Oggi, care lettrici e cari lettori di Intercultura blog, parleremo dell’uso della particella “ci”.
Buona lettura e al prossimo articolo.
Prof. Valerio Giacalone
"Ci" ha tre significati ben diversi.
A) "Ci" può essere utilizzato come avverbio di luogo.
– "Vorrei andare Roma." "Ci vorrei andare anch’io."
Con il verbo essere la particella “ci” indica l’esistenza di una cosa o persona o più cose o più persone, come per esempio:
– "Ci sono troppe macchine per strada!"
– "C’è Maria oggi in ufficio?"
Con il verbo volere la particella “ci” indica la necessità di una o più cose, per esempio
– "Ci vuole molta pazienza nella vita!"
Al posto di “ci” come avverbio di luogo, sarebbe più corretto usare "vi", ma questo avviene ormai solo nella lingua scritta.
B) “Ci” può avere la funzione di pronome personale prima persona plurale ("noi", "a noi"), per esempio
– "Noi ci rasiamo"
Diventa "ce" in alcuni casi, per esempio:
– "Ce lo dite dopo"
Nelle frasi "ce lo dite dopo" e “noi ci laviamo le mani”, "lo" e "le mani" sono il complemento oggetto, mentre “ci” e "ce" sono complemento di termine ("a noi").
C) “Ci” può avere la funzione di pronome dimostrativo, cioè significa "di ciò, in ciò, su ciò, a ciò". Per esempio:
– "Ci penso io."
Oppure significa "con lui, a lui, da lui". Per esempio:
– "Non ci esco mai"
Con il verbo avere, “ci” viene spesso usato nella lingua parlata come rinforzo semantico e fonico di altri pronomi ("lo", "la", "li", "le", "ne"). In questo caso, “ci” diventa “ce”. Per esempio:
– "Hai il passaporto con te?" "Sì, ce l’ho"
– "Hai le valige?" "Sì, ce le ho"
Questo utilizzo del pronome dimostrativo viene definito pleonastico, perché ripetitivo e non necessario. Per esempio:
– "Ma ci pensi a tuo figlio?"
Vengono usati con "ci" verbi come pensare, credere, riuscire, contare, essere, fare, passare.
Pensarci:
– "Paolo, prepari tu da mangiare?" "Si, ci penso io."
Crederci:
– "Secondo te, quel giornale dice la verità?" "Sì, ci credo sempre."
Riuscirci:
– "Per te, è possibile vivere con pochi soldi?" "No, non ci riesco."
Contarci:
– "Ricordati di venire a cena stasera: ci conto."
Esserci:
– "Va bene, ci sono" (significa "ho capito" oppure "sono pronto")
Fare:
– "Ci sei o ci fai?" (significa "sei stupido o fai la parte dello stupido")
Passarci:
– "Ce ne passa prima che il governo elimini tutti gli sprechi."
Esercizio sull’uso di "ci".
Rispondi alle domande: quella corretta diventerà verde.
Insegno in un C.T.P. di Torino e sono alla continua ricerca di materiale semplice e adatto ai livelli medio-bassi. Lei è un mio costante punto di riferimento. Grazie
Anna
Grazie professore per queste spiegazioni molto chiare et semplici .QUI a l’estero spesso e difficile spiegare l’uso di particelle come ad esempio’ci’ nella nostra bella lingua italiana. Ora potro dare spiegazioni piu chiare grazie a lei prof…………
Cari saluti Santa
Benvenuta Anna
mi fa particolare piacere che il blog sia un tuo punto di riferimento didattico
Grazie per l’onore
Prof. Valerio
Ciao Lentini Santa
come stai? La parola “ci”, in effetti, è molto comune nella lingua italiana, sono sicuro che ora potrai dare le giuste spiegazioni.
Un caro saluto
Prof. Valerio
Questo è stato davvero un suggerimento utilissimo, chiaro e semplice per la classe che avrò tra qualche giorno, grazie!
Cara Laura
L’utilizzo della parola ci per gli studenti stranieri è sicuramente un rompicapo…
buon lavoro e a presto
Prof. Valerio
Ps dove insegni?
