Benvenuti - Intercultura Blog

Aula di Lingue

Test 39 – La frase complessa: le interrogative indirette

Prof. Anna
Congiuntivo,   Grammatica,   La lingua italiana,   Test,   Verbi

Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, questa settimana ripasseremo gli argomenti trattati di recente sul blog. Questo primo esercizio è sulle proposizioni interrogative indirette,soprattutto sulla scelta dei modi e dei tempi verbali corretti, per ripassare questo argomento: www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/; www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/

Buon test!

Prof. Anna

Seleziona la risposta corretta fra le opzioni disponibili. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio": vedrai le risposte giuste evidenziate in verde e quelle sbagliate in rosso.

1- Gli domandò che cosa . 2- Dimmi perché Marco non venuto. 3- Sapevamo quanto questo viaggio importante per lui. 4- (per esprimere posteriorità) Non mi ricordavo dove andare. 5- Sono incerto . 6- Tutti abbiamo visto che cosa successo. 7- (per esprimere anteriorità) Chiederò loro quale film . 8- Io so qual la scelta migliore. 9- Sono stato informato le cose. 10- (per contemporaneità) Non capivo cosa in quel momento.

Prosegui la lettura

Commenti [54]

Rispondi a Prof. Anna Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  1. gabriele scrive:

    ciao ragazzi e stato un piacere lavorare con voi, davvero ottimo, per questo vi do 5 stelle skill

  2. jana scrive:

    Gentile prof.,
    dopo vorrei sapere che tempo usare?

    Vorrei sapere se fosse possibile prendere un appuntamento con Voi
    Vorrei sapere se sia possibile prendere un appuntamento con Voi
    Vorrei sapere se è possibile prendere un appuntamento con Voi
    grazie

    • Zanichelli Avatar

      Cara Jana, in questo caso puoi usare l’indicativo: “vorrei sapere se è possibile prendere un appuntamento”.
      A presto
      Prof. Anna

      • jana scrive:

        Grazie tante,
        vorrei sapere se gli altri due esempi con il congiuntivo vanno anche bene.
        Grazie mille gia’ in anticipo

        • Zanichelli Avatar

          Cara Jana, va bene quella con il congiuntivo presente.
          A presto
          Prof. Anna

  3. questo blog è, per me, una piacevole scoperta. Un saluto alla prof. Anna

    • Zanichelli Avatar

      Cara Annamaria, benvenuta su Intercultura blog!
      A presto
      Prof. Anna

  4. Buonasera Prof.Anna, sarebbe possibile avere qualche chiarimento sul corretto utilizzo di queste frasi: voglio una persona che mi stimi. In questo caso devo usare il congiuntivo anche se mi riferisco a una persona precisa, che ho la certezza che mi stimi? A tal proposito, con ho la certezza è più idoneo usare indicativo o congiuntivo, come io prediligo?
    Voglio sapere se ha finito è proponibile anche con se abbia finito?
    Volevo chiederle se la mia presenza è necessaria. In questo caso è corretto pure dire se la mia presenza sia e fosse necessaria?
    Volevo chiederle se avesse ricevuto un riscontro positivo. Questa frase è proponibile anche con se abbia ricevuto?
    Vorrei sapere se domani possa passare a prendermi e infine vorrei capire che cosa ci faccia qui mia zia?
    Volevo sapere che cosa avesse detto può andare anche con abbia detto?
    Insomma vorrei sapere qual’è la forma migliore in questi casi e anche, diciamo cos’, le eventuali possibili alternative. Cordiali saluti e alla prossima.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Stefano, nella frase “voglio una persona che mi stimi” usiamo il congiuntivo perché ha un valore finale (https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2013/03/14/il-congiuntivo-nelle-frasi-relative/), le frasi “voglio sapere se ha finito” o “voglio sapere se abbia finito” sono entrambe corrette perché le interrogative indirette possono avere sia l’indicativo sia il congiuntivo, anche per quanto riguarda la frase seguente, è corretto il congiuntivo imperfetto perché dipende da un verbo al passato, è corretta la frase “volevo sapere se avesse ricevuto” perché la reggente è al passato, sono corrette le frsi “vorrei sapere se domani può-potrà-possa”, sono corrette “vorrei capire cosa ci fa-faccia qui mia zia”, “volevo sapere cosa avesse detto” (perché abbiamo la reggente al passato). Nell’articolo troverai tutte le possibilità sulla corretta scelta dei tempi verbali. Attenzione: si scrive “qual è”. Un saluto Prof. Anna

  5. Gabriele scrive:

    “Chissà quanto mangiava”
    “Chissà quanto mangiasse”.

