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Aula di Lingue

Approfondimento: concordanza del participio passato dei tempi composti (prima parte)

Prof. Anna
Grammatica,   La lingua italiana,   Verbi

Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, questa settimana approfondiremo un argomento che solitamente è oggetto di molti dubbi: concordare o non concordare il participio passato dei tempi composti? Nell’articolo che segue prenderemo in esame tutti i casi in cui è necessario concordarlo e i casi in cui non lo è, nella speranza di fare chiarezza.

Buona lettura!

Prof. Anna

con l’ausiliareavere

in presenza dell’ausiliareavereil participio rimane di solito invariato (in -o), se l’oggetto è dopo il verbo solitamente non c’è concordanza: “abbiamo mangiato gli spaghetti”;

se l’oggetto precede il verbo ed è costituito dai pronomi personali diretti lo, li, la, le la concordanza del participio con il pronome è obbligatoria: “ho comprato due mele e le ho mangiate“; anche con la particella partitiva ne il participio concorda con la quantità espressa: “ho comprato cinque mele e ne ho mangiate solo due“; “ho comprato una scatola di cioccolatini e ne ho mangiati (ma anche: mangiato) un po'”.

se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato: “Marta ci ha invitato a cena – Marta ci ha invitati (oppure -inviatate-) a cena” ;

se c’è l’ausialiareessere” o “venire“:

in caso di costruzione personale è necessario concordare il participio con il soggetto nel genere e nel numero: “Laura è arrivata“, “quando vengono chiusi gli uffici?”; se ci sono più soggetti di diverso genere l’accordo è al maschile plurale: “Laura e Marco sono usciti”.

In presenza del-si- passivante si può trovare a volte il participio non concordato col soggetto, come nei costrutti impersonali: “si è voltato pagina”;

• con i verbi impersonali, il participio, non essendoci il soggetto, rimane invariato (in -o): “è piovuto ieri”;

• se il verbo è costruito impersonalmente occorre distinguere:

→ se il verbo richiede l’ausiliareessereil participio si accorda con un soggetto generico -noi- e termina al plurale maschile: “si è partiti presto”; se il soggetto -noi- indica un insieme di componenti di genere femminile, compresa colei che parla, allora il participio termina ine: Anna e Natalia hanno detto: “ieri mattina ci si è alzate presto”;

→ se il verbo nella costruzione personale attiva con soggetto -noi- richiede l’usiliareavere“, allora il participio resterà invariato: “si è mangiato molto oggi” (oggi noi abbiamo mangiato molto oggi);

 se il verbo è preceduto dai pronomi diretti lo, la, li, le, il participio si accorda con questi: “non li si è ancora sentiti oggi”

Seleziona la risposta corretta fra le opzioni disponibili. Al termine premi il pulsante "Correggi esercizio": vedrai le risposte giuste evidenziate in verde e quelle sbagliate in rosso.

1- Ieri mia sorella ci ha uscire da scuola. 2. Ieri mia sorella ci ha uscire da scuola. 3- Poco fa abbiamo incontrato Maria e l'abbiamo . 4. Avete risposto a tutte le domande, ma ne avete due. 5- Spesso si viene ingiustamente. 6- Si è molto in questi giorni. 7- Ho comprato due giornali e non ne ho ancora nessuno. 8- Giorni fa ci ha nostra zia. 9- Ieri vostra madre vi ha . 10- Non la si è ancora oggi. 11- Ieri vostra madre li ha . 12- Ieri vostra madre vi ha una bicicletta.

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Commenti [173]

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  1. Regina scrive:

    Cara Professoressa Anna,

    Una domanda sulla teoria:
    ieri mattina ci si è alzate presto.

    Nella questa frase non capisco bene l’uso di “ci”. So che il verbo è “alzarsi” cioè reciproco. Ma mi pare che questa frase si possa anche formulare così : “ieri mattina ci siamo alzate presto”. Mi sembra che sia lo stesso, verò?
    grazie della Sua riposta
    Regina

    • Zanichelli Avatar

      Cara Regina, sono corrette entrambe le frasi ma nella prima il verbo è impersonale “ci si è alzate” e “alzarsi” non è reciproco ma è una forma riflessiva.
      Un saluto
      Prof. Anna

  2. maria scrive:

    Buongiorno profesoressa, non ho capito numero 2) perché mi sembra come 1). Neanche ho capito di 10) né il “a” di vista né la significazione.
    Vorebbe spiegarlome? Grazie in anticipo.
    Un caldo saluto di
    Maria

    • Zanichelli Avatar

      Cara Maria, nella frase 1 e 2 il particio potrebbe concordare (frase 1: visti) o rimanere invariato nella forma in -o (frase 2: visto): “se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente (in questo caso -ci-) il participio può concordare o rimanere invariato: “Marta ci ha invitato a cena – Marta ci ha invitati (oppure -inviatate-) a cena”, ma “vista” non porebbe essere in nessun modo corretto. Nella frase 10 il participio concorda con il pronome -la- e quindi è feminile singolare -vista- e la frase significa: “oggi non la abbiamo ancora vista”, la regola è che se il verbo è preceduto dai pronomi diretti lo, la, li, le, il participio si accorda con questi: “non li si è ancora sentiti oggi”
      Un saluto
      Prof. Anna

  3. Regina scrive:

    Cara Professoressa

    Ancora una domanda:
    Giorna fa ci ha telefonati nostra zia.
    Ho sbagliato questa frase ma non capisco perché. è lo stesso come “marta ci ha invitati/ o /e a cena. Come Lei ha spiegato:

    se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato: “Marta ci ha invitato a cena – Marta ci ha invitati (oppure -inviatate-) a cena” ;

    • Zanichelli Avatar

      Cara Regina, in realtà non è la stessa cosa infatti nella frase “ci ha telefonato” il pronome -ci- non è l’oggetto ma il complemento di termine: “ha telefonato a noi” e quindi il participio non concorda, concorda solo se c’è un pronome che ha la funzione di complemento oggetto come nella frase “ci ha invitati” = “ha invitato noi”.
      A presto
      Prof. Anna

  4. Emmanuele scrive:

    Grazie per il suo aiuto! Sto imparando bene.

  5. DIAGNE scrive:

    Grazie ai sentimenti di felicità , che condivide con i tuoi alunni , io Le aggiunte i miei ! davvero stai facendo un ottimo lavoro .

    • Zanichelli Avatar

      Caro Diagne, benvenuto su Intercultura blog!
      Un saluto e a presto
      Prof. Anna

  6. Bisogno di studiare di più, ho sbagliato ancora.

  7. maria scrive:

    Grazie Prof. Anna, è chiaro adesso ma abbastanza difficile!

