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Aula di Lingue

La frase complessa: le proposizioni oggettive – prima parte –

Prof. Anna
Grammatica,   La lingua italiana,   Sintassi

Cari lettori e care lettrici di Intercultura blog, oggi continuiamo il nostro studio della frase complessa, verdremo in particolare le proposizioni oggettive, come si presentano e che cosa esprimono.

Buona lettura!

Prof. Anna

Le proposizioni oggettive sono proposizioni argomentali, cioè espandono uno degli argomenti della frase principale e le oggettive in particolare svolgono la funzione di complemento oggetto; le proposizioni oggettive possono essere esplicite e implicite.

Le proposizioni oggettive esplicite sono introdotte da che e hanno il verbo al modo indicativo: ho saputo che Marco ha cambiato casa, congiuntivo: credo che Chiara sia già partita, o condizionale: penso che una vacanza ti farebbe bene.

In alcuni casi possiamo avere l’omissione del che: penso (che) sia partito; dicono (che) abbia paura.

L’omissione del che è possibile solo quando il verbo della subordinata è al congiuntivo ed è utile per evitare la ripetizione a breve distanza di due che, per esempio: ci sembra (che) sia opportuno che…

Le proposizini oggettive implicite sono introdotte dalla preposizione di e hanno il verbo all’infinito: credo di essermi comportato bene. Questa costruzione si può avere solo se il soggetto della reggente e quello della subordinata coincidono, altrimenti è necessaria la forma esplita: credo che (loro) si siano comportati bene.

Alcuni verbi, come: ascoltare, sentire, vedere, guardare ecc., hanno nella forma implicita l’infinito senza di: sentivo cantare gli uccelli; vedo passare le macchine.

Altri verbi, (come considerare, credere, ritenere, stimare) che normalmente reggono l’infinito preceduto dalla preposizione di (crede di aver sbagliato, ritiene di essere nel giusto) possono reggere l’infinito senza preposizione quando sono accompagnati da un complemento predicativo dell’oggetto: ho creduto opportuno acconsentire alle sue richieste.

ATTENZIONE!

Con i verbi comandare, ordinare, permettere, proibire, vietare, chiedere e con altri ancora di significato analogo, si può avere la forma implicita anche se il soggetto della reggente e il soggetto dell’oggettiva non coincidono: ordinò ai soldati che cessassero il fuoco → ordinò ai soldati di cessare il fuoco.

La proposizione oggettiva può dipendere da:

verbi di significato dichiarativo: affermare, annunciare, comunicare, confessare, dichiarare, dire, giurare, informare, narrare, negare, promettere, raccontare, riferire, scrivere e locuzioni verbali di significato equivalente come dare notizia, dare comunicazione;

verbi che indicano una percezione o un ricordo: ascoltare, dimenticare, percepire, rammentare, ricordare, sentire, udire, vedere e locuzioni verbali di significato equivalente come avere l’impressione, venire alla mente;

verbi che esprimono giudizio, opinione, dubbio: pensare, credere, stimare, ritenere, giudicare, sostenere, reputare, supporre, ipotizzare, sospettare;

verbi che esprimono volontà, desiderio o timore: volere, desiderare, sperare, preferire, ordinare, comandare, permettere, concedere, vietare, impedire, proibire, temere;

la preposizione oggettiva può inoltre dipendere da un nome, per esempio: la paura di incontrarla, la fretta di partire, o da un aggettivo: lieto di conoscerla, capace di ascoltare.

Seleziona la risposta corretta fra quelle disponibili. Se rispondi bene, vedrai lo sfondo diventare di colore verde.