    Prof, per esprimere un’azione abituale in passato (per la quale magari si hanno, come nelle mie frasi, dei dubbi e delle incertezze riguardo alla quantità o all’entità di qualcosa o qualcuno nel passato) o che era in corso durante il passato (od un’azione lontana nel tempo rispetto al presente), sarebbero corrette le
    mie frasi? Io penso di sì; e poi “Chissà quanto (le proposizioni interrogative indirette sono introdotte dalle congiunzioni se, come, perché, quando, quanto)” introduce appunto delle proposizioni interrogative indirette, le quali in forma esplicita, come nei miei casi, presenterebbero il verbo all’indicativo (mangiava), al congiuntivo (mangiasse) o al condizionale. Dico che sono interrogative indirette perché direttamente potremmo dire ”Quanto mangiava in quel periodo passato?” E visto e considerato che l’avverbio “Chissà” esprimerebbe dubbio ed incertezza, è possibile trovare il congiuntivo (mangiasse), ma l indicativo è pur sempre corretto.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Gabriele, l’avverbio “chissà” seguito dagli elementi che introducono un’interrogativa indiretta vuole il verbo all’indicativo (chissà quanto mangiava; chissà se mangiava; chissà che cosa mangiava); può introdurre anche una proposizione completiva e in questo caso può avere il verbo al congiuntivo (chissà che tu non riesca a partire).
      Un saluto

      • Gabriele scrive:

        Ho capito, quindi “Chissà” è un avverbio che esprime dubbio, incertezza, speranza, e viene utilizzato prima di “se”, “quando”, “dove”, “come”, “dove”, “come”, “chi”, “che” “cosa”, “perché”, “quanto”, introducendo proposizioni interrogative indirette: “chissà se verrà”, “chissà che cosa pensa di fare”, “chissà quando torna”, “chissà perché non è venuto”, “chissà quanto mangiava”, etc (Ah, e lo stesso avverbio, seguito dagli elementi che introducono un’interrogativa indiretta, vuole il verbo all’indicativo, il quale si articola in più tempi: quattro sono semplici [presente, imperfetto, passato remoto e futuro semplice], mentre altri quattro sono composti [passato prossimo, trapassato prossimo, trapassato remoto, futuro anteriore]; tempi che ho utilizzato negli esempi qui sopra).

        Oppure “Chissà” introduce proposizioni completive (le completive, che sono proposizioni dipendenti che completano il senso della proposizione reggente, si distinguono in “proposizioni soggettive”, “proposizioni oggettive”, “proposizioni dichiarative” e “proposizioni interrogative indirette”, e le interrogative in forma indiretta sono delle frasi completive): “chissà che tu non riesca a partire”, “chissà che tu possa essere con noi a Natale”, “Chissà che un giorno non riesca a farne una professione (dopo “chissà che” ci vuole il congiuntivo)”.

        Va bene?

        • Zanichelli Avatar

          Caro Gabriele, esatto.

          • Gabriele scrive:

            Quindi anche la frase “Chissà quante ce ne hanno dette in passato” vuole l indicativo come interrogative indirette, rispetto al ragionamento suddetto? Però in questa “Chissà che abbiano detto di noi in passato” vuole il congiuntivo come completiva… Le volevo chiedere che tipo di completiva fosse quella introdotta da “Chissà che”..

          • Zanichelli Avatar

            Caro Gabriele, “chissà” può introdurre un’interrogativa indiretta (chissà quante ce ne hanno dette) o anche una completiva con il verbo al congiuntivo (chissà che tu non riesca a partire); nel periodo “chissà che abbiano detto di noi” introduce un’interrogativa indiretta, avrei scelto l’indicativo e non il congiuntivo.

