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Aula di Lingue

Test 50- La concordanza dei tempi con l’indicativo

Prof. Anna
Grammatica,   La lingua italiana,   Test,   Verbi

Ecco un esercizio su un argomento importante e  un po’ complesso: la concordanza dei tempi quando nella subordinata c’è un verbo all’indicativo.

Per ripassare prima di fare il test, potete leggere questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2017/06/01/approfondimento-la-concordanza-dei-tempi-con-lindicativo/

Seleziona la risposta corretta fra le opzioni disponibili. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio": vedrai le risposte giuste evidenziate in verde e quelle sbagliate in rosso.

1- Ho sentito dire che lo spettacolo (posteriorità) . 2- Ammetterai che (anteriorità) . 3- Capii che Marta mi (anteriorità) . 4- Se me lo avessi domandato, ti avrei risposto che il tuo comportamento (contemporaneità) . 5- Promettimi che (posteriorità) . 6- Ho scoperto che Luca non (contemporaneità) più con te. 7- Mi hanno detto che domani in piazza (posteriorità-lingua parlata) il mercato dell'antiquariato. 8- Ti dimostrerò che (anteriorità) . 9- Se fossi più attento, noteresti che non (contemporaneità) più dolci. 10- Solo ora mi accorgo che niente (posteriorità) più come prima.

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Commenti [22]

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  1. Maria scrive:

    Senzo essere sicura di capire tutto ho fatto solo un errore

  2. andree scrive:

    Finalmente ben tornati!
    Il titolo dell’esercizio mi lascia perplesso,
    avrei detto “concordanza dei tempi quando nella PRINCIPALE c’è un verbo all’indicativo”
    Grazie

    • Zanichelli Avatar

      Caro Andree, in realtà si tratta della concordanza dei tempi quando nella subordinata c’è un verbo all’indicativo.
      Un saluto
      Prof. Anna

  3. Rino scrive:

    Prof!
    Buon anno scolastico!
    Sempre deliziosa, come il primo frutto di stagione.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rino, bentrovato!
      Grazie per il gentile commento.
      A presto
      Prof. Anna

  4. Rino scrive:

    La settima, mi ha ingannato.
    C’è.

  5. Rino scrive:

    Test.50, mi sono confuso con la 3^, ma ho notato che i suggerimenti tra le parentesi, rendono gli esercizi molto più semplici.Grazie Prof. Un caro saluto!

    • Zanichelli Avatar

      Bene Rino, è un buon risultato!
      Un saluto
      Prof. Anna

  6. claudia scrive:

    Grazie per questi esercizi. Imparo l’italiano da qualche anno e più studio, più scopro quanto non so 😉
    Cari saluti, Claudia

    • Zanichelli Avatar

      Cara Claudia, benvenuta su Intercultura blog. Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
      A presto
      Prof. Anna

  7. Nando scrive:

    ” Il gioco ti stimola a continuare a giocare ” – E’ giusto scriverla così ?

    ” Mi sono assuefatto agli alcolici ” – E’ corretta ?

    ” Lui sì è assuefatto alla droga ” – Corretta ?

    Invece ” assuefatto da ” quando si usa ? Ho letto alcuni esempi : ” assuefatto da una persona ” assuefazione da un farmaco ” … Me lo può spiegare ?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Nando, i periodi che mi scrivi sono corretti. Il verbo “assuefare” regge solo la preposizione “a” (assuefatto ai farmaci) e non la preposizione “da”.
      Un saluto
      Prof. Anna

      • Nando scrive:

        Quindi si dice ” assuefatto ad una persona ” ( e non ” DA una persona ” ) ; e ” assuefazione a un farmaco ( e non ” DA un farmaco ” ) .

        • Zanichelli Avatar

          Caro Nando, è proprio così.
          Un saluto
          Prof. Anna

  8. Grazie mille per questi esercizi ma avevo una domanda che mi fa confusione :
    qual’e’ la differenza tra avevo , ho avuto e avevo avuto
    e anche la differenza tra è stato , era ed era stato .

  9. Enzo scrive:

    L’espressione “Far credere che” o “Volevo far credere che” etc, vuole il congiuntivo od l’indicativo? “Far credere che” o “Volevo far credere che” e simili, secondo me, viene a significare “convincere” , “rendere qualcuno certo di qualcosa”, perciò propenderei per l’indicativo e direi quindi: “Gli aveva fatto credere che gli asini volano o volavano (vanno bene entrambe le opzioni, rispetto alla concordanza dei tempi)” e “Gli aveva fatto credere che la terra era piatta”. In più, l’indicativo è anche comune dopo predicati complessi del tipo “dar a credere”, “far credere”, tanto piú se in tal modo viene resa l’intenzione del soggetto di convincere qualcuno della (presunta) fattualità della frase dipendente: “Lo faceva per dare a credere che con me aveva confidenza” e “Tu volevi farmi credere che era stato tuo figlio, non tu a telefonarmi”.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Enzo, dopo questa espressione si può usare l’indicativo.
      A presto

  10. “Appurare che” regge l indicativo nella subordinata oggettiva perché significa “Riconoscere la pura verità di qualcosa, accertarsi di qualcosa”: “Ho appurato che i fatti si sono svolti così”; “Appuro che è cosi”. Però come interrogativa indiretta può reggere anche il congiuntivo: “Dovresti appurare se ciò che afferma corrisponda a verità”.

    Corretto?

  11. Amel scrive:

    1)”E pensate che c’è un ricco industriale in città”

    …L’ espressione “E pensare che” (nel nostro esempio “e pensate che”), nonostante il verbo “pensare” richiederebbe il congiuntivo, regge l’indicativo con il significato di “Ricordare” e/o “Tener presente”, verbi ed espressioni che reggono di norma l’indicativo: “E pensate (E tenete presente che/ E ricordate che…) che c’è un ricco industriale in città”.

    Penso sia tutto corretto