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Provate ora a fare questo esercizio scegliendo i termini corretti.

Buon test!

Prof. Anna

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FRASE PRINCIPALE FRASE SUBORDINATA RAPPORTO TEMPORALE
preferirei che avrei preferito che ...tu fossi stato sincero (congiuntivo trapassato) anteriorità
preferirei che avrei preferito che  ...tu fossi sincero (congiuntivo imperfetto) contemporaneità
preferirei che avrei preferito che  ...tu fossi sincero (congiuntivo imperfetto) posteriorità
Facciamo qualche altro esempio: Vorrei che tu studiassi di più → congiuntivo imperfettocontemporaneità e posteriorità. Vorrei che tu avessi studiato di più → congiuntivo trapassatoanteriorità. Avrei voluto che studiassi di più congiuntivo imperfettocontemporaneità e posteriorità. Avrei voluto che tu avessi studiato di più → congiuntivo trapassato anteriorità.   Ora vi propongo una breve lettura, un dialogo, in cui troverete parecchie concordanze sia con l'indicativo sia con il congiuntivo; ogni volta che le incontrate provate a valutare se esprimono un rapporto di anteriorità, contemporaneità o posteriorità. Maria: Sono le otto passate e Luca non è ancora arrivato; credo proprio che si sia dimenticato della cena di stasera e che ormai non venga più. Alex: Non credo. Ho parlato con lui ieri pomeriggio e mi ha detto che lo avevi invitato e che ci saremmo visti a casa tua. Sono sicuro che ha dovuto trattenersi al lavoro più a lungo del previsto. Vedrai che sarà qui a momenti. Maria: Ho i miei dubbi: anch'io pensavo che fosse ancora al lavoro, ma poco fa gli ho dato un colpo di telefono e un suo collega mi ha detto che era appena uscito per andare in centro. È poco probabile che lo vedremo qui stasera, perciò preferirei che ci mettessimo a tavola. Alex: Ma no, aspettiamolo ancora un po'. Sono certo che ha avuto un contrattempo e che sta per arrivare. Hanno suonato, dev'essere lui! Luca: Scusate, mi dispiace di essere così in ritardo, spero che abbiate già cominciato a mangiare. Maria: No, ti abbiamo aspettato, ma dove sei stato? Perché non ci hai avvertito del tuo ritardo? Luca: Sono stato davvero maleducato, ma ti assicuro che non è stata colpa mia: ho incontrato un mio vecchio amico che non vedevo da molti anni. Dopo che ero uscito dall'ufficio sono andato in pasticceria per comprare un dolce e, quando l'ho visto, anche se sapevo che era tardi, non ho potuto fare a meno di fermarmi e fare due chiacchere con lui. Quando poi sono risalito in macchina mi sono accorto che avevo dimenticato il dolce! Maria: Non cambierai mai! Per questa volta ti perdono, ma ora andiamo a tavola. Ora prova a rispondere alle seguenti domande usando i tempi e i modi più adeguati: 1. Cosa pensa Maria del ritardo di Luca? 2. Cosa ha detto Luca ad Alex il pomeriggio precedente? 3. Di che cosa è sicuro Alex? 4. Cosa pensava Maria? 5. Che cosa le ha detto un collega di Luca? 6. Cosa preferirebbe Maria? 7. Di che cosa è certo Alex? 8. Cosa spera Luca? 9. Chi ha incontrato Luca in pasticceria? 10. Di che cosa si è accorto in macchina?       [post_title] => La concordanza dei tempi con il congiuntivo 2 [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => la-concordanza-dei-tempi-con-il-congiuntivo-2 [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:24 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:24 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4306 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 83 [filter] => raw ) [4] => WP_Post Object ( [ID] => 4281 [post_author] => 3 [post_date] => 2012-10-25 14:41:30 [post_date_gmt] => 2012-10-25 12:41:30 [post_content] =>

Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, come già sapete, la lingua italiana è molto ricca di espressoni idiomatiche, queste espressioni spesso non sono traducibili letteralmente, per questo spesso non è facile coglierne il significato.

Oggi vedremo alcune espressioni idiomatiche che contengono la parola "occhio".

Buona lettura!