      • Gabriele scrive:

        Prof, come ha detto che “l’avverbio “chissà” seguito dagli elementi che introducono un’interrogativa indiretta vuole il verbo all’indicativo (chissà quanto mangiava; chissà se mangiava; chissà che cosa mangiava)”; ma nella frase “Chissà dove sarebbe andato” (che è un’interrogativa indiretta) come giustifichiamo il condizionale passato (che non fa parte dell indicativo)? forse il verbo al condizionale sottolinea che quanto espresso nell’interrogativa indiretta è soggetto a una condizione, anche sottintesa? “chissà dove sarebbe andato (se non lo avessi chiamato)”

        È corretto?

  6. Stefania scrive:

    “le ho chiesto se avesse voluto la busta”
    è un’interrogativa indiretta; e se il tempo della reggente è al passato (prossimo), nell’interrogativa indiretta avremo il congiuntivo trapassato per esprimere anteriorità rispetto alla reggente.

    “non so di chi sia”
    “non so di chi è”…nelle subordinate abbiamo delle interrogative indirette esplicite al congiuntivo nella prima, e all indicativo nella seconda (entrambe le scelte corrette), introdotte da “chi”, preceduto dalla preposizione “di”.

    • Zanichelli Avatar

      Cara Stefania, ciò che scrivi è esatto.

  7. Claudio scrive:

    “L’ha seguita per vedere dove andasse” il “dove” introduce un’interrogativa indiretta al congiuntivo imperfetto in riferimento al passato (avremmo potuto usare anche l imperfetto indicativo “andava”). Comunque stiamo esprimendo, con l’interrogativa, contemporaneità al passato rispetto alla reggente.

    Giusto?

  8. Paolo scrive:

    Salve, spero che queste interrogative indirette siano corrette (insieme ai ragionamenti):

    1-Mi ha chiesto (ieri) se (sempre ieri) decidessi di iscrivermi in palestra (se il tempo della reggente è al passato nell’interrogativa indiretta avremo per esprimere contemporaneità rispetto alla reggente l’imperfetto indicativo o congiuntivo).

    2-Mi ha chiesto se deciderei di iscrivermi in palestra (nell’interrogativa indiretta introdotta dalla congiunzione ‘’se’’ possiamo trovare il verbo anche al condizionale, reso disponibile dall’eventualità; ma è vero anche che un condizionale in un’interrogativa indiretta introdotta da ‘’se’’ è del tutto a suo agio quando, ad esempio, esprime un valore specifico, per esempio un condizionale di cortesia [per esprimere una richiesta in modo gentile o un ordine in modo cortese]: ‘’Mi ha chiesto se deciderei di iscrivermi in palestra [invece che ‘’Mi ha chiesto se decido di iscrivermi in palestra]’’).

    3-Mi ha chiesto(ieri) se (prima di ieri) avessi deciso di iscrivermi in palestra (se il tempo della reggente è al passato nell’interrogativa indiretta avremo per esprimere anteriorità rispetto alla reggente il congiuntivo trapassato; aggiungerei, con qualche licenza, questo concetto: il congiuntivo trapassato ha la funzione di “futuro anteriore nel passato”, mentre il condizionale passato, come nella frase numero cinque, quella di “futuro nel passato’’, che preferisco assolutamente come forma, rispetto a quella col congiuntivo trapassato, che potrebbe risultare inusuale, ma attestata. In più aggiungo che il congiuntivo trapassato, nel nostro caso, è usato per sottolineare il valore dubitativo della frase ed in riferimento ad un’eventualità al passato. In un’ultima analisi, in quest’interrogativa al congiuntivo trapassato, e nonostante sembri simile alla 5 con il condizionale composto, intanto stiamo esprimendo anteriorità al passato (rispetto a quella al condizionale che invece esprime posteriorità, futuro nel passato); e in più c’è una sfumatura di eventualità, ed infine è una domanda che mi pongo riguardo ad un evento passato).

    4-Mi ha chiesto (ieri) se (prima di ieri) avevo deciso di iscrivermi in palestra (se il tempo della reggente è al passato nell’interrogativa indiretta avremo per esprimere anteriorità rispetto alla reggente l’indicativo trapassato prossimo).