  8. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    In cortese ho studiato questa lezione, che devo fare ancora meglio, ma mi sono solo sbagliato la 8º frase che mi piace, ma studiola ancora meglio. Voglio averla bene nella memoria mia e spero di non sbagliare sul questa tema. Se scrivo la seguente: “Tua madre ha gridato del male, dopo è colpita dalla macchina e ha anche sgridata l’autista. Se scrivola così, credo di aver capito la differenza fra gridare e sgridare. Perché per essempio: spiacere è l’incontrario di piacere ed è un altra cosa di sgridare, credo io.
    Con saluti cordiali dall’Olanda
    Anita

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anita, credo che tu abbia capito la differenza tra “gridare” e “sgridare”, la frase corretta però è: “tua madre ha gridato dal male dopo che è stata colpita dalla macchina e ha anche sgridato l’autista”; l’espressione “in cortese” non è corretta, forse vuoi dire “con piacere”?
      A presto
      Prof. Anna

  9. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    Con “in cortesia ho studiato questo lèzione” ho mentito che io ho usato un corto tempo, perché la lezione l’ho capita presto. Ma credo che abbia dovuto scrivere: non ha voluto molto tempo che abbia capita questa lezione, oppure ho capito presto questo teme. Ma anche l’ho studiata con piacere. N’è anche una cosa certamente. Anche mi piacono le lezione più difficile per me, perché dobbiamo fare il meglio per capirne, altrimente non abbiamo una variazione ed questo diventerà noioso e mi diiverto un sacco così perché mi metto i denti nelle lezione difficolte e mi piace di farla.
    Con saluti cordiali dall’Ollanda
    Anita

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anita, avresti potuto dire: “ho capito in poco tempo questo tema e l’ho studiato con piacere”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  10. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    Ora ho studiato la lezione ancora 15 minuti (un quarto di ora) di nuova. Credo che entrambi le opzione sono corrette e per la chiarità fra due”()”. Non so le giuste parole in’italiano, ma credo Lei mi capisca così. In ogni caso, questa volta ho risposte tutte le domande corrette sul mio conocienza che Lei scrivo con piacere.
    Saluti cordiali dall’Olanda ancora
    Anita

    • Zanichelli Avatar

      Cara Anita, è corretto dire sia “15 minuti” sia “un quarto d’ora”.
      A presto
      Prof. Anna

  11. Norma scrive:

    Cara Prof.Anna.
    Frase 10 , non riesco a capire il senso
    Frase 5 :la risposta plurale è giusta ?
    Grazie tante

    • Zanichelli Avatar

      Cara Norma, la frase 10 significa: “oggi non l’abbiamo ancora vista” (=oggi non abbiamo ancora visto lei), la risposta al plurale è corretta per la frase 5.
      A presto
      Prof. Anna

  12. Grazie prof.Anna. Ho sbagliato due domande.
    Cari saluti
    Pilar

  13. La frase “Ieri vostra madre vi ha sgridati” appare due volte.

  14. Accordo participio passato:

    1) “Sembra che vi abbia portato/i via la collana”
    2) “Ci è capitato/i spesso di sbagliare”

    …se i verbi sono costruiti impersonalmente (sembra, è capitato), e senza la particella si, il participio rimane invariato (in –o): quindi, se non erro, scriveremmo, “Sembra che vi abbia portato (e non “portati”) via la collana” e “Ci è capitato (e non “capitati) spesso di sbagliare”. Infatti, con i verbi impersonali, il participio, non essendoci il soggetto, rimane invariato (in -o).

    Sono corretti i miei ragionamenti e le frasi?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Filippo Maria, il participio non concorda in entrambe le frasi (quindi rimane invariato) perché i pronomi personali sono indiretti (vi = a voi; ci = a noi).

      • Quindi è giusto il mio ragionamento? Grazie, prof…

        • Zanichelli Avatar

          Il fatto che il participio non concordi dipende dal pronome indiretto e non dalla costruzione impersonale.

          • Ho capito, prof… Praticament i pronomi indiretti non hanni alcuna influenza sul participio passato del verbo nei tempi composti, a differenza dei pronomi diretti (che contemplano il complemento oggetto): con i pronomi personali indiretti il participio passato non concorda, e quindi rimane invariato a prescindere.

            Giusto?

          • Zanichelli Avatar

            Esatto.

  15. Livio scrive:

    Se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio (invitato/i accompagnato dal trapassato remoto) può concordare o rimanere invariato:

    1)Zia ci aveva inviato a cena
    2)Zia ci aveva inviati a cena

    Corretto?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Livio, il participio può concordare perché il pronome è diretto.

      • Livio scrive:

        Ok, però può anche rimanere invariato, se non sbaglio…

  16. Luca scrive:

    Accordo participio passato:

    1)”Le avevo comprate” (se l’oggetto precede il verbo ed è costituito dai pronomi personali diretti lo, li, la, le la concordanza del participio con il pronome è obbligatoria)

    2)”Avevo comprate le sigarette” (in presenza dell’ausiliare “avere” il participio rimane di solito invariato (in -o)

    …Corretto?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Luca, sì, generalmente in questo caso non concorda.

  17. Filippo scrive:

    se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono (ti, complemento oggetto) diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato: “Non ti ho mai dimenticato” ma anche “Non ti ho mai dimenticata”.

    Corretto?

  18. Con l’ausiliare “avere”: in presenza dell’ausiliare “avere” il participio rimane di solito invariato (in -o):

    1)”Ci hanno rubatO i posti”.

    Va bene?

  19. Ancora “sull’accordo con il participio passato”:

    Allora, quando il pronome, ad esempio, non è complemento oggetto, ma è complemento di termine, il participio non concorda e quindi rimane invariato; ergo, non declinando il participio passato, lo lascio nella sua forma neutra, che, in italiano, è quella maschile (in -o).

    A tal proposito farei alcuni esempi con il verbo “pensare” il quale potrebbe trarre in inganno.

    Dunque, rivolgendosi ad una donna, è giusto dire “Ti ho pensata o ti ho pensato”?. Ho fatto il seguente ragionamento: Il verbo “pensare” può essere sia transitivo, e reggere quindi un complemento oggetto, sia intransitivo, e reggere un complemento indiretto, quindi un complemento di termine. Quando è transitivo, la forma più ricorrente è quella con l’anticipazione del complemento oggetto, rappresentato da un pronome atono che (appunto come oggetto) se precede il verbo, allora il suo participio può concordare o rimanere invariato: per cui possiamo scrivere sia “Ti ho pensato”, sia, meglio ancora se ci rivolgiamo ad una signora, “Ti ho pensata” (e cioè “Ho pensato te”).

