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Aula di Lingue

I pronomi doppi

Prof. Anna
Grammatica,   La lingua italiana,   Pronomi

Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, questa settimana vedremo cosa sono e come si usano i pronomi doppi.

Buona lettura!
Prof. Anna

Si dicono pronomi doppi quei pronomi che riuniscono in sé le funzioni di due pronomi. Questi pronomi, a differenza di quelli relativi, non richiedono un termine a cui riferirsi, perché lo contengono già in essi.

I pronomi doppi sono: chi, quanto, quanti, quante.

Chi (=colui il quale, colei la quale, qualcuno che) è invariabile. Si usa solo al singolare e con riferimento a esseri animati: “chi mangia troppo, rischia di ingrassare”. Chi unisce in sé la funzione di due pronomi diversi: dimostrativo + relativo: “chi (=colui il quale) non è d’accordo lo dica”; o indefinito + relativo: “c’è chi (= qualcuno che) non è d’accordo con me”.

Quanto (=tutto quello che) è variabile. Al singolare si riferisce soltanto a cose: “per quanto (=quello che) mi riguarda, sono pronto a impegnarmi al massimo”. Al plurale si riferisce sia a persone sia a cose: “aiuterò quanti (=tutti coloro che) me lo chiederanno.

PRECISAZIONI SULL’USO DI CHI

Il pronome doppio chi, come abbiamo detto, riunisce in sé due forme pronominali distinte:

un dimostrativo + relativo: ammiro chi (=colui il quale) sa essere generoso;

un indefinito + relativoè difficile trovare chi (=qualcuno che) sappia farlo.

Questo pronome presenta alcune particolarità nell’uso; può essere usato solo al singolare (chi ha sbagliato, pagherà, ma coloro i quali hanno sbagliato, pagheranno) e il suo impiego è limitato ad alcuni casi.

Casi in cui si usa il pronome doppio chi:

• quando è soggetto sia nella proposizione reggente e sia nella relativa: “chi non risponde bene alla domanda, deve studiare di più”;

• quando è oggetto diretto sia nella reggente e sia nella relativa: “non ho visto chi hai salutato”;

quando è oggetto diretto nella reggente e soggetto nella relativa: “non ho visto chi mi ha salutato”;

• quando è complemento indiretto nella reggente e soggetto nella relativa: “mi sono rivolto a chi poteva aiutarmi”;

• quando è complemento indiretto nella reggente e oggetto nella relativa: “mi sono rivolto a chi mi hai presentato”;

• quando è complemento indiretto nella reggente e nella relativa, a patto che il complemento della reggente e quello della relativa richiedano la stessa preposizione: “ho consegnato il regalo a chi doveva essere consegnato”.

Non si può usare quando è complemento indiretto nella reggente e nella relativa quando i complementi hanno preposizioni diverse, per esempio è scorretta la frase: “non posso fidarmi di chi non ho mai collaborato”, ma è corretta la frase: “non posso fidarmi di uno con cui non ho mai collaborato”.

chi può anche fungere da pronome indefinito e non doppio quando:

⇒ ha valore condizionale, significa se qualcuno e può essere seguito da congiuntivo imperfetto: “chi (se qualcuno) volesse leggere quel libro, può trovarlo in biblioteca”;

⇒ è usato in correlazione con altri chi col significato di uno che, qualcuno che: “alla festa c’era chi parlava, chi mangiava, chi ballava, ma tutti si stavano divertendo”.

 

Seleziona la risposta corretta fra le opzioni disponibili. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio": vedrai le risposte giuste evidenziate in verde e quelle sbagliate in rosso.

1- esce per ultimo, chiuda la porta. 2- Potranno intervenire al dibattito hanno ricevuto l'invito. 3- Ricordati di ti ho detto. 4- Hai telefonato devi partire? 5- Se vuoi invitare i tuoi amici, chiamane pure desideri. 6- Chi interessato a questo argomento, potrebbe venire alla conferenza di domani. 7- ha già finito il compito, può uscire. 8- Non posso dare la mia fiducia non ho mai collaborato. 9- Questa macchina è di meglio offra il mercato. 10- "Ti sono piaciute le caramelle? Prendine pure ne vuoi".