Professore,
io insegno italiano al Defense Language Institute foreign Language Center. La settimana prossima devo introdurre i molti usi del ci e il ne. Usero’ senz’altro la Sua spiegazione ed esercizi!
Grazie,
Alessandra
Professore, ho una demanda da fargli. Il mio professsore di italiano m’ha detto che nella frase ” perche tieni questa roba inutile? Non lo so. Non mi piace piu ma non so cosa farNE” ho fatto un errore perche si deve metterci ” farci”, nonostante ho dei dubiti. Mi puo aiutare e dirmi che e la versione corretta ?
Cara Agnieszka,
è più corretto dire “non so cosa farne” per intendere “non so cosa fare di ciò, di questa cosa”. “Non so cosa farci” è una forma colloquiale e imprecisa se intesa in quel senso, anche perché significa un’altra cosa: “non so cosa fare a riguardo di ciò”, cioè “non posso fare nulla per questo problema”.
Per esempio:
“I ragazzi non hanno studiato abbastanza”
“Non so cosa farci”, cioè “Non posso farci nulla”
“Ci” ha spesso un utilizzo eccessivo e ridondante come pronome dimostrativo nella lingua parlata. Vuol dire genericamente “di ciò, in ciò, a ciò, su ciò,…”
Invece, “ne” indica precisamente il complemento di specificazione: “di lui, di lei, di loro” se riferito a persone, “di questo, di quello, …” se riferito a cose. Con i verbi di moto, indica un complemento di origine, “da ciò:
“Ne vengo ora”, cioè “Vengo ora da là”
Anche “ne” in alcune espressioni colloquiali ha un signicato rafforzativo e ridondante:
“ne ho abbastanza di te”, cioè “sono stufo di te”
“me ne faccio una ragione”, “cioè “mi rassegno a una cosa negativa”
“me ne frego dei tuoi consigli”
“non ne posso più di lui”
“ne vale la pena”
Inoltre, si utilizza con i verbi di moto per mettere in evidenza il soggetto dell’azione: “andarsene”, “venirsene”, “starsene”.
Per esempio: “io me ne vado” è più enfatico di “io vado”.
Cordiali saluti
Giovanni Enriques
Zanichelli editore
Grazie mille 🙂
Professore ,
Sono straniera e vorrei imparare la Vs lingua .Vorrei sapere quando si usa il pronome di cortesia LA e LE .
Cordiali saluti ,
Cara Lavinia,
quando ci si rivolge in maniera formale a una persona, soprattutto se più anziana, si dà “del Lei” invece che “del tu”. In pratica, si parla in terza persona singolare femminile. Anche se ci si rivolge a un maschio lì presente, gli si parla come se fosse una persona di sesso femminile non presente. Nello scritto, di solito si mette “Lei” con la maiuscola proprio per distiguerlo dal pronome “lei” della terza persona singolare femminile.
Come per il pronome “lei”, “Lei” è il soggetto, “La” è il complemento oggetto, “Le” è il complemento di termine (“a Lei”). Per esempio:
“Lei è molto educato”, cioè “tu sei molto educato”
“sono lieto di riverderLa”, cioè “sono lieto di rivederti”
“Le porto un bicchiere”, cioè “ti porto un bicchiere”
L’altra forma di cortesia, usata soprattutto nell’Italia del sud, è il “Voi”. In pratica si usa il plurale anche se ci si rivolge a una sola persona:
“Voi siete molto educato”
“sono lieto di rivederVi”
“Vi porto un bicchiere”
Si noti che gli aggettivi si concordano alla persona a cui ci si rivolge realmente, non al soggetto. In pratica a un maschio si dice:
“Lei è molto educato”, “Voi siete molto educato”
e non:
“Lei è molto educata”, “Voi siete molto educati”
Cordiali saluti,
Giovanni Enriques
Grazie mille per questa bellissima spiegazioni. sono brasiliano da San Paolo e mi piace tantissimo la lingua italiana. Per fortuna abbiamo la possibilità di contare con questo ricorso. Questo strumento è troppo utile.
