Aula di lingue

Aula di lingue

Articoli e news in Italiano, Inglese, Spagnolo, Francese e Tedesco

Speciali
Italiano
Spazio L2
A1
A2
Pillole di Italiano
Archivio - Intercultura blog
English
Planet English
Level A2
Level B1
Level B2
News at a glance
Podcast
Español
Mundo Hispano
Nivel A2
Nivel B1
Nivel B2
Noticias breves
Podcast
Français
Espace Français
Niveau A2
Niveau B1
Niveau B2
Actualité en bref
Podcast
Deutsch
Deutsche Welt
Niveau A2
Niveau B1
Niveau B2
News auf einen Blick
Podcast
Podcast
English
Español
Français
Deutsch
Chi siamo
Cerca
A1

L'accento grafico

Quando è necessario segnalare graficamente l’accento in italiano? Scopriamolo insieme.

leggi
Per la lezione Per scaricare questa risorsa devi accedere a myZanichelliAccedi

Care lettrici e cari lettori, nell’ortografia italiana l’accento è segnalato graficamente in un numero limitato di casi. Vediamo insieme quali. 

Tipi di accento
In italiano esistono due tipi di accento:
→ l’accento grave (cioè), che si mette sulle vocali aperte (città, portò, tradì);
→ l’accento acuto (perché), che si mette sulle vocali chiuse (finché, né, poiché).
È ormai in disuso l’accento circonflesso (^), tradizionalmente utilizzato per i plurali dei nomi in -io (vario → varî, in italiano contemporaneo → vari).

Quando si usa l’accento grafico?
L’accento grafico è obbligatorio solo se cade sulla vocale finale di una parola nei seguenti casi:
→ sulle parole tronche formate da più sillabe, che terminano con una vocale: perché umanità, caffè;
sui monosillabi che terminano con più di una vocale: più, può, già, giù, ciò; fanno eccezione qui e qua;
→ su alcuni monosillabi che si confonderebbero con altre parole, se scritti senza accento:

  • è (verbo essere) – e (congiunzione);
  • (verbo dare) – da (preposizione);
  • (avverbio) – la (articolo: la mela, pronome: la mangio);
  • (avverbio) – li (pronome);
  • (congiunzione: né tu né io) – ne (pronome: ne parlo, avverbio: me ne vado);
  • (pronome tonico: pensò tra sé) – se (pronome atono: se la mangiò, congiunzione: se vuoi);
  • (avverbio) – si (pronome);
  • (nome: due volte al dì) – di (preposizione);
  • (bevanda) – te (pronome personale).

→ il pronome riflessivo rafforzato da stesso e medesimo può conservare o non conservare l’accento: se stesso –  sé stesso; se medesimo – sé medesimo;
→ i composti che hanno come secondo elemento un monosillabo che termina in vocale si scrivono con l’accento anche se il monosillabo, da solo, non ha l’accento: tre – ventitré; re – viceré ecc.;
→ sono ormai poco usate le grafie con accento ché per contrassegnare la congiunzione causale e distinguerla da che come congiunzione, pronome o aggettivo relativo, e , in funzione di esclamazione esortativa (vieni, sù);
→ su tutti gli altri monosillabi non menzionati l’accento non ci vuole: blu, fa, fu, no, re, sa, so, sta, sto, va
→ le forme dell’imperativo dei verbi dire, dare, fare, stare, andare si scrivono con l’apostrofo e non con l’accento: di’, da’, fa’, sta’, va’; così come la forma troncata di poco: po’

Scegli l’opzione corretta.
1. Non capisco perchè / perché ti lamenti tanto.
2. Dovevamo incontrarci qui / quì.
3. Quel cane non stà / sta mai fermo.
4. A che ora te ne / né sei andato?
5. Di per sè / sé sarebbe una buona idea.
6. Cosa c’è che non và / va / va’?
7. Dà / Da / Da’ una mano a tuo fratello!
8. Non si / sì è trovato bene nella nuova casa. 
9. Ci siamo conosciuti molti anni fa / fà.
10. Questo libro non è piaciuto nè / né a me nè / né a te.

(Prof. Anna)
(Crediti immagine: box home page: N.Savranska, Shutterstock – banner: Medvedeva Irina – Shutterstoc 

Devi completare il CAPTCHA per poter pubblicare il tuo commento