lava le mani, se le lava col sapone; mentre si pospone a mi, ti, ci, vi, gli: mi si è rotta la macchina.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof.ssa Anna,
Mi può dire se la risposta a la seguente domanda è corretta?
– Sara ha lasciato qui la borsa?
– No, sicuro che se la è dimenticata in ufficio.
Un saluto
Maria Elena
Cara Maria Elena, la frase che mi scrivi è corretta.
A presto
Prof. Anna
Salve Prof, abbiamo un dubbio e stiamo litigando al riguardo:
“L’ultima volta che ho sentito l’azienda non ce lo avevano”
Secondo lei quel ce è ridondante o no?
Secondo me non va utilizzato in quanto nella frase non vuole dire lì, ma non lo avevano nel senso di averlo fatto e la frase sarebbe più pulita senza.
Grazie
Roberto
Caro Roberto, la particella avverbiale “ci”, unita ad alcuni verbi, indebolisce il proprio significato (qui, in questo luogo) ed è usata come elemento rafforzativo, questo capita ance con il verbo “avere”, quest’uso è più frequente nel registro colloquiale, inquesti casi la particella “ci” è in un certo senso superflua; quindi usarla non è scorretto, ma non necessario, dipende poi appunto dal registro che si vuole usare.
Un saluto
Prof. Anna
Ciao prof.Anna . Io ho visto(siti) i pronomi combinati dopo verbi all’indicativo é corretto? Ad esempio : Vadomene
Caro David, si dice “me ne vado”.
A presto
Prof. Anna
Gentile Professoressa,
ho un dubbio circa l’uso di alcuni pronomi.
Alla domanda “Hai regalato dei fiori alla tua fidanzata” io risponderei “Sì, glieli ho regalati”. E’ possibile però rispondere anche “Sì, gliene ho regalati” oppure con “ne” è necessario aggiungere un’espressione di quantità (es: gliene ho regalati MOLTI/ POCHI/ DIECI…)?
Grazie mille per la disponibilità e l’aiuto.
Cara Ilaria, la tua ipotesi è corretta, è giusto “glieli ho regalati”, se invece usi “ne” è meglio aggiungere una quantità.
A presto
Prof. Anna
“in questi casi la particella “ci” è in un certo senso superflua; quindi “usarla non è scorretto, ma non necessario/a”, dipende poi appunto dal registro che si vuole usare”. Per capire di più, non avrebbe dovuto scrivere “usarla non è scorretta”, dato che usarla (usare chi?lei); per questo il participio dovrebbe concordare con l’oggetto… o no?
Cordiali saluti
Rico
Caro Rico, “usarla non è scorretto” = “usare questa particella non è scorretto”, non c’è un participio da concordare.
Un saluto
Prof. Anna
La sua risposta:”“usarla non è scorretto” = “usare questa particella non è scorretto”, non c’è un participio da concordare”. Come fare a capire quando “usar-la/lo/li/le deve essere concordato con il participio e quando no? E nell’esempio di sopra, mi farebbe capire meglio? grazie
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, ti consiglio di leggere questo articolo sulla concordanza del participio passato: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=3388
Un saluto
Prof. Anna
Malgrado la lettura dell’articolo sulla concordanza del participio passato, consigliatomi da lei, non riesco a risolvere tale quesito: La sua risposta:“usarla non è scorretto” = “usare questa particella non è scorretto”, non c’è un participio da concordare”. Come fare a capire quando “usar-la/lo/li/le deve essere concordato con il participio e quando no?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, nella frase “usarla non è scorretto” non c’è un participio.
Un saluto
Prof. Anna
“Mi (= a me) ha minacciato”. Visto che minacciare è un verbo transitivo, non sarebbe più corretto scrivere “Ha minacciato me (=me).
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, nella frase “mi hai minacciato” “mi” non è un pronome indiretto (a me), ma diretto (me).
A presto
Prof. Anna
E perché, a volte, il “mi” non corrisponde al “me”, quindi c’è bisogno di indicarlo con il “me”? E come fare a capire, quindi, quando il mi corrisponde “a me” o a “mi”?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la scelta tra pronome tonico (me, te ecc.) e atono (mi, ti ecc.) non è indifferente: se dico “io ti ascolto” faccio una semplice constatazione, se invece dico “io ascolto te” voglio sottolineare che sto ascoltando proprio te, e non altri; puoi capire se “mi” è un pronome diretto (me) o indiretto (a me) solo in base al verbo a cui è collegato, se è transitivo e il pronome funge da complemento oggetto si tratterà di un pronome diretto (mi chiama = chiama me), altrimenti se funge da complemento di termine sarà un pronome indiretto (mi telefona = telefona a me).
Un saluto
Prof. Anna
Gentile prof. Anna grazie per la risposta 100.
In effetti gli specchietti e gli esempi suggeriti hanno facilitato molto l’arduo compito di far digerire tali forme della nostra lingua a degli studenti che nella loro lingua, il russo, non usano né articoli né proposizioni e si possono permettere di dire “Mama doma”
per dire quello che in italiano diventa:la mamma è a casa.
“Un colloquio in cui mi si chiedono/ mi si chiede delle opinioni”. E’ un si passivante, per cui è corretta la terza persona verbale ” mi si chiedono”, o no?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la tua ipotesi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie prof,
“Mi si è rotto il cellulare”. O “si è rotto il cellulare”. E perché?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, sono corrette entrambe, la differenza è che nella prima frase viene specificato che “il cellulare si è rotto a me”.
Un saluto
Prof. Anna
Professoressa, è corretta l’espressione “me le porterei a letto”.
Voglio dire, l’uso del pronome combinato “me le” nella frase di sopra sta a significare “le porterei a letto con me”, giusto?
In attesa di una sua risposta, la ringrazio.
J.
Caro Giovanni, la frase che mi scrivi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
“E’ uno spettacolo in cui ci si/si scherza e ci si diverte…”. Secondo me, i pronomi combinati “ci si scherza” sono corretti, perché la particella “ci” significa in questo luogo. O è un’aggiunta inutile, visto il pronome relativo “in cui”?
Mentre per “ci si diverte” è un riflessivo, perciò può aversi la forma impersonale, o no?
Le particelle “ci si”, dunque si utilizzano quando il verbo è un transitivo pronominale o riflessivo; e quando il verbo è un intransitivo pronominale o riflessivo. Se i verbi transitivi e intransitivi non fossero né pronominali e né riflessivi non possono formare un’espressione impersonale… le mie interpretazioni sono corrette?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, le due forme sono impersonali: “ci si diverte” è corretto perché nella forma impersonale con i verbi riflessivi o pronominali si aggiunge la particella ci e “divertirsi” è riflessivo, mentre non è corretto “ci si scherza” ma bisogna dire “si scherza” perché non è né pronominale né riflessivo, quindi la particella -ci- non è necessaria.
Un saluto
Prof. Anna
“Ci si vede” = ci vediamo. Ma il verbo “vedere” non è né un riflessivo e né un pronominale… quindi perché è corretto? Quindi come far a capire quando un complemento di reciprocanza può aversi anche con altri verbi?
“Un paese in cui ci si vede (= ci vediamo) sempre.” E’ corretto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, in questo caso si tratta della forma riflessiva reciproca di “vedere”: “vedersi” che significa “incontrarsi”.
Un saluto
Prof. Anna
“Un luogo in cui ci si sta bene”. “Un luogo in cui ci si ride molto”. In queste due frasi, i verbi “sta” e “ride” non sono riflessivi e né pronominali… la particella “ci” si usa perché indica “in questo luogo”, quindi i pronomi combinati, in questo caso, “ci si” possono essere utilizzati anche se i verbi non sono riflessivi o pronominali… Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, non è corretto l’uso di “ci” in queste frasi, “in questo luogo” è già espresso da “in cui”, quindi basterà dire “in luogo in cui si sta bene” e “un luogo in cui si ride molto”.
Un saluto
Prof. Anna
“Ci si vede” = ci vediamo. Ma il verbo “vedere” non è né un riflessivo e né un pronominale… quindi perché è corretto? Quindi come far a capire quando un complemento di reciprocanza può aversi anche con altri verbi?
“Un paese in cui ci si vede (= ci vediamo) sempre.”
La sua risposta “Caro Rico, in questo caso si tratta della forma riflessiva reciproca di “vedere”: “vedersi” che significa “incontrarsi”.
Sul dizionario, consultato online, non c’è scritto “forma riflessiva”, quindi dovrei far riferimento alla logica?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, sul dizionario, per esempio “lo Zingarelli”, troverai “vedere” a- verbo transitivo….b- “vedersi” verbo transitivo pronominale: guardare con valore intensivo ( mi sono visto un bel film) c- “vedersi” riflessivo reciproco: incontrarsi.
Un saluto
Prof. Anna
“Non so cosa ci si possa aspettare da lei…”. La frase è corretta? Il soggetto è “ci si”?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, si tratta di una forma passiva.
A presto
Prof. Anna
“Un luogo in cui ci si sta bene”. “Un luogo in cui ci si ride molto”. In queste due frasi, i verbi “sta” e “ride” non sono riflessivi e né pronominali… la particella “ci” si usa perché indica “in questo luogo”, quindi i pronomi combinati, in questo caso, “ci si” possono essere utilizzati anche se i verbi non sono riflessivi o pronominali… Giusto?
La sua risposta “Caro Rico, non è corretto l’uso di “ci” in queste frasi, “in questo luogo” è già espresso da “in cui”, quindi basterà dire “in luogo in cui si sta bene” e “un luogo in cui si ride molto”.
E la frase “un luogo in cui ci si sveglia/addormenta” il “ci si” è corretto, invece, perché è seguito da verbi pronominali, quindi non è un’aggiunta superflua il “ci”… a differenza dei verbi “stare” e ridere”, non essendo né riflessivi e né pronominali, che non hanno bisogno, anche nella frase “in questo luogo ci si ride”, della particella “ci”. Le mie interpretazioni sono corrette?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, le tue interpretazioni sono corrette.
Un saluto
Prof. Anna
Ciao un mio amico ha scritto una frase con scritto : te l’ho do, è giusto o sbagliato? Perché lui insiste dicendo che è giusto ma io dico di no e voglio la tua risposta per esserne certo! Grazie
Caro Lorenzo, la frase non è corretta, bisogna scrivere “te lo do”.