Benvenuto Romildo!
un saluto
Prof. Anna
Gentile Professore,
potrebbe cortesemente confermarmi che le frasi “Ci sono uscita ieri sera” e “Ci ho parlato ieri” sono grammaticalmente corrette?
Ho qualche dubbio sulla particella “ci” con significato “con lui-lei-loro” e mi chiedevo se fosse solo colloquiale, oppure grammaticalmente corretto e accettato.
Grazie e un saluto
Gentile Prof. Roby, l’uso della particella CI con il siglificato “con lui-lei-loro” è grammaticalmente corretto; le frasi che mi proponi sono giuste, nel caso della seconda frase “ci ho parlato ieri” si potrebbe usare anche un pronome indiretto: “le ho parlato” o “gli ho parlato”.
A presto
Prof. Anna
Vorrei sapere se è corretta la seguente espressione:” E’ impossibile dimenticarsi di ciò che si è studiato per un anno intero”. Grazie
Cara Andreana, la frase che mi proponi è corretta.
un saluto
Prof. Anna
Salve,sono una studentessa italiana e vorrei fare una domanda.
Questa frase è corretta?
“Aspettando il gran giorno, ci godremo i loro(riferito a due persone) momenti!”
Grazie mille e tanti auguri!
Cara Anna, grammaticalmente la frase è corretta.
Auguri anche a te!
Prof. Anna
Gentile professore,
io insegno italiano in Albania,a dire la verità è un’po difficile per gli studenti stranieri capire le funzioni delle parole ci e ne. Oggi per fortuna ho scoperto questo blog con degli esempi molto utili i quali sicuramente gli utilizzerò.
Tanti saluti,Julia
Cara Julia, benvenuta su Intercultura blog.
A presto
Prof. Anna
Posso chiedere perchè è giusta?
Perchè godere in questo caso è un verbo riflessivo?Quindi,godersi?
Cara Anna, in questa frase il verbo “godere” è riflessivo: “godersi”, la forma riflessiva in questo caso serve a esprimere l’intensità dell’azione, per esempio: mi godo la vacanza; goditi il film.
Un saluto
Prof. Anna
Sto imparando la lingua italiano, questo blog e’ una risorsa utile per me!
Quindi, grazie mille!
Debby
Ciao Debby, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Gentili amici,
non mi è molto chiara la frase di Anna (post 19)“Aspettando il gran giorno, ci godremo i loro(riferito a due persone) momenti!” L’aggettivo ‘loro’ a chi o a cosa si riferisce? Anna dice ‘a due persone’. Quali sono? Di plurale nella frase c’è solo il soggetto sottinteso ‘noi’. Se il riferimento è a ‘noi due’ sarebbe corretto ‘i nostri momenti’.
Vorrei segnalare l’errore di battitura dell’ultima frase dell’esercizio “Non … posso CREDE,…”.
Grazie per l’attenzione.
M.B.
Cara Magda, quel “loro” è riferito “a due persone” diverse da “noi due”, non possiamo però sapere quali sono perchè la frase è completamente decontestualizzata, ma grammaticalmente è corretta. Grazie per la segnalazione dell’errore.
A presto
Prof Anna
Grazie per la risposta, Prof!
Preg.mo Professore,
vorrei sapere se “ce l’ho” puo’ anche essere scritto nella forma “cel’ho”.
Grazie.
Anna Maria
Cara Anna Maria, non è possibile scrivere “cel’ho”, è corretto invece scrivere “ce l’ho”.
A presto
Prof. Anna
Molto interesante anche questo test. Grazie
semplicemente grazie.il suo é stato un aiuto molto prezioso
sono molto emozinata sto imparando ad usare internet
Cara Dorina, benenuta sul Intercultura blog!
A presto
pROF. aNNA
Salve! Mi potrebbe spiegare perche’ la frase ” Il medico c’e’ a casa” suona male mentre “c’è il medico a casa” puo’ andare? In realta’, qual e’ la differenza fra essere/esserci/stare/starci? p.e Si dice “Spero di esserci alla serata di apertura”. Andrebbe bene dire :”Sperro di stare/starci ….”