  1. Le proposizioni oggettive possono avere il verbo solo all'indicativo.
    • vero
    • falso
  2. L'omissione del "che" è possibile solo quando il verb dell'oggettiva è al congiuntivo.
    • vero
    • falso
  3. Scegli la frase corretta:
    • Spero che Marta abbia ragione.
    • Spero di Marta avere ragione.
  4. Scegli la frase corretta:
    • Credo che essermi ferito.
    • Credo di essermi ferito.
  5. Scegli la frase corretta:
    • Guardo di passare il treno.
    • Guardo passare il treno.
  6. Scegli la frase corretta:
    • Ritengo giusto aiutare gli amici.
    • Ritengo giusto di aiutare gli amici.
  7. Le preposizioni oggettive possono dipendere anche da un nome o da un aggettivo.
    • vero
    • falso
  8. Scegli la frase corretta:
    • Ho saputo ti sei sposato.
    • Ho saputo che ti sei sposato.
  9. Sarebbe possibile omettere il " che" nella seguente frase: "credo che sia meglio chiedere aiuto"
    • no
  10. Scegli la frase corretta:
    • Considero ingiusto di licenziare quel ragazzo.
    • Considero ingiusto licenziare quel ragazzo.

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Commenti [56]

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  1. Anita scrive:

    Cara Prof.ssa Anna,
    Questa volta ho pensato di fare aluni errori, perchè ho devuto studiare intensamente sul questa lezione, ma che non ho aspettato; il contrario è la verità, perché ho compito tutte le frase corrette di nuova, ma devo continuare studiarla, per rimmenarla bene nella memoria mia. Sono veramente felice con il risultato. Ho scritto ancora un contributo interessante sul calcio team Feijenoord e la quartiera in cui si trova il suo stadio n, ma purtroppo non l’ho ancora visto nel lessico sul calcio.
    Spero chè verrà ancora.
    Con saluti cordiali dal Olanda
    Anita

    • Zanichelli Avatar

      Molto bene cara Anita!
      Un saluto
      Prof. Anna

  2. Robert scrive:

    Quest’anno ho scoperto il lavoro del maestro di scuola “Alberto Manzi”,e il suo programma televisivo “non é mai troppo tardi”.
    Oggi ,a l’inizio del estate,voglio ringraziarvi per la vostra “posta elettronica ‘del giovedi che permette da sviluppare la nostra curiosità sulla lingua Italiana.
    Grazie per il vostro lavoro.
    Buone vacanze à voi, e anche ai vostri studenti.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Robert, grazie a te per il tuo intervento.
      Buone vacanze!
      Prof. Anna

  3. Rico scrive:

    “Credo che Chiara sia già partita”. Io (sogg. sottinteso) che Chiara (compl. ogg.) sia già partita (compl. ogg.). Quindi l’oggettiva è “sia già partita”, perché anticipata dal compl. ogg. “Chiara”? Ho capito bene?

    Distinti saluti

    Rico

    • Zanichelli Avatar

      Caro Rico, -io (sogg..sottinteso) -credo (predicato verbale) -questa è la principale- Chiara- (soggetto) -sia già partita (predicato verbale) -questa è la proposizione oggettiva perché l’intera frase funge da complemento oggetto della reggente (-credo -cosa? -che Chiara sia già partita).
      Un saluto
      Prof. Anna

  4. bri scrive:

    buongiorno prof. Ana,
    siccome non sono nativa, ho qualche volta dubbi.
    Ad esempio si deve coniugare un congiuntivo ao un indicativo dopo “considero che le reti sociali servano solo a…” io impiegherei un congiuntivo.
    cordiali saluti.
    Bri

    • Zanichelli Avatar

      Cara Bri, il congiuntivo “servano” è corretto, non capisco se il tuo dubbio riguarda il verbo che dovrebbe seguire la preposizione “a”: “solo a…”, in questo caso il verbo che segue sarà all’infinito
      A presto
      Prof. Anna

  5. Gaetan scrive:

    Cara Prof. Anna,
    nell’esercizio 9, è indicato “9.Sarebbe possibile omettere il ” che” nella seguente frase: “credo che sia meglio chiedere aiuto” => sì.
    Ma la regola dice “L’omissione del che è possibile solo quando il verbo della subordinata è al congiuntivo ed è utile per evitare la ripetizione a breve distanza di due che, per esempio: ci sembra (che) sia opportuno che…”
    Ed nell’esercizio 9 vedo uno solo “che”. Quindi come mai si potrebbe omettere il “che”?
    Grazie mille.
    Gaetan

    • Zanichelli Avatar

      Caro Gaetan, in questo periodo è possibile omettere “che” perché il verbo della subordinata è al congiuntivo e questa condizione è sufficiente per omettere “che”.
      Un saluto
      Prof. Anna