    Al contrario, come ho accennato, se interpretiamo il verbo “pensare” come intransitivo, allora il participio non concorda a prescindere, e scriveremo, di conseguenza, “Ti ho pensato” (e cioè “Ho pensato a te”), sia se ci rivolgiamo ad una a donna, sia ad un uomo. In pratica bisogna però tener presente che c’è una leggera, ma non trascurabile, differenza di significato tra l’uso transitivo e quello intransitivo di “pensare”, e che il “ti” di “ti ho pensata” sarà interpretato spontaneamente come complemento oggetto e non come complemento indiretto (“a te”). Infine, anche a livello semantico ci sono sottili differenze tra “pensare” transitivo che viene così definito, nel Grande Dizionario italiano dell’uso curato da Tullio De Mauro,: “raffigurare con la mente, esaminare con il pensiero, anche escogitare, inventare” e pensare intransitivo, che invece assume il significato di “avere il pensiero rivolto a qualcuno o a qualcosa”, con una connotazione affettiva che nel primo caso è meno rilevante.

    Insomma, entrambe le scelte, transitivo o intransitivo, e in riferimento al participio passato, sono corrette…Piccola preferenza per il “pensare” intransitivo, per via della connotazione affettiva…

    Penso sia giusto

    • Zanichelli Avatar

      La regola dice che quando il participio è accompagnato da pronomi diretti diversi da “lo, la, li, le” può concordare o non concordare, entrambe le opzioni sono correte.

      • Perciò è corretto il mio ragionamento? E comunque, se ho ben capito, se “pensare” è transitivo, e secondo la regola che dice che quando il participio è accompagnato da pronomi diretti diversi da “lo, la, li, le”, allora il suo participio può concordare o rimanere invariato; diversamente, se “pensare” è intransitivo non concorda a prescindere e rimane invariato…

        Giusto?

  20. Filippo scrive:

    Futuro anteriore:

    Il futuro anteriore si usa per esprimere un’azione futura che avviene prima di un’altra espressa al futuro, spesso è introdotto dalle espressioni di tempo: dopo che; quando; appena:

    1) Appena sarò rientrato (azione che avvine prima di quella espressa al futuro), continuerò a verniciare (azione espressa al futuro).

    Accordo participio passato:

    In presenza dell’ausiliare “avere” il participio rimane di solito invariato (in -o), se l’oggetto è dopo il verbo solitamente non c’è concordanza:

    2) Sono contento che ti abbiano fatto i complimenti.

    Corretto?

  21. Marco scrive:

    In presenza dell’ausiliare “avere” il participio rimane di solito invariato (in -o), se l’oggetto è dopo il verbo solitamente non c’è concordanza: “Ho preso la patente”

  22. Giacomo scrive:

    Se l’oggetto precede il verbo ed è costituito dai pronomi personali diretti “lo, li, la, le” la concordanza del participio con il pronome è obbligatoria: “Come l’hai presa?”; infatti “l’hai” significa “la hai” (“la” significa “quella” e funge da complemento oggetto), e quindi “Come la hai presa?”.

    Corretto?

  23. Laura scrive:

    …in presenza dell’ausiliare “avere” il participio rimane di solito invariato (in -o), se l’oggetto è dopo il verbo solitamente non c’è concordanza: “Ho avuto i tifosi per poco tempo”; d’altronde non escluderei la concordanza “Ho avuti i tifosi per poco tempo”.

    Corretto?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Laura, è corretto, ma non userei la seconda opzione.

      • Laura scrive:

        Quandi è corretta solo la prima; mentre la seconda sarebbe scorretta a prescindere?

        • Zanichelli Avatar

          Cara Laura, la prima soluzione è nettamente prevalente, e quindi anche preferibile.

  24. Francesco scrive:

    se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato: “Silvia, ti ho pensato”; ma anche “Silvia, ti ho pensata”.

    p.s. “pensare” è anche transitivo, quindi può reggere un complemento oggetto.

    Vero?

  25. Filippo scrive:

    Accordo participio passato:

    1)”Francesca, non ti ho più scritto”;

    …In questo caso non c’è alcuna possibilità d’accordo, in quanto il pronome atono “ti’, nonostante il valore transitivo del verbo “scrivere”, che in questo caso è usato in senso assoluto, ovvero senza l’indicazione dell’oggetto su chi passa l’azione, quindi il complemento oggetto, che nel nostro esempio potrebbe essere, omettendolo, “un messaggio”: “Non ti ho più scritto (un messaggio)”, funge da pronome indiretto, e di conseguenza non ha alcuna influenza sul participio passato che quindi rimane invariato al maschile.

    Viceversa, se scrivessi: 2)”Francesca, non ti ho più scritto le lettere”, il complemento oggetto sarebbe espresso (“le lettere”) ma non con un pronome (“ti”, che rimane indiretto e con il significato di “a te”); e perciò, come si legge sull’Accademia della Crusca, l’accordo del participio passato (“scritto”) con l’ausiliare avere (“ho”), e col complemento oggetto posposto (“…le lettere”) può esserci: “Francesca, non ti ho più scritte le lettere”; ovviamente è nettamente prevalente, e quindi anche preferibile, la prima soluzione: “Francesca, non ti ho più scritto le lettere”, quindi senza concordare, accordo.

    Penso sia corretto…

  26. Luciano scrive:

    Se l’oggetto precede il verbo ed è costituito dai pronomi personali diretti “lo, li, la, le” la concordanza del participio con il pronome è obbligatoria:

    1) “L’ho appena fatta”;

    …e cioè sarebbe “La (complemento oggetto; “la” sta per “quella”) ho appena fatta” (“Ho appena fatto, ad esempio, la doccia=la, quella”).

    Corretto?

  27. Regina scrive:

    1) “Lui ci ha dato una mano”

    …in presenza dell’ausiliare “avere” (“ha” di “ha dato”) il participio (“dato”) rimane di solito invariato (in -o), se l’oggetto (“una mano” è il complemento oggetto) è dopo il verbo solitamente non c’è concordanza; è possibile (ma nettamente prevalente, e quindi anche preferibile, la prima soluzione della frase iniziale) scrivere anche, (quindi con il participio concordato) “Lui ci ha data una mano”.

    Corretto?

  28. Roberto scrive:

    Una donna si rivolge ad un uomo: “Francesco, mi hai anticipato”, ma anche “Francesco, mi hai anticipata”. Ma anche il contrario: e cioè se un uomo si rivolge ad una donna: “Luisa, mi hai anticipato”, ma anche “Luisa, mi hai anticipata”.

    …Sono corrette entrambe le frasi perché se l’oggetto (mi=me) precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente (mi) il participio può concordare o rimanere invariato (in-o)

    Esatto?

  29. Filippo scrive:

    Se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato (in-o):

    1) Francesca dice: “Tizio mi ha irretito”; ma possiamo anche scrivere e dire “Tizio mi ha irretita”.

    Giusto?

  30. Luisa scrive:

    Con i pronomi personali indiretti il participio passato non concorda, e quindi rimane invariato a prescindere (sia al femminile sia al maschile):

    1) Una ragazza si rivolge ad un ragazzo: “Ti ho scritto in privato”.