Grazie infinite
Cara Evi, il verbo “esserci” significa “essere in un posto” quindi è corretto “spero di esserci alla serata di apertura”, mentre “stare” significa “rimanere in un dato luogo”, per esempio: “stasera sto in casa” = “stasera rimango in casa”; per quanto riguarda gli esempi che mi proponi, mi sembra che la frase “c’è il medico a casa?” sia una domanda, a volte le domande suonano meglio se mettiamo il verbo all’inizio della frase.
A presto
Prof. Anna
Grazie mille per la chiarissima spiegazione! mi sarà utilissima per aiutare la mia coinquilina a imparar bene l’italiano 🙂
Rossella
Cara professoressa
Da tempo seguo il vostro site e ne sono onorata.
Studiare la lingua italiana su questo sito è semplicemente meraviglioso.I miei complimenti per le belle ed interessanti lezioni : sono chiare e di facile apprendimento.
Mi piacerebbe sapere perché non riesco a stampare il vostro materiale come era tempo fa. Sarebbe di grand’aiuto per me e per i miei allievi di terza età.
Molto grata,
Dalva.
Cara Dalva, grazie per il tuo gentile commento, mi informerò riguardo al tuo problema, spero di poterlo risolvere al più presto.
Un saluto
Prof. Anna
salve.. avevo un dubbio.. per dire a qualcuno se ci da un passaggio si dice anche “mi ci porti?” e fino a qui ci siamo.. ma se il soggetto diventa noi? come si dice? grazie in anticipo! 🙂
Cara Alberta, diremo semplicemente: “ci porti” o “ci porti lì – ci porti in quel posto”.
A presto
Prof. Anna
Caro Prof.
Come sta? Insegno italiano a brasiliani a San Paolo. Sicuramente l’argomento sull’uso del ci e del ne non è facile da “digerire” dato che non abbiamo particelle simili nel portoghese. Così suo blog è di grande utilità per me!
La ringrazio e saluto.
Regina.
Ciao Regina, benvenuta sul nostro blog!
A presto
Prof. Anna
Nella frase “ci conto”, ” ci” che complemento è?
Grazie Anna
Cara Anna, in questo caso la particella “ci” sostituisce “su questa cosa”, il verbo “contare” regge un complemento indiretto introdotto dalla preposizione “su”.
A presto
Prof. Anna
Gentile professoressa, grazie per le spiegazioni, sono molto utili. Mi potrebbe dire se posso usare la particella ci per sostituire una parola o frase introdotta dalla preposizione di (di questo).
La ringrazio
Cara Marina, la particella CI non sostituisce complementi introdotti dalla preposizione DI; puoi usare però la particella NE. Ti consiglio di leggere gli articoli “ripassiamo la particella CI” e “la particella NE” su questo blog.
Un saluto
Prof. Anna
Cara anna, vorrei sapere, per favore, i significati di questi verbi che non ho riuscito a capirli bene:
-Pensarci
-Crederci
-contarci
Grazie tante!
Caro Ivan, “pensarci” significa “pensare a qualcosa”: “domani ho un esame, ma preferisco non pensarci (=pensare all’esame)”; “crederci” significa “credere a qualcosa; credere in qualcosa”: “credi a quello che ti dico?” “Sì, ci credo (=credo a quello che mi dici)”, “credi in me?” “Sì, ci credo (=credo in te)”; esiste una differenza tra “credere a” e “credere in”: in generale “credere a” significa prestare fede a qualcuno o a qualcosa, ovvero ritenere vero qualcosa che viene detto da qualcuno (credo alle tue parole); mentre “credere in” significa avere la certezza dell’esistenza di qualcosa o di qualcuno (credere in Dio, credere in un’altra vita) oppure avere fiducia in qualcuno (credo nella giustizia, credo in te). Ti consiglio di leggere l’articolo su questo blog “ripassiamo la particella CI”. Mentre “contarci” significa “fare affidamento SU qualcuno o qualcosa” : “puoi contare su di me = puoi fare affidamento su di me .”
Un saluto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna
Quando devo dire megliore e quando devo dire meglio.
Io so che megliore fa parte di buono e che meglio fa parte di bene.
Ma come posso usare un o l’altro nella frase?