A presto
Prof. Anna
“Ci si diverte”. E’ una forma impersonale (che si forma alla terza persona singolare). “Ci si divertono”, alla terza persona plurale, non è corretto? O dobbiamo interpretarlo come si passivante, ma, in questo caso, senza oggetto espresso?
E la forma “ci si divertono” può essere usata anche come “si divertono in ciò, in questo”? Io non credo perché, lei mi insegna, soltanto mi/ti/vi più “ci” (che può essere avverbio di luogo o pronome dimostrativo) può essere adoperato in questo modo; mentre, “mi si””ci si” “le si” ecc., no.
Le mie interpretazioni sono corrette?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, “ci si diverte” è una forma impersonale e significa “ci divertiamo”, ma può anche sigificare “lui-lei si diverte con questa cosa”, mentre “ci si divertono” significa “loro si divertono con questa cosa”.
Un saluto
Prof. Anna
“E’ una persona a cui ci si rivolge”.
“E’una persona a cui ci rivolgiamo”.
La differenza, nelle due frasi, è tra la forma impersonale e quella personale. Quando è meglio usare l’una o l’altra?
“Ci si consiglia a qualcuno…” E’ corretta la frase? E perché?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, “a cui ci rivolgiamo” è personale ed essendo prima persona plurale implica che anche il soggetto partecipi dell’azione, mentre “ci si rivolge” è impersonale e non implica necessariamente la partecipazione del soggetto, può significare “a cui le persone si rivolgono”; “ci si consiglia a qualcuno” non è corretta, se vuoi dire “si chiede consiglio a qualcuno” dovrai dire “ci si consiglia con qualcuno”.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile Prof. Anna,
vorrei sapere se è corretto dire “ti presento a Maria” per esempio, oppure “ti presento Maria”? Cercando la traduzione dal tedesco all’italiano il verbo presentare appare come presentare qualcuno a qualcuno e comunque trovo sempre questa frase senza la preposizione “a”. Mi potrebbe chiarire questo, per piacere.
La ringrazio
Cara Regina, le due frasi hanno significati diversi. “ti presento a Maria” significa “io presento te a Maria”, mentre “ti presento Maria” significa “io presento a te Maria”.
Un saluto
Prof. Anna
Si dice: Non ho alcuna idea su cosa regalare a Marta. perchè non posso dire : Non ho alcuna idea su cosa regalerò a Marta?
La ringrazio in anticipo.
Cara Sisi, sono corrette entrambe le frasi.
Un saluto
Prof. Anna
Caro Rico, “ci si diverte” è una forma impersonale e significa “ci divertiamo”, ma può anche sigificare “lui-lei si diverte con questa cosa”, mentre “ci si divertono” significa “loro si divertono con questa cosa”.
Per far sì che significhi “lui-lei si diverte con questa cosa”, il verbo deve essere sempre riflessivo o pronominale? Cioè, se non è riflessivo o pronominale non può aversi il significato “lui-lei si diverte con questa cosa”. Giusto?
“Ci si diverte” “lui-lei si diverte con questa cosa” potrebbe anche significare (lui-lei si diverte…) in questa cosa e su questa cosa? O soltanto con questa cosa?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la tua interpretazione è esatta, ma non avrebbe senso “si diverte su questa cosa”, si dice “divertirsi con qualcosa”.
Un saluto
Prof. Anna
Si dice: Non ho alcuna idea su cosa regalare a Marta. perchè non posso dire : Non ho alcuna idea su cosa regalerò a Marta?
La ringrazio in anticipo.
Caro Rico, “ci si diverte” è una forma impersonale e significa “ci divertiamo”, ma può anche sigificare “lui-lei si diverte con questa cosa”, mentre “ci si divertono” significa “loro si divertono con questa cosa”.
Per far sì che significhi “lui-lei si diverte con questa cosa”, il verbo deve essere sempre riflessivo o pronominale? Cioè, se non è riflessivo o pronominale non può aversi il significato “lui-lei si diverte con questa cosa”. Giusto?
La ringrazio per la pazienza che mi dimostra da tempo…
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, è così per il verbo “divertirsi”, ma la particella -ci- può avere il significato di -con questa cosa- anche con verbi non riflessivi: “ci gioco”=”gioco con questa cosa”.
Un saluto
Prof. Anna
“Il sale, l’ho aggiunto nell’insalata…, lo si deve mettere in questo modo e lo si deve aggiungere così…”. Nella seconda frase, è corretto ripetere due volte “lo si” nella stessa frase?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, sono due frasi diverse perché ci sono due verbi (deve mettere-deve aggiungere), comunque è corretto.
Un saluto
Prof. Anna
Caro Rico, “ci si diverte” è una forma impersonale e significa “ci divertiamo”, ma può anche sigificare “lui-lei si diverte con questa cosa”, mentre “ci si divertono” significa “loro si divertono con questa cosa”.
Per far sì che significhi “lui-lei si diverte con questa cosa”, il verbo deve essere sempre riflessivo o pronominale? Cioè, se non è riflessivo o pronominale non può aversi il significato “lui-lei si diverte con questa cosa”. Giusto?
La sua risposta “Caro Rico, è così per il verbo “divertirsi”, ma la particella -ci- può avere il significato di -con questa cosa- anche con verbi non riflessivi: “ci gioco”=”gioco con questa cosa”.
Professoressa, io farei riferimento solo al “ci si” (in questo caso che le propongo…, pronome dimostrativo: con questa cosa), pronomi che possono aversi solo con i verbi riflessivi o pronominali o no? Se i verbi non sono né riflessivo e né pronominale, possono significare “con/a/in questa cosa”?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, per avere “ci si” il verbo deve essere riflessivo o pronominale, forse non ho capito bene la tua domanda, prova a farmi un esempio.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile Prof. Anna,
Nella mia lingua materna (il croato) la seconda persona plurale del verbo si usa per rivolgersi a una o a più persone (cortesia o no). Nella lingua francese e lo stesso: Vous (Paul) avez une jolie maison. Vous (Pierre et Paul) avez une jolie maison. Secondo le regole grammaticali in italiano, si usa la terza persona singolare per esprimere la forma cortesia. La mia domanda e:
E sbagliato usare ‘voi’ quando vogliamo rivolgersi a una persona (in forma cortesia)? Esempio:
Lei signora ha una bella casa. Voi signora avete una bella casa.
Grazie per la risposta.
Caro Branimir, usare il “voi” come forma di cortesia è proprio di un linguaggio molto formale, ormai in italiano è caduto in disuso, però persiste ancora nel meridione, in particolare in Campania e in Sicilia, e molti dialetti dell’Italia del sud.
Un saluto
Prof. Anna
gentile professoressa, ho letto di recente questo aforisma “non farti uccidere i sogni da coloro che non ne hanno”. Perché si usa “ne hanno ” invece di ” ce li hanno”
Grazie mille della sua preziosa precisazione.
Cara Emilia, in questo caso -ne- ha un valore partitivo, ti consiglio di leggere questo articolo: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=1930
A presto
Prof. Anna
Caro Rico, “ci si diverte” è una forma impersonale e significa “ci divertiamo”, ma può anche sigificare “lui-lei si diverte con questa cosa”, mentre “ci si divertono” significa “loro si divertono con questa cosa”.
Per far sì che significhi “lui-lei si diverte con questa cosa”, il verbo deve essere sempre riflessivo o pronominale? Cioè, se non è riflessivo o pronominale non può aversi il significato “lui-lei si diverte con questa cosa”. Giusto?
La sua risposta “Caro Rico, è così per il verbo “divertirsi”, ma la particella -ci- può avere il significato di -con questa cosa- anche con verbi non riflessivi: “ci gioco”=”gioco con questa cosa”.
Professoressa, io farei riferimento solo al “ci si” (in questo caso che le propongo…, pronome dimostrativo: con questa cosa), pronomi che possono aversi solo con i verbi riflessivi o pronominali o no? Se i verbi non sono né riflessivo e né pronominale, possono significare “con/a/in questa cosa”?
La sua risposta “Caro Rico, per avere “ci si” il verbo deve essere riflessivo o pronominale, forse non ho capito bene la tua domanda, prova a farmi un esempio.”
Il “ci si” come “ci si” diverte (“lui/lei si diverte con/in/a questa cosa), anche con il verbo scherzare, che non è né riflessivo e né pronominale, può significare con i pronomi combinati “ci si scherza”= lui/lei si scherza con questa cosa?, o no? O solo i verbi riflessivi o pronominali possono essere adattati in questa forma dimostrativa?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la forma “ci si scherza” è corretta e significa “si scherza con questa cosa” e in questo caso è una forma impersonale (si scherza), quindi il “si” si userà nei casi in cui è necessario (riflessivi, pronominali, impersonali, ecc.) mentre il “ci” si può usare sempre quando è sensato farlo; nei casi in cui sono presenti queste due condizioni si potrà usare “ci si”.
Un saluto
Prof. Anna
“Ci si sta spostando, ci si/si sta andando, ci si/ si sta camminando lungo l’estensione del mare…”. Perché nelle due frasi seguenti ” si sta andando” e ” si sta camminando”, il si non è preceduto dalla particella ci, visto che la particella “si” è seguita dal verbo “stare”? Perché nella prima frase c’è “ci si sta”, mentre nelle altre due c’è soltanto “si sta”?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, perché in queste due frasi il complemento di luogo è “lungo l’estensione del mare” quindi la particella -ci- non è necessaria.
Un saluto
Prof. Anna
Il verbo “stare” è anche un riflessivo, quindi è corretta la seguente frase “un luogo in cui ci si sta bene” come questa “un luogo in cui ci si sveglia (pronominale) presto…”. Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, in realtà la particella -ci- in questa frase è superflua perché abbiamo già un complemento di luogo “in cui”, quindi la frase può essere “un luogo in cui si sta bene” la forma “si sta” non è riflessiva ma impersonale, mentre la frase “un luogo in cui ci si sveglia presto” è corretta perché “svegliarsi” è pronominale e in questa frase è impersonale e per rendere impersonali i verbi riflessivi nei quali è già presente la particella si, si aggiunge la particella ci: ci si lava; ci si sveglia; ci si arrabbia.
Un saluto
Prof. Anna
Caro Rico, la forma “ci si scherza” è corretta e significa “si scherza con questa cosa” e in questo caso è una forma impersonale (si scherza), quindi il “si” si userà nei casi in cui è necessario (riflessivi, pronominali, impersonali, ecc.) mentre il “ci” si può usare sempre quando è sensato farlo; nei casi in cui sono presenti queste due condizioni si potrà usare “ci si”.