    2) Un ragazzo si rivolge ad una ragazza: “Ti ho scritto in privato”.

    3) Una ragazza si rivolge ad un’altra ragazza: ” Ti ho scritto in privato”.

    Corretto?

  31. Luisa scrive:

    se c’è l’ausialiare “essere”, e in caso di costruzione personale, è necessario concordare il participio con il soggetto nel genere e nel numero; quindi diremo se una donna si rivolge ad un uomo: “Francesco, ti sono mancata?”; e se un uomo si rivolge ad una donna: “Maria, ti sono mancato?”.

    Corretto?

    • Zanichelli Avatar

      Cara Luisa, è corretto.

      • Luisa scrive:

        Quindi, per il discorso soprascritto, diremo anche “Laura, mi sei mancata” e “Filippo, mi sei mancato”. Nella prima il participio trova l’accordo con il soggetto femminile singolare che è “Laura (tu)”; nella seconda con il soggetto maschile singolare “Filippo (tu)”.

        Corretto?

        • Zanichelli Avatar

          Cara Luisa, è corretto.

          • Luisa scrive:

            …e quindi, in parole povere, diremo “Francesco, ti sono mancata?” perché il participio “mancata” concorda con il soggetto nel genere e nel numero (femminile singolare): infatti il soggetto di “sono mancata” è di genere femminile (ad esempio “Maria” sottoforma di pronome personale sottointeso “io”; “Io, Maria, sono mancatA a te Francesco?”), e quindi diremo “mancata” e non “mancato”; e diremo “Maria, ti sono mancato?” perché il participio “mancato” concorda con il soggetto nel genere e nel numero (maschile singolare): infatti il soggetto di “sono mancato” è di genere maschile (ad esempio “Francesco” sottoforma di pronome personale sottointeso “io”; “Io, Francesco, sono mancatO a te Maria?”), e quindi diremo “mancato” e non “mancata”. Quindi, per il discorso soprascritto, diremo anche “Laura, mi sei mancata” e “Filippo, mi sei mancato” perché nella prima il participio “mancata” concorda con il soggetto nel genere e nel numero (femminile singolare): infatti il soggetto di “sei mancata” è di genere femminile (ad esempio “Laura”, sottoforma di pronome personale sottointeso “tu”; “Tu, Laura, sei mancata a me Filippo”) e quindi diremo “sei mancata” e non “sei mancato”; e nella seconda perché il participio “mancato” concorda con il soggetto nel genere e nel numero (maschile singolare): infatti il soggetto di “sei mancato” è di genere maschile (ad esempio “Filippo”, sottoforma di pronome personale sottointeso “tu”; “Tu, Filippo, sei mancato a me Laura”) e quindi diremo “sei mancato” e non “sei mancata”. Ah, il verbo è l’intransitvo “mancare” (con ausiliare “essere” nei tempi composti )e significa “Essere oggetto di rimpianto o nostalgia (+ a )”.

            Penso sia completo

          • Zanichelli Avatar

            Cara Luisa, è giusto.

  32. Maria scrive:

    Se l’oggetto precede il verbo ed è costituito dai pronomi personali diretti lo, li, la, le la concordanza del participio con il pronome è obbligatoria: “Non LE ho mai POTUTE sopportare”, e non “Non le ho mai potuto sopportare”. La prima è quella corretta.

    Giusto?

  33. Luca scrive:

    Se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato (in-o); quindi, esempio di un uomo che si rivolge ad una donna, possiamo scrivere sia Filippo dice a Marta: “Ti ho visto apatica”(invariato) sia “Ti ho vista apatica” (concordato al femminile).

    Corretto?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Luca, è corretto.

      • Luca scrive:

        Anche qui… Una donna può dire sia “Loro mi hanno costretto” (invariato), ma anche “Loro mi hanno costretta” (accordo al femminile).

        Giusto?

  34. Giuseppe scrive:

    Se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato:

    Riferendomi ad una donna: “È un peccato che io non ti abbia conosciuto prima”, ma anche “È un peccato che io non ti abbia conosciuta prima”. “Ti” è il complemento oggetto…

    Crede sia corretto?

  35. Filippo scrive:

    Accordo participio passato:

    Con il verbo avere se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato. Quindi se una donna, parlando con me, fa riferimento a più soggetti, può dire sia “Loro mi hanno costretta” (allora il participio concorda in genere, in questo caso al femminile perché è una donna che parla, e in numero, e quindi al singolare); sia “Loro mi hanno costretto” (quindi il participio rimane invariato in -o). Stesso discorso se dico “Io vi ho visti distratti” (allora il participio concorda in genere e in numero, perciò al maschile plurale, in riferimento a più soggetti di genere maschile, ma anche a più soggetti sia di genere maschile che femminile). Al contrario, in riferimento a più persone di genere femminile diremmo “Io vi ho viste distratte” (il participio concorda in genere e in numero, quindi al femminile plurale). In conclusione, il participio può anche rimanere invariato, dicendo “Io vi ho visto distratti” (quindi il participio rimane invariato in -o).

    Penso sia corretto…

  36. Patrizia scrive:

    Con i pronomi personali indiretti il participio passato non concorda, e quindi rimane invariato (in -o) a prescindere (sia al femminile sia al maschile):

    1) “L’è caduto il portafoglio”, che sarebbe “Il portafoglio è caduto a lei (le); e non “L’è caduta il portafoglio”.

    Penso sia esatto…

    • Zanichelli Avatar

      Cara Patrizia, il discorso sulla concordanza è corretto, ma l’elisione non si produce mai con il pronome “le” in funzione di complemento di termine.

  37. Claudio scrive:

    Con l’ausiliare avere, se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato:

    Luca dice: “Silvia non mi ha protetto” (in questo caso il participio rimane invariato in-o e non è possibile concordare al femminile singolare “protetta”).

    Viceversa se Silvia dice: “Luca non mi ha protetta” (in questo caso è possibile concordare sia al femminile, infatti è Silvia che parla, o rimanere invariato in-o; e dire quindi “Luca non mi ha protetto”).

    Penso sia corretto…

  38. Federico scrive:

    se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato. Con il verbo “tradire” penso si possa fare in questo modo… Filippo può dire a Silvia solo “Mi hai tradito (invariato)”; mentre Silvia può dire a Filippo sia “Mi hai tradito” sia “Mi hai tradita (accordo)”. Al contrario con il “ti”, Filippo può dire a Silvia sia “Ti ho tradito (invariato)” sia “Ti ho tradita (accordo)”; mentre Silvia può dire a Filippo solo “Ti ho tradito (invariato)”.

    Penso sia giusto…

    • Zanichelli Avatar

      Caro Federico, è giusto.

      • Federico scrive:

        Stesso discorso: “Lui ci ha tradito” ma anche “Lui ci ha traditi” (o “tradite” se a parlare sono due persone di genere femminile).