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Commenti [55]

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  1. andree scrive:

    Grazie mille! Lezione molto interessante visto che la parola
    “quanto” con tutte le sue forme e significati è spesso difficile da capire. Ci vogliono più esercizi su quest’ argumento.

  2. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    Ho studiato lungo con interruzioni per cecare di mantenere la mia favorita tv-stazione e solo ho commesso la 9º frase scorretta e cercherò ancora nella lezione come mai ho potuto farlo (scherzo, ha, ha, ha, ha). Non vorrei anche venire troppo in ritardo. Anche credo e spero di aver’ trovato un provider chi ha la mia favorita stazione in suo pacchetto. Domani saprò di più. Un grande parte degli abitudini qui anche sotto di olandesi sono arrabbiati sugli provider chi l’hanno dimessa. Anche vorrei augurare i cittadini di Roma un coraggio grande, se Lei mi permessa, cara Prof.ssa Anna, perciò quello casino hanno causato i bestie da Rotterdam, perchè posso immaginarmi come sentono.
    Con saluti cordiali a tutti, sopratutto agli cittadini di Roma
    Anita dal Olanda da solo un poco minori parte hanno rubinato anche per il migliore parte degli olandesi chi lo detestano, anch’io.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anita, grazie del tuo pensiero per i cittadini di Roma, è stato infatti un brutto episodio, ma non bisogna mai giudicare un popolo intero dalle azioni di poche persone.
      Un saluto e a presto
      Prof. Anna

  3. Dominik scrive:

    Buon giorno, prof. Anna, in un libro ho letto questa frase: “Con ciò intendo dire che conosco un cospicuo numero di persone che in quella fontana sarebbero stati ben lieti di buttarcela.” Non è corretto invece: sarebbero state…? Grazie, Dominik.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Domnnik, la tua considerazione è corretta.
      Un saluto
      Prof. Anna

  4. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    Lei ha assolutamente ragione, ma mi è venuto alcune volta di piangere come anche gli abitudine italiani di questo regio. Spero che tutti tesori dell’arte sono di ricostruire ancora come sono stati prima.
    Con saluti cordiali dal Olanda
    Anita

  5. Myriam scrive:

    Prof. Anna: i pronomi doppi sono stati sempre un grande problema!!!
    Non capisco perché non si può usare” a chi” al posto di “a una persona con cui” nella frase 8. Grazie. Myriam

    • Zanichelli Avatar

      Cara Myriam, “a chi” non è corretto perché il verbo “collaborare” regge un complemento introdotto dalla preposizione “con” (collaborare con qualcuno) mentre “dare fiducia” regge un complemento introdotto da -a- (dare fiducia a qualcuno), quindi c’è bisogno di enrambe le preposizioni (A una persona CON cui), mentre in “a chi” è presente solo la preposizione -a-; come viene detto nell’articolo “il pronome -chi- non si può usare quando è complemento indiretto nella reggente e nella relativa quando i complementi hanno preposizioni diverse, per esempio è scorretta la frase: “non posso fidarmi di chi non ho mai collaborato”, ma è corretta la frase: “non posso fidarmi di uno con cui non ho mai collaborato”. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
      A presto
      Prof. Anna

  6. Gentilissima Prof.ssa,
    Delle volte mi è successo fare sbagli sull‘uso di questi pronomi doppi, era diventato una cosa decisamente strana. Ma adesso penso che tutto andra bene quando avrei letto e riletto questa lezione . grazie mille per tutti quanti.
    un saluto a tutti

  7. Mirian scrive:

    Buongiorno Prof Ana !

  8. Myriam scrive:

    Cara Prof. Anna: senza dubbio ha chiarito il mio dubbio, speriamo di poter usarlo correttamente in un futuro.
    Io sono argentina, i miei antenati erano italiani, amo questa lingua da sempre, ma devo riconoscere che è molto diversa dal nostro spagnolo-argentino.La ringrazio della sua risposta e ci sentiremo presto!! Sono molto contenta di appatenere a questo sito, imparo sempre un po’di più o in più? Ahhhh le preposizioni!!!