  6. Complemento predicativo del soggetto :

    1- Marco è considerato un ottimo avvocato ( COMPLEMENTO PREDICATIVO DEL SOGGETTO , intanto perché abbiamo un verbo passivo – essere + il participio passato che si forma con i suffissi -ato, -uto, -ito – e tutti i verbi passivi , in questo tipo di costruzione , indicano sempre il complemento predicativo del soggetto ; in più , se non siamo sicuri , analizzando la frase , possiamo fare questo ragionamento : ” Chi è che è considerato ? ” Marco [ soggetto ] , un ottimo avvocato [ complemento predicativo del soggetto ] ) .

    2- Alla riunione sono stato nominato amministratore delegato ( STESSO RAGIONAMENTO , essere + il participio passato , ” Chi è che è stato nominato ? ” io [ soggetto sottointeso ] , amministratore delegato [ complemento predicativo del soggetto ] ) .

    3- L’allenatore è ritenuto un elemento importante nella squadra ( STESSO RAGIONAMENTO , essere + il participio passato , ” Chi è che è ritenuto ? ” l’allenatore [ soggetto ] , un elemento importante [ complemento predicativo del soggetto ] ) .

    … dell’oggetto :

    4- Considero Marco un ottimo avvocato ( ” Chi è che considera ? ” io [ soggetto sottointeso ] , ” considero che cosa ? ” Marco [ complemento oggetto ] , un ottimo avvocato [ complemento predicativo dell’oggetto ] ) .

    5- Il consiglio d’amministrazione mi ha nominato amministratore delegato ( ” Chi è che mi ha nominato ? ” il consiglio d’amministrazione [ soggetto ] , ” mi ha nominato che cosa ? ” amministratore delegato [ complemento predicativo dell’oggetto ] ) .

    6- Il presidente ritiene l’allenatore un elemento importante nella squadra ( ” Chi è che ritiene ? ” il presidente [ soggetto ] , ” che cosa ? ” l’allenatore [ complemento oggetto ] , un elemento importante [ complemento predicativo dell’oggetto ] ) .

    … Poi una differenza : ”era da tutti giudicato incapace” ( predicato verbale ) da non confondere con ” era incapace ( predicato nominale ) ; il primo è il verbo essere + un altro verbo ( può creare confusione con il predicato nominale ) ; mentre il secondo è verbo essere ( copula ) + aggettivo . Stessa cosa per ” è considerato un ottimo avvocato ( predicato verbale ) , ” è un ottimo avvocato ( predicato nominale aggettivo ( ottimo ) e nome ( avvocato ) insieme ?

    • Zanichelli Avatar

      Caro Filippo Maria, le tue considerazioni sono corrette.
      A presto
      Prof. Anna

  7. Anita scrive:

    non mi sono ricordato che fosse bagnato

    Quando nella reggente il verbo è al passato prossimo (in questo caso al passato prossimo del verbo transitivo pronominale “ricordarsi”; dico transitivo pronominale in quanto il “che” credo svolga la funzione del complemento oggetto), per esprimere contemporaneità nel passato useremo il congiuntivo imperfetto (fosse), anche perché il verbo ricordarsi preceduto da una negazione accetterebbe anche il congiuntivo nella subordinata.

    Crede sia esatto?

  8. Vincenzo scrive:

    “Non puoi pensare che i miei amici e parenti non mi difendano”

    …il “che” introduce una subordinata oggettiva al congiuntivo (difendano) rispetto al verbo della principale (non pensare) che richiede, appunto, il congiuntivo nella dipendente.

    Va bene?

  9. Marisa scrive:

    “Prendere atto che” regge l indicativo (d’altronde “Prendere atto che” può signficare “constatare che”, il quale regge l indicativo). E poi “Dare atto che” anche credo regga l indicativo (“dare atto”, nell’uso quotidiano, si adopera spesso per dire “ammettere, riconoscere”, i quali reggono l indicativo); ultima espressione “prendere in considerazione che” anche credo regga l indicativo, perché è simile a “prendere atto che” e a “dare atto”.

