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Aula di Lingue

Commenti [118]

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  1. Insegno in un C.T.P. di Torino e sono alla continua ricerca di materiale semplice e adatto ai livelli medio-bassi. Lei è un mio costante punto di riferimento. Grazie
    Anna

  2. Grazie professore per queste spiegazioni molto chiare et semplici .QUI a l’estero spesso e difficile spiegare l’uso di particelle come ad esempio’ci’ nella nostra bella lingua italiana. Ora potro dare spiegazioni piu chiare grazie a lei prof…………
    Cari saluti Santa

  3. Benvenuta Anna
    mi fa particolare piacere che il blog sia un tuo punto di riferimento didattico
    Grazie per l’onore
    Prof. Valerio

  4. Ciao Lentini Santa
    come stai? La parola “ci”, in effetti, è molto comune nella lingua italiana, sono sicuro che ora potrai dare le giuste spiegazioni.
    Un caro saluto
    Prof. Valerio

  5. Questo è stato davvero un suggerimento utilissimo, chiaro e semplice per la classe che avrò tra qualche giorno, grazie!

  6. Cara Laura
    L’utilizzo della parola ci per gli studenti stranieri è sicuramente un rompicapo…
    buon lavoro e a presto
    Prof. Valerio
    Ps dove insegni?

  7. Professore,
    io insegno italiano al Defense Language Institute foreign Language Center. La settimana prossima devo introdurre i molti usi del ci e il ne. Usero’ senz’altro la Sua spiegazione ed esercizi!
    Grazie,
    Alessandra

  8. Professore, ho una demanda da fargli. Il mio professsore di italiano m’ha detto che nella frase ” perche tieni questa roba inutile? Non lo so. Non mi piace piu ma non so cosa farNE” ho fatto un errore perche si deve metterci ” farci”, nonostante ho dei dubiti. Mi puo aiutare e dirmi che e la versione corretta ?

  9. admin scrive:

    Cara Agnieszka,

    è più corretto dire “non so cosa farne” per intendere “non so cosa fare di ciò, di questa cosa”. “Non so cosa farci” è una forma colloquiale e imprecisa se intesa in quel senso, anche perché significa un’altra cosa: “non so cosa fare a riguardo di ciò”, cioè “non posso fare nulla per questo problema”.
    Per esempio:
    “I ragazzi non hanno studiato abbastanza”
    “Non so cosa farci”, cioè “Non posso farci nulla”

    “Ci” ha spesso un utilizzo eccessivo e ridondante come pronome dimostrativo nella lingua parlata. Vuol dire genericamente “di ciò, in ciò, a ciò, su ciò,…”

    Invece, “ne” indica precisamente il complemento di specificazione: “di lui, di lei, di loro” se riferito a persone, “di questo, di quello, …” se riferito a cose. Con i verbi di moto, indica un complemento di origine, “da ciò:
    “Ne vengo ora”, cioè “Vengo ora da là”

    Anche “ne” in alcune espressioni colloquiali ha un signicato rafforzativo e ridondante:
    “ne ho abbastanza di te”, cioè “sono stufo di te”
    “me ne faccio una ragione”, “cioè “mi rassegno a una cosa negativa”
    “me ne frego dei tuoi consigli”
    “non ne posso più di lui”
    “ne vale la pena”

    Inoltre, si utilizza con i verbi di moto per mettere in evidenza il soggetto dell’azione: “andarsene”, “venirsene”, “starsene”.
    Per esempio: “io me ne vado” è più enfatico di “io vado”.

    Cordiali saluti
    Giovanni Enriques
    Zanichelli editore

  10. Agnieszka scrive:

    Grazie mille 🙂

  11. lavinia scrive:

    Professore ,

    Sono straniera e vorrei imparare la Vs lingua .Vorrei sapere quando si usa il pronome di cortesia LA e LE .

    Cordiali saluti ,

  12. admin scrive:

    Cara Lavinia,

    quando ci si rivolge in maniera formale a una persona, soprattutto se più anziana, si dà “del Lei” invece che “del tu”. In pratica, si parla in terza persona singolare femminile. Anche se ci si rivolge a un maschio lì presente, gli si parla come se fosse una persona di sesso femminile non presente. Nello scritto, di solito si mette “Lei” con la maiuscola proprio per distiguerlo dal pronome “lei” della terza persona singolare femminile.