“Ci si legge”, il verbo non è né pronominale e né riflessivo, ma può significare “si legge con questa cosa”. Giusto?
“Ci si scherza”, il verbo non è né pronominale e né riflessivo, ma può significare “si scherza con questa cosa”. Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, la tua ipotesi è corretta, comunque potrei usare “ci” con questo significato anche in una forma attiva e personale (senza il -si- ovviamente) “ci leggo il giornale” o “ci scherzo”.
Un saluto
Prof. Anna
“Ci si sta spostando, ci si/si sta andando, ci si/ si sta camminando lungo l’estensione del mare…”. Perché nelle due frasi seguenti ” si sta andando” e ” si sta camminando”, il si non è preceduto dalla particella ci, visto che la particella “si” è seguita dal verbo “stare”? Perché nella prima frase c’è “ci si sta”, mentre nelle altre due c’è soltanto “si sta”?
La sua risposta “Caro Rico, perché in queste due frasi il complemento di luogo è “lungo l’estensione del mare” quindi la particella -ci- non è necessaria.”
Anche nella prima frase potremmo scrivere “si sta spostando”, senza la particella “ci”, o no?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, rileggendo la mia risposta vorrei riformularla, la questione infatti non è il copleento di luogo a il fatto che queste sono tre forme ipersonali, ma il primo verbo è riflessivo (spostarsi) e gli altri due no (andare, camminare), quindi la prima forma verbale ha bisogno del -ci- per essere impersonale.
Un saluto
Prof. Anna
Caro Rico, la forma “ci si scherza” è corretta e significa “si scherza con questa cosa” e in questo caso è una forma impersonale (si scherza), quindi il “si” si userà nei casi in cui è necessario (riflessivi, pronominali, impersonali, ecc.) mentre il “ci” si può usare sempre quando è sensato farlo; nei casi in cui sono presenti queste due condizioni si potrà usare “ci si”.
“Ci si legge”, il verbo non è né pronominale e né riflessivo, ma può significare “si legge con questa cosa”. Giusto?
“Ci si scherza”, il verbo non è né pronominale e né riflessivo, ma può significare “si scherza con questa cosa”. Giusto?
Quindi possiamo utilizzare i verbi né riflessivi e né pronominali con i pronomi combinati “ci si” solo quando sono impersonali, purché indichino solamente “con/a/in questa cosa”, altrimenti sarebbe un errore adattarli con i pronomi combinati “ci si”. Giusto?
Ad es.: il verbo “scherzare” non essendo un riflessivo/pronominale, non può costruire la forma impersonale “ci si scherza”, anche se può essere adattato alla forma dimostrativa “si scherza con questa cosa”. Giusto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, le tue ipotesi sono corrette.
Un saluto
Prof. Anna
Il verbo “stare” è anche un riflessivo, quindi è corretta la seguente frase “un luogo in cui ci si sta bene” come questa “un luogo in cui ci si sveglia (pronominale) presto…”. Giusto?
La sua risposta Caro Rico, in realtà la particella -ci- in questa frase è superflua perché abbiamo già un complemento di luogo “in cui”, quindi la frase può essere “un luogo in cui si sta bene” la forma “si sta” non è riflessiva ma impersonale, mentre la frase “un luogo in cui ci si sveglia presto” è corretta perché “svegliarsi” è pronominale e in questa frase è impersonale e per rendere impersonali i verbi riflessivi nei quali è già presente la particella si, si aggiunge la particella ci: ci si lava; ci si sveglia; ci si arrabbia.
Il verbo “stare”, leggendo meglio sullo Zanichelli, è un pronominale (sta?rsi v. intr. pron.), per cui, come il verbo svegliare, sarebbe corretta la forma “il luogo in cui ci si sta bene”. Giusto? Altrimenti perché la frase “il luogo in cui ci si sveglia”, malgrado il verbo pronominale “svegliare” è corretta, mentre quella suesposta, no?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, credo però che in questo caso il verbo “stare” non sia alla forma pronominale ma attiva quindi “stare” e dunque è meglio “un luogo in cui si sta bene”, la forma “starsi” non è molto comune, più frequente invece “starsene” per sottolineare l’idea dell’immobilità o della permanenza in una condizione.
Un saluto
Prof. Anna
Buongiorno Prof. Anna!
Meno male che mentre studiando ho trovato questo sito.
Non capisco bene quando si usa “ne” invece di “la/lo” ecc. Per esempio in #7 e #8. Forse non ho capito bene una regola.
Anche, per capire bene gli/loro, una risposta a questa domanda: “Marcello ha scritto una lettera ai suoi amici?” sarà: “No, non l’ha scritta loro.”
Grazie mille in anticipo.
Cara Drea, ti consiglio di leggere questo articolo sui pronomi diretti: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=718; sui pronomi indiretti: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=789, e la particella ne: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=1930.
Se dopo averli letti hai ancora dei dubbi, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Cara Signora , nella TABELLA I PRONOMI COMBINATI : SI + LA dice SA LA inveci SE LA,
Penso che sia un errore di stampa . Lei puó spiegarmi . Grazie , Cordiali saluti Mara
Cara Mara, grazie per la segnalazione, l’errore di battitura è già stato corretto.
A presto
Prof. Anna
“E’ una bella casa, la si/si/che vende senza difficoltà”.
“E’ un mestiere, lo si/si/che impara velocemente”.
Qual è la forma più corretta e perché?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, è corretta sia la forma con -la si- e -lo si-, sia la forma con il relativo, sono solo due tipi di frasi differenti.
Un saluto
Prof. Anna
ciao come vi piace questo sito?
Mi ha aiutato molto questo esercizio perche sono uno straniero
Chi parla spagnolo ha più difficoltà a capire come funzionano i pronomi a causa del fatto che in spagnolo si usa introdurre il complemento DIRETTO, se riferito a PERSONE (o cose personalizzate) con una “a”. Quindi, per uno spagnolo, “domandare al verbo” può risultare fuorviante.
Veo la tele, veo a mi madre.
Entrambi sono complementi diretti anche in spagnolo, ma se uno spagnolo “domanda al verbo”, ottiene (traducendo):
¿Qué veo? = Cosa vedo? => la tele => la vedo (la veo)
¿A quién veo? = *A chi vedo? => *A mia madre => *le vedo (le veo).
Anche in spagnolo questo è un errore (si chiama “leismo”), ma nell’uso è generalizzato, e c’è anche chi sostiene che non è scorretto.
Il risultato è la difficoltà di capire quando usare la coppia gli/le, e quando invece lo/la/li/le.
Chi parla spagnolo deve capire il concetto di “diretto” e “indiretto” in astratto, o, altrimenti, usarlo solo per fare esempi che non riguardino persone.
Caro Davide, grazie del tuo interessante contributo.
A presto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna,
Mi puoi aiutare: con uso della particela CE (accopiatte)
grazie!
Dione
Cara Dione, cosa esattamente non capisci? La particella “ci” si trasforma in “ce” quando è davanti a un altro pronome, come viene spiegato in questo articolo. Se hai domande specifiche non esitare a scrivermi ancora.
Un saluto
Prof.. Anna
Una mia studentessa mi ha chiesto perche ” prima frase non gliel’ho ancora ridato” seconda frase “ma e ‘ bene che tu gliel’abbia detta” entrambi vanno conl’ apostrofo, ma la terza e quarta frase frase ” No glielo ha dato Cecilia” no gliei ha portati marta ” senza apostrofo.
Ho trovato un po di difficolta a spiegarle la differenza
grazie del suo aiuto
Cara Giusy, l’elisione (e quindi l’apostrofo) è prevalente con -lo- e -la- quindi è corretta anche la frase “no, glielo ha dato Cecilia”, mentre non avviene mai con -li- e le- quindi è corretto scrivere senza apostrofo -glieli-.
Un saluto
Prof. Anna
Non ho capito
selo
sela
seli
quando si usano?
Caro Mohamed, si usano con i vebi riflessivi o pronominali, per esempio: “ricordarsi”: “Lui si ricorda l’indirizzo?” “No, non se lo ricorda”; “Lei si ricorda i verbi pronominali?” “Sì, se li ricorda”; “Loro si ricordano la strada?” “No, non se la ricordano”.
Un saluto
Prof. Anna
Non ho capito
quando si usano
selo sela?
Quando sI usano
selo sela¿
“Auguri a Francesco ‘e te/e a te'”. Quando non utilizzare la preposizione semplice “a”?
“Sei poco seria e affidabile”. In questa frase l’avverbio “poco” si riferisce anche ad “affidabile”, giusto? Quindi significherebbe poco affidabile, corretto?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, è meglio ripetere la preposizione per ogni complemento che introduce, quindi “a Francesco e a te”; nella seconda frase “poco” si riferisce anche all’aggettivo “affidabile”.
A presto
Prof. Anna
Quale di queste frasi contiene un verbo di forma riflessiva propria?
1.presto ci trasferiremo in un’altra città.
2.dopo il panino ci siamo tutti sdraiati sul prato.
Nella frase ‘Maria si alzò raggiante perchè era stata scelta dalla giuria’ il si è complemento oggetto o alzarsi è usato in forma pronominale?
Cara Laura, “trasferirsi” è la froma intransitiva pronominale di “trasferire”, e “alzarsi” in questo significato (tirarsi su) è la forma riflessiva del verbo “alzare”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof.Anna
vorrei sapere se è corretto scrivere “Questo lo abbiamo già detto” oppure “Questo l’ho abbiamo già detto”? Io ho scritto “Questo l’ho abbiamo già detto” in un compito e sto aspettando il voto. E’ urgente. Mi potete rispondere per favore? Grazie attendo ansiosamente la sua risposta.
Cara Stella, è corretto “questo lo abbiamo già detto”.
Un saluto
Prof. Anna
E’ una bella casa, la si/si/che vende senza difficoltà”.
“E’ un mestiere, lo si/si/che impara velocemente”.
Qual è la forma più corretta e perché?
Prof. Anna dice:
Caro Rico, è corretta sia la forma con -la si- e -lo si-, sia la forma con il relativo, sono solo due tipi di frasi differenti.
Perché, quindi, la seguente frase:un mestiere “lo si” impara, è sbagliata?