Per favore un esempio.
Che significa in portuguese questa espressione:
” non c’è ancora bisogno”
Grazie mille
Maria Helena
Cara Maria Helena, “meglio” è un avverbio, quindi si usa dopo i verbi: “cerca di comportarti meglio” , “oggi sto meglio”; mentre “migliore” è un aggettivo, significa “più buono” ed è il comparativo di maggioranza di “buono”: “questo vino è migliore di quello che abbiamo bevuto prima”, “gli studenti di quest’anno sono migliori di quelli dell’anno scorso”; se “migliore” è preceduto dall’articolo determinativo forma il superlativo relativo “Laura è la migliore amica che io abbia mai avuto”. Ti consiglio di leggere l’articolo su questo blog “Il superlativo degli aggettivi qualificativi”.
Un saluto
Prof. Anna
Cara Profesoressa,
Potrebbe chiarire l’uso del verbo esserci?
Non ho trovato nella grammatica come devo dire (c’e’ o ci sono)le frasi con l’enumerazione (sostantivi singolari e plurali) . Per esempio, “nella mia borsa ci sono soldi i chiavi” o “nella mia borsa c’e’ penna, chiave e specchio”. Qui tutto e’ chiaro.
MA:
“Nella mia borsa c’e’ penna, chiave, soldi, passaporto” (vero?) o
“Nella mia borsa ci sono chiavi, penna, passaporto e soldi” (vero?).
Grazie!
Cara Svetlana, se ci sono più cose è meglio usare il plurale “ci sono”: “nella mia borsa ci sono le chiavi, una penna, il passaporto e i soldi”; oppure ripeti il verbo: “nella mia borsa c’e’ una penna, ci sono le chiavi e i soldi, c’è il passaporto” .
Un saluto
Prof. Anna
Tante grazie per il suo tempo, Professoressa! Allora, pensando a questa frase: “L’esame sara molto difficile, ci sono sicuro (su questo)” è possibile anche dire:”L’esame sara molto difficile, ne sono sicuro (di questo).
Tante grazie!
Caro Ivan, la frase: ““l’esame sara molto difficile, ci sono sicuro” non è corretta, in questo caso non possiamo usare CI perché l’espressione “essere sicuro” regge “di qualcosa” e quindi la frase corretta è: ”l’esame sara molto difficile, ne sono sicuro (di questo)”.
A presto
Prof. Anna
Cara Prof. Anna
Vorrei complimentarvi per questo lavoro!Sono straniera, abito in Brasile e sempre leggo il vostro blog. Mi piace da vero e imparo tante cose!
Grazie mille. Un abbraccio.
Régia
Cara Régia, benvenuta su Intercultura blog!
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Cari professori,
volevo farvi i complimenti per questo interessante blog. Sono docente di italiano a Montevideo, e devo dire che è molto utile. Il “ci e ne” è anche difficile per gli studenti che parlano lo spagnolo e a volte non ha traduzione nella nostra lingua. Quindi, ancora una volta il ringraziamento. Saluti. Cristina.
Cara Cristina, benvenuta su Intercultura blog!
A presto
Prof. Anna
Perfetto!
Sicuramente non solo l’unico che sta approfittando della vostra sapienza e della vostra disponibilità. Che insegna una lingua oggi contribuisce in modo particolare all’unificazione del mondo già globalizzato! Bravissimo!
Gentile Prof.ssa Anna,
In alcuni libri di grammatica c’è scritto che “ci” si usa con le preposizioni “con, in, su, a”, ma non con “di” e “da”, nonostante questo, in italiano si dice “non ci (di ciò) capisco nulla” e “che ci (da ciò) ricavi?”. Vorrei tanto sapere se è corretto usare “ci” con le preposizioni “di” e “da”, per piacere.
La ringrazio molto.
Cara Anna, la particella “ci” non sostituisce complementi introdotti da queste due preposizioni: “capirci” è una forma colloquiale dove “ci” ha solo una funzione rafforzativa, mentre si dice “cosa ne ricavi?” infatti la particella “ne” sostituisce complementi introdotti dalla preposizione “da”. Ti consiglio di leggere questo articolo sulla particella “ci”: http://www.zanichellibenvenuti.it/wordpress/?p=1903
Un saluto
Prof. Anna
Dunque anche “non ne capisco nulla” si può dire? Grazie
Cara Anna, la tua ipotesi è corretta.