    5-Mi ha chiesto se avrei deciso di iscrivermi in palestra (se il tempo della reggente è al passato nell’interrogativa indiretta avremo per esprimere posteriorità rispetto alla reggente il condizionale passato; con il condizionale passato, in questo caso, l’azione è proiettata al futuro [in tal caso è obbligatorio il condizionale composto]; oppure il condizionale passato nelle indirette è usato per sottolineare che quanto espresso nell’interrogativa indiretta è soggetto ad una condizione, anche sottointesa).

    Corretto?

  9. “Non so se ce ne sia (intendendo una cosa, un oggetto precedentemente nominato)”, è corretta come frase e, nella subordinata, come interrogativa indiretta al congiuntivo? io penso di sì. Che poi sarebbe “Non so se di quello (ne) ci sia (il “ci” si accompagna al verbo “essere”, al congiuntivo in questo caso, col valore attualizzante di “esistere”, “essere presente”, “essere a disposizione). Meglio ancora se avessimo scritto “Non so se ce ne sia un altro (ad esempio “un calendario”, che mi è stato chiesto in precedenza)”.

    Va bene, prof?

  10. …al passato:

    “Ti avevo chiesto (in passato) se (sempre in passato) mi portavi (ma anche “portassi”) la cera” (contemporaneità).

    “Ti avevo chiesto (in passato) se (ancora prima) mi avevi portato (ma anche “avessi portato”) la cera” (anteriorità).

    “Ti avevo chiesto (in passato) se (sempre in passato, ma in un momento successivo rispetto a quello espresso dalla reggente) mi avresti portato la cera” (posteriorità; il condizionale sottolinea che quanto espresso nell’interrogativa indiretta è soggetto a una condizione, anche sottintesa; esempio: “Se, qualora ti fossi ricordata”, ecc…).

    …al presente:

    “Ti chiedo (adesso) se (sempre adesso) tu mi puoi (ma anche “possa portare”) portare la cera” (contemporaneità).

    “Ti chiedo (adesso) se (ancora prima) tu mi hai potuto portare (ma anche “abbia potuto portare”) la cera” (anteriorità).

    “Ti chiedo (adesso) se (in futuro) tu mi porterai (ma anche “tu mi puoi portare” o “tu mi possa portare”) la cera” (posteriorità).

    .. e ancora il verbo al condizionale (per essere anche più formale e cortesi nella richiesta) sottolinea che quanto espresso nell’interrogativa indiretta è soggetto a una condizione: “Ti chiedo (adesso) se (sempre adesso, ma anche in un futuro immediato) mi potresti portare la cera”.

    Tutto corretto?

  11. Vincenzo scrive:

    “Non ricordo più come si faccia (o “fa”)”, è un’interrogativa indiretta (in cui è corretto sia il congiuntivo “faccia” sia l indicativo “fa”)

  12. Max scrive:

    “Non è che” regge il congiuntivo: “Non è che tu gliela stia rendendo particolarmente semplice”; mentre “Non sa che” può reggere, secondo me, sia l indicativo sia il congiuntivo (dipende sia dalla sfumatura che vogliamo dare alla frase sia dal registro [formale o informale] che vogliamo adottare): “Tizio non sa che tu gliela stia regalando”, ma anche “Tizio non sa che tu gliela stai regalando”. La frase con il congiuntivo nella subordinata la userei in un contesto formale, per dar maggior risalto alla negazione nella principale, ed anche come stile letterario; viceversa, quella con l indicativo, la userei in entrambi i contesti (formale od informale) e la userei per dar maggior risalto alla perentorietà dell’enunciato; come a dire: “Tizio non sa concretamente, realmente e certamente che tu gli stai regalando una determinata cosa”. Poi un’ultima frase: e cioè un’interrogativa indiretta: “Non so come si sblocchino quella carte (congiuntivo libera scelta del parlante)”.

    Penso sia corretto.

  13. Mauro scrive:

    INTERROGATIVE INDIRETTE:

    1″Non sapevo se sarei sopravvsiuto”
    2″Non so quanti di voi non abbiano un cavolo da fare”
    3″Non si spiega perché non corra”

    …Sono tutte interrogative indirette; la prima al condizionale per sottolineareche quanto espresso nell’interrogativa indiretta è soggetto a una condizione o per sottolineare il valore dubitativo della frase. Nella seconda c’è il pronome interrogativo “quanto”. E nella terza l’avverbio “perché” con funzione di congiunzione. Nelle ultime due ho usato il congiuntivo in quanto sia libera scelta, e sia perché favorito dalla negazione nella principale.