  9. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    Ho studiato ancora con interruzioni sul questa lezione e solo ho commesso un errore con la 9º frasa, concui sono veramente contenta.
    Con saluti cordiali dal Olanda
    Anita

  10. Mimma scrive:

    carissima prof.ssa Anna, penso sia eccezionale il lavoro che fa! Complimenti
    Mimma

    • Zanichelli Avatar

      Cara Mimma, benvenuta su Intercultura blog!
      A presto
      Prof. Anna

  11. Vero, ce ne vogliono più . Ho fatto due errori .
    Grazie Prof.Anna

  12. Luna scrive:

    Grazie mille!
    Ho ripassato tutto, é stata una lezione davvero interessante.

  13. Rino scrive:

    9/10
    -5

  14. Oggi, gli esercizi sono stati senza errori. Sto contenta. E’ statoj un tema molto interessante. La ringrazio, Prof.ssa. Ana.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Maria Cristina, complimenti per gli ottimi risultati!
      Un saluto
      Prof. Anna

  15. Gerda scrive:

    Cara prof. Anna,
    nelle frasi relativi dopo “senza” cos’ è coretto?
    la mia amica , senza la quale non vado mai in vacanza o
    la mia amica, senza della quale non vado mai in vacanza ?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Gerda, è corretto dire “senza la quale”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  16. Buongiorno! Avrei un dubbio sull’ uso del condizionale in una frase scritta da D’ Avenia nel suo ultimo libro “Ogni storia è una storia d’ amore”. La proposizione che non mi risulta del tutto corretta è la seguente: ” Entrambi eravate entrati nelle tenebre e ora cercavate di uscirne, come presagendo che il dio dei mrti avrebbe concesso salvezza solo a chi SAREBBE ARRIVATO (?) prima aala luce del sole” . grazie

    • Zanichelli Avatar

      Cara Alessandra, la frase è corretta.
      Un saluto
      Prof. Anna

  17. Lorenzo scrive:

    Buongiorno Prof. Anna, non so come comunicare con Lei e ci provo qua.
    Mi piace la definizione “• Chi (=colui il quale, colei la quale, coloro i quali, qualcuno che) ” e volevo chiederle cosa ne pensa di questa discussione http://www.achyra.org/cruscate/viewtopic.php?p=59465&highlight=chi&ie=utf-8

    • Zanichelli Avatar

      Caro Lorenzo, in realtà nell’articolo c’è un errore (che ho corretto), il pronome doppio “chi” non ha plurale (l’accordo al plurale era possibile nell’italiano antico); quando “chi” ha la funzione di pronome interrogativo può essere usato al plurale (quale persona, quali persone), si usa come soggetto (chi siete?), complemento oggetto (dimmi chi hai incontrato) o complemento indiretto (con chi vai al cinema?).
      Un saluto
      Prof. Anna

      • Lorenzo scrive:

        Gent.ma dott.ssa Anna, molte grazie delle cortese risposta. Mi scusi se le chiedo, ancora, se quindi sarebbe scorretto scrivere “le domande di chi legge i suoi preziosi articoli” (cui lei pazientemente risponde).
        Un cordiale saluto.

        • Zanichelli Avatar

          Caro Lorenzo, la frase che mi scrivi è corretta.
          A presto
          Prof. Anna

  18. Marco scrive:

    “È come se”

    ….Ho letto che l espressione ammette il congiuntivo imperfetto o trapassato:

    “È come se si facesse male”
    “È come se si fosse fatto male”

    (usiamo “farsi” come verbo pronominale transitivo)

    Corrette?