Prof. Anna

chiudere un occhio → questa espressione significa fare finta di niente; lasciare correre qualcosa, per esempio:

"se mi promettete di non fare rumore, chiudo un occhio e vi faccio entrare anche se lo spettacolo è già cominciato";

aprire gli occhiricredersi su qualcosa, rendersi conto di qualcosa che prima si ignorava: "Marco mi ha aperto gli occhi su Giorgio e mi ha fatto capire quanto sia egoista";

a occhi chiusi → significa con assoluta fiducia o fare qualcosa con estrema facilità: "è un lavoro molto facile, sono sicura che lo puoi fare a occhi chiusi";

a occhio e croce → significa all'incirca, più o meno: "non so esattamente quante persone possa contenere questo teatro, ma a occhio e croce direi un centinaio";

a quattr'occhi in colloquio privato fra sole due persone, in confidenza, in tutta intimità: "non voglio parlare di queste cose davanti agli altri, preferisco parlartene a quattr'occhi";

vedere di buon occhioavere simpatia, benevolenza per una persona o una situazione, approvarla, appoggiarla: "mio padre non vede di buon occhio il mio mio ragazzo";

in un batter d'occhiomolto in fretta, in un attimo, nel tempo sufficiente a battere le ciglia: "sarò da te in un batter d'occhio";

tenere d'occhiotenere qualcosa o qualcuno sotto controllo, sorvegliare: "mentre vado a fare i biglietti, potresti tenere d'occhio le mie valigie?";

dare nell'occhio attirare l'attenzione, farsi notare per un abbigliamento particolare o per il comportamento oppure per qualche caratteristica che spicca nel contesto generale: "Laura si veste sempre in modo molto semplice, è un po' timida e non le piace dare nell'occhio";

a vista d'occhiodetto di qualcosa che cresce, cambia o si sviluppa in modo rapido ed evidente: "da quando Marco si è messo a dieta, sta dimagrendo a vista d'occhio";

avere gli occhi foderati di prosciutto non vedere le cose più evidenti, essere poco perspicaci: "Maria non si rende conto che Paolo la tradisce, quando si tratta di lui ha proprio gli occhi foderati di prosciutto";

essere un pugno nell'occhiodetto di ciò che è molto sgradevole a vedersi, di pessimo gusto: "quell'enorme edificio in mezzo alla campagna è un vero pugno nell'occhio";

gurdare con la coda dell'occhioguardare senza voltarsi, senza farsi notare: "Marco ti guarda sempre con la coda dell'occhio, credo che tu gli piaccia";

essere nell'occhio del ciclonetrovarsi in una situazione difficile, essere esposti a pericoli: "scusa ma oggi non ci possiamo vedere, sono nell'occhio del ciclone: devo consegnare un'importante relazione di lavoro entro domani e non ho ancora fatto niente".