    Come per il pronome “lei”, “Lei” è il soggetto, “La” è il complemento oggetto, “Le” è il complemento di termine (“a Lei”). Per esempio:
    “Lei è molto educato”, cioè “tu sei molto educato”
    “sono lieto di riverderLa”, cioè “sono lieto di rivederti”
    “Le porto un bicchiere”, cioè “ti porto un bicchiere”

    L’altra forma di cortesia, usata soprattutto nell’Italia del sud, è il “Voi”. In pratica si usa il plurale anche se ci si rivolge a una sola persona:
    “Voi siete molto educato”
    “sono lieto di rivederVi”
    “Vi porto un bicchiere”

    Si noti che gli aggettivi si concordano alla persona a cui ci si rivolge realmente, non al soggetto. In pratica a un maschio si dice:
    “Lei è molto educato”, “Voi siete molto educato”
    e non:
    “Lei è molto educata”, “Voi siete molto educati”

    Cordiali saluti,
    Giovanni Enriques

  13. Romildo scrive:

    Grazie mille per questa bellissima spiegazioni. sono brasiliano da San Paolo e mi piace tantissimo la lingua italiana. Per fortuna abbiamo la possibilità di contare con questo ricorso. Questo strumento è troppo utile.

    • Zanichelli Avatar

      Benvenuto Romildo!
      un saluto
      Prof. Anna

  14. Gentile Professore,
    potrebbe cortesemente confermarmi che le frasi “Ci sono uscita ieri sera” e “Ci ho parlato ieri” sono grammaticalmente corrette?
    Ho qualche dubbio sulla particella “ci” con significato “con lui-lei-loro” e mi chiedevo se fosse solo colloquiale, oppure grammaticalmente corretto e accettato.
    Grazie e un saluto

    • Zanichelli Avatar

      Gentile Prof. Roby, l’uso della particella CI con il siglificato “con lui-lei-loro” è grammaticalmente corretto; le frasi che mi proponi sono giuste, nel caso della seconda frase “ci ho parlato ieri” si potrebbe usare anche un pronome indiretto: “le ho parlato” o “gli ho parlato”.
      A presto
      Prof. Anna

  15. andreana scrive:

    Vorrei sapere se è corretta la seguente espressione:” E’ impossibile dimenticarsi di ciò che si è studiato per un anno intero”. Grazie

    • Zanichelli Avatar

      Cara Andreana, la frase che mi proponi è corretta.
      un saluto
      Prof. Anna

  16. Anna scrive:

    Salve,sono una studentessa italiana e vorrei fare una domanda.
    Questa frase è corretta?
    “Aspettando il gran giorno, ci godremo i loro(riferito a due persone) momenti!”
    Grazie mille e tanti auguri!

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anna, grammaticalmente la frase è corretta.
      Auguri anche a te!
      Prof. Anna

  17. Julia scrive:

    Gentile professore,
    io insegno italiano in Albania,a dire la verità è un’po difficile per gli studenti stranieri capire le funzioni delle parole ci e ne. Oggi per fortuna ho scoperto questo blog con degli esempi molto utili i quali sicuramente gli utilizzerò.
    Tanti saluti,Julia

    • Zanichelli Avatar

      Cara Julia, benvenuta su Intercultura blog.
      A presto
      Prof. Anna

  18. Anna scrive:

    Posso chiedere perchè è giusta?
    Perchè godere in questo caso è un verbo riflessivo?Quindi,godersi?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anna, in questa frase il verbo “godere” è riflessivo: “godersi”, la forma riflessiva in questo caso serve a esprimere l’intensità dell’azione, per esempio: mi godo la vacanza; goditi il film.
      Un saluto
      Prof. Anna

  19. Debby scrive:

    Sto imparando la lingua italiano, questo blog e’ una risorsa utile per me!
    Quindi, grazie mille!
    Debby