  10. 1) “Nessuno sa di che cosa si tratti” è un’interrogativa indiretta al congiuntivo perché nella principale c’è un pronome indefinito negativo che accompagna l’indicativo presente del verbo “sapere”.

    2) “Volevamo che la gente del posto sapesse che era stata la 5ª Armata a compiere l’impresa”. Analisi: “Volevamo”, proposizione principale; “che la gente del posto sapesse”, subordinata oggettiva (in quanto il soggetto della principale è “noi” sottinteso) di primo grado esplicita al congiuntivo per via del verbo “volere” (che richiede il congiuntivo nella dipendente) nella principale; “che era stata la 5ª Armata a compiere l’impresa”, subordinata oggettiva (in quanto il soggetto della dipendente di primo grado è “la gente” [sapesse]) di secondo grado esplicita all’indicativo per via del verbo “sapere” (che richiede l indicativo nella dipendente di secondo grado) nella subordinata di primo grado.

    Mi sembra tutto corretto.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Filippo Maria, è tutto corretto.

  11. Claudio scrive:

    SUBORDINATA OGGETTIVA:

    1″So che volete stare al mio posto”
    2″So che vorreste stare al mio posto (se ne aveste l’occasione)”

    La maggior parte delle frasi oggettive è retta da verbi che appartengono alla sfera delle attività percettive, cognitive e in genere psicologiche; ed è possibile classificare tali verbi in gruppi come, ad esempio, i verbi di opinione, giudizio e conoscenza (i cosiddetti verba putandi o sentiendi: supporre, ipotizzare, giudicare, credere, pensare, ritenere, immaginare, essere consapevole, sapere, apprendere, imparare, ecc.). E, in più, un’oggettiva può essere costruita sia con l indicativo (prima frase); ma anche con il condizionale (seconda frase) con una condizione, anche sottintesa.

    • Zanichelli Avatar

      Caro Cludio, le tue considerazioni sono esatte.

  12. Buongiorno Professoressa,
    ho un dubbio sulla frase: “Dicevi che la vita è preziosa”. Per concordanza non sarebbe più giusto“era preziosa” anche se la vita è ritenuta preziosa in assoluto e non solamente in un particolare momento passato?

    Cordialità

  13. Filippo scrive:

    Prof, salve; nella frase “Non penso che il caricatore fosse finito” credo che il termine “finito” sia la parte nominale e che funzioni da aggettivo, mentre il verbo essere “fosse” funga da copula. Anche perché, se così non fosse, e considerando la concordanza dei tempi, non potremmo mai usare, per esprimere anteriorità nella subordinata rispetto ad un presente nella principale (come “non penso”), un congiuntivo trapassato (fosse finito) del verbo intransitivo “finire”. Ergo, stiamo esprimendo sempre anteriorità (rispetto al presente nella principale), ma con valore durativo, dettato dal verbo “fosse”, accompagnato dall’aggettivo “finito”, che, come ho detto, funziona da parte nominale.

    Corretto?

  14. 1)”Non vorrei che tu credessi che io sia una persona scorretta”.

    Analisi: “Non vorrei”, principale; “che tu credessi”, subordinata oggettiva di primo grado (al congiuntivo imperfetto), perché nella principale c’è un verbo che esprime volontà o desiderio coniugato al condizionale presente; “che io sia una persona scorretta”, subordinata oggettiva di secondo grado al congiuntivo presente, perché retta dal verbo “credere” della reggente. Tutto in riferimento al presente.

    Corretto?

  15. Il verbo “Tacciare”:

    Il verbo “tacciare” , con il significato di “Imputare di una colpa, accusare”, è un verbo transitivo, e quindi ammette il complemento oggetto:

    1) “I professori tacciarono lo scolaro di negligenza” (“lo scolaro” è il complemento oggetto, seguito da “di”+ il sostantivo “negligenza”).

    …ma anche +”di” e “infinito” (in questo caso il verbo “tacciare” sarà alla forma passiva, e quindi il soggetto diventerebbe complemento d’agente, mentre il complemento oggetto diventerebbe soggetto):

    2) Forma attiva: “Il popolo (soggetto) tacciò (verbo in forma attiva) tizio (complemento oggetto) di essere una spia”=

    2) Forma passivia: “Tizio (soggetto, ex complemento oggetto) era tacciato (verbo in forma passiva) di essere una spia dal popolo (complemento d’agente)”.