        Mi sembra ok

  39. Marco scrive:

    Se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato. Quindi Filippo può dire a Silvia sia “Ti avevo avvertito” (invariato) sia “Ti avevo avvertita” (concordanza al femminile, in riferimento a Silvia). Al contrario, Silvia può dire a Filippo solo “Ti avevo avvertito” (invariato).

    Suppongo sia corretto…

  40. Marco scrive:

    Se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato. Quindi possiamo dire sia “Il destino ci ha portato qui (invariato)”, ma anche “Il destino ci ha portati qui (accordo al plurale maschile)”.

    Suppongo sia corretto…

  41. Daniele scrive:

    se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato: quindi possiamo dire sia “Loro ci hanno riconosciuto”, ma anche “Loro ci hanno riconosciuti”.

    Corretto?

  42. Daniele scrive:

    Accordo participio passato:

    Con l’ausiliare avere se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato: quindo Filippo può dire a Maria sia “Ti ho imitato (invariato)” sia “Ti ho imitata (accordo al femminile in riferimento a Maria). Mentre Maria può dire a Filippo solo “Ti ho imitato (invariato)”.

    Penso sia esatto

  43. Rachele scrive:

    Con l’ausiliare “avere” se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato: “Marco, ci hai viste nude” (accordo al femminile plurale perché sono due ragazze che parlano) ma anche “Marco, ci hai visto nude” (invariato in -o).

    Corretto?

  44. Domenico scrive:

    Quando ci si rivolge ad una persona di sesso femminile bisogna dire “ti ho visto” o “ti ho vista”? “Ti ho incontrato” o “ti ho incontrata”?(e così per altri verbi). Allora ho fatto il seguente ragionamento…

    …Intanto, con l’ausiliare “avere”, se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente, il participio può concordare o rimanere invariato. Quindi Filippo può dire a Silvia sia “Cara, ti ho svegliata?” (il participio concorda con l’oggetto al femminile “ti”) sia “Cara, ti ho svegliato?” (il participio rimane invariato riferendosi a sempre a persona di sesso femminile). Ovviamente, al contrario, Silvia può dire a Filippo solo “Caro, ti ho svegliato?”(il participio rimane invariato riferendosi a persona di sesso maschile).

    Tuttavia, ecco il ragionamento, nella nostra lingua, l’uso originario e più tradizionale, ancora documentato nella prosa letteraria ma presente anche nel parlato (formale e non formale), è stato quello di accordare il participio col complemento oggetto, sia nel caso in cui questo venisse dopo il participio, sia nel caso in cui lo precedesse (in forma di pronome personale o relativo). Per es.: aveva frequentata la prima elementare; Giulia, chi ti ha accompagnata a casa?; certe cose che il maestro aveva spiegate per bene. Attualmente, prevale la tendenza di lasciare invariato il participio (-in o: “Cara, ti ho svegliato?”), qualunque sia la posizione in cui si trova il complemento oggetto. Peraltro, se si è in presenza di un oggetto costituito dal pronome personale (proprio come negli esempi e quindi il “ti”), i casi di accordo sono ancora piuttosto frequenti: e cioè è possibile, quindi, trovare legittimamente sia il tipo “Cara, ti ho svegliata?” (con accordo) sia il tipo “Cara, ti ho svegliato?” (senza accordo, invariato) qualora il pronome personale (“ti” ad esempio) si riferisca a persona di sesso femminile (es. Silvia).

    Penso sia corretto…

     

  45. Verbo “portarsi” e l’accordo col participio passato:

    Il verbo “portarsi” è un pronominale transitivo e con il significato di “portare con sé”. Per quanto riguarda l’accordo, se c’è un verbo riflessivo apparente (portarsi) e la costruzione è personale, il participio può concordare in genere e in numero sia (più spesso) con il soggetto: “Mario, quante borse ti sei portato?” (accordo con il soggetto al maschile in riferimento a Mario); anche al femminile: “Maria, quante borse ti sei portata?”, sia con l’oggetto diretto (anche se non molto comune): “Mario, quante borse ti sei portate?” (l’accordo sarebbe con l’oggetto diretto “borse”, quindi scriveremmo “portate”).

    Penso che sia corretto

  46. Con l’ausiliare “avere”, se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato: possiamo dire quindi “Rosa, ci hai subito riconosciuto (invariato in -o)”; ma anche concordare “Rosa, ci hai subito riconosciuti (accordo con l’oggetto diretto “ci” che equivale a “noi”, maschile plurale)”.

    Penso sia corretto

  47. Giulia scrive:

    In presenza dell’ausiliare “avere” il participio rimane di solito invariato (in -o), se l’oggetto è dopo il verbo; e quindi solitamente non c’è concordanza: “Laura ha visto una mostra”. Tuttavia, è possibile (ma non prevalente) scrivere anche (quindi con il participio concordato): “Laura ha vista una mostra”. La prima soluzione (con il participio invariato) è la scelta migliore.

    Penso sia giusto…

  48. Accordo participio passato con i verbi “creare” e “crearsi”:

    In presenza dell’ausiliare “avere” il participio rimane di solito invariato (in -o), col complemento oggetto posposto: “Io, Claudio, ho creato una mia nuova identità” (ma anche, meno prevalente, “Io, Claudio, ho creata una mia nuova identità”). Per quanto riguarda il verbo “crearsi” (che di base sarebbe un intransitivo pronominale, e nel quale, di norma, il participio concorderebbe con il soggetto), se volessimo renderlo un riflessivo apparente (detto anche transitivo pronominale), l’accordo col participio passato sarebbe il seguente: se c’è un verbo riflessivo apparente e la costruzione è personale, il participio può concordare in genere e in numero sia (più spesso) con il soggetto: “Io, Claudio, mi sono creato una nuova identità”, sia con l’oggetto diretto: “Io, Claudio, mi sono creata una nuova identità”.

    Penso sia corretto

  49. Con l’ausiliare avere se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato; Filippo dice: “Ciao Claudio, mia madre ti ha riconosciuto (invariato)”, in questo caso il participio non può concordare e rimane invariato. Diversamente, Filippo dice: “Ciao Maria, mia madre ti ha riconosciuta (accordo col participio al femminile)”, ma anche può rimanere invariato, e quindi Filippo dice: “Ciao Maria, mia madre ti ha riconosciuto”.

    Penso sia tutto corretto

  50. Con l’ausiliare avere, se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato; Filippo e Silvia possono dire sia: “Ti ho creato (invariato)”, ma anche “Ti ho creata (accordo in riferimento ad una cosa o persona femminile, espressa dal pronome “ti” che è l’oggetto diretto, il complemento oggetto).