[post_title] => Espressioni idiomatiche con la parola "occhio" [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => espressioni-idiomatiche-con-la-parola-occhio [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:24 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:24 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4281 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 15 [filter] => raw ) [5] => WP_Post Object ( [ID] => 4258 [post_author] => 3 [post_date] => 2012-10-18 14:34:50 [post_date_gmt] => 2012-10-18 12:34:50 [post_content] => Cari lettori e care lettrici di Intercultura blogabbiamo già visto cosa si intende per "concordanza dei tempi" nell'articolo dedicato alla concordanza dei tempi con l'indicativo. Oggi vedremo la concordanza dei tempi quando nella frase subordinata c'è un verbo al congiuntivo. Buona lettura! Prof. Anna Sappiamo che il tempo della principale stabilisce la cronologia assoluta di un evento: mangio una mela (ora); mangiavo una mela (prima); mangerò una mela (in seguito). Il tempo della subordinata definisce invece la cronologia di un evento (quello espresso nella principale) rispetto all'altro (espresso nella subordinata): esprime cioè la relazione di anteriorità (la frase della subordinata è precedente rispetto alla principale); contemporaneità (la frase della subordinata è contemporanea rispetto alla principale) e posteriorità (la frase della subordinata è posteriore rispetto a quella della subordinata) tra l'evento espresso nella subordinata e quello espresso nella principale.   FRASE PRINCIPALE AL PRESENTE  
FRASE PRINCIPALE FRASE SUBORDINATA RAPPORTO TEMPORALE
 Credo che  ...ieri tu sia stato a scuola (congiuntivo passato) ...da piccolo non godesse di buona salute (congiuntivo imperfetto se l'azione ha valore durativo)  anteriorità
 Credo che  ...oggi tu sia a scuola (congiuntivo presente)  contemporaneità
 Credo che   ...domani tu sarai a scuola (indicativo futuro semplice)  posteriorità
Con il verbo della principale al presente: • per esprimere anteriorità nella subordinata si usa il congiuntivo passato: penso (oggi) che Marco (ieri-nel passato) sia andato a Roma; se l'azione espressa nella subordinata ha valore durativo, ovvero esprime una situazione in corso nel passato o abituale nel passato si usa il congiuntivo imperfetto: immagino che lui andasse male a scuola; • per esprimere contemporaneità si usa il congiuntivo presente: penso (oggi) che Marco (oggi) vada a Roma; • per esprimere posteriorità si usa il futuro semplice: penso (oggi) che Marco (in seguito) andrà a Roma. FRASE PRINCIPALE AL PASSATO  
FRASE PRINCIPALE FRASE SUBORDINATA RAPPORTO TEMPORALE
Ho creduto che (indicativo passato prossimo) Credevo che (indicativo imperfetto) ...il giorno prima tu fossi stato a scuola (congiuntivo trapassato) anteriorità
Ho creduto che Credevo che ...quel giorno tu fossi a scuola (congiuntivo imperfetto) contemporaneità
Ho creduto che Credevo che ...il giorno dopo tu saresti stato a scuola (condizionale passato) posteriorità
Con il verbo della principale al passato (passato prossimo - imperfetto): • per esprimere anteriorità nella subordinata si usa il congiuntivo trapassato: pensavo (ieri- un giorno nel passato) che Marco (prima di ieri o prima di quel giorno nel passato) fosse andato a Roma; • per esprimere contemporaneità nella subordinata si usa il congiuntivo imperfetto: pensavo (ieri - un giorno nel passato) che Marco (ieri o quel giorno nel passato) andasse a Roma; • per esprimere posteriorità nella subordinata si usa il condizionale passato: pensavo (ieri - un giorno nel passato) che Marco (in futuro) sarebbe andato a Roma. [post_title] => La concordanza dei tempi con il congiuntivo 1 [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => la-concordanza-dei-tempi-con-il-congiuntivo-1 [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:24 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:24 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4258 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 232 [filter] => raw ) [6] => WP_Post Object ( [ID] => 4207 [post_author] => 3 [post_date] => 2012-10-11 15:27:15 [post_date_gmt] => 2012-10-11 13:27:15 [post_content] =>

Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, bentrovati!

Eccoci di nuovo insieme dopo la pausa estiva, spero che abbiate passato delle buone vacanze.

In passato abbiamo già parlato del genere dei nomi (maschile e femminile), ma oggi vorrei portare la vostra attenzione su alcuni aspetti in particolare.

Buona lettura!

Prof. Anna

Molti gruppi di nomi tendono a ripartirsi grammaticalmente tra maschile e femminile in base all'appartenenza ad aree omogenee di significato. Vediamoli insieme.

Sono maschili i nomi di:

alberi: l'arancio; il melo; l'ulivo; il pesco; l'abete (ovviamente ci sono eccezioni: la palma, la quercia, ecc.);

mesi e giorni della settimana: ottobre; luglio; il mercoledì; il sabato (fa eccezione: la domenica);

metalli ed elementi chimici: l'oro; il rame; l'argento ecc.;

monti, mari, fiumi e laghi: il Cervino; l'Etna; l'Adriatico; il Po; il Garda. Ma parecchi nomi di catene moltuse (le Alpi, le Dolomiti) e alcuni fiumi (la Senna, la Loira) sono femminili;

punti cardinali: il Nord; il Sud; il Levante, l'Occidente.

Sono femminili i nomi di:

frutti: l'arancia; la mela; l'oliva; la pesca; sono maschili: il limone; il fico; l'ananas; il kiwi; il mango;

scienze e discipline di studio: la biologia; la medicina; la linguistica (fa eccezione: il diritto);

continenti, stati, regioni, città e isole: l'Europa; l'America; la Campania; la Sicilia; le Antille; numerosi però sono anche i nomi maschili: il Belgio; il Brasile; il Perù; il Molise; il Lazio; il Veneto; il Madagascar; il Giappone.