    • Zanichelli Avatar

      Ciao Debby, benvenuta su Intercultura blog!
      A presto
      Prof. Anna

  20. Magda scrive:

    Gentili amici,

    non mi è molto chiara la frase di Anna (post 19)“Aspettando il gran giorno, ci godremo i loro(riferito a due persone) momenti!” L’aggettivo ‘loro’ a chi o a cosa si riferisce? Anna dice ‘a due persone’. Quali sono? Di plurale nella frase c’è solo il soggetto sottinteso ‘noi’. Se il riferimento è a ‘noi due’ sarebbe corretto ‘i nostri momenti’.
    Vorrei segnalare l’errore di battitura dell’ultima frase dell’esercizio “Non … posso CREDE,…”.
    Grazie per l’attenzione.
    M.B.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Magda, quel “loro” è riferito “a due persone” diverse da “noi due”, non possiamo però sapere quali sono perchè la frase è completamente decontestualizzata, ma grammaticalmente è corretta. Grazie per la segnalazione dell’errore.
      A presto
      Prof Anna

  21. Anna scrive:

    Grazie per la risposta, Prof!

  22. Preg.mo Professore,
    vorrei sapere se “ce l’ho” puo’ anche essere scritto nella forma “cel’ho”.
    Grazie.
    Anna Maria

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anna Maria, non è possibile scrivere “cel’ho”, è corretto invece scrivere “ce l’ho”.
      A presto
      Prof. Anna

  23. Molto interesante anche questo test. Grazie

  24. semplicemente grazie.il suo é stato un aiuto molto prezioso

    sono molto emozinata sto imparando ad usare internet

    • Zanichelli Avatar

      Cara Dorina, benenuta sul Intercultura blog!
      A presto
      pROF. aNNA

  25. Evi scrive:

    Salve! Mi potrebbe spiegare perche’ la frase ” Il medico c’e’ a casa” suona male mentre “c’è il medico a casa” puo’ andare? In realta’, qual e’ la differenza fra essere/esserci/stare/starci? p.e Si dice “Spero di esserci alla serata di apertura”. Andrebbe bene dire :”Sperro di stare/starci ….”
    Grazie infinite

    • Zanichelli Avatar

      Cara Evi, il verbo “esserci” significa “essere in un posto” quindi è corretto “spero di esserci alla serata di apertura”, mentre “stare” significa “rimanere in un dato luogo”, per esempio: “stasera sto in casa” = “stasera rimango in casa”; per quanto riguarda gli esempi che mi proponi, mi sembra che la frase “c’è il medico a casa?” sia una domanda, a volte le domande suonano meglio se mettiamo il verbo all’inizio della frase.
      A presto
      Prof. Anna

  26. Rossella scrive:

    Grazie mille per la chiarissima spiegazione! mi sarà utilissima per aiutare la mia coinquilina a imparar bene l’italiano 🙂
    Rossella

  27. Cara professoressa
    Da tempo seguo il vostro site e ne sono onorata.
    Studiare la lingua italiana su questo sito è semplicemente meraviglioso.I miei complimenti per le belle ed interessanti lezioni : sono chiare e di facile apprendimento.
    Mi piacerebbe sapere perché non riesco a stampare il vostro materiale come era tempo fa. Sarebbe di grand’aiuto per me e per i miei allievi di terza età.
    Molto grata,
    Dalva.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Dalva, grazie per il tuo gentile commento, mi informerò riguardo al tuo problema, spero di poterlo risolvere al più presto.
      Un saluto
      Prof. Anna

  28. Alberta scrive:

    salve.. avevo un dubbio.. per dire a qualcuno se ci da un passaggio si dice anche “mi ci porti?” e fino a qui ci siamo.. ma se il soggetto diventa noi? come si dice? grazie in anticipo! 🙂

    • Zanichelli Avatar

      Cara Alberta, diremo semplicemente: “ci porti” o “ci porti lì – ci porti in quel posto”.
      A presto
      Prof. Anna

  29. Caro Prof.
    Come sta? Insegno italiano a brasiliani a San Paolo. Sicuramente l’argomento sull’uso del ci e del ne non è facile da “digerire” dato che non abbiamo particelle simili nel portoghese. Così suo blog è di grande utilità per me!
    La ringrazio e saluto.
    Regina.