  14. Roberto scrive:

    Buongiorno! Gentile prof., è corretta secondo lei la seguente frase: “Valutare se il precedente periodo grammaticale ha senso.”, oppure pensa di no?
    Grazie!!!
    Cordialissimi saluti!!!

    • Zanichelli Avatar

      Caro Roberto, il periodo che mi scrivi è corretto.
      A presto

      • Roberto scrive:

        Grazie mille per la risposta!!!
        La saluto cordialmente!!!

  15. Alberto scrive:

    “Non so se fosse dell’est o meno”, è un’interrogativa indiretta; e usiamo il congiuntivo imperfetto “fosse”, rispetto al presente nella principale “non so”, per esprimere anteriorità con valore durativo…

    Corretto?

  16. Luca scrive:

    Interrogative indirette:

    1Non so (adesso) se (sempre adesso) potrebbe far meglio
    2Non so (adesso) se (ieri) potesse far meglio

    …Nella prima usiamo il condizionale per sottolineare che quanto espresso nell’interrogativa indiretta è soggetto a una condizione (anche sottintesa) o per sottolineare il valore dubitativo della frase (chiaramente in riferimento al presente o, se vogliamo, ad un futuro più o meno imminente). Nella seconda l’indiretta esprime anteriorità al congiuntivo imperfetto (potesse) con valore durativo, rispetto alla principale al presente (Non so); come interrogativa avremmo potuto utilizzare anche l’indicativo imperfetto “poteva”. In finale, la prima esprime contemporaneità al presente, la seconda anteriorità con la reggente al presente.

    È esatto?

  17. Eva scrive:

    L’espressione “Non sapere” regge un’indiretta, in cui è possibile scegliere fra l’indicativo e il congiuntivo. Perciò possiamo scrivere sia “Non so dove andate (o “andrete”)”, sia “Non so dove andiate”. Se invece il soggetto della principale è lo stesso della subordinata, allora useremo l’infinito: “Non sapete dove andare”.

    Esatto?

  18. Lorenzo scrive:

    “Non si sa con chi io abbia parlato (ma anche “ho parlato”)” è un’interrogativa indiretta.

    Mi pare giusto

  19. “non so se ci fosse il signore prima di me”

    la subordinata indiretta, al congiuntivo, esprime anteriorità con valore durativo rispetto alla principale al presente.

    Penso sia giusto.

  20. Marisa scrive:

    “Tizia non sapeva se tizio rimanesse a cena”

    …il “non sapere” e il “se” introducono una interrogativa indiretta al congiuntivo (ma avremmo potuto anche utilizzare l’indicativo imperfetto “rimaneva”) che esprime contemporaneità al passato rispetto alla principale.

    Corretto?

  21. Marco scrive:

    “Non dimenticare da dove Cristina venga”

    Se non sbaglio “non dimenticare”, insieme al “dove”, introducono una interrogativa indiretta, e nel nostro caso possiamo usare o l’indicativo “viene” (in questo caso preferibile) o il congiuntivo “venga”.

    Spero sia giusto

    • Zanichelli Avatar

      Hai ragione, in questo caso è preferibile l’indicativo.

  22. Mary scrive:

    1)”Non so se ti capiti di sognare certe cose”

    …Il “se” introduce un’interrogativa indiretta al congiuntivo presente (“capiti”); anche se in questo caso è più comune l’indicativo (“capita”)

    Immagino sia corretto

  23. 1)”Ci rigurgito sopra!”

    …In questa il “ci” significa “a ciò”: e cioè “Rigurgito sopra a ciò”

    2)”Ci rigurgito?”

    …In quest’altra il “ci” significa semplicemente “su ciò”: e quindi “Rigurgito su ciò?”

    3)”Non oso immaginare cosa (lui) abbia/ha in mente”

    …”Immaginare”, insieme al “cosa”, può reggere una interrogativa indiretta in cui possiamo scegliere tra il congiuntivo (abbia) e l’indicativo (ha).

    Deduco sia esatto tutto quanto…