  19. A proposito dei casi in cui può essere usato il chi, lei cita: “quando è complemento indiretto nella reggente e nella relativa, a patto che il complemento della reggente e quello della relativa richiedano la stessa preposizione”.
    Quindi sarebbe corretta la frase: “l’invito è rivolto a chi piace viaggiare”.
    Eppure in questa frase io sento una stonatura. Lei che ne pensa?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Cosimo, effettivamente il costrutto non suona bene, forse perché il verbo “piacere” e il verbo “viaggiare” formano due proposizioni distinte (una con predicato “piacere” e una con “viaggiare”, quest’ultima è una proposizione soggettiva) e “chi” non si collega in modo diretto al verbo “viaggiare” che non richiede infatti la stessa preposizione del verbo della principale, funziona invece se dico “l’invito è rivolto a chi viaggia”, dove “chi” ha funzione di complemento indiretto nella reggente e soggetto nella relativa. Se hai un’altra ipotesi, ti invito a condividerla con noi.
      Un saluto e a presto

  20. Morena scrive:

    Nella frase “Il cane non ci lascia stare”, “ci” funge da complemento oggetto e significa “noi”: e cioè “Il cane non lascia stare noi (ci)”.

    Penso sia corretto

  21. Marco scrive:

    “Accucciarsi”:

    1)”Vieni e accucciati qui!

    …il verbo è l’intransitvo pronominale “accucciarsi” e la forma “accucciati” è imperativo.

    Mi sembra giusto…

    • Zanichelli Avatar

      Caro Marco, “accucciarsi” è una forma riflessiva.

      • Marco scrive:

        È un riflessivo diretto e la particella significa “te stesso”: “Vieni e accuccia qui te stesso”; e comunque “accucciati” è un imperativo del verbo stesso riflessivo.

        Penso ora sia ok

  22. “Chi” pronome interrogativo soggetto o complemento o nome del predicato?

    Come capire se “chi” funge da soggetto, da complemento (diretto o indiretto) o nome del predicato? Il “trucco”, per così dire, è quello di guardare il verbo vicino al “chi”. Esempio di “chi” complemento oggetto in una indiretta: “Dimmi chi hai incontrato” (in questo esempio il soggetto sottinteso di “hai incontrato” è “tu”; quindi di conseguenza “chi” è complemento oggetto; infatti è come se dicessimo “Tu hai incontrato chi? quale persona?”). Esempio di “chi” soggetto in una diretta: “Chi ha parlato?” (in quest’altro esempio il soggetto di “ha parlato” è “chi”; e cioè “Quale persona (chi) ha parlato?”). Esempio di “chi” complemento indiretto in una diretta: “Con chi vai al cinema?” (qui il soggetto sottinteso di “vai” è “tu”; mentre “chi” è un complemento indiretto perché preceduto anche dalla preposizione “con”; infatti è come se dicessimo “Tu vai al cinema con chi?, con quale persona?”). In finale, il pronome interrogativo, ed esclamativo, “chi”, con il senso di “quale persona, quali persone”, si usa esclusivamente per indicare persone o esseri animati, ed è uguale per il maschile e femminile e anche per il singolare e il plurale: significa cioè che è invariabile, quindi che resta uguale sia che si riferisca a un elemento femminile che maschile, singolare o plurale (si noti infatti che “chi ” può essere usato con riferimento a un referente singolare (a.) o plurale (b.), indifferentemente maschile o femminile: a)”chi è quel signore / quella signora?” e b) “chi sono quei signori / quelle signore?”. Il verbo, in genere, va al singolare anche quando il pronome ha valore di plurale: “Sento salire delle persone (“persone” è plurale): chi sarà? (e non “chi saranno”)” e “Sento delle voci (“voci” è plurale), chi arriva? (e non “chi arrivano”)” o “Guarda chi c’è (e non “chi ci sono”): Marco e Giovanni”. Quindi se si riferisce a chi fa l’azione, si usa sempre il verbo coniugato in terza persona al singolare. Altri esempi: “Chi parla latino? (“parla” = terza persona singolare)”, “Chi viene al cinema? (“viene” = terza persona singolare)”, “Chi porta fuori il cane? (“porta” = terza persona singolare)”. Un errore comune, che si fa soprattutto all’inizio, è usare il verbo in terza persona plurale come in questa frase sbagliata: “Chi di voi studiano italiano?” (“Studiano” è la terza persona plurale che non si può usare; la domanda corretta sarebbe: “Chi di voi studia italiano?” e cioè “Quale persona, tra di voi, studia italiano?”). Va però al plurale, e qui il “chi” è da intendere come “nome del predicato” in alcuni casi e “soggetto” in altri, quando il pronome “chi” è predicato (nominale) di un soggetto plurale: “Non so chi siano” = “Non so chi siano [essi]” (“chi”, nome del predicato, “essi”, soggetto implicito [quindi «sottinteso»]); “Chi siamo” = “Chi siamo [noi]” (“chi” nome del predicato, “noi” soggetto implicito [quindi «sottinteso»]). Perciò In un’interrogativa, in cui “chi” funga da nome del predicato, se il soggetto è plurale, l’accordo verbale si fa ovviamente al plurale (come gli ultimi due esempi). Altri esempi con “chi” in veste di nome del predicato: 1)”Chi sono i nuovi arrivati?” (“I nuovi arrivati”, soggetto; “sono”, copula; “chi”, nome del predicato = e cioè sarebbe “I nuovi arrivati sono quali persone [chi]?”); 2)”Chiese chi fossero” (“Loro”, soggetto sottinteso; “fossero”, copula; “chi”, nome del predicato = e cioè sarebbe “…[loro] fossero/erano quali persone”); 3)”Chi sono i genitori di Francesco?” (“I genitori…”, soggetto; “sono”, copula; “chi”, nome del predicato = e cioè sarebbe “I genitori di Francesco sono quali persone [chi]?”); 4)”Chi sei?” (“Tu”, soggetto sottinteso; “sei”, copula; “chi”, nome del predicato = e cioè “Tu sei quale persona [chi]?”); 5)”Chi siete” (“Voi”, soggetto sottinteso; “siete”, copula; “chi”, nome del predicato = e cioè “Voi siete quali persone [chi)?”). Nei prossimi esempi, in presenza sempre del predicato nominale, il “chi” funge da soggetto, e non da nome del predicato: 6)”Chi sia quella persona, non lo so” (nella frase in questione “Chi” [pronome interrogativo di una interrogativa indiretta, dato l’uso del congiuntivo di essere “sia”, ma anche “è” come libera scelta], ha, nella subordinata indiretta “chi sia quella persona”, la funzione di soggetto, perché il verbo alla terza persona singolare si riferisce appunto a “chi”; mentre “quella persona” è invece il predicato nominale [quindi nome del predicato] infatti “chi” funge da soggetto perché significa “Quale persona”: e cioè “Quale persona sia/è quella persona, non lo so”). 7)”Chi siano quelle persone, non lo so” (in quest’altra frase il “chi” ha sempre la funzione di soggetto ma al plurale e con il significato di “Quali persone”: e cioè “Quali persone siano/sono quelle persone, non lo so”.