Alcuni nomi hanno una forma maschile e femminile con significati diversi:

• il baleno = bagliore, lampo (in un baleno=in un attimo); • balena = enorme cetaceo (mammifero acquatico)

• il balzo = il salto; • la balza = tratto scosceso di una montagna

• il banco = tavolo; • la banca = istituto di credito

• il buco = foro; • la buca = fossa

• il busto = parte del corpo umano; • la busta = involucro, soprattutto per lettere

• il colletto = parte della camicia che sta intorno al collo; • la colletta = raccolta di soldi tra più persone

• il costo = spesa che bisogna sostenere per ottenere qualcosa; • la costa = zona che costituisce il limite tra terra e mare

• il foglio = pezzo di carta; • la foglia = parte di una pianta

• il gambo = stelo di un fiore; • la gamba = arto inferiore del corpo umano

• il manico = impugnatura; • la manica = parte di un vestito

• il modo = maniera; • la moda = usanza

• il mostro = personaggio di fantasia che presenta forme strane; • la mostra = esposizione di opere artistiche o di interesse storico

• il panno = tessuto; • la panna = parte grassa del latte

• il pianto = lacrime; • la pianta = organismo vegetale o mappa

• il porto = insenatura dove sostano le navi; • la porta = apertura d'ingresso di una casa

• lo scalo = fermata intermedia per imbarcare o sbarcare i passeggeri; • la scala = struttura a scalini

• il suolo = terreno; • la suola = parte della scarpa che poggia a terra

• il taglio = azione del tagliare, apertura prodotta in ciò che è tagliato; • la taglia = misura di un vestito

• il tappo = acessorio per chiudere le bottiglie; • la tappa = sosta durante un viaggio

Attenzione alla coppia il tavolo- la tavola: se per indicare genericamente il mobile possiamo usare sia i maschile sia il femmnile (la tavola da pranzo; un tavolo in legno), per indicare lo stesso oggetto adibito a usi particolari dobbiamo usare obbligatoriamente il maschile (il tavolo da gioco; il tavolo operatorio).

Altri nomi, pur conservando la stessa forma, cambiano il significato se usati al maschile o al femminile. Si distinguono dall'articolo e dall'accordo con aggettivi. Vediamoli insieme:

• il capitale = somma di denaro; • la capitale = di uno stato

• il fine = scopo; • la fine = termine

• il fronte = luogo dove si combatte; • la fronte = parte della faccia

• il lama = animale; • la lama = oggetto tagliente

• il radio = elemento chimico; • la radio = apparecchio radiofonico

Se volete conoscere in maniera più approfondita il significato di alcune parole, usate il dizionario on line: cliccando due volte sulla parola si aprirà una piccola finestra con scritto: "consulta il termine", cliccate una volta su questa finestrina e vi apparirà il siglificato.

[post_title] => Il genere dei nomi 1- approfondimento - [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => il-genere-dei-nomi-1-approfondimento [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:24 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:24 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4207 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 23 [filter] => raw ) [7] => WP_Post Object ( [ID] => 4199 [post_author] => 3 [post_date] => 2012-06-28 15:38:04 [post_date_gmt] => 2012-06-28 13:38:04 [post_content] =>

Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, anche quest'anno l'estate è arrivata e il blog va un po' in vacanza. Durante i mesi estivi non verranno pubblicati nuovi articoli, ma potrete continuare a scrivermi ed espormi i vostri dubbi per tutta l'estate, le attività del blog ripartiranno a Settembre.

Ringrazio di cuore tutti voi lettori per la partecipazione, la gentilezza e l'interesse dimostrati.

Vi auguro di trascorrere una meravigliosa estate!

A presto

Prof. Anna

 

 