    • Zanichelli Avatar

      Ciao Regina, benvenuta sul nostro blog!
      A presto
      Prof. Anna

  30. Nella frase “ci conto”, ” ci” che complemento è?
    Grazie Anna

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anna, in questo caso la particella “ci” sostituisce “su questa cosa”, il verbo “contare” regge un complemento indiretto introdotto dalla preposizione “su”.
      A presto
      Prof. Anna

  31. Marina scrive:

    Gentile professoressa, grazie per le spiegazioni, sono molto utili. Mi potrebbe dire se posso usare la particella ci per sostituire una parola o frase introdotta dalla preposizione di (di questo).
    La ringrazio

    • Zanichelli Avatar

      Cara Marina, la particella CI non sostituisce complementi introdotti dalla preposizione DI; puoi usare però la particella NE. Ti consiglio di leggere gli articoli “ripassiamo la particella CI” e “la particella NE” su questo blog.
      Un saluto
      Prof. Anna

  32. Ivan scrive:

    Cara anna, vorrei sapere, per favore, i significati di questi verbi che non ho riuscito a capirli bene:

    -Pensarci
    -Crederci
    -contarci

    Grazie tante!

    • Zanichelli Avatar

      Caro Ivan, “pensarci” significa “pensare a qualcosa”: “domani ho un esame, ma preferisco non pensarci (=pensare all’esame)”; “crederci” significa “credere a qualcosa; credere in qualcosa”: “credi a quello che ti dico?” “Sì, ci credo (=credo a quello che mi dici)”, “credi in me?” “Sì, ci credo (=credo in te)”; esiste una differenza tra “credere a” e “credere in”: in generale “credere a” significa prestare fede a qualcuno o a qualcosa, ovvero ritenere vero qualcosa che viene detto da qualcuno (credo alle tue parole); mentre “credere in” significa avere la certezza dell’esistenza di qualcosa o di qualcuno (credere in Dio, credere in un’altra vita) oppure avere fiducia in qualcuno (credo nella giustizia, credo in te). Ti consiglio di leggere l’articolo su questo blog “ripassiamo la particella CI”. Mentre “contarci” significa “fare affidamento SU qualcuno o qualcosa” : “puoi contare su di me = puoi fare affidamento su di me .”
      Un saluto
      Prof. Anna

  33. Cara Prof. Anna
    Quando devo dire megliore e quando devo dire meglio.
    Io so che megliore fa parte di buono e che meglio fa parte di bene.
    Ma come posso usare un o l’altro nella frase?
    Per favore un esempio.
    Che significa in portuguese questa espressione:
    ” non c’è ancora bisogno”
    Grazie mille
    Maria Helena

    • Zanichelli Avatar

      Cara Maria Helena, “meglio” è un avverbio, quindi si usa dopo i verbi: “cerca di comportarti meglio” , “oggi sto meglio”; mentre “migliore” è un aggettivo, significa “più buono” ed è il comparativo di maggioranza di “buono”: “questo vino è migliore di quello che abbiamo bevuto prima”, “gli studenti di quest’anno sono migliori di quelli dell’anno scorso”; se “migliore” è preceduto dall’articolo determinativo forma il superlativo relativo “Laura è la migliore amica che io abbia mai avuto”. Ti consiglio di leggere l’articolo su questo blog “Il superlativo degli aggettivi qualificativi”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  34. Svetlana scrive:

    Cara Profesoressa,

    Potrebbe chiarire l’uso del verbo esserci?
    Non ho trovato nella grammatica come devo dire (c’e’ o ci sono)le frasi con l’enumerazione (sostantivi singolari e plurali) . Per esempio, “nella mia borsa ci sono soldi i chiavi” o “nella mia borsa c’e’ penna, chiave e specchio”. Qui tutto e’ chiaro.

    MA:
    “Nella mia borsa c’e’ penna, chiave, soldi, passaporto” (vero?) o
    “Nella mia borsa ci sono chiavi, penna, passaporto e soldi” (vero?).
    Grazie!

