L’interiezione è una parte invariabile del discorso che esprime una reazione improvvisa dell’animo (di gioia, di dolore, di sorpresa, di sdegno, di paura) oppure un saluto, un ordine, una preghiera, un richiamo.
Le interiezioni sono tipiche della lingua parlata e, quando si trascrivono, sono spesso seguite da una virgola oppure da un punto esclamativo o interrogativo. Ogni interiezione ha la propria intonazione caratteristica e, a seconda del modo in cui viene pronuciata e del contesto in cui è inserita, la stessa interiezione può assumere significati diversi, ad esempio nell’espressione “eh, su!”, l’interiezione eh esprime rimprovero, mentre in “eh, può darsi” esprime un dubbio.
A differenza delle altre parti del discorso, l’interiezione non ha legami sintattici con le parole che la precedono e che la seguono, solo in alcuni casi può reggere un complemento (“addio a tutti!”, “accidenti a te!”).
Le interiezioni proprie, così chiamate perché hanno solo questa funzione, sono:
- ah, può esprimere diversi significati: se è pronunciata in tono lamentoso, può esprimere dolore fisico o emotivo: “Ah, che dolore!”; se è pronunciata in modo secco, manifesta soddisfazione per qualcosa che è avvenuto e che si desiderava avvenisse: “Sono stato promosso.” “Ah!”, oppure una presa d’atto di una determinata situazione: “Ho deciso di cambiare lavoro” “Ah!”; se è pronunciata in tono basso e prolungato esprime soddisfazione, come dire “finalmente!”;
-ahi, esprime dolore fisico o emotivo, è spesso ripetuta: “Ahi, ahi, ahi che male!”;
- bah, esprime perplessità, rassegnazione, disapprovazione: “Bah! Non so proprio cosa pensare”;
- beh, be’, nel linguaggio familiare può essere usata per troncare un dialogo: “Be’, è ora di andare”; se pronunciata in modo prolungato si usa per introdurre risposte a domande difficili o imbarazzanti, come mezzo per prendere tempo: “Perché sei in ritardo?” “Beh, mi sono svegliato tardi”; usata anche con intonazione interrogativa per sollecitare qualcuno a proseguire un discorso: “Beh, come è andata a finire?”;
- boh, esprime dubbio, incertezza, indifferenza o incapacità a rispondere a qualche domanda, si usa quando si ha una certa familiarità con l’interlocutore, altrimenti può risultare scortese: “Cosa fai stasera?” “Boh!”;
- eh, può indicare rimprovero o disapprovazione: “Eh, no, non ci siamo!” o meraviglia “Eh, che bel tramonto!”. Se è pronunciata con tono interrogativo e un suono prolungato, si usa nel linguaggio familiare per rispondere a qualcuno che ci ha chiamati o per indicare che non si è capito qualcosa: “Marco!” “Eh?”, “Eh? Non ho sentito”;
- ehi, si usa per richiamare l’attenzione, anche con tono di rimprovero: “Ehi voi, smettetela subito!”;
-ehm, indica esitazione o imbarazzo, oppure può servire a richiamare l’attenzione: “Ehm, mi scusi, potrebbe dirmi che ore sono?”;
- mah, è la congiunzione avversativa ma usata come interiezione per indicare incertezza, perplessità: “Ti va di uscire?” “Mah, non so”, oppure amarezza, rassegnazione: “Mah! Non sei mai contento di nulla”;
-mhmm, mmm, esprime dubbio, perplessità, esitazione “Mhmm, questa cosa non mi convince”; può anche esprimere compiacimento, soddisfazione per aver mangiato o all’idea di mangiare qualcosa di buono: “Mhmm, che buon odorino!”; può comunicare anche disappunto o impazienza frenata: “Mmm, che rabbia!”;
- oh, se è pronunciata con o chiusa e con suono prolungato, indica meraviglia, piacevole sorpresa: “Oh, questa sì che è una bella notizia!”; se è pronunciata con con la o aperta e con suono prolungato, può indicare senso di soddisfazione per un risultato raggiunto o per la fine di uno sforzo giunto a buon fine: “Oh! Ce l’abbiamo fatta finalmente!”;
- ohi, esprime contrarietà, preoccupazione, disappunto, specialmente se ripetuta: “Ohi, ohi, ohi, qui le cose si mettono male!”;
- to’, si dice accompagnando il gesto di dare qualcosa a qualcuno: “To’, prendine ancora!”, oppure può esprimere meraviglia: “To’, guarda chi è arrivato!”;
- uffa, esprime noia, impazienza, fastidio: “Uffa, quando andiamo a casa?”;
- uh, può indicare dolore, disappunto: “Uh, che male!”, oppure sorpresa: “Uh, che bello questo posto!”;
- uhm, esprime incertezza, dubbio, perplessità: “Uhm, non sono affatto convinto”.
Molte interiezioni proprie sono caratterizzate, nello scritto, dalla presenza della lettera h, che ha una duplice funzione: serve a evitare confusione con altre parole e a rendere l’enfasi dell’intonazione.
1. Nella frase “Ah, questo sì che è un bel film!”, l’interiezione ah esprime rassegnazione. V F
2. Nella frase “Oh, siamo arrivati finalmente!”, l’interazione oh esprime soddisfazione. V F
3. L’interiezione della frase precedente va pronunciata con la o chiusa. V F
4. Nella frase “Eh! Queste cose non si fanno!”, l’interiezione eh esprime incertezza. V F
5. Nella frase “Uffa, che noia!”, l’interiezione uffa esprime meraviglia. V F
6. Nella frase “Beh, cos’hai deciso?”, l’interiezione beh serve per sollecitare l’interlocutore a proseguire il discorso. V F
7. Nella frase “Ahi, mi sono punto!”, l’interiezione ahi esprime disappunto. V F
8. Nella frase “To’, e chi se lo sarebbe mai aspettato!”, l’interiezione to’ esprime meraviglia. V F
9. Nella frase “Mah, a questo punto non so più cosa dirti”, l’interiezione mah esprime esitazione. V F
10. Nella frase “Uh, che disordine!”, l’interiezione uh esprime disappunto. V F
(Prof. Anna)
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