[post_title] => Buone vacanze a tutti! [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => buone-vacanze-a-tutti [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:24 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:24 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4199 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 20 [filter] => raw ) [8] => WP_Post Object ( [ID] => 4159 [post_author] => 3 [post_date] => 2012-06-21 14:04:33 [post_date_gmt] => 2012-06-21 12:04:33 [post_content] => Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, di solito ci sono sempre molti dubbi sul femminile di alcuni nomi di professioni, oggi vedremo come si formano i nomi delle professioni e come questi nomi si trasformano al femminile. Buona lettura! Prof. Anna   NOTA IMPORTANTE! Questo articolo è stato scritto anni fa, nel frattempo la lingua si è evoluta e alcuni usi sono cambiati. Per un aggiornamento sul tema del femminile dei nomi di professione, vi rimando al seguente articolohttps://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2021/02/25/il-femminile-dei-nomi-di-professione/ Inoltre se siete interessati ad affrontare l'argomento della rappresentazione dei generi nella lingua italiana, vi segnaliamo l'iniziativa Obbiettivo 10 in parità: https://www.zanichelli.it/chi-siamo/obiettivo-dieci-in-parita?fbclid=IwAR1f79ed6kTQuT7DkMyG3Pjfz_JUyL_C9AXr7Tbl67nOhadzTCDYQ0sLpE0   Distinguiamo i nomi delle professioni a seconda di come finisce il nome stesso: • nomi di professioni che finiscono in -aio (maschile); -aia (femminile) → per esempio: operaio - operaia; gelataio - gelataia; giornalaio - giornalaia; benzinaio - benzinaia; fornaio - fornaia; libraio - libraia; macellaio - macellaia. In linea di massima il significato di queste parole è abbastanza chiaro infatti, per esempio, il gelataio vende il gelato; il giornalaio vende il giornale; il libraio vende i libri; il fornaio vende prodotti da forno (pane, biscotti ecc.); nomi di professioni che finiscono in - iere (maschile); -iera (femminile) → per esempio: cameriere - cameriera; infermiere - infermiera; parrucchiere - parrucchiera; cassiere - cassiera; nomi di professioni che finiscono in - ista (maschile e femminile) → in questo caso la desinenza è uguale per il maschile e per il femminile, per determinare il genere usiamo l'articolo: il giornalista - la giornalista; qualche altro esempio: elettricista - tassista - barista - farmacista - centralinista - camionista - stilista - musicista - dentista; nomi di professioni che finiscono in - tore (maschile), molti dei nomi di professioni che finiscono in questo modo non hanno il femminile, ma quelli che ce l'hanno finiscono in - trice (femminile) → qualche esempio: muratore; attore - attrice; scrittore - scrittrice; presentatore - presentatrice; direttore - direttrice; autore - autrice; calciatore; lavoratore - lavoratrice; senatore - senatrice; pittore - pittrice. In seguito ai mutamenti sociali, economici e culturali degli ultimi decenni, è nata l'esigenza di creare il femminile di mestieri e professioni un tempo riservati ai soli uomini; alcuni nomi di mestieri a cui le donne già da tempo hanno accesso hanno un femminile stabilizzato nell'uso, per esempio: il cuoco - la cuoca; il sarto - la sarta; il professore - la professoressa. Tuttavia ci sono ancora dubbi sul femminile di alcune professioni. Valgono comunque le seguenti regole, oltre quelle già viste prima: per i nomi il cui maschile termini in -o, si può formare il femminile in -a: ministro - ministra; deputato - deputata; modello - modella; postino - postina; ballerino - ballerina; fotografo - fotografa; psicologo - psicologa; nel caso di nomi o professioni di particolare prestigio si può lasciare invariata la forma del maschile: il presidente Laura Verdi; il ministro Giulia Bianchi; il presidente Maria Rossi; a volte il suffisso -essa, usato per rendere femminili alcuni nomi di professioni, ha valore ironico o addirittura spregiativo: perciò è meglio usare: presidente invece di presidentessa, filosofa invece di filosofessa; avvocata invece di avvocatessa. Nessun problema invece per: studentessa; professoressa; dottoressa; poetessa; anche i nomi invariabili di origine straniera possono essere femminili, si dirà perciò: la manager; la leader; la designer ecc; si può aggiungere donna, prima o (più raramente dopo) dopo il nome della professione: la donna poliziotto; la donna soldato; la donna magistrato. 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[post_title] => Test 17 - usi e funzioni della particella "si" [post_excerpt] => [post_status] => publish [comment_status] => closed [ping_status] => closed [post_password] => [post_name] => test-17-usi-e-funzioni-della-particella-si [to_ping] => [pinged] => [post_modified] => 2024-09-26 09:57:24 [post_modified_gmt] => 2024-09-26 07:57:24 [post_content_filtered] => [post_parent] => 0 [guid] => http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=4129 [menu_order] => 0 [post_type] => benvenuti [post_mime_type] => [comment_count] => 39 [filter] => raw ) ) [post_count] => 10 [current_post] => -1 [in_the_loop] => [post] => WP_Post Object ( [ID] => 4349 [post_author] => 3 [post_date] => 2012-11-08 16:09:56 [post_date_gmt] => 2012-11-08 14:09:56 [post_content] =>

Provate ora a fare questo esercizio scegliendo i termini corretti.

Buon test!

Prof. Anna

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