    Penso sia tutto corretto

    • Zanichelli Avatar

      Caro Filippo Maria, è corretto.

      • 1)”Non me lo ricordo chi sono (sottointeso, “gli altri, i colleghi, altri colleghi, altre persone”)”

        …In questa frase l’accordo del “Chi”, che funge da pronome interrogativo indiretto e col significato di “Quali persone”, si fa al plurale perché il chi è predicato (nominale) di un soggetto plurale, che può anche essere sottointeso. E quindi, analizzando il periodo “Non me lo ricordo chi sono…” (“Gli altri colleghi”, soggetto sottinteso; “sono”, copula; “chi”, nome del predicato e con il senso di “quali persone” = e cioè “Non me lo ricordo gli altri colleghi (soggetto sottinteso) quali persone (chi) sono”. Anche al singolare “Non me lo ricordo chi è (sottointeso ” l’altro, l’altro collega, il collega, ecc.)” = “L’altro collega, soggetto sottinteso; “è”, copula; “chi”, nome del predicato e con il senso di “quale persona” = “Non me lo ricordo l’altro collega (soggetto sottinteso) quale persona (chi) è”.

        2)”Noi siamo andati (e non “siamo andato”) al parco”
        …In quest’altra “andare” è intransitivo ed ha l’ausiliare “essere” e quindi prevede la concordanza del participio passato (siamo andati, quindi plurale) con il soggetto (noi, prima persona plurale) = “Noi siamo andati (e non “siamo andato”) al parco”.