Distinti saluti
Rico
Caro Rico, infatti la frase non è sbagliata.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna
ho letto la frase: L’esperienza universitaria è la prima vera prova impostaci dalla vita. Non capisco questo impostaci. Significa che ci impone la vita? Che tipo grammaticale è questo? perche questo ci è unito alla fine del participio? Me lo potrebbe spiegare per favore?
Mille grazie
Sisi
Cara Sisi, la tua ipotesi è corretta, significa “che ci impone la vita”, i pronomi atoni possono formare una sola parola con il verbo alla cui parte terminale si uniscono, se il verbo è all’infinito (vorrei vederti), al gerundio (vorrei ringraziarti mandandoti un regalo) o al participio (grazie per l’attenzione concessami), oppure alla seconda persone singolare o plurale o alla prima plurale dell’imperativo (portami via!).
Un saluto
Prof. Anna
sono egiziana e studentessa all’ universita.studio la lingua italiana.
Cara Hend, benvenuta su Intercultura blog, se hai qualche dubbio non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Cara prof. Anna,
io non riesco a capire bene questa frase – Se te lo dico io , puoi crederci . MI POTRESTE AIUTARE ????.
A presto
Daniele
Caro Daniele, la frase significa: puoi credere a questa cosa, se te la dico io. Spero do aver chiarito il tuo dubbio.
Un saluto
Prof. Anna
Cara prof. Anna,
io non riesco a capire bene questa frase – Se te lo dico io , puoi crederci . MI POTRESTE AIUTARE ????.
A presto
Daniele
Cara prof.Anna
Non riesco a fare questa frase : Se te lo dico io , puoi crederci . MI potreste aiutare?
A presto
Daniele
Cara prof. Anna
é giusto scrivere: Nella stanza ci sono un letto matrimoniale, una sedia e un comodino…oppure
Nella stanza c’é un letto matrimoniale ,una sedia e un comodino…
Mille grazie Lory
Cara Lory, la prima frase che scrivi è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Cara prof. Anna
Grazie pera avermi aiutato la ringrazio ????
Grazie per avermi aiutato la ringrazio infinitamente
Cara prof. Anna
Mi sono un po’ confusa. Si dice : Mi sforzo a studiare o Mi sforzo di studiare. ?
La ringrazio in anticipo.
Sissi
Cara Sisi, si dice “mi sforzo di studiare”.
A presto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna
sono un po’ confusa
si dice: è la ragazza più bella che abbia(congiuntivo) mai visto.
La cosa più importante nella vita è la carriera. nella seconda frase il verbo è in indicativo. Questo è giusto? Non si dovrebbe essere in congiuntivo?
Mille grazie Sisi
Cara Sisi, si tratta di due costruzioni diverse, nella prima il congiuntivo è il verbo della frase dipendente (la reggente è: “è la ragazza più bella”) relativa introdotta da -che-: la regola dice che se nella frase precedente alla relativa c’è un superlativo relativo, la frase relativa avrà il congiuntivo, per esempio: “Marco è il ragazzo più simpatico che io conosca”; mentre la seconda frase non è una dipendente ma un’unica frase indipendente e quindi il verbo è all’indicativo.
A presto
Prof. Anna
Grazie per gli esercizi, mi ha aiutato molto.
Buongiorno prof.Anna,
Do un libro a lui. Gli do un libro.
Do un libro a lei. Le do un libro.
Dai questo libro a lui? Glielo dai?
Dai questo libro a lei? …… dai?
Grazie 1000
Stefano
Caro Stefano, -le- (femminile singolare) e -gli- diventano -glie- quindi: “dai questo libro a lei?” = “glielo dai?”.
Un saluto
Prof. Anna
cara .prof.anna . è per mio nipotino . alberello è un diminutivo di albero. grazie . franco
Caro Franco, “alberello” è un diminutivo di albero.
A presto
Prof. Anna
buongiorno,
vorrei una risposta sul modo corretto in cui si scrive:
te lo giuro , te l’ho giuro ????
Caro Dario, è corretto scrivere “te lo giuro”.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie per questo articolo. è molto usabile!
Caro Sajad, benvenuto su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
mi piacerebbe periodo ipotetico
Cara Graciela, ti consiglio questi articoli sul periodo ipotetico: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=3565, http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=3634.
A presto
Prof. Anna
BRAVA PROF ANNA
Vorreasi sapere per cortesia qual è la forma corretta tra le seguenti:
– Mi faresti un grosso favore se mi anticipi la programmazione..
– Mi faresti un grosso favore se mi anticipassi la programmazione..
Cara Anna, è corretta la seconda frase.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Anna, è chiarissimo, che “La borsa? L’ho compratA ieri”, ma con ausiliare ESSERE non usiamo i pronomi diretti nel passato prossimo: “Le è successa la storia”. Purtroppo non riesco a trovare questa regola nei libri di grammatica :(. Potrebbe spiegarmi gentilmente quali frasi siano corrette: 1) Le è natO un bambino oppure Le è natA un bambino; 2) Le si è rottO il cellulare oppure Le si è rottA il cellulare. Con stima, Galinka
Caro Galinka, nelle frasi che mi scrivi -le- è un pronome indiretto (= a lei) quindi “le è nato bambino” e “le si è rotto il cellulare”, di solito l’ausiliare “essere” appartiene a verbi intransitivi che quindi non hanno un complemento oggetto e di conseguenza non sono hanno un pronome diretto (che funge da complemento oggetto) oppure troviamo l’ausiliare “essere” con i verbi riflessivi e pronominali, in questo caso è necessario concordare il participio con il pronome: “ti sei fatto la barba?” -“no, non me la sono fatta”. Per approfondire quesro argomento ti consiglio questi articoli: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=8360; http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=8305.
A presto
Prof. Anna
Cara Anna, La ringrazio e Le porgo cordiali saluti. Approfittando dell’occasione, vorrei augurarLe Buon Natale e sereno Anno Nuovo! Galinka
Cara Galinka, tanti auguri anche a te!
Grazie e presto
Prof. Anna
Gent. professoressa, è sbagliato scrivere “te le ridò” invece di “te le testituisco”? Grazie
correggo “te la restituisco”
Cara Anna Maria, la frase “te le ridò” è corretta.
A presto
Prof. Anna
Quale frase è corretta?
Quando vengo te lo porto
oppure
Quando verrò te lo porto
oppure
te lo porterò quando vengo
oppure
te lo porterò quando verrò
Caro Francesco, le frasi che mi scrivi sono tutte corrette.
Un saluto
Prof. Anna
ciao prof anna, mi potresti spiegare la frase della torta , perche non si puo dire : spero che me la diano un altra fetta . invece di : spero che me ne diano un ‘altra fetta
Cara Yuchun, in questo caso usiamo -ne- perché una fetta è una parte di una torta e -ne- si usa appunto per indicare una parte del tutto, mentre usiamo la-lo-li-le quando si parla del tutto: “vuoi un po’di torta? Sì, ne vorrei una fetta”; “vuoi un po’ di torta? Sì, ma la vorrei mangiare tutta!”. Per ripassare la particella -ne- ti consiglio questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2011/02/10/la-particella-ne/
Un saluto
Prof. Anna
Ciao Prof.Anna mi chiamo Gaia e domani ho la verifica di grammatica sui verbi, i nomi, gli articoli e i pronomi. Potresti per piacere farmi un ripasso generale? Grazie! Scusami se ti ho scritto tardi!
Comunque non ho sbagliato nulla nel test!
Cara Gaia, se mi dici quali sono i tuoi dubbi posso aiutarti.
Un saluto
Prof. Anna
bravi! mi piace questo corso! ho avuto 10 risposte giuste
Cara Leticia, ottimo risultato!
A presto
Prof. Anna
Ciao , sono Marina
Ciao Marina, benvenuta su Intercultura blog, se hai qualche domanda non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Salve! Volevo chiedere, se è giusto dire “Gliele mando= Le mando i materilali”, rivolgendomi ad una professoressa?
Cara Marina, “i materiali” è un nome maschile plurale, quindi la frase corretta è “glieli mando” = “le mando i materiali”.
Un saluto
Prof. Anna
Non ho sbagliato un colpo! Grazie mille!
Continuerò comunque con gli esercizi, la pratica è importante!
Molto bene Marisol, continua così!
A presto
Prof. Anna
10/10
che bravo che sono:-)
prof.Ana.Mi puoi aiutare con le prepozicioni composto e semplice perche no lo so quando nelle frasi devo completare con semplice e che con composto.grazie
Caro Oap, purtroppo non c’è una regola fissa che ci possa aiutare a scegliere sempre tra preposizioni semplici o articolate; normalmente si usano le articolate perché in italiano il nome è preceduto dall’altricolo, quindi: il libro è sul tavolo, l’acqua è nel bicchiere, vado al cinema, ci sono però tantissime eccezioni: vado a teatro, sono in ufficio, torno a casa; nelle espressioni in cui viene usata la preposizione semplice, troveremo invece quella articolata se il nome è seguito da un aggettivo o complemento di specificazione: sono nell’ufficio del mio capo, torno nella mia vecchia casa, vado al teatro Comunale. Solo con molto esercizio e molta pratica è possibile usare correttamente le preposizioni.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
prof Ana,
Grazie per avermi aiutato.
Salve prof,
Ma sulla frase “con te ce l’ho il tempo”
Si può eludere quel “ce”?
“Con te l’ho il tempo”
Cara Domitilla, sì, in questo caso la particella “ci” ha solo un valore rafforzativo.