    • Zanichelli Avatar

      Cara Svetlana, se ci sono più cose è meglio usare il plurale “ci sono”: “nella mia borsa ci sono le chiavi, una penna, il passaporto e i soldi”; oppure ripeti il verbo: “nella mia borsa c’e’ una penna, ci sono le chiavi e i soldi, c’è il passaporto” .
      Un saluto
      Prof. Anna

  35. Ivan scrive:

    Tante grazie per il suo tempo, Professoressa! Allora, pensando a questa frase: “L’esame sara molto difficile, ci sono sicuro (su questo)” è possibile anche dire:”L’esame sara molto difficile, ne sono sicuro (di questo).

    Tante grazie!

    • Zanichelli Avatar

      Caro Ivan, la frase: ““l’esame sara molto difficile, ci sono sicuro” non è corretta, in questo caso non possiamo usare CI perché l’espressione “essere sicuro” regge “di qualcosa” e quindi la frase corretta è: ”l’esame sara molto difficile, ne sono sicuro (di questo)”.
      A presto
      Prof. Anna

  36. Régia scrive:

    Cara Prof. Anna

    Vorrei complimentarvi per questo lavoro!Sono straniera, abito in Brasile e sempre leggo il vostro blog. Mi piace da vero e imparo tante cose!
    Grazie mille. Un abbraccio.

    Régia

    • Zanichelli Avatar

      Cara Régia, benvenuta su Intercultura blog!
      Un saluto e a presto
      Prof. Anna

  37. Cristina scrive:

    Cari professori,
    volevo farvi i complimenti per questo interessante blog. Sono docente di italiano a Montevideo, e devo dire che è molto utile. Il “ci e ne” è anche difficile per gli studenti che parlano lo spagnolo e a volte non ha traduzione nella nostra lingua. Quindi, ancora una volta il ringraziamento. Saluti. Cristina.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Cristina, benvenuta su Intercultura blog!
      A presto
      Prof. Anna

  38. Perfetto!
    Sicuramente non solo l’unico che sta approfittando della vostra sapienza e della vostra disponibilità. Che insegna una lingua oggi contribuisce in modo particolare all’unificazione del mondo già globalizzato! Bravissimo!

  39. Anna scrive:

    Gentile Prof.ssa Anna,

    In alcuni libri di grammatica c’è scritto che “ci” si usa con le preposizioni “con, in, su, a”, ma non con “di” e “da”, nonostante questo, in italiano si dice “non ci (di ciò) capisco nulla” e “che ci (da ciò) ricavi?”. Vorrei tanto sapere se è corretto usare “ci” con le preposizioni “di” e “da”, per piacere.

    La ringrazio molto.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anna, la particella “ci” non sostituisce complementi introdotti da queste due preposizioni: “capirci” è una forma colloquiale dove “ci” ha solo una funzione rafforzativa, mentre si dice “cosa ne ricavi?” infatti la particella “ne” sostituisce complementi introdotti dalla preposizione “da”. Ti consiglio di leggere questo articolo sulla particella “ci”: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=1903
      Un saluto
      Prof. Anna

  40. Anna scrive:

    Dunque anche “non ne capisco nulla” si può dire? Grazie

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anna, la tua ipotesi è corretta.
      A presto
      Prof. Anna

  41. Materiali e spiegazioni sempre molto curate! Preziose.

    grazie!

  42. Amina scrive:

    Professoressa Anna,

    Ho un dubbio. In un libro di italiano ho trovato questa frase:

    Esercizio: Completa con “ci” o “ne”

    Ho letto e riletto la lettera del tuo amico, ma non ci ho capito niente, perché è scritta in un pessimo italiano.

    Non capisco perché dobbiamo completare con “ci”. Quale sarebbe il motivo?