    Penso sia corretto…

  51. Marina scrive:

    Se l’oggetto precede il verbo ed è costituito dai pronomi personali diretti lo, li, la, le la concordanza del participio con il pronome è obbligatoria: “Non l’avrei fatta riparare (intendendo “la macchina”)”; infatti è “Non la avrei fatta riparare” (“fatta” è il participio passato); comunque “la” è l’oggetto diretto (il complemento oggetto) e sta a significare “lei”, “essa” e cioè “la macchina”.

    Penso sia corretto

  52. se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato: quindi Filippo può dire sia, in riferimento ad una persona di sesso femminile, “Ti ho scelto per forza d’inerzia (invariato)”, sia “Ti ho scelta per forza d’inerzia (accordo col complemento oggetto “ti” al femminile)”. Mentre Sofia può dire a Filippo “Ti ho scelto per forza d’inerzia (invariato)”.

    Corretto?

  53. 1) In presenza dell’ausiliare “avere” il participio rimane di solito invariato (in -o), se l’oggetto è dopo il verbo solitamente non c’è concordanza: quindi lui e lei possono dire “(Non ho) mai amato questa cosa”; ma anche, seppur raramente, “(Non ho) mai amata questa cosa” (“questa cosa” è il complemento oggetto).

    2) Se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato: quindi lui, riferendosi ad una donna, può dire sia “Non ti ho mai amato”, e quindi rimanere invariato in -o, ma anche, trovando l’accordo al femminile, “Non ti ho mai amata”; mentre lei, riferendosi ad un uomo, può dire solamente “Non ti ho mai amato” (invariato), ma, se lei si riferisce ad una donna, può dire sia “Non ti ho mai amato” (invariato) sia “Non ti ho mai amata” (accordo).

    Penso sia tutto ok…

  54. Filippo scrive:

    Con l’ausiliare “avere”, in presenza dell’ausiliare “avere” il participio rimane di solito invariato (in -o), se l’oggetto è dopo il verbo solitamente non c’è concordanza: “Tizio avrebbe mangiato i biscotti”; ma anche, seppur raramente, e quindi con il participio concordato, “Tizio avrebbe mangiati i biscotti” (“I biscotti” è il complemento oggetto). Ovviamente, la prima soluzione è nettamente prevalente, e quindi anche preferibile.

    Ah, per ciò che riguarda il condizionale passato (“avrebbe mangiato”), esso si forma con il condizionale semplice dell’ausiliare (“avrebbe”) + il participio passato (“mangiato”).

    Penso sia tutto esatto…

    • Zanichelli Avatar

      Caro Filippo, è esatto.

      • Filippo scrive:

        1)”Lui si sarebbe venduto (ma anche “venduta”) anche questa”
        2)”Lui avrebbe venduto (ma anche “venduta”) anche questa”

        …Allora, nella prima frase, seppur non utilizzato in questo senso, “vendersi”, oltre ai classici significati che conosciamo, potrebbe essere utilizzato in senso intensivo (guarda “mangiare”=”mangiarsi”) ma anche con valore pronome transitivo. Nella seconda frase, al contrario, il verbo è “vendere”. D’altro canto, per quanto riguarda l’accordo col participio passato, nella prima frase, se insolitamente infatti volessimo usare il verbo “vendersi” in modo intensivo e in modo transitivo pronominale (e con il significato quindi di “vendere”: e cioè “Trasferire, cedere la proprietà di una cosa o di un diritto dietro il corrispettivo di un prezzo”), se c’è un verbo riflessivo apparente (“vendersi” appunto) e la costruzione è personale (“lui”) il participio può concordare in genere e in numero sia (più spesso) con il soggetto: “Lui si sarebbe venduto anche questa”, sia con l’oggetto diretto: “Lui si sarebbe venduta anche questa” (“questa”, femminile, funzionerebbe da complemento oggetto). Più facilmente, e più indicato, per quanto riguarda l’accordo con il participio passato del verbo “vendere”, in presenza dell’ausiliare “avere” il participio rimane di solito invariato (in -o), se l’oggetto è dopo il verbo solitamente non c’è concordanza: “Lui avrebbe venduto anche questa” (“questa” è il complemento oggetto); ma, come ho ripetuto tante volte, nonostante sia raro, è possibile l’accordo anche con il complemento oggetto: “Lui avrebbe venduta anche questa” (quindi concordare il participio passato con il complemento oggetto “questa”, che è al femminile singolare).

        Suppongo sia tutto corretto…

  55. Con l’ausiliare “avere” se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato:

    1)Lui dice a lei: “Penso di averti aggiunto” (invariato); ma anche “Penso di averti aggiunta” (accordo).

    …In quest’altra, invece, il “ci” è un pronome personale indiretto (un complemento di termine con il senso di “a noi”) quindi il participio passato non concorda a prescindere, e rimane invariato (in -o): “Ci hanno lasciato la minestra in frigo”. Al contrario l’oggetto diretto è “la minestra” che, seppur raramente, può concordare: “Ci hanno lasciata la minestra in frigo”..

    Penso sia tutto corretto

    • Prof, mi chiedevo se fosse corretto il mio ragionamento e le mie frasi… Grazie!

      • Zanichelli Avatar

        Sì, sia il ragionamento sia le frasi sono corrette.

        • in presenza dell’ausiliare “avere” il participio rimane di solito invariato (in -o), se l’oggetto è dopo il verbo solitamente non c’è concordanza: “Ho notato i sette euro sul tavolino” (invariato in-o; questa è l’opzione più comune). D’altronde possiamo scrivere anche, seppur raramente come scelta, ma altrettanto corretta e formale, “Ho notati i sette euro sul tavolino”, quindi concordare il participio passato con il complemento oggetto “i sette euro”, che è al plurale…

          Suppongo sia corretto

          • Zanichelli Avatar

            Sì, è corretto.

  56. Marco scrive:

    …Con l’ausiliare avere se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato: quindi possiamo dire sia “Ci hai sentiti ieri mentre tornavamo a casa?” (accordo con il complemento oggetto “ci che significa “noi”) sia “Ci hai sentito ieri mentre tornavamo a casa?” (invariato in o col soggetto “tu”).

    Penso sia corretto

  57. Fabrizio scrive:

    Con l’ausiliare “avere” se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato. Quindi lui può dire solo “Quella cosa mi ha divertito” (invariato in o); mentre lei può dire sia “Quella cosa mi ha divertito” (Invariato in o) sia “Quella cosa mi ha divertita” (accordo col oggetto “mi” al femminile).

    Penso sia corretto

  58. Claudio scrive:

    “Ho preso due tramezzini”

    …in presenza dell’ausiliare “avere” il participio rimane di solito invariato (in -o), se l’oggetto è dopo il verbo solitamente non c’è concordanza; però, anche se poco prevalente, può esserci la concordanza e scrivere “Ho presi due tramezzini”

    Penso sia giusto…

  59. Luca scrive:

    1)”Lì ho conosciuto quella signora”

    …in presenza dell’ausiliare “avere” il participio rimane di solito invariato (in -o), se l’oggetto è dopo il verbo solitamente non c’è concordanza; ma possiamo dire anche “Lì ho conosciuta quella signora” (meno comune)

    2)”Accertatene!”