A presto
Prof. Anna
Grazie mille
Profesoressa Anna, saluti. Ho una grande domanda: nell’esecizio 5 la risposta giusta è “…lui non se l’aspetta”, ma se il verbo è ‘aspettarsi’ questo ‘se’ rappresenta un ‘si’ riflessivo certo? Allora, e secondo ciò scritto sopra (Un pronome diretto o indiretto seguito da si riflessivo, impersonale o passivante non cambia forma e rimane al primo posto), dovrebbe essere “… lui non la si aspetta”. Forse non ho capito bene, ma ti ringrazierò molto se puoi chiarirmi questo dubbio. Saluti dal Messico. 🙂
Caro Ignacio, quel “si” non è né riflessivo, né passivante, né impersonale, “aspettarsi” è una forma transitiva pronominale con valore rafforzativo, quindi in questo caso “si” può solo precedere il pronome e si trasforma in “se”: se l’aspetta.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Buongiorno Prof. Anna,
Ho un quesito a riguardo della posizione del “ci” con altri pronomi. Ad esempio, la frase “lei si è avvicinata a lui” può diventare “lei gli si è avvicinata” ma anche (secondo l’autore dell’esercizio che ho trovato su internet) “lei gli si è avvicinata”. Stessa cosa per “lui si è avvicinato a lei”, può diventare “lui le si è avvicinato” o “lui ci si è avvicinato”. Però poi se abbiamo una frase come “io mi sono avvicinato a lui”, diventa “io mi ci sono avvicinato” e non “ci mi sono avvicinato” come nelle frasi precedenti. Tra l’altro con questa frase non si può usare il pronome indiretto come nelle precedente. Voglio dire, non è possibile dire “io gli mi sono avvicinato” . Lo stesso vale per “io mi sono avvicinata a lei” che non può essere “io le mi sono avvicinata” ma può solo essere “io mi ci sono avvicinata” e anche in questo caso il ci viene dopo. Potrebbe aiutarmi a chiarire? Grazie in anticipo. Cinzia
Cara Cinzia, la particella “si”, in caso di presenza di un altro pronome, si colloca sempre dopo (ci si), mentre “ci”, se il verbo è accompagnato da un pronome clitico, si colloca dopo di questo. Non è possibile abbinare per esempio “gli mi” o “le mi”, ma i pronomi indiretti (tranne -le-) possono essere abbinati solo a “lo-la-li-le-ne-ci” unendosi tra di loro.
Un saluto
Prof. Anna
E più corretto dire: mi può tagliare una fetta di pane, o mi puoi tagliare una fetta di pane
Cara Maria, entrambe le frasi sono corrette, nella prima ti stai rivolgendo a qualcuno in maniera formale, nella seconda in maniera informale, dipende quindi dal contesto e dalla situazione la scelta del registro che è necessario adottare.
A presto
Prof. Anna
Prof ANA mi aiuta per favore? Si può dire: io la bambina non gliela porto in piscina?
Grazie mille
Cara Ile, l’anticipazione o la posticipazione di un complemento (la bambina, in piscina), seguito poi da un pronome atono, è un modo dare enfasi ai complementi, questa costruzione è corretta, ma la particella corretta per sostituire il complemento indiretto “in piscina” sarebbe “ci”, che, combinato con “la” (la bambina), diventerebbe “cela”, quindi: “non cela porto”, la frase che mi hai scritto significa invece “io la bambina non la porto a lui o a lei (gli) in piscina”, non so quale significato tu voglia dare alla frase, se il significato è questo, allora la tua frase è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
salve prof Anna….io ho molti problemi nell’uso (gliene) e non so in preciso quando la devo usare?
Caro Adri, “gliene” è formato da “gli” che significa “a lui” ma quando è combinato può significare anche “a lei” e “ne” che ha varie funzioni che ti consiglio di ripassare con questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2011/02/10/la-particella-ne; combinato a “gli” si usa soprattutto “ne” con valore partitivo e col significato “di questa cosa, di queste cose”; ti faccio qualche esempio sull’uso di “gliene”: “quante mele hai portato a Marco?” “gliene ho portate tre” = “a lui ho portato tre mele” (ne con valore partitivo); “hai regalato dei libri a Marta?” “no, non gliene ho regalato nessuno” “= no, non ho regalato nessun libro a Marta” (ne con valore partitivo); “hai parlato a Lucia di questo problema?” “sì, gliene ho parlato ieri” “=sì, ho parlato a Lucia di questo problema ieri” (ne col significato “di questa cosa”). Spero di aver chiarito il tuo dubbio, se hai altre domande non esitare a scrivermi.
Un saluto
Prof. Anna
A presto
Prof. Anna
io non mi ho capito quando si uso questo ”se ne”
Cara Laura, usiamo “se ne” quando abbiamo “si” seguito dalla particella “ne”: lui se ne è accorto (verbo: accorgersi); lei se ne è andata (verbo: andarsene).
Un saluto
Prof. Anna
Salve,
nelle mail non so mai se scrivere “La ringrazio” o “Vi ringrazio”
Mi riferisco ad un mio superiore quindi vorrei essere formale senza sbagliare parola ^^
Potresti farmi due esempi?
Grazie mille
Caro Marcos, se il destinatario è un tuo superiore dovrai usare “La ringrazio”.
A presto
Prof. Anna
Buongiorno, Una dmanda alla Signora Professoressa Anna :
Per la versione di cortesia, con un pronome raggruppato : posso dire :
Signora Anna, Gliel’ho già chiesto ieri il numero di telefono ?
Gliel’ho è giusto ? In maiuscola ? Sentiti rigrziament, nadia
Cara Nadia, è corretto.
A presto
Prof. Anna
Grazie mille !
Avevo bisogno di un ripasso prima di provare a dare delle spiegazioni alle mie allieve.
Mi é stato realmente utile.
Caro Boiget, benvenuto su Intercultura blog!
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Gentile Prof.ssa Anna,
Vorrei farLe una domanda riguardo all’uso dei pronomi combinati.
Nel libro “Grammatica pratica dell’italiano” di Susanna Nocchi (p. 106) c’è scritto:
“Quando c’è un verbo modale o fraseologico (potere, volere, dovere, sapere, cominciare a , stare per, stare + gerundio, finire di) + infinito, il pronome combinato può andare prima o dopo l’infinito.
Sinceramente non riesco a capire che cosa c’entri la forma stare + gerundio con i verbi servili e fraseologici elencati.
Sarebbe così gentile da spiegarmelo? La ringrazio.
Saluti,
Lisa
Cara Annalisa, i verbi fraseologici i verbi come stare, cominciare, iniziare, continuare, usati davanti a un altro verbo all’infinito o al gerundio, definiscono una particolare modalità di svolgimento dell’azione.
Un saluto
Prof. Anna
La ringrazio per avermi risposto.
Con la forma “stare + gerundio” i pronomi combinati si mettono solo prima del verbo stare e del verbo al gerundio, es. “Glielo sto portando”. D’altra parte, quando i combinati si usano con il gerundio (senza stare) si uniscono al verbo, es. “prendendoglielo” e non possono essere messi prima del verbo.
Detto ciò, non riesco a capire come mai la Nocchi scrive che con “stare + gerundio + infinito” (a quanto ne so questa forma è inesistente) i combinati possono essere messi prima o dopo l’infinito”.
La ringrazio.
Cara Annalisa, rileggendo il tuo commento precedente, credo che l’autrice volesse dire che quando c’è un verbo modale o fraseologico seguito da infinito, il pronome combinato può essere posizionato prima (prima però del verbo che regge l’infinito) o dopo l’infinito: “glielo voglio dare” o “voglio darglielo”.
Un saluto
Prof. Anna
Salve prof Anna,
vorrei chiederla un favore ad aiutarmi a rispondere a questa domanda:
Lei conosce i miei figli:
a/ chi teli ha presentati?
b/ chi li ha prsentato?
c/ chi glieli hai presentato?
d/ chi glieli ha presentati?
Cara Zahra, la frase corretta è: “chi glieli ha presentati?”.
Un saluto
Prof. Anna
Caro professore, nella frase《fra loro non c’è nessuno che lavori》’che’ è pronome o avverbio (di luogo); lo chiedo perché a mio nipote sono state date risposte diverse da insegnanti di lettere diversi.
Grazie
Caro Antonio, in questa frase “che” è un pronome relativo.
Un saluto
Prof. Anna
Utile, grazie.
buonasera!!e giusto dire (ti do il regalo afinche dagliela) (per esempio a maria)??
Caro Cristos, la frase che mi proponi non è corretta, è necessario dire “ti do il regalo affinché tu glielo dia” anche se c’è una ripetizione del verbo “dare”, che si può sostiutire con “consegnare”: “ti do il regalo affinché tu glielo consegni”.
Un saluto
Prof. Anna
Non capisco bene sento molto difficile i pronomi combinati
Caro Rosario, i pronomi combinati sono complicati, è normale che ci siano difficoltà. Se hai dei dubbi specifici riguardo al loro uso non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
prof. Anna, mi potrebbe aiutare, per favore, perche non capisco la frase “Ho salutato Alex da lontano, ma lui non se ne è accorto.“ Cosa significa questo “se ne“?
Cara Irina, il verbo “accorgersi” è un verbo intransitivo pronominale e regge un complemento introdotto dalla preposizione “di” (accorgersi di qualcosa, mi accorgo di qualcosa), in questo caso il complemento introdotto da “di” è sostituito dalla particella “ne”: “non se ne è accorto” (=non si è accorto di questa cosa).
A presto
Prof. Anna
Le ringrazio, prof. Anna!
Mi fa piacere imparare con Lei. Buona giornata!
Grazie per l’aiuto ..Lo dico a te come si scrive? L’ho dico. .oppure lo dico?
Caro Adriano, si dice “te lo dico”.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Vorrei una opinione. Rivolgendosi a un donna, dire: IO GLI CONSIGLIO di osservare….. è corretto? Grazie.
Caro Pasquale, se ti rivolgi direttamente a lei dovrai dire “io ti consiglio”, se vuoi dire invece “io consiglio a lei” dovrai dire “io le (=a lei) consiglio”.
Un saluto
Prof. Anna
Salve,
come si deve formulare alla prima persona plurale la frase “mi ci devo abituare”?
Grazie
Luca
Caro Luca, si dovrà dire “ci dobbiamo abituare”.
Un saluto
Prof. Anna
Potrebbe rispondermi se le frasi sono giuste; grazie! 1)mi scusa di averla fatto aspettare 2) mi scusate di avervi fatto aspettare 3) mi scusi che intrevengo ai tuoi affari!
Caro Cristos, le frasi corrette sono: 1- mi scusi di averla fatta aspettare; 2- scusatemi di avervi fatto aspettare; 3- scusami se intervengo nei tuoi affari.
A presto
Prof. Anna
La seconda frase non potrebbe essere scusatemi di avervi fatti;;grazie!!
Caro Cristos, si potrebbe essere anche così.
Un saluto
Prof. Anna
GRAZIE MILLE…
HO AVUTO 2 ERRORE.
Molto bene M.Cristina!
A presto
Prof. Anna
Prof Ana, mi poi aiutare? Io non capisco perche la seconda resposta del 9 esercizi dei Pronomi Combinati è sbagliata!
9. Sono sicuro che te la farai a passare l’esame.
Caro José, la forma verbale è “farcela” che significa “riuscire a fare qualcosa”, quindi la frase corretta è “sono sicuro che ce la farai”.