        Penso sia tutto corretto

      • Di nuovo, volevo aggiungere alcuni concetti…

        “In un predicato nominale il “Chi” pronome interrogativo funge da soggetto o nome del predicato?”:

        …Per quello che ho appreso, il “chi” è da intendere come “nome del predicato” in alcuni casi e “soggetto” in altri (come ho spiegato nel precedente intervento). Mi spiego, per stabilire quale sia il soggetto e quale la parte nominale del predicato è utile ricordare la definizione di queste funzioni logiche: il soggetto è l’elemento della frase a cui si riferisce il predicato (e cioè ciò che viene detto intorno al soggetto; e quindi l’elemento fondamentale della frase, il quale spesso è sempre costituito da un verbo, che definisce un’attività, condizione o qualità del soggetto); la parte nominale è il sintagma nominale (e cioè che si fonda su un nome) o aggettivale (e cioè che si fonda su un aggettivo) che si unisce alla copula per formare il predicato nominale. La parte nominale quindi serve a definire o qualificare il soggetto. Seguendo queste informazioni, nella frase “Chi sia quella persona, non lo so”, abbiamo due possibilità: nel caso in cui la frase intenda definire l’elemento “chi”, come se rispondesse alla domanda “Chi è quella persona?” o “Quella persona è chi?”, il soggetto della frase è proprio “chi”, mentre “quella persona” è la parte nominale, che definisce il soggetto. Se, invece, la frase intende indicare quale sia quella persona, come se rispondesse alla domanda “Qual è quella persona?”, la situazione si capovolge: il soggetto è “quella persona” e “chi” è il nome del predicato che definisce “quella persona”. Ovviamente, nel nostro esempio sarebbe più corretto attribuire al “chi” il ruolo di soggetto e a “quella persona” il ruolo di nome del predicato. A riprova di ciò, forse con una frase banale come “Tizio è quella persona”, è più facile vedere questo meccanismo: ne ricaviamo, infatti, la domanda “Chi è quella persona?” (con le sue varianti “Quella persona chi è?” e “Quella persona è chi?”): qui chiaramente “chi” sostituisce “Tizio”, soggetto, e quindi il “chi” rivestirebbe il ruolo di soggetto. “Chi è quella persona?”, “Tizio” = “Tizio è quella persona”, “Quella persona è Tizio”). Ragion per cui, il ragionamento, appena esposto, vale anche per la frase iniziale “Chi sia quella persona, non lo so”. In finale, il “chi” funge da soggetto, ma, per il discorso che ho fatto all’inizio, non escludo che il “chi” possa essere anche interpretato come nome del predicato che definirebbe “quella persona” come soggetto.

        Penso sia corretto e completo

        • Zanichelli Avatar

          Caro Filippo Maria, è corretto.

          • Ok, , quindi, per chiudere, sono corretti tutti gli interventi sia quello del 17 Febbraio 2024 alle 18:53, sia quello del 18 Febbraio 2024 alle 16:45?

          • Zanichelli Avatar

            Sì.

  23. “Chi”, pronome interrogativo e accordo col participio passato:

    1)”Ragazze, chi di voi è arrivata per prima?”

    2)”Ragazzi, chi di voi è arrivato per primo?”

    3)”Chi l’ha detto (sottointeso o precedentemente nominato o ancora da nominare “esso, quel concetto)?”

    4)”Chi l’ha detta (sottointesa o precedentemente nominata o ancora da nominare “essa, quella cosa”)?”

    5)”Chi ha parlato?”