    …il verbo è “accertarsi” e “ne” significa “di cio”. Il “te” è la forma che “ti” assume davanti a “ne”; quindi “accertatene” è un imperativo (accertati + ne)

    3)”Mi ci sono asciugato i capelli”

    …il “ci” significa “con ciò” e il verbo è il pronominale transitivo “asciugarsi”

    Penso sia corretto

  60. Claudio scrive:

    Con l’ausiliare “avere” se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato. Quindi lei può dire sia “Grazie per avermi salvata” (il participio trova l’accordo con l’oggetto “mi” al femminile) sia “Grazie per avermi salvato” (invariato in -o, valido sia per il maschile sia per il femminile, come nel nostro esempio). Ah, quando si dice “se l’oggetto precede il verbo…”, si fa riferimento al participio, in questo caso “salvato/a”, e non all’ausiliare “avere” all’infinito; per capirci, l’oggetto, costituito dal pronome, deve precedere il participio e non l’ausiliare.

    Credo sia corretto

    • Zanichelli Avatar

      Caro Claudio, è corretto.

      • Claudio scrive:

        Altro esempio: Lui può dire lei “È un piacere averti incontrata, Silvia” (accordo) ma può anche dire “È un piacere averti incontrato, Silvia” (invariato in o). Ovviamente la prima opzione, con l’accordo, è preferibile. Viceversa, Lei può dire a lui solo “È un piacere averti incontrato, Carlo” (invariato in o)

        Mi pare esatto

  61. Se c’è l’ausialiare “essere” o “venire“ in caso di costruzione personale è necessario concordare il participio con il soggetto nel genere e nel numero. Lui dice a lei: “Ti sei meritata questa promozione” e “Ti sei meritata questo encomio” (in entrambe “meritata” concorda con il soggetto femminile); e lei dice a lui: “Ti sei meritato questa punizione” e “Ti sei meritato questo premio” (in entrambe “meritato” concorda con il soggetto maschile). Invece se l’oggetto precede il verbo ed è costituito dai pronomi personali diretti lo, li, la, le la concordanza del participio con il pronome è obbligatoria; quindi lui dice a lei (e viceversa) “Te lo sei meritato il premio” e “Te la sei meritata la promozione” (nel primo esempio il participio “meritato” concorda con “lo”; nel secondo “meritata” con “la”).

    Penso sia tutto ok…

  62. 1)Lui dice a lei (e viceversa):”…e ne avrai notato la difficoltà” (“ne” significa “di cio”)

    Per quanto riguarda l’accordo col participio, è vero che “con la particella partitiva ne il participio concorda con la quantità espressa”; ma in questo caso il complemento oggetto è “la difficoltà” (“ne” rappresenterebbe un complemento indiretto), di conseguenza in presenza dell’ausiliare “avere” (avrai) con il complemento oggetto posposto ci sono due
    possibilità: o il participio rimane di solito invariato in -o: “…e ne avrai notato la difficoltà” (costrutto più frequente) oppure troviamo l’accordo con il complemento oggetto: “…e ne avrai notata la difficoltà” (costrutto meno frequente ma previsto dalla norma colta). Ovviamente la tendenza attuale predilige la prima soluzione, quindi con il participio invariato in-o.

    Sono sicuro sia corretto il mio ragionamento e gli esempi

  63. 1) Lei può dire “Loro mi hanno nominata responsabile”; e lui può dire “Mi hanno nominato responsabile” in quanto con l’ausiliare “avere” se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente (“mi” come negli esempi) il participio può concordare o rimanere invariato. Nei nostri esempi il participio trova l’accordo con il pronome atono “mi” che funge da complemento oggetto: nel primo caso al femminile perché è una donna che parla ed è rappresentata dal pronome atono “mi”; mentre nel secondo caso al maschile perché è un uomo che parla ed è rappresentato dal pronome atono “mi”.

    Penso sia corretto

  64. Luigi scrive:

    Lui può dire a lei sia “Maria, forse tizio ti ha bloccata” sia “…ti ha bloccato” perché con l’ausiliare avere se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato.

    Penso sia corretto

  65. Iacopo scrive:

    Con l’ausiliare avere se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato: quindi lui può dire a lei sia “Maria, ti hanno scambiata per una bambina” ma anche “Maria, ti hanno scambiato per una bambina” (la prima opzione è preferibile, la seconda è comunque accettabile). Un altro esempio: lei può dire a lui (e a “lei”) sia “Sai, ieri Marco mi ha lasciata” sia “Sai, ieri Marco mi ha lasciato”.

    Penso sia giusto

  66. L’accordo del participio d’un verbo composto con “avere” con l’oggetto anteposto, costituito da un pronome relativo:

    1)”Lei è una che ho conosciuto” (accordo col soggetto “io” e in -o); ma anche “Lei è una che ho conosciuta” (accordo con l’oggetto “una” sottoforma di pronome relativo).

    Suppongo sia ok…

    Mi sembra giusto

    • Zanichelli Avatar

      Caro Filippo Maria, è giusto.

      • L’accordo del participio d’un verbo composto con “avere” con l’oggetto anteposto, costituito da un pronome relativo:

        1)”L’unica cosa che abbiamo capito”

        …Quindi possiamo dire sia (ed è l’opzione più comune e più indicata) “L’unica cosa che abbiamo capito” (accordo col soggetto sottinteso “noi’ e invariato in -o), ma anche (opzione meno comune, quindi più formale, ma tuttavia corretta) “L’unica cosa che abbiamo capita” (accordo con l’oggetto “l’unica cosa” sottoforma di pronome relativo).

        Penso sia corretto

        • Zanichelli Avatar

          Sì, è corretto.

          • “Partitivo con accordo al plurale e al singolare”:

            Per quanto riguarda l’accordo del sintagma con articolo partitivo (del, dello, dell’, della, dei, degli, delle) seguito da “che” relativo, siccome il “che” (soggetto della frase relativa) si riferisce all’elemento più vicino (al plurale) il verbo andrà al plurale: “Uno degli aspetti che sono stati ricordati …” (l’accordo, che è quello “grammaticale” in questo caso si ha con “aspetti”, “degli aspetti”, quindi al plurale; il “che” è soggetto e rappresenta “aspetti”, ecco perché al plurale); tuttavia, questa regola è spesso impropriamente disattesa, e si ha dunque accordo al singolare e quindi “a senso”, come, ad es., in: “La Campania […] è una delle regioni che ha avuto più danni all’agricoltura…” (l’accordo in questo caso si ha con “La Campania”, “una”, insomma con il soggetto logico, quindi al singolare, e non, come vorrebbe la regola, con “regioni”, “delle regioni). Stesso discorso per la prima frase, e conseguentemente è possibile dire “Uno degli aspetti che è stato ricordato…” (accordo a senso con “uno”).