A presto
Prof. Anna
Grazie mile professoresa Anna!
Mi mandi mio risposte giuste
Caro Probh, le risposte corrette diventano verdi.
Un saluto
Prof. Anna
METTERGLIENE :
ESMEPIO : “Queste sarebbero le gocce , ma quante dovrei METTERGLIENE all’orecchio ? ”
In questa frase ” METTERGLIENE ” significa : METTERE A LUI / A LEI ( complemento di termine ) DI CIÒ ( pronome dimostrativo ) o DI ESSE ( pronome personale ) ( le gocce )
Caro Daniele, “ne” in questo caso sostituisce un pronome dimostrativo (di queste).
Un saluto
Prof. Anna
Salve.mi piace questo corso
Cara Antigona, benvenuta su Intercultura blog!
Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Utile questa precisazione che ho letto.
⇒ In passato era considerato un errore usare la forma gli alla terza persona plurale, mentre oggi è più usata di loro.
Per esempio: “hai dato da mangiare ai gatti?” “no, non gliel‘ ho ancora dato” ⇒ il pronome personale combinato precede il verbo
Aggiungerei, se non erro, che però il pronome personale combinato segue il verbo (suffisso ?) quando questo è all’infinito.
Per esempio: “hai dato da mangiare ai gatti?” “no, ma ho intenzione di darglielo subito.
Caro Paride, grazie per il tuo contributo.
A presto
Prof. Anna
molto utili
grazier
portrebbe aiutarmi con questa domanda?
Scusi Mario, ci ha dato il prosciutto?
Certo signora,———- ho messo nella busta.
i pronomi combinati ?
grazie.
Caro Anthony, la risposta serebbe: “certo Signora, ve l’ho messo nella borsa”.
Un saluto
Prof. Anna
Sono molto difficili da usarli questi verbi, ma sono anche molto importante di saperli.
Caro Kebba, hai ragione, usare i pronomi combinati non è affato semplice. Ti faccio una correzione, è corretto dire: “questi pronomi sono molto difficili da usare, ma sono anche molto importanti da sapere”.
A presto
Prof. Anna
grazie mille
Professoressa, salve, ho un piccolo dubbio; ma in frasi tipo “È giusto dire che” oppure “È giusto pensare che” etc, dopo il “che” usiamo l indicativo o il congiuntivo? d’altra parte, nelle nostre frasi, prima di “dire” e di “pensare” c’è una forma impersonale (“È giusto”), la quale solitamente richiederebbe il congiuntivo, se preso da solo: “È giusto che tutti paghino per i loro errori”.Tuttavia, mi viene da pensare che per la scelta, in questi casi, tra il congiuntivo e l indicativo, dobbiamo riferirci non tanto all espressione impersonale “È giusto”, quanto piuttosto al verbo che segue: “dire”, “pensare”, etc. Perciò diremmo “È giusto dire che era un mecenate?”; “È giusto pensare che fosse (congiuntivo imperfetto perché l azione ha valore durativo) un mecenate?”. Chiaramente, se il mio ragionamento è corretto, nella prima usiamo l indicativo perché c’è “dire”, che è un verbo che esprime giudizio. Mentre nella seconda il congiuntivo perché c’è “pensare”, che è un verbo che esprime supposizione. Infine le subordinate delle due frasi esprimono anteriorità rispetto alla principale.
Corretto?
Caro Dante, il tuo ragionamento è corretto.
Bene
Prof Anna,
mi puo spiegare la domanda numero 9 per favore?
I cant figure it out
the use of “fare” with il pronome diretto and indiretto??
what is the expression? fare qc a qn???
please
Caro Iman, la forma verbale è “farcela” che significa “riuscire a fare qualcosa, riuscire a raggiungere un obbiettivo”; questo tipo di verbi, che contengono uno o due pronomi o particelle pronominali, sono molto comuni, soprattutto nella lingua parlata; per approfondire questo argomento ti consiglio questi articoli: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/02/02/i-verbi-idiomatici-1/; https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2012/05/31/i-verbi-idiomatici-2/.
Se hai altri dubbi, non esitare a scrivermi.
A presto
Piu buona la lesione!
Ausiliare con i verbi servili:
Se l’infinito ha con sé un pronome atono (mi, si, ti, ci, vi) bisogna usare “essere” se il pronome è prima dell’infinito (es. “mi sarei dovuto preparare prima”), “avere” se il pronome è dopo l’infinito (es. “Avrei dovuto prepararmi prima”). Ah, il verbo delle frasi è il pronominale intransitivo “prepararsi” con il senso di “mettersi in grado di affrontare una prova (un esame anche), una situazione difficile, ecc”.
Corretto?
Caro Filippo, è corretto.
“Sono corso in giardino, dirigendomici”
…L’avverbio “ci” signfica “lì, in quel luogo” ed è usato in posizione enclitica; è come se dicessi “Mi dirigo lì”. Ah, il verbo “dirigersi” è un intransitivo pronominale (quindi la particella, ad esempio “mi”, è parte integrante del verbo) con il significato di “muoversi verso un luogo, volgersi in una data direzione”.
Penso sia corretto
Caro Filippo Maria, è corretto.
Gentile prof.Anna
La combinazione tra pronome indefinito e pronome personale, ad esempio:” tutti noi , tutti loro o loro due”se sono corretti perché questi tipi di combinazione non sono venuti spiegati in qualsiasi parte (libro,web) e “tutti di noi” invece è sbagliato “di noi”non può avere un significato di complemento partitivo?
Caro Luca, non potrebbe essere partitivo, perché non si tratta di una parte del tutto (come ad esempio “alcuni di noi”) ma di tutto l’insieme, quindi la preposizione non serve.
Un saluto
professoresa: come si dice:
questo lavoro MI SONO AVVICINATA A UNNBELLO PAESSE.
OPPURE:
MI HO AVVICINATA A UN BELLO PAESSE.
Cara Nilda, si dice: “Mi sono avvicinata a un paese bello”.
A presto
“Glielo” (come gliele, glieli, gliela, gliene) è una forma pronominale composta del pronome personale “gli “(compl. di termine nel sign. di “a lui”, “a lei” e “a loro”) e del pronome personale “lo” (compl. oggetto o con valore neutro “ciò”, “questo”).
1)”Ho parlato con Marco e gliel’ho detto” (“Ho detto a lui ciò”)
2)”Vai da Maria e diglielo” (“Vai da Maria e di’ a lei questo”)
3)”Ho provato a contattare Paolo e Maria; diglielo appena puoi!” (“…Dì’ a loro ciò appena puoi!”)
Penso sia giusto…
Caro Marco, è giusto.
“Fossilizzarsi”:
È un verbo pronominale e significa “qcn., fissarsi su idee e principi antiquati, rifiutando qualsiasi rinnovamento; anche di situazioni, rapporti e sim., non rinnovarsi nel tempo, fissarsi su schemi rigidi (+su o in): “È importante non fossilizzarsi su (o in) certi pensieri”.
Credo sia corretto
Cara Melissa, è corretto.
Buongiorno
QUando c’è un verbo riflessivo si fa l’accordo (del participio passato) con il soggetto davvero ?
MA cosa si fa con i pronomi combinati ?
Maria se le è comprata (le scarpe)
Maria se le è comprate
??????
Grazie dell’aiuto !!!!
Cara Thierry, se l’oggetto è rappresentato dai pronomi atoni lo, la, li, le (in questo caso “le”) è necessario accordare con questi il participio: “se le è comprate”.
A presto
Grazieeeeeeeeeeeeeee ANna!
SOno molto contento della tua conferma!
Saluti
1)”Si è inorgoglita”
il verbo è l’intransitvo pronominale “inorgoglirsi” e cioè diventare orgoglioso, insuperbirsi
Mi sembra corretto
Cara Marianna, è corretto.
Da Argentina. Ho capito bene l’uso dei pronomi combinati. Grazie tante! Il risultato dell´esercizio é 8/10. Mica male , eh?
Cara Angela, ottimo risultato! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
Un saluto e a presto
Buongiorno
Con l’analisi grammaticale, il pronome si mantiene unito o no?
Cara Anna, si mantiene unito.
A presto
buonasera Professoressa Anna, potrebbe correggere il testo che segue. si tratta di un riassunto che vorrei fare. Se è possibile, potrebbe correggere questo testo e poi ne seguirà ancora uno che non ho ancora finito. Grazie mille in anticipo
in questo compito viene analizzato il concetto dell’intelligenza emotiva. Il suo scopo è quello di creare un plusvalore nella connessione tra le conoscenze teoriche che hanno sviluppato attraverso degli studi che hanno svolto scienziati molto importanti, e delle applicazioni pratiche che si trovano in molti settori della vita delle persone. Ogni giorno vengono sviluppati nuovi quadri di presenza dell’intelligenza emotiva. In questo compito vengono presentati tutti questi quadri ma vengono anche argomentati tutti i metodi e le pratiche che possono coltivare in futuro l’intelligenza emotiva un passo in avanti come una parte indispensabile della personalità degli uomini.
Questo compito che ha come argomento l’intelligenza emotiva inizia con un riferimento dettagliato che riguarda la definizione dell’intelligenza emotiva e il modo con cui hanno l’hanno data i suoi studiosi.
Iniziando dal 1990 e con i riferimenti dello psicologo Coleman e la sua teoria che ha a che fare con l’esistenza acquisita dell’intelligenza emotiva, passiamo ad altri scienziati fondamentali che hanno formulato come: la teoria delle intelligenze multiple di Howamt Gardner (1993), l’intelligenza di Salovey e Mayer (1990) e l’intelligenza di successo di Stemberg (1999)
In seguito vengono presentate le forme di intelligenza e il tentativo di distinguerle tra loro e viene anche presentato il concetto di intelligenza in modo più dettagliato. Inoltre vengono presentate le prime ricerche che sono state sviluppate per più o meno 60 anni tra il 1900 e il 1960 in vari settori dell’intelligenza e dei sentimenti.