    Grazie mille

    • Zanichelli Avatar

      Cara Amina, in questo caso “ci” ha il valore di “in ciò”, “non ho capito niente in questa cosa”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  43. Amina scrive:

    Grazie mille, professoressa Anna!
    Un saluto
    Amina

  44. Laura scrive:

    Non so perché ma sentire o leggere “vi sono”al posto di “ci sono”mi infastidisce nonostante credo che sia più corretto dire VI SONO.
    Sarà perché lavlingua parlata ha sconfitto la grammatica?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Laura, sono corrette entrambe le forme, la forma “esservi” è più ricercata rispetto a “esserci”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  45. Sono prof. di catalano in una scuola di Barcellona. Sono arrivati due ragazzi italiani e devo fargli imparare il catalano e tento di comparare quando posso con la grammatica italiana. Il mio dubbio è: Le forme c’è/ci sono,sono impersonali in italiano? (cioè non hanno soggetto). In catalano, in spagnolo o in francese si usano solo nella terza persona del singolare, ma in italiano no ed ho il dubbio. (esempio Hi ha/Hay/Il y a)
    Grazie mille!

    • Zanichelli Avatar

      Cara Prof. Angela, non sono forme impersonali, infatti hanno un soggetto: “c’è qualcuno (soggetto) alla porta”, “ci sono dei fogli (soggetto) sul tavolo”; esistono infatti tutte le persone: io ci sono, tu ci sei, lui-lei c’è, noi ci siamo, voi ci siete, loro ci sono.
      Un saluto e a presto
      Prof. Anna

  46. Ci fai o ci sei! a parte il significato non ho capito la funzione grammaticale della particella CI nelle due frasi. Potreste spiegarmelo meglio? Grazie

    • Zanichelli Avatar

      Cara Lucia, l’espressione “ci fai o ci sei?” è un modo di dire, un’espressione idiomatica, quindi gli elementi che la compongono perdono il loro significato originale e l’espressione acquisisce invece un significato nella sua totalità, quindi la particella “ci” perde in questo caso la sua funzione grammaticale originale ed è usata come elemento rafforzativo.
      Un saluto
      Prof. Anna

  47. Anna scrive:

    Gentile Professore,

    che cosa si intende con “ci” scrivendo: “Non ci capisco niente”?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anna, “capirci” significa “comprendere qualcosa”, questa forma è usato soprattutto in un registro colloquiale, la frase significa quindi “non capisco niente di questa cosa”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  48. Ciao a tutti, sono imparando la lingua italiana, mia lingua madre e l’espagnolo.
    Io ho una domanda et voglio sappere se questo e correcto:
    Dirmi=decirme
    Dirti=decirte
    Dirgli=decirle (a lui o lei)
    Dirci=decirnos
    Dirvi=decirles
    E questo correcto? E possibile mettere la particula ci alla finale dei verbi per essempio (lasciarci, amarci, farci)
    Grazie mille

  49. Il mio dubbio è: qual’è il complemento di esserci? Oggeto diretto o è un verbo copulativo? Grazie

    • Zanichelli Avatar

      Cara Ellen, in questo caso “ci” ha il significato di “in questo luogo, qui”, ha la funzione di avverbio di luogo: “essere in questo luogo”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  50. andrea scrive:

    Molto valide queste lezione,sono contenta di imparare bene l’italiano!!

    • Zanichelli Avatar

      Cara Andrea, sono contenta che queste lezioni ti siano utili.
      Un saluto e a presto
      Prof. Anna

  51. salve prof.Giacalone,e’corretto nella lingua italiana dire “ci guardiamo nel libro ” ?
    grazie.Simona

    • Zanichelli Avatar

      Cara Simona, la frase è corretta, in questo caso la particella “ci” è in un certo senso superflua, viene usata come elemento rafforzativo, infatti sarebbe corretto anche “guardiamo nel libro”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  52. Galassi scrive:

    Gentile professore
    Spesso sento usare la particella ci insieme al verbo parlare

    Per esempio ci hai parlato ? Per intendere se hai parlato con una persona
    E corretto il suo uso ?

    Grazie per la sua risposta
    Arg

  53. Galassi scrive:

    Gentile professore
    Spesso sento usare la particella ci insieme al verbo chiamare

    Per esempio ci hai chiamato ? Per intendere se hai parlato al telefono con una persona
    E corretto il suo uso ?