            “Accordo participio passato concordato con il complemento oggetto rappresentato dal “che” relativo, sia con avere che con essere”:

            …Con “avere”: “La regola che abbiamo seguita”; e con “essere”: La relazione che ci siamo preparata”. Ricapitolando, con i pronomi relativi l’accordo si può fare oppure no; anche in questo caso autorevoli linguisti lasciano al gusto di chi parla o scrive piena libertà di coscienza linguistica. Alcuni insigni grammatici consigliano, tuttavia, di lasciare il participio passato invariato in o, vale a dire nella forma maschile singolare: “I baci che ti ho dato”, ma anche- accordo quindi con il complemento oggetto rappresentato dal “che”- : “I baci che ti ho dati”; e ancora: “Le canzoni che ti ho dedicato” ma anche “Le canzoni che ti ho dedicate”. E ancora: “La regola che abbiamo seguito”. Con “essere”, invece, l’accordo del participio d’un verbo pronominale col soggetto o col complemento oggetto, sia esso anteposto o posposto; e quindi in presenza di ausiliare essere per verbo pronominale, il participio passato si accorda con il soggetto della frase o il complemento oggetto, sia anteposto sia posposto. Perciò “La regola che ci siamo preparati” (ma anche “preparata” e non *preparato). In finale, se il verbo composto è preceduto da un pronome personale o da un pronome relativo, è accettabile sia il participio maschile (indipendentemente dal genere e dal numero del complemento oggetto), sia la concordanza con il complemento oggetto (anche se la prima soluzione appare nell’uso la più frequente): “Questo è uno degli ultimi video che lui abbia mai fatto” e “Questo è uno degli ultimi video che loro abbiano mai fatto” (senza accordo quindi invariato in-o), ma anche (accordo con il complemento oggetto in genere e numero):”Questo è uno degli ultimi video che lui abbia mai fatti” e “Questo è uno degli ultimi video che loro abbiano mai fatti” (opzione meno frequente ma corretta). Quindi in presenza di ausiliare avere e con complemento oggetto anteposto, il participio passato si può accordare o meno con l’oggetto costituito da un pronome personale o relativo.

            Penso sia tutto corretto

          • Zanichelli Avatar

            Caro Filippo Maria, è corretto.

  67. Marco scrive:

    Accordo del participio d’un verbo composto con avere con l’oggetto anteposto, costituito da un pronome personale o relativo; quindi possiamo dire sia “Grazie per i complimenti che mi hai fatto” (opzione più comune), ma anche “Grazie per i complimenti che mi hai fatti” (opzione meno comune, quindi più formale, ma corretta).

    Penso sia giusto

  68. Mirco scrive:

    …Accordo del participio d’un verbo composto con avere con l’oggetto anteposto, costituito da un pronome personale o relativo; quindi possiamo dire sia “Ricordiamoci tutte le spese che ho avute (ma anche “ho avuto”)”.

    Penso sia corretto

  69. Lui dice a lei: “Ti sei fatta (ma anche “fatto”) il segno della croce?”

    …Il verbo è il pronominale transitivo “farsi” con il significato, anche intensivo, di “compiere, eseguire”. Per quanto riguarda l’accordo col participio passato, se c’è un verbo riflessivo apparente (farsi) e la costruzione è personale (tu) il participio può concordare in genere e in numero sia (più spesso) con il soggetto: “Ti sei FATTA il segno della croce?” (il soggetto è femminile); sia con l’oggetto diretto: “Ti sei fatto il segno della croce?” (l’accordo è con il complemento oggetto “il segno della crcoce” al maschile perché “il segno…” è al maschile).

    Penso sia tutto corretto

  70. Francesco scrive:

    se c’è l’ausialiare “essere” o “venire“ e in caso di costruzione personale è necessario concordare il participio con il soggetto nel genere e nel numero: “Ieri (io) sono crollato!” (nel senso che mi sono addormentato). Ovviamente è un maschio che parla. Se fosse di genere femminile, diremmo, secondo quello che ho riportato, “Ieri (io, sottointeso) sono crollata”.

    Penso sia giusto

  71. Ettore scrive:

    “Forse questo le rinfrescherà la memoria…” – “Non me l’ha rinfrescata tanto”

    …In primo luogo, “tanto” è avverbio e significa “molto” e come avverbio è invariabile in-o. Per quanto riguarda l’accordo col participio passato, se l’oggetto precede il verbo ed è costituito dai pronomi personali diretti lo, li, la, le la concordanza del participio con il pronome è obbligatoria: infatti nella risposta “…l’ha rinfrescata”, “l’ha” sta per “la ha rinfrescata”, e il complemento oggetto è appunto “la” (poi “l’ha”) e significa “Ella, lei, essa” in riferimento a “la memoria”.

    Penso sia tutto corretto

  72. Graziella scrive:

    Se l’oggetto precede il verbo ed è costituito dai pronomi personali diretti lo, li, la, le la concordanza del participio con il pronome è obbligatoria: “Li avevo già visti (e non “visto”)” in cui “li” sta per “loro”, “essi” riferito a più persone o cose grammaticalmente di genere maschile. Ah, “avevo visti” è un trapassato prossimo formato appunto dall’imperfetto indicativo dell’ausiliare “avere” con il participio passato del verbo in questione (vedere).

    Suppongo sia corretto

  73. Luisa scrive:

    Con l’ausiliare “avere” se l’oggetto precede il verbo ed è costituito da un pronome atono diverso da quelli del punto precedente il participio può concordare o rimanere invariato. Quindi lui può dire a lei (ma anche a “lui”) solo “Grazie per avermi invitato” (invariato in -o). Ah, quando si dice “se l’oggetto precede il verbo…”, si fa riferimento al participio, in questo caso “invitato”, e non all’ausiliare “avere” all’infinito; per capirci, l’oggetto, costituito dal pronome “mi”, deve precedere il participio (“invitato”) e non l’ausiliare (“avere”).

    Credo sia corretto

  74. Maria scrive:

    In presenza dell’ausiliare “avere” il participio rimane di solito invariato (in -o), se l’oggetto è dopo il verbo solitamente non c’è concordanza, però è possibile anche la concordanza con l’oggetto; quindi possiamo dire sia “Tizio ha mangiato troppi spaghetti” (invariato in o); sia “Tizio ha mangiati troppi spaghetti” (accordo con il complemento oggetto “spaghetti”; ah, “troppi” funge da aggettivo e si accorda in genere e in numero con il nome cui si riferisce, e cioè “spaghetti”).

    Penso sia tutto corretto