Cara Mariana, ecco alcune correzioni:
“in questo compito viene analizzato il concetto di intelligenza emotiva. Il suo scopo (la sua funzione?) è quello di creare un plusvalore nella connessione tra le conoscenze teoriche che hanno sviluppato (chi è il soggetto di “hanno sviluppato?) attraverso degli studi che hanno svolto scienziati molto importanti e le applicazioni pratiche che si trovano in molti settori della vita delle persone. Ogni giorno vengono sviluppati nuovi quadri di presenza (non capisco cosa si intende con “quadri di presenza) dell’intelligenza emotiva. In questo compito vengono presentati tutti questi quadri ma vengono anche argomentati tutti i metodi e le pratiche che possono (chi è il soggetto?) coltivare in futuro l’intelligenza emotiva un passo in avanti come una parte indispensabile della personalità degli uomini (dov’è il verbo in questa frase?).
Questo compito che ha come argomento l’intelligenza emotiva inizia con un riferimento dettagliato che riguarda la definizione dell’intelligenza emotiva (eviterei la ripetizione, quindi potresti eliminare la prima parte “che ha come argomento l’intelligenza emotiva “).
Iniziando dal 1990 con i riferimenti dello psicologo Coleman e la sua teoria che ha a che fare con l’esistenza acquisita dell’intelligenza emotiva, passiamo ad altri scienziati: la teoria delle intelligenze multiple di Howamt Gardner (1993), l’intelligenza di Salovey e Mayer (1990) e l’intelligenza di successo di Stemberg (1999)
In seguito vengono presentate le forme di intelligenza e il tentativo di distinguerle tra loro e viene anche presentato il concetto di intelligenza in modo più dettagliato. Inoltre vengono presentate le prime ricerche, sviluppate tra il 1900 e il 1960, in vari settori dell’intelligenza e dei sentimenti.”
buonasera Professoressa Anna, potrebbe correggere il testo che segue. si tratta di un riassunto che vorrei fare. Se è possibile, potrebbe correggere questo testo e poi ne seguirà ancora uno che non ho ancora finito. Grazie mille in anticipo
in questo compito viene analizzato il concetto dell’intelligenza emotiva. Il suo scopo è quello di creare un plusvalore nella connessione tra le conoscenze teoriche svolte da scienziati importanti attraverso degli studi, e delle applicazioni pratiche che si trovano in molti settori della vita delle persone. Ogni giorno vengono sviluppati nuovi quadri di presenza dell’intelligenza emotiva. In questo compito vengono presentati tutti questi quadri ma vengono anche argomentati tutti i metodi e le pratiche che possono coltivare in futuro l’intelligenza emotiva un passo in avanti come una parte indispensabile della personalità degli uomini.
Questo compito che ha come argomento l’intelligenza emotiva inizia con un riferimento dettagliato che riguarda la definizione dell’intelligenza emotiva e il modo con cui hanno l’hanno data i suoi studiosi.
Iniziando dal 1990 e con i riferimenti dello psicologo Coleman e la sua teoria che ha a che fare con l’esistenza acquisita dell’intelligenza emotiva, passiamo ad altri scienziati fondamentali che hanno formulato come: la teoria delle intelligenze multiple di Howamt Gardner (1993), l’intelligenza di Salovey e Mayer (1990) e l’intelligenza di successo di Stemberg (1999)
In seguito vengono presentate le forme di intelligenza e il tentativo di distinguerle tra loro e viene anche presentato il concetto di intelligenza in modo più dettagliato. Inoltre vengono presentate le prime ricerche che sono state svolte per più o meno 60 anni tra il 1900 e il 1960 in vari settori dell’intelligenza e dei sentimenti.
Proseguiremo con la rassegna storica del campo di ricerca presentando le ricerche dei decenni precedenti in modo dettagliato e arriveremo ai giorni nostri dove riferiremo i concetti dati da Salovey, Mayer e Goleman.
In seguito vengono presentati i quattro modelli fondamentali dell’intelligenza emotiva.
– Il modello dei quattro dimensioni: Questo modello è stato creato da Goleman e Boyatzis e analizza i dimensioni dell’intelligenza emotiva
– Il modello delle capacità dell’intelligenza emotiva creato da Salovey e Mayer
– Il modello delle caratteristiche dell’intelligenza emotiva creato da Konstantino Vasili Petridi che corella la capacità all’intelligenza emotiva
– Il modello di Reuven Bar-on che dà importanza al tasso dell’intelligenza emotiva a livello sociale. Questo concetto si riferisce alla capacità, alla destrezza e alla possibilità di una persona di affrontare le provocazioni sociali più come ingrediente della sua personalità e meno come fonte di conoscenza.
il compito continua con l’applicazione pratica dell’intelligenza emotiva e vengono riferiti tutti i settori della presenza individuale (interni e sociali)
Più precisamente viene analizzata l’applicazione dell’intelligenza emotiva.
– nell’educazione: il modo con cui influenza lo sviluppo dei ragazzi e come interagiscono i diversi stili dei genitori. Si fa riferimento al bullismo nelle scuole e tutti i metodi che vanno applicati per evitare questo fenomeno attraverso lo sviluppo dell’intelligenza emotiva
– al lavoro: dove l’adattamento della personalità di un lavoratore, le iniziative che deve prendere e la disciplina è la differenza tra il lavoratore e di un buon datore di lavoro. inoltre viene riferito anche quello che rappresenta un capo da un semplice manager
– alla salutee ai vari studi svolti e che presentano il come l’intelligenza emotiva influenza in modo positivo oltre alla salute psichica anche quella del corpo.
In seguito vengono presentati le vari definizioni dell’empatia e dell’intelligenza emotiva e le loro comuni caratteristiche dal momento che la prima e parte integrale della seconda. Lo scopo di questo riferimento è quello di evidenziare le caratteristiche della personalità di una persona che fanno parte dell’empatia e come interagiscono con l’intelligenza emotiva.
In seguito viene presentato il messaggio ottimista dei ricercatori (Bradberry e J. Greaves 2006) che non è d’accordo con il punto di vista che domina cioè che l’intelligenza è innata e si coltiva fino agli anni dell’adolescenza, studi confermano che soprattutto l’intelligenza emotiva si sviluppa durante la maturità
Alla fine ci sono delle conclusioni che riguardano lo sviluppo dell’intelligenza emotiva e più precisamente c’è un riferimento che riguarda la conclusione finale cioè che anche se l’intelligenza emotiva non è del tutto comprensibile, è evidente il fatto che i sentimenti hanno un ruolo importante e che la qualità personale e professionale di una persona sono più importanti rispetto alla misurazione dell’intelligenza celebrale.
Proseguiremo con la rassegna storica del campo di ricerca, presentando le ricerche (eviterei la ripetizione della parole “ricerca”) dei decenni precedenti in modo dettagliato e arriveremo ai giorni nostri dove riferiremo le teorie di Salovey, di Mayer e di Goleman.
In seguito vengono presentati i quattro modelli fondamentali di intelligenza emotiva.
– Il modello delle quattro dimensioni: questo modello è stato creato da Goleman e Boyatzis e analizza le dimensioni dell’intelligenza emotiva;
– Il modello delle capacità dell’intelligenza emotiva creato da Salovey e Mayer;
– Il modello delle caratteristiche dell’intelligenza emotiva creato da Konstantino Vasili Petridi che correla la capacità all’intelligenza emotiva;
– Il modello di Reuven Bar-on che dà importanza al tasso di intelligenza emotiva a livello sociale. Questo concetto si riferisce alla capacità, alla destrezza e alla possibilità di una persona di affrontare le provocazioni sociali più come ingrediente della propria personalità e meno come fonte di conoscenza.
Il compito continua con l’applicazione pratica dell’intelligenza emotiva e vengono riferiti tutti i settori della presenza individuale (forse per ignoranza mia, non so cosa sono “i settori della presenza individuale”) (interni e sociali). Più precisamente viene analizzata l’applicazione dell’intelligenza emotiva.
– Nell’educazione: il modo con cui influenza lo sviluppo dei ragazzi e come interagiscono i diversi stili dei genitori. Si fa riferimento al bullismo nelle scuole e a tutti i metodi che vanno applicati per evitare questo fenomeno attraverso lo sviluppo dell’intelligenza emotiva.
– Al lavoro: dove l’adattamento della personalità di un lavoratore, le iniziative che deve prendere e la disciplina è la differenza tra il lavoratore e di un buon datore di lavoro (non ho capito quello che vuoi dire). Inoltre viene riferito anche quello che rappresenta un capo da un semplice manager (forse: “la differenza tra un capo e un semplice manager”?).
– Alla salute: ai vari studi svolti che presentano come l’intelligenza emotiva influenzi in modo positivo la salute psichica e anche quella del corpo.
In seguito vengono presentati le varie definizioni di empatia e di intelligenza emotiva e le loro comuni caratteristiche dal momento che la prima è parte integrante della seconda. Lo scopo di questo riferimento è quello di evidenziare le caratteristiche della personalità di una persona che fanno parte dell’empatia e come interagiscono con l’intelligenza emotiva.
In seguito viene presentato il messaggio ottimista dei ricercatori (Bradberry e J. Greaves 2006) che non è d’accordo con il punto di vista dominante, cioè che l’intelligenza è innata e si coltiva fino agli anni dell’adolescenza, studi confermano che soprattutto l’intelligenza emotiva si sviluppa durante la maturità.
Alla fine ci sono delle conclusioni che riguardano lo sviluppo dell’intelligenza emotiva e più precisamente c’è un riferimento alla conclusione finale cioè che, anche se l’intelligenza emotiva non è del tutto comprensibile, è evidente che i sentimenti hanno un ruolo importante e che la qualità della vita personale e professionale di una persona sono più importanti rispetto alla misurazione dell’intelligenza celebrale.
