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Tradizioni di Natale

Prof. Anna
Civiltà

Cari lettori e lettrici di Intercultura blog, è ormai alle porte e le città italiane in questo periodo si trasformano, per le strade si respira aria di festa: ci sono le luci colorate che illuminano le vie del centro, la gente che corre da un negozio all’altro per comprare gli ultimi regali e i tradizionali mercatini di Natale che diffondono nell’aria deliziosi profumi di dolci e dove si possono comprare giochi per bambini e decorazioni natalizie di ogni tipo.

 

il Natale è sicuramente la festa più sentita dagli italiani e numerose sono le tradizioni legate a questo evento. Uno degli aspetti più caratteristici del Natale italiano è senza dubbio il presepe, la cui nascita risalirebbe addirittura a San Francesco, in alcuni paesi italiani in questo periodo si possono ammirare i presepi giganti e i suggestivi presepi viventi, in cui i personaggi del presepe vengono interpretati da attori.

 

Per quanto riguarda le abitudini gastronomiche, in Italia la tradizione vuole che la cena della vigilia sia a base di pesce e non di carne, riservando le ricette più ricche, che sono diverse da regione a regione, per il pranzo di Natale. I dolci più caratteristici della tradizione natalizia sono sicuramente il pandoro e il panettone, gli italiani si dividono tra chi preferisce l’uno e chi invece preferisce l’altro! Voi quale preferite?

A questo proposito vorrei raccontarvi una delle tante storie riguardo all’origine del panettone.

Molte sono le leggende che raccontano la nascita di questo dolce di origine milanese, fra le tante versioni c’è un elemento che le unisce tutte o quasi: l’origine del nome. Inventore o proprietario della pasticceria dove fu inventato il panettone era un certo Toni, infatti il termine panettone deriva proprio dal pane di Toni, chiamato popolarmente “Pan del Toni” (panettone).

La storia si svolge nella Milano di Ludovico Sforza detto il Moro (1452-1508).

C’era una volta un cavaliere milanese di nome Ugo, falconiere di Ludovico il Moro, che si innamorò di Adalgisa, bella e giovane figlia di un pasticcere di nome Toni. Il giovane, ostacolato dalla sua famiglia che considerava la ragazza troppo umile, per stare vicino alla sua amata si fece assumere da Toni come garzone. Nonostante il duro lavoro del giovane, gli affari del negozio non andavano bene. Un giorno Ugo rubò una coppia di falchi di Ludovico il Moro e li vendette per comprare del burro e durante la notte, mentre impastava i soliti ingredienti, aggiunse anche il burro acquistato. Il giorno successivo il negozio era pieno di gente e tutti volevano il “pane speciale” del Toni. Ugo poi aggiunse all’impasto anche uova, frutta candita e uva sultanina e tutta Milano in quei giorni prima di Natale impazziva per il “pangrande” (pane grande) o “pan del Toni” (da qui il termine panettone) che da quel momento venne servito in tavola il giorno di Natale. Toni diventò ricco e Ugo e Adalgisa si sposarono e vissero felici e contenti.

In questa storia ci sono delle parole che forse non conoscete anche perché non sono frequenti nella lingua parlata di oggi, vi consiglio comunque di cercarle sul dizionario, perché possono avere significati diversi a seconda del contesto.

C’era una volta: tipica espressione usata per introdurre una favola, una storia di fantasia, una leggenda.

cavaliere: membro della cavalleria medievale; soldato a cavallo.

falconiere: colui che era addetto all’ammaestramento e alla custodia dei falchi.

umile: povero, modesto.

ostacolato: participio passato di ostacolare.

ostacolare: rendere difficile, contrastare, impedire.

garzone: giovane aiutante; giovane lavoratore.

falco: uccello predatore dal becco ricurvo e grandi unghie.

impastare: mescolare, unire gli ingredienti fino a formare una pasta omogenea (impasto).

Ora rispondi alle seguenti domande:

Perché il giovane Ugo diventa il garzone di Toni?

Che ingredienti aggiunge Ugo al normale impasto?

Qual è la festa religiosa più sentita nel tuo Paese?

Come si festeggia la festa più importante del tuo Paese e quali sono le tradizioni legate a questo evento?

Sei mai stato in un Paese dove si festeggia il Natale?

Se ci sei stato, quali sono le tue impressioni? Che cosa ti ha colpito di più?

 

Il Natale è un’occasione per stare insieme alle persone che amiamo ed è anche un’occasione per dedicare un pensiero (e non solo) a chi è meno fortunato di noi, questo è lo spirito natalizio che dovrebbe accompagnarci tutto l’anno e che ci insegna che la solidarietà e l’altruismo sono valori universali e condivisibili da ognuno di noi, in ogni parte del mondo, per poter convivere in pace nel rispetto di tutti.

Auguro a tutti voi un felice Natale!

Prof. Anna

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Commenti [3]

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  1. ??????? scrive:

    Interesting sait for me//

  2. pio scrive:

    HO 75 ANNI,IN SICILIA DOVE NAQUI, ALLA SCUOLA DI AVVIAMENTO CHE FREQUENTAI, NON SI FESTEGGIAVA IL NATALE, A PASQUA NON SI FACEVA IL PRECETTO.
    ERA STATA APPENA APPROVATA LA COSTIRUZIONE. I MIEI PROFESSORI NON RITENEVANO CHE LA SCUOLA FOSSE CONFESSIONALE.
    MIA MAMMA FREQUENTò LA SCUOLA DAL 1917 AL 1921 E NON VIDE MA PRETI A SCUOLA, SI SPOSO 2 VOLTE IN CHIESA E AL COMUNE PERCHE NON C’ERA IL CONCORDATO.
    NON CAPISCO PERCHè OGGI SI FESTEGGI A SCUOLA LA FESTA DI UNA RELIGIONE ANCHE SE DELLA MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI.
    QUANDO LA MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI SARà MUSULMANA CHE FAREMO ?
    IO HO LA RISPOSTA ORA. RITORNIAMO A RAGIONARE: IL NATALE, IL RABADAN, O LE FESTE EBRAICHE OGNIUNO SE LI FESTEGGI A CASA O NELLA PRPPRIA PARROCHIA, RISPETTIAMO LA COSTITUZIONE, DIVENTEREMO FINALMENTE CITTADINI. DIVERSAMENTE COMICIAMO A SCANNARCI PER LA RELIGIONE ,COME NEL MEDIOEVO.

  3. Lol