    In fine, nella prossima frase che le scriverò, abbiamo, nella frase stessa, una subordinata oggettiva implicita, la quale può dipendere da un verbo che esprime volontà (“Non voglio”), e che può richiedere una reggenza assoluta anche senza preposizione “di”:

    3) “Non voglio (“di”) essere tacciato di disonestà dagl’altri”;

    …e quindi: “Non voglio”, proposizione principale (“di” che si può anche omettere in questo caso); essere tacciato (“tacciato” funge da aggettivo) di disonestà dagl’altri, proposizione subordinata oggettiva”.

    Mi sembra tutto esatto.

  16. Riccardo scrive:

    “Temevo che avrebbe pensato anche lei che io fossi colpevole”

    Analisi: “Temevo”, principale; “che avrebbe pensato anche lei”, subordinata oggettiva di primo grado; “che io fossi colpevole”, subordinata oggettiva di secondo grado al congiuntivo imperfetto (fossi), in quanto retto dal verbo “pensare” nella reggente.

    Mi sembra corretto…

  17. “Non voglio che tu pensi che io sia uscito”

    Principale, “Non voglio”; “che tu pensi”, subordinata oggettiva di primo grado al congiuntivo per via del verbo “volere” nella reggente (che è anche la principale); “che io sia uscito”, subordinata oggettiva di secondo grado sempre al congiuntivo, per via del verbo “pensare” nella subordinata oggettiva di primo grado (che sarebbe anch’essa una reggente).

    Penso che sia giusto..

  18. Gina scrive:

    “Non sapevo fosse morto”

    …la subordinata “che fosse morto” è un’oggettiva al congiuntivo per via dell’espressione “non sapere” (la quale è un’espressione di dubbio, perplessità, ecc) nella reggente.

    Esatto?

  19. Marco scrive:

    1)Se non ti conoscessi, penserei che tu sia un bravo ragazzo
    2) Il gatto si intrufola ovunque, anche nelle bottiglie

    Nella prima abbiamo un periodo della possibilità e una subordinata oggettiva: “Se non ti conoscessi”, protasi; “penserei”, apòdosi; “che tu sia un bravo ragazzo”, subordinata oggettiva retta da “penserei” (che vuole il congiuntivo) nell’apodosi. Nella seconda frase il verbo è il riflessivo diretto “intrufolarsi”.

    Penso sia tutto corretto

  20. Anita scrive:

    “Preferisco che il donatore sia una persona che conosco (ma anche “conosca”)”.

    Il primo “che” introduce una subordinata oggettiva al congiuntivo presente “sia” per via del verbo “preferire” nella principale. Mentre il secondo “che” introduce una subordinata relativa all’indicativo “conosco” perché il fatto è presentato come reale. Tuttavia nella relativa avremmo potuto utilizzare anche il congiuntivo presente “conosca” se avessimo dato alla relativa stessa un valore limitativo.

    Penso sia giusto

  21. Vincenzo scrive:

    Salve, Prof.Anna, le scrivo per chiederle gentilmente di risolvermi un dubbio che mi è venuto in questi giorni per quanto riguarda la proposizione oggettiva implicita, ossia è possibile scrivere ‘Mi ha detto di fare così (ossia ‘lui’ ha detto che ‘io’ devo fare così)’ oppure è obbligatorio scrivere ‘Mi ha detto che devo fare così’ ?? O, ancora meglio, sono entrambe corrette?? Ho questo dubbio perché mi ricordo che si deve usare la forma implicita solo nel caso in cui vi sia identità di soggetti tra la principale e la subordinata, ma che è obbligatorio usare la forma implicita anche quando non ci sia identità di soggetti tra principale e subordinata oggettiva in presenza di ‘verbi di volontà’ o di ‘percezione’, il problema è che ‘dire’ non è né di volontà né di percezione e quindi volevo capire se c’è un’altra regoletta, che ora dimentico, affinché mi permetta di utilizzare correttamente la frase ‘Mi ha detto di fare così’ oppure se non esiste ed è obbligatorio, invece, scrivere ‘Mi ha detto che devo fare così’, grazie e buona giornata!! 🙂