    …In primo luogo, il “chi” dei nostri esempi, quindi in frasi interrogative dirette, significa «quale persona» e può essere, comunemente, maschile e, più raramente, femminile, e può avere funzione di soggetto (come in tutti gli esempi), di predicato e di complemento. Ora, per quanto riguarda le frasi 1 e 2, gli eventuali aggettivi e participi (arrivata/o) riferiti a “chi” si accordano col genere e numero del referente: nella prima al femminile singolare perché il referente è di genere femminile (arrivata), mentre nella seconda perché il referente è di genere maschile (arrivato). A tal proposito, bisogna, però, distinguere tra i verbi intransitivi che hanno l’ausiliare essere (ed è il caso di “arrivare” delle prime due frasi) e quelli che hanno l’ausiliare avere: i primi, e per il momento mi fermo a quelli, prevedono la concordanza del participio passato (es. “arrivato/a) con il soggetto (infatti il “chi” delle prime due frasi funge da soggetto; ma nel primo caso è maschile, ecco perché “arrivato”, nel secondo è femminile, ecco perché “arrivata”). E in più se si riferisce a chi fa l’azione, si usa sempre il verbo coniugato in terza persona al singolare rispetto al “chi” (e maschile o femminile come nelle frasi 1 e 2). Relativamente alle frasi 3 e 4, e quindi per quanto concerne l’accordo col participio passato, con l’ausiliare “avere” (“ha” di “ha detto/a”), se l’oggetto precede il verbo ed è costituito dai pronomi personali diretti “lo, li, la, le”  la concordanza del participio con il pronome è obbligatoria: infatti nella terza “l’ha” sta per “lo ha” e cioè “Chi ha detto esso (quel concetto, quella cosa, ad esempio)?” = “Chi l’ha (lo ha) detto?”; nella quarta “l’ha” sta per “la ha” e cioè “Chi ha detto essa (quella cosa)?” = “Chi l’ha (la ha) detta?”. Infatti “lo” e “la” sono delle forme atone di “egli, ella, lui, lei, esso, essa, usati come complemento oggetto, in posizione proclitica o enclitica, riferita a persone o cose (come nell’esempio frasi 3 e 4) grammaticalmente di genere maschile o femminile. Se invece per “lo” intendiamo “ciò”, con valore neutro (e quindi quel genere grammaticale che, in un sistema a tre generi, non è né maschile né femminile), l’accordo del participio passato sarà al maschile “Chi l’ha detto?” e cioè “Chi ha detto ciò?”, e cioè “Chi ha detto questo, questa o quella cosa?”. In finale, per quanto riguarda la 5 frase (ritornando quindi al discorso della distinzione tra i verbi intransitivi che hanno l’ausiliare essere e quelli che hanno l’ausiliare avere), l’accordo è al maschile (“Chi – quale persona- ha parlato?”) in quanto, i secondi (e cioè i verbi intransitivi con l’ausiliare avere, dei quali “parlare”, del esempio 5, fa parte) hanno sempre il participio passato invariabile con uscita -o: “Chi ha parlato (e non “parlata”)?”. Altri esempi per completezza: “Ho creduto alle tue parole“, ma anche, per aggiungere un ulteriore esempio, “I miei fratelli hanno lavorato tutta la vita”. Piccola curiosità, nel caso di un verbo che ammetta la doppia costruzione, transitiva e intransitiva, il participio sarà invariabile, o concordato con il soggetto, nella costruzione intransitiva, invariabile o concordato con il complemento oggetto nella costruzione transitiva. È il caso proprio di credere: “Non ho creduto alle sue parole“ (intransitivo), ma “Ho creduto / credute fin da subito vere le sue parole“ (transitivo).

    Penso sia corretto tutto

    • Zanichelli Avatar

      Caro Filippo Maria, è corretto.

      • Ripasso: “Chi”, pronome interrogativo e con il significato di “quale persona” e/o “quali persone”:

        1)”Da chi vai?” e cioè, se il pronome lo intendiamo al singolare, “Da quale persona (chi) vai? o, se il pronome lo intendiamo al plurale, “Da quali persone (chi) vai?”