A presto
Prof. Anna
Materiali e spiegazioni sempre molto curate! Preziose.
grazie!
Professoressa Anna,
Ho un dubbio. In un libro di italiano ho trovato questa frase:
Esercizio: Completa con “ci” o “ne”
Ho letto e riletto la lettera del tuo amico, ma non ci ho capito niente, perché è scritta in un pessimo italiano.
Non capisco perché dobbiamo completare con “ci”. Quale sarebbe il motivo?
Grazie mille
Cara Amina, in questo caso “ci” ha il valore di “in ciò”, “non ho capito niente in questa cosa”.
Un saluto
Prof. Anna
Grazie mille, professoressa Anna!
Un saluto
Amina
Non so perché ma sentire o leggere “vi sono”al posto di “ci sono”mi infastidisce nonostante credo che sia più corretto dire VI SONO.
Sarà perché lavlingua parlata ha sconfitto la grammatica?
Cara Laura, sono corrette entrambe le forme, la forma “esservi” è più ricercata rispetto a “esserci”.
Un saluto
Prof. Anna
Sono prof. di catalano in una scuola di Barcellona. Sono arrivati due ragazzi italiani e devo fargli imparare il catalano e tento di comparare quando posso con la grammatica italiana. Il mio dubbio è: Le forme c’è/ci sono,sono impersonali in italiano? (cioè non hanno soggetto). In catalano, in spagnolo o in francese si usano solo nella terza persona del singolare, ma in italiano no ed ho il dubbio. (esempio Hi ha/Hay/Il y a)
Grazie mille!
Cara Prof. Angela, non sono forme impersonali, infatti hanno un soggetto: “c’è qualcuno (soggetto) alla porta”, “ci sono dei fogli (soggetto) sul tavolo”; esistono infatti tutte le persone: io ci sono, tu ci sei, lui-lei c’è, noi ci siamo, voi ci siete, loro ci sono.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Ci fai o ci sei! a parte il significato non ho capito la funzione grammaticale della particella CI nelle due frasi. Potreste spiegarmelo meglio? Grazie
Cara Lucia, l’espressione “ci fai o ci sei?” è un modo di dire, un’espressione idiomatica, quindi gli elementi che la compongono perdono il loro significato originale e l’espressione acquisisce invece un significato nella sua totalità, quindi la particella “ci” perde in questo caso la sua funzione grammaticale originale ed è usata come elemento rafforzativo.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile Professore,
che cosa si intende con “ci” scrivendo: “Non ci capisco niente”?
Cara Anna, “capirci” significa “comprendere qualcosa”, questa forma è usato soprattutto in un registro colloquiale, la frase significa quindi “non capisco niente di questa cosa”.
Un saluto
Prof. Anna
Ciao a tutti, sono imparando la lingua italiana, mia lingua madre e l’espagnolo.
Io ho una domanda et voglio sappere se questo e correcto:
Dirmi=decirme
Dirti=decirte
Dirgli=decirle (a lui o lei)
Dirci=decirnos
Dirvi=decirles
E questo correcto? E possibile mettere la particula ci alla finale dei verbi per essempio (lasciarci, amarci, farci)
Grazie mille
Caro Luis, in questo caso si tratta di promonomi indiretti, ovvero introducono un complemento introdotto da una preposizione: mi = “a me”; ti= “a te”, gli = “a lui”, ci = “a noi”, vi = “a voi”, gli esempi che mi scrivi sono corretti perché il verbo dire ha la possibilità di essere seguito da un complemento indiretto: dirmi = dire a me, dirti = dire a te; dirgli = dire a lui; dirci = dire a noi; dirvi = dire a voi, non per tutti i verbi però questo è possibile, per esempio il verbo “amare” regge solo un complemento diretto (amare qualcuno) quindi: amarti= amare te, ma “amarci” è una forma riflessiva e significa “amarsi l’un l’altro”, quindi è chiaro che i pronomi che si trovano “attaccati” al verbo possono avere funzioni diverse; per ripassare l’uso dei pronomi indiretti e diretti ti consiglio questi articoli: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2010/03/25/pronomi-personali-indiretti/, https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2010/03/11/i-pronomi-personali-diretti/; e anche questo sui verbi riflessivi: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2010/01/28/i-verbi-riflessivi/. Se hai dubbi o domande non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Il mio dubbio è: qual’è il complemento di esserci? Oggeto diretto o è un verbo copulativo? Grazie
Cara Ellen, in questo caso “ci” ha il significato di “in questo luogo, qui”, ha la funzione di avverbio di luogo: “essere in questo luogo”.