    Grazie per la sua risposta
    Arg

    • Zanichelli Avatar

      Caro Galassi, l’uso è corretto, ma in questo caso si tratta di un pronome personale diretto di seconda persona plurale e significa “noi”: “ci hai chiamato?” = “hai chiamato noi?”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  54. Questa lezione é stata molto chiara. Tante Grazie. María C.Bardi

    • Zanichelli Avatar

      Cara Maria, grazie a te per il tuo commento.
      A presto
      Prof. Anna

  55. cristos scrive:

    Buona sera! vorrei chiedere la frase (per essere realizata la gita dobbiamo essere almeno 20 persone! e poi vorrei chiedere qualcosa altro!quanto usiamo affinchè e quanto per!!per esempio perchè diciamo te lo dico affinchè tu lo sappia e perchè diciamo voglio andare al supermercato per comprare qualcosa e non diciamo affinchè io compri qualcosa!!tanto nella prima frase quando nella seconda non vogliamo dire ??? grazie per il tempo!!

    • cristos scrive:

      vorrei chiedere prima di tutto la proposta per essere realizata la gita dobbiamo essere almeno venti!e poi vorrei chiedere quando usiamo per e quando affinche…perche per esempio diciamo te lo dico affinche tu lo sappia e perche diciamo voglio andare al supermercato per comprare qualcosa e non diciamo voglio andare al supermercate affinche io compri qualcosa!grazie per il tempo!

    • Zanichelli Avatar

      Caro Cristos, meglio dire “per realizzare la gita ci devono essere almeno 20 persone”; la regola generale vuole che si usi la forma esplicita quando reggente e subordinata hanno soggetti diversi e che si usi la forma implicita quando reggente e subordinata hanno lo stesso soggetto, quindi usiamo “affinché” per le frasi finali esplicite che solitamente hanno un soggetto diverso da quello della reggente: “lo dico (soggetto: io) affinché tu sappia (soggetto: tu); mentre quando il soggetto della reggente e della finale è il medesimo si preferisce usare la forma implicita (per+infinito): “voglio andare al supermercato (soggetto: io), per comprare qualcosa (soggetto:io)”. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
      A presto
      Prof. Anna

      • cristos scrive:

        grazie mille!!per quando riguarda la prima frase e sbagliata oppure e meglio dire la seconda??1)per essere realizata la gita dobbiamo essere almeno venti! 2)“per realizzare la gita ci devono essere almeno 20 persone

        • Zanichelli Avatar

          Caro Cristos, la prima non è corretta.
          Un saluto
          Prof. Anna

  56. Sonno Brasiliano,ho scoperto questo blog e mi sono innamorato subito.Veramente una bell blog per Capire e imparare questa bellisima lingua-

    • Zanichelli Avatar

      Caro Helio Jose, benvenuto su Intercultura blog! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
      Un saluto e a presto
      Prof. Anna

  57. Sono brasiliano e sto imparando litaliano.Grazie per la spiegazione.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Roberto, benvenuto su Intercultura blog! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
      A presto
      Prof. Anna

  58. luca scrive:

    Professore,
    come si può rendere alla seconda persona plurale la frase “mi ci dovrò abituare”?
    Grazie
    Luca

    • Zanichelli Avatar

      Caro Luca, “vi ci dovrete abituare”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  59. Una belíssima esplicazione. Grazie

  60. Mina scrive:

    Buongiorno, Prof. Gonfalone. Sono una studentessa di Italiano. Il suo blog rispetto al “CI” mi aiuta tanto. Grazie mille!

    • Zanichelli Avatar

      Cara Mina, benvenuta su Intercultura blog! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
      Un saluto
      Prof. Anna

  61. Angelo scrive:

    È per te Valerio Giancalone c’è qui con me mia figlia è mi ha detto che “CI” è anche pronome personale complemento ( II persona plurale )solo in quinta elementare “notare” a me non sembra che fai il professore di Italiano

    • Angelo scrive:

      Mi scusi non volevo essere scortese

    • Zanichelli Avatar

      Caro Angelo, come si dice in questo articolo: -“ci” può avere la funzione di pronome personale di prima persona plurale (noi, a noi)-, ma non di seconda persona plurale.
      Un saluto
      Prof. Anna

  62. È stato molto utile. Grazie

  63. Maurizio scrive:

    Buongiorno, nelle frasi “c’è un problema” oppure “c’era un problema, e l’hai risolto”, con il verbo essere la particella “ci” indica l’esistenza di una cosa o persona o più cose o più persone, giusto? Appunto, anche con valore locativo, può accompagnarsi al verbo essere, per significare l’esistenza di persone o cose il trovarsi di queste in un determinato ambiente: “c’era un problema (cioè esisteva, era presente un problema in quel luogo, in quella circostanza, e l hai risolto etc)”.