        Per quanto riguarda la teoria, anche quando il pronome “chi” ha valore di plurale, l’accordo del verbo si fa ugualmente al singolare: “Sento salire delle persone: chi sarà?” (non “…chi saranno?”); infatti in questa frase il pronome “chi” (che, con il senso di “quale persona, quali persone”, e che, in generale, si usa esclusivamente per indicare persone o esseri animati, ed è uguale per il maschile e femminile e anche per il singolare e il plurale: significa cioè che è invariabile, quindi che resta uguale sia che si riferisca a un elemento femminile che maschile, singolare o plurale) ha valore di plurale perché fa riferimento ad un nome plurale, e cioè “persone”, “delle persone”, “le persone”. In pratica è come se pensassimo di dire (rispetto al costrutto di base “Sento salire delle persone: chi sarà?”): “Sento salire delle persone: quali persone saranno?” (e cioè “…chi sarà?”). Diversamente, come scrissi in un altro post, va però al plurale, e qui il “chi” è da intendere come “nome del predicato”, in alcuni casi, e “soggetto”, in altri, quando il pronome “chi” è predicato (nominale) di un soggetto plurale: “(voi) Fatevi riconoscere, chi siete? (“voi” è sottinteso, e cioè “…Voi siete chi?”)”, frase in cui “Voi” è il soggetto sottinteso; “siete” è la copula e “chi”, con il significato di “quali persone”, è il nome del predicato: e cioè “…Voi siete quali persone? (chi)” = predicato nominale.

        Penso sia tutto corretto…

        • In finale…

          1)”Chi è entrato al secondo tempo?” (intendendo “un calciatore” di una squadra di calcio)

          2)”Chi è entrata al secondo tempo?” (intendendo “una calciatrice” di una squadra di calcio)

          …Ora, gli eventuali aggettivi e participi (“entrato”/”entrata”) riferiti a “chi”, con il senso di “quale persona”, si accordano col genere e numero del referente (vale a dire, “la persona o cosa a cui ci riferiamo, l’elemento del mondo reale o concetto a cui un’espressione linguistica fa riferimento, ciò a cui si riferisce il messaggio dell’intero periodo”): quindi nella prima frase al maschile singolare perché il referente è di genere maschile; e infatti alla domanda “Qual è la persona cui ci riferiamo (nella prima frase)?”, la risposta sarebbe “Al calciatore, un calciatore, il calciatore” che è di genere maschile. Di conseguenza scriveremmo “Chi (soggetto) è entrato al secondo tempo?” che significherebbe “Quale persona (chi) è entrata al secondo tempo?”, intendendo “Quale calciatore è entrato al secondo tempo?”. Mentre nella seconda frase al femminile singolare perché il referente è di genere femminile; e infatti alla domanda “Qual è la persona cui ci riferiamo (nella seconda frase)?”, la risposta sarebbe “Alla calciatrice, una calciatrice, la calciatrice” che è di genere femminile. Di conseguenza scriveremmo “Chi (soggetto) è entrata al secondo tempo?” che significherebbe “Quale persona (chi) è entrata al secondo tempo?”, intendendo “Quale calciatrice è entrata al secondo tempo?. A tal proposito, bisogna, però, distinguere tra i verbi intransitivi che hanno l’ausiliare essere (ed è il caso di “entrare” delle due frasi) e quelli che hanno l’ausiliare avere: i primi, e per il momento mi fermo a quelli, prevedono la concordanza del participio passato (es. “entrato/a) con il soggetto (infatti il “chi”, come accennato, delle due frasi funge da soggetto; ma nel primo caso è maschile, ecco perché “entrato”, nel secondo è femminile, ecco perché “entrata”).

          Penso sia corretto e completo

          • Zanichelli Avatar

            Caro Filippo Maria, è corretto.

        • Zanichelli Avatar

          Caro Filippo Maria, è corretto.

  24. Barbara scrive:

    Come si fa a distinguere facilmente la funzione di pronome doppio o di pronome interrogativo nell’uso di CHI?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Barbara, quando ha funzione di pronome interrogativo introduce una domanda diretta: “chi sei?” oppure indiretta: “non so chi sei”; mentre quando è un pronome doppio significa “colui il quale, colei la quale, qualcuno che”: “chi non ha il biglietto sarà multato”. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
      A presto

  25. 1)”Chi è di Roma, lo sa”

    …In questa frase il “chi, che significa “colui il quale” o “colei la quale” o “quello che” o “quella che, e che è usato come soggetto, funge da pronome doppio con dimostrativo-relativo: “(chi) Colui il quale/quello che è di Roma, lo sa”. Nel nostro periodo, in finale, il “chi” è soggetto sia nella proposizione reggente (“lo sa”) e sia nella relativa, introdotta appunto dal “chi” (“Chi è di Roma”).

    Penso sia giusto