    • Zanichelli Avatar

      Caro Vincenzo, con i verbi dire, comandare, ordinare, permettere, proibire, vietare, chiedere, e altri ancora, si può avere la forma implicita anche se il soggetto della reggente e il soggetto dell’oggettiva non coincidono, quindi la frase “mi ha detto di fare così” è corretta, ma è possibile usare anche la forma esplicita, non è obbligatorio scegliere né l’una né l’altra possibilità.
      Un saluto e a presto

      • Vincenzo scrive:

        Perfetto, la ringrazio!! Un saluto e buone feste!! 🙂

  22. Luca scrive:

    Gentile prof Anna

    Ho incertezza su due frasi:”ricordiamo che per autorizzare il pagamento potresti essere indirizzato sul sito.” “La felicità è una strada che per essere percorsa richiede impegno e gratitudine.” Nelle due frasi,la subbodinata finale si colloca avanti per mettersi in evidenza, la proposizione soggettiva e oggettiva(potresti….e richiede…)si colloca dopo di essa ,non ha seguito la congiunzione “che”(che+indicativo..ecc.),ma così non compromette la struttura della frase?

    Grazie mille

    • Zanichelli Avatar

      Caro Luca, basta mettere due virgole che le contengano.
      Un saluto

  23. Francesco scrive:

    1)”C’è il rischio di imbattersi anche in petardi inesplosi”
    2)”C’è il rischio che possa mentire

    …Prof, qualchebconsiderazione. In primo luogo, “imbattersi” significa “Incontrare per caso, ritrovarsi fortuitamente faccia a faccia con qualcuno o a contatto di qualcosa (+ in = “…in petardi inesplosi”). In secondo luogo, l’espressioni tipo “C’è il rischio”, “C’è la possibilità”, ecc., credo reggano il congiuntivo in una subordinata che se non erro (nell’esempio 2) e un’oggettiva in quanto la preposizione oggettiva può inoltre dipendere da un nome (il rischio).

    Grazie!

    • Zanichelli Avatar

      Caro Francesco, è giusto.

      • Francesco scrive:

        Anche con l’espressione “non c’è verso che…” il discorso è lo stesso: e cioè regge il congiuntivo in una subordinata un’oggettiva (“…che io mi addormenti” = “Non c’è verso che io mi addormenti”) in quanto la preposizione oggettiva può inoltre dipendere da un nome (“verso” è un sostantivo e l’espressione “Non c’è verso che” significa “È impossibile”).

        Penso sia giusto

        • Francesco scrive:

          Volevo completare dicendo che nelle principali usate come esempi i soggetti sono “il rischio” nelle frasi “C’è il rischio di imbattersi anche in petardi inesplosi” e ”C’è il rischio che possa mentire”; e “verso” in “Non c’è verso che io mi addormenti”. In finale, volevo completare dicendo che se invece in una principale ci sono anche strutture di tipo presentativo come “è che, c’è che, o costrutti particolari come il fatto è che, è un fatto che, fatto sta che” (in cui i soggetti sono impersonali) allora sarebbero costrutti che introducono una soggettiva: “C’è che mi sono innamorato di te (Gino Paoli, “Che cosa c’è”)”.

          Penso sia corretto

          • Francesco scrive:

            Professoressa, in realtà c’ho ragionato e penso di rettificare tutti i miei interventi… Le espressioni “C’è il rischio che”, “Non c’è verso che”, “C’è la possibilità che” e simili credo che introducano delle subordinate soggettive, e non oggettive come erroneamente ho affermato. D’altronde, le proposizioni soggettive possono dipendere anche da espressioni impersonali costruite dal verbo “essere” unito ad un aggettivo, ad un avverbio o ad un sostantivo: infatti nei nostri casi è presente il verbo essere (“è” + “ci”) unito a determinati sostantivi (“il rischio”, “verso” e “la possibilità”). Ovviamente, e su questo non ho nulla da rettificare, si possono far rientrare tra i costrutti che introducono una soggettiva anche strutture di tipo presentativo come “è che, c’è che”, o costrutti particolari come “il fatto è che, è un fatto che, fatto sta che”. Certamente, in chiusura, queste sono tutte espressioni, presenti nelle principali, che, in linea di massima, ammettono comunque il congiuntivo in una subordinata che (come ribadisco e spero) è soggettiva. Allora perché avrei detto che tali espressioni introducevano delle oggettive? Per il semplice fatto di aver frainteso la seguente spiegazione: “…la preposizione oggettiva può inoltre dipendere da un nome, per esempio: la paura di incontrarla, la fretta di partire, o da un aggettivo: lieto di conoscerla, capace di ascoltare”. È vero ciò che si legge, ma, avendoci fatto caso, sono tutti “nomi”, presenti in una principale, che non sono però accompagnati dal verbo “essere”, tipico verbo che, da come ho scritto sopra, e accompagnato da certi elementi (“aggettivo, ad un avverbio o ad un sostantivo”), introdurebbe una soggettiva.

            Penso sia corretto definitivamente…

          • Zanichelli Avatar

            Caro Francesco, è esatto.

        • Zanichelli Avatar

          Caro Francesco, è giusto.

  24. Si dice “Suppongo sia corretto” o “Suppongo sia corretta”?

    …Entrambe sono corrette, ma dipende da quello che sottointendiamo. Nella prima, se è sottinteso un qualcosa di maschile (Ad esempio “Il mio ragionamento”), il participio passato finirà in -o, e quindi diremo “Suppongo sia corretto (sottointeso appunto “Il mio ragionamento”)” e cioè “Suppongo che il mio ragionamento sia corretto”. Nella seconda, invece, se sottintendiamo qualcosa di femminile (Ad esempio “La frase”), il participio passato si accorderà in -a, e quindi diremo “Suppongo sia corretta (sottointeso appunto “La frase”)” e cioè “Suppongo che la mia frase sia corretta”.

    Penso sia ok

    • Professoressa, rileggendo credo di aver fatto un errore: nelle subordinate oggettive “…il mio ragionamento sia corretto” e “…la mia frase sia corretta”, “corretto” e “corretta” non sono, come avevo detto erroneamente, dei participi passati, bensì aggettivi che fungono da nomi del predicato e come tali concordano in genere, numero e persona con i soggetti, di cui indicano una caratteristica o una qualità: infatti, se non erro, nelle subordinate oggettive in questione (che assumono un ruolo comparabile a quello del complemento oggetto), “il mio ragionamento…” e “la mia frase…” sono, rispetto al predicato nominale, i soggetti; mentre “sia” (in entrambe le subordinate) è la copula e “corretto” e “corretta” i nomi del predicato (o parti nominali) i quali, appunto, sono aggettivi di genere variabile (d’altronde credo che la maggior parte degli aggettivi abbia sia il maschile sia il femminile, quindi variabili), e che di conseguenza si accordano con i soggetti (“il mio ragionamento” e “la mia frase”) nel genere e nel numero:”…il mio ragionamento sia correttO” e “…la mia frase sia correttA”. D’altro canto non scriveremmo mai “il mio ragionamento sia correttA” e “…la mia frase sia correttO”. Per il resto confermo ciò che ho detto: e cioè che “…Suppongo sia corretto” e “Suppongo sia corretta” sono entrambe corrette, ma dipende da quello che sottointendiamo. Se è sottinteso un qualcosa di maschile (ad esempio “Il mio ragionamento”), l’aggettivo “corretto”, per le funzioni di cui parlavo prima, finirà in -o, e quindi diremo “Suppongo sia corretto (sottointeso appunto “Il mio ragionamento”)” e cioè “Suppongo che il mio ragionamento sia corretto”. Se, invece, sottintendiamo qualcosa di femminile (ad esempio “La frase”), l’aggettivo “corretta” si accorderà in -a, e quindi diremo “Suppongo sia corretta (sottointeso appunto “La frase”)” e cioè “Suppongo che la mia frase sia corretta”.

      Ora penso sia tutto giusto e corretto

    • Zanichelli Avatar

      Caro Filippo Maria, è corretto.