    Va bene?

  64. Silvia scrive:

    Con il verbo avere, “ci” viene spesso usato nella lingua parlata come rinforzo semantico e fonico di altri pronomi (“lo”, “la”, “li”, “le”, “ne”). In questo caso, “ci” diventa “ce”. Questo utilizzo del pronome dimostrativo viene definito pleonastico, perché ripetitivo e non necessario. Per esempio: “Ce l’hanno dentro (intendendo un ideale)”. Quindi potremmo scrivere anche “L’hanno dentro” senza il “ci” pleonastico.

    Mi sembra giusto…

  65. Claudio scrive:

    “Ce n’è uno pronto in cucina!”

    Intanto il “ci” in unione alla particella pronominale atona “ne” si sostituisce con “ce”; poi il “ci” (ce), nella nostra frase, ha valore di avverbio e con il significato di “questo luogo, in quel luogo”, ma in un funzione pleonastica (perché il luogo in cui è presente un determinato oggetto è già nominato: e cioè “la cucina”). Quindi “Ce n’è” è formato dalle particelle “ce” e “ne” e dalla terza persona singolare dell’indicativo presente del verbo essere “è”. La particella pronominale “ne” perde la “e” finale e prende l’apostrofo che segnala la caduta della vocale: si usa con il significato di “esserci”. Il “ne” comunque significa “Di questo, di quello”, e ha valore di pronome personale, riferendosi ad una cosa già nominata in precedenza. Perciò la frase sarebbe: “Ce n’è uno pronto in cucina”= “Uno pronto in cucina di quello (ad esempio “un oggetto”) è in quel luogo (la cucina)”.

    Penso che sia ok…

  66. 1) “Se vuoi, possiamo sentirci lì”.

    …Il verbo “sentirsi” (e quindi “sentirci”), nel nostro esempio, è un riflessivo reciproco (il quale è un verbo che esprime una azione scambievole o reciproca tra due o più persone, attraverso l’uso dei pronomi personali atoni plurali ci, vi, si; in aggiunta ed in partica, qualsiasi verbo transitivo può diventare reciproco tramite l’aggiunta di un pronome atono, se descrive un’azione che parte da un soggetto A e arriva a un soggetto B e nello stesso tempo parte dal soggetto B e arriva al soggetto A) con il significato di “Di due o più persone, avere contatti, avere una comunicazione, spec. telefonica, con qualcuno”. Infatti in questo caso l’idea della reciprocità è resa esplicita da avverbi quali “a vicenda, reciprocamente, l’un l’altro”: “Io sento te e tu senti me”; oppure “Noi ci sentiamo a vicenda, reciprocamente, l’un l’altra” .

    2)”Ne ho aggiunti 10 in più” (intendendo i soldi)

    In questa frase il “ne” ha valore di pronome dimostrativo e con il significato di “di quelli, di questi” (intendendo “i soldi”); e per quanto riguarda l’accordo con il participio passato, con l’ausiliare “avere”, se l’oggetto precede il verbo ed è costituito dalla particella partitiva (per particella partitiva intendiamo quella particella che definisce la parte in opposizione al tutto) “ne”, il participio concorda con la quantità espressa: “Ne ho aggiunti 10 in più (quindi plurale”).

    Penso sia tutto corretto

  67. 1)”Portiamoci l’acqua a casa”

    …”ci” è pleonastico (possiamo ometterlo) e serve a dare enfasi, è rafforzativo; invece “l’acqua” è il complemento oggetto:”Noi portiamo l’acqua a casa”

    2) “Siete gemelle, ma siete l’opposto”

    … “gemelle” e “l’opposto” sono le parti nominali. Ah, “gemelle” è un aggettivo perché non è presente l’articolo; mentre “l’opposto” è un sostantivo perché viene dopo l’articolo (lo).

    Penso sia corretto