I pronomi personali soggetto:
1)”Io sono italiano/a”
2)”Tu sei italiano/a”
3)”Noi siamo italiani/e”
4)”Voi siete italiani/e”
5)”Lui è italiano”
6)”Lei è italiana”
7)”Essi sono italiani”
8)”Esse sono italiane”
9)”Loro sono italiani/e”
…Vengono usati per indicare chi sta parlando, chi ascolta e ciò di cui si parla; e i pronomi alla prima e seconda persona singolare e plurale (io, tu, noi, voi) sono invariabili (e cioè che non cambiano per genere, maschile o femminile; e quindi sono validi tanto per il maschile quanto per il femminile), mentre alla terza persona singolare e plurale cambiano a seconda del genere che può essere maschile (lui, egli, esso, essi) e femminile (lei, ella, essa, esse). Invece “Loro”, 3a persona plurale, non si distingue invece per genere, ed è quindi valido tanto per il maschile quanto per il femminile. Per quanto riguarda l’accordo, e qui veniamo agli esempi, dei pronomi personali soggetto con eventuali aggettivi (o participi), di solito l’accordo si fa a seconda del sesso dell’interlocutore: nella prima, seconda, terza e quarta frase i pronomi (io, tu, noi, voi) rimangono invariati (e cioè sono validi tanto per il maschile quanto per il femminile), mentre è l’aggettivo (o eventuali participi) a variare in riferimento a chi parla, ascolta, ecc. (italiano/a/i/e). “Io sono italiano” (perché è una persona di genere maschile che parla), “Io sono italiana” (perché è una persona di genere femminile che parla); “Tu sei italiano” (perché è una persona di genere maschile che ascolta), “Tu sei italiana” (perché è una persona di genere femminile che ascolta). “Noi siamo italiani” (perché più persone di genere maschile stanno parlando), “Noi siamo italiane” (perché più persone di genere femminile stanno parlando). “Voi siete italiani” (perché più persone di genere maschile stanno ascoltando), “Voi siete italiane” (perché più persone di genere femminile stanno ascoltando). “Lui/egli/esso è italiano” (perché alla terza persona singolare cambia il pronome a seconda del genere che in questo caso è maschile), “Lei/ella/essa è italiana” (perché alla terza persona singolare cambia il pronome a seconda del genere che in questo caso è femminile). “Essi sono italiani” (perché alla terza persona plurale cambia il pronome a seconda del genere che in questo caso è maschile plurale).”Esse sono italiane” (perché alla terza persona plurale cambia il pronome a seconda del genere che in questo caso è femminile plurale). “Loro sono italiani” e “Loro sono italiane” (perché “loro” non si distingue per genere, ed è valido tanto per il maschile quanto per il femminile; cambia il genere dell’aggettivo: nel primo caso maschile “italiani”, perché si fa riferimento a più persone di genere maschile, e nel secondo caso femminile “italiane”, perché si fa riferimento a più persone di genere femminile). Al contrario, se i nomi sono di genere diverso, l’aggettivo assume la terminazione del maschile plurale (infatti nell’italiano standard il maschile al plurale è da considerare come genere grammaticale non marcato, e cioè ci si riferisce all’uso di termini di genere e significato maschile e all’uso del solo genere grammaticale maschile in riferimento a uomini e donne): “Noi siamo italiani”, “Voi siete italiani”, “Loro sono italiani” (perché più persone di genere diverso, maschile e femminile assieme, e cui ci riferiamo, stanno parlando o ascoltando).
Penso sia giusto
Cara Beatrice, è tutto giusto.
Genere e accordo dei pronomi personali complemento:
1)”Mi videro al bar”
2)”Ti vedo dallo specchietto”
3)”Si pettina con cura”
4)”Ci apprezzano per quello che siamo”
5)”Vi farò un bel regalo”
6)”Hanno chiamato me”
7)”Hanno scelto te”
8)”Non vuole prendersene cura”
9)”Ce lo racconterà domani”
10)”Ve lo ripeto”
…Anche per quanto riguarda il genere di alcuni pronomi personali, il discorso è il simile: i pronomi personali complemento alla prima e seconda persona singolare e plurale, ma anche alla terza persona singolare e plurale (“mi, ti, si, ci, vi” e “me, te, sé, ce, ve”) sono invariabili: e cioè che non cambiano per genere, maschile o femminile, e quindi sono validi tanto per il maschile quanto per il femminile. Per quanto riguarda l’accordo, e qui veniamo agli esempi, dei pronomi personali complemento, come abbiamo visto per quelli “soggetto”, di solito l’accordo si fa a seconda del sesso del referente, come dell’interlocutore, oppure di chi parla, come di chi ascolta, ecc.; insomma, in base al pronome personale che si riferisca a persona di sesso femminile o maschile, o maschile e femminile insieme: nella prima e nella seconda poniamo che “mi” e “ti” si riferiscano a persona di sesso femminile: infatti, nella frase 1, a parlare potrebbe essere, ad esempio, “Luisa”, e quindi il pronome personale complemento in questione avrebbe valore femminile; mentre nella frase 2 il pronome potrebbe avere sempre valore femminile, anche se è un uomo che parla: difatti è come se, ad esempio, “Mario” dicesse “Vedo te, Luisa, dallo specchietto”, quindi “ti” avrebbe valore femminile. Nella frase 3 stesso discorso: e cioè il “si”, con valore di complemento oggetto e nella coniugazione della forma riflessiva, potrebbe riferisi ad una persona di sesso femminile (“-Luisa- si pettina con cura”). Nella 4 e 5 frase medesimo discorso, e cioè che i pronomi “ci” e “vi” potrebbero riferirsi a più persone o di genere maschile, o femminile, o maschile e femminile insieme: dire (frase 5) “Vi farò un bel regalo” potrebbe significare “Io faccio un bel regalo a voi, Mario e Marco”, e quindi il “vi” (a voi) avrebbe valore maschile plurale. E ancora, dire (frase 4) “Ci apprezzano per quello che siamo” potrebbe significare “Loro apprezzano noi (e cioè “Mario e Luisa”) per quello che siamo”, e quindi il “ci” (noi) avrebbe valore maschile e femminile plurale insieme. Nelle frasi 6 e 7 identico discorso: “Hanno chiamato me” potrebbe significare che “Loro hanno chiamato me (e cioè “Mario”)”, e quindi il “me” avrebbe valore maschile. “Hanno scelto te”, potrebbe significare che “Loro hanno scelto te (e cioè “Luisa”), e quindi il “te” avrebbe valore femminile. Nella frase 8 il “se”, forma che “si” assume davanti a lo, la, le, li, ne, poniamo abbia valore femminile, e quindi “Lei (ad esempio “Luisa”) non vuole prendersi cura di qualcuno”. In finale, nella frase 9 dire “Ce lo racconterà domani” potrebbe significare che “Domani lui racconterà ciò a noi (ad esempio “Luisa e Mario”, e quindi “ce”)”, e quindi il “ce” avrebbe valore maschile e femminile plurale insieme. “Ve lo ripeto” potrebbe significare che “Io ripeto ciò a voi (ad esempio “Mario e Marco”)”, e quindi il “ce” avrebbe valore maschile plurale.
Penso sia giusto e completo
Cara Beatrice, è esatto.
Dimenticavo che gli esempi relativi al pronome personale soggetto sono tutti predicati nominali in cui la parte nominale e’ formata da un aggettivo di genere variabile (italiano/a/i/e), e quindi essa si accorda con il soggetto nel genere e nel numero (come gli esempi). Ovviamente, come dicevo, per quanto riguarda l’accordo dei pronomi personali soggetto con eventuali aggettivi (o participi), di solito l’accordo si fa a seconda del sesso dell’interlocutore: nella prima, seconda, terza e quarta frase i pronomi (io, tu, noi, voi) rimangono invariati (e cioè sono validi tanto per il maschile quanto per il femminile), mentre è l’aggettivo (o eventuali participi) a variare in riferimento a chi parla, ascolta, ecc. (italiano/a/i/e). “Io sono italiano” (perché è una persona di genere maschile che parla), “Io sono italiana” (perché è una persona di genere femminile che parla). Stessa cosa in queste frasi: “Sei nuovamente connesso” e “Sei mio connessa”. In entrambe è sottinteso “tu” è l’accordo si fa a seconda del sesso dell’interlocutore (il pronome “tu” però è invariabile e valido al maschile come al femminile), mentre è l’ipotetico aggettivo (o participio) a variare in riferimento a chi parla, ascolta. Quindi “Sei nuovamente connesso” (predicato nominale in cui la parte nominale e’ formata da un aggettivo di genere variabile- connesso/a/i/e- e quindi essa si accorda con il soggetto nel genere e nel numero) perché è una persona di genere maschile che ascolta; mentre “Sei nuovamente connessa” (predicato nominale in cui la parte nominale e’ formata da un aggettivo di genere variabile- connesso/a/i/e- e quindi essa si accorda con il soggetto nel genere e nel numero) perché è una persona di genere femminile che ascolta. E in “Tu sei mia” e “Tu sei mio” intanto ci troviamo davanti a dei predicati nominali in cui, in entrambe, “Tu” è soggetto, “sei” copula e “mia/o” aggettivo in funzione di nome del predicato. Come dicevo, il pronome personale “tu” rimane invariato, valido per il maschile quanto per il femminile, quindi ad ascoltare potrebbe essere un uomo o una donna: “Tu, Maria, sei mia” e “Tu, Mario, sei mio”. Mentre “mio” e “mia”, che stanno a significare “che appartiene a me”, concordano nel genere (maschile e femminile) e nel numero (plurale e singolare) del nome a cui si riferiscono, e cioè nella prima frase “Tu, Maria, sei mia” (“Maria”, o qualsiasi altro nome, può essere anche sottinteso o ricavabile dal contesto) usiamo “mia” in quanto è un uomo (oppure una donna) che sta parlando e si riferisce ad una donna cui l’aggettivo possessivo “mia” fa riferimento (“Maria”, ad esempio, che potrebbe diventare o che è già sua, appartiene a lui -o lei- che parla); nella seconda frase, invece, “Tu, Mario, sei mio” (“Mario”, o qualsiasi altro nome, può anche essere sottinteso o ricavabile dal contesto) usiamo “mio” in quanto è una donna (oppure un uomo) che sta parlando e si riferisce ad uomo, cui l’aggettivo possessivo “mio” fa riferimento (“Mario, ad esempio, che potrebbe diventare o che è già suo, appartiene a lei -o lui- che parla).
Penso sia corretto e completo
Cara Beatrice, è tutto corretto (immagino che la frase “sei mio connessa” avrebbe dovuto essere “sei nuovamente connessa”).
Si, professoressa; errore di battitura… Quindi tutto corretto, ok!
grazie degli aiuti
Cara Hanitra, se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Buonasera prof, il testo che segue è corretto? Grazie in anticipo.
Quando affermi di essere esperto in un campo,
la responsabilità che assumi di quello che dici e fai aumenta perché le persone che ti circondano aspettano da te risposte corrette e soluzioni efficaci. E tu non devi fare errori/non devi sbagliare perché delle cose ormai sono ovvie/perché delle cose ormai sono ritenute come ovvie
Caro Cris, è corretto, ma non è ben chiaro il significato di “E tu non devi fare errori/non devi sbagliare perché delle cose ormai sono ovvie/perché delle cose ormai sono ritenute come ovvie”.