Un saluto
Prof. Anna
Molto valide queste lezione,sono contenta di imparare bene l’italiano!!
Cara Andrea, sono contenta che queste lezioni ti siano utili.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
salve prof.Giacalone,e’corretto nella lingua italiana dire “ci guardiamo nel libro ” ?
grazie.Simona
Cara Simona, la frase è corretta, in questo caso la particella “ci” è in un certo senso superflua, viene usata come elemento rafforzativo, infatti sarebbe corretto anche “guardiamo nel libro”.
Un saluto
Prof. Anna
Gentile professore
Spesso sento usare la particella ci insieme al verbo parlare
Per esempio ci hai parlato ? Per intendere se hai parlato con una persona
E corretto il suo uso ?
Grazie per la sua risposta
Arg
Caro Galassi, in questa frase l’uso di “ci” è corretto, in questo caso ha la funzione di complemento indiretto col significato di “con lui, con lei, con loro”. Per approfondire ti consiglio questo articolo: https://aulalingue.scuola.zanichelli.it/benvenuti/2011/02/03/ripassiamo-la-particella-ci/
A presto
Prof. Anna
Gentile professore
Spesso sento usare la particella ci insieme al verbo chiamare
Per esempio ci hai chiamato ? Per intendere se hai parlato al telefono con una persona
E corretto il suo uso ?
Grazie per la sua risposta
Arg
Caro Galassi, l’uso è corretto, ma in questo caso si tratta di un pronome personale diretto di seconda persona plurale e significa “noi”: “ci hai chiamato?” = “hai chiamato noi?”.
Un saluto
Prof. Anna
Questa lezione é stata molto chiara. Tante Grazie. María C.Bardi
Cara Maria, grazie a te per il tuo commento.
A presto
Prof. Anna
Buona sera! vorrei chiedere la frase (per essere realizata la gita dobbiamo essere almeno 20 persone! e poi vorrei chiedere qualcosa altro!quanto usiamo affinchè e quanto per!!per esempio perchè diciamo te lo dico affinchè tu lo sappia e perchè diciamo voglio andare al supermercato per comprare qualcosa e non diciamo affinchè io compri qualcosa!!tanto nella prima frase quando nella seconda non vogliamo dire ??? grazie per il tempo!!
vorrei chiedere prima di tutto la proposta per essere realizata la gita dobbiamo essere almeno venti!e poi vorrei chiedere quando usiamo per e quando affinche…perche per esempio diciamo te lo dico affinche tu lo sappia e perche diciamo voglio andare al supermercato per comprare qualcosa e non diciamo voglio andare al supermercate affinche io compri qualcosa!grazie per il tempo!
Caro Cristos, meglio dire “per realizzare la gita ci devono essere almeno 20 persone”; la regola generale vuole che si usi la forma esplicita quando reggente e subordinata hanno soggetti diversi e che si usi la forma implicita quando reggente e subordinata hanno lo stesso soggetto, quindi usiamo “affinché” per le frasi finali esplicite che solitamente hanno un soggetto diverso da quello della reggente: “lo dico (soggetto: io) affinché tu sappia (soggetto: tu); mentre quando il soggetto della reggente e della finale è il medesimo si preferisce usare la forma implicita (per+infinito): “voglio andare al supermercato (soggetto: io), per comprare qualcosa (soggetto:io)”. Spero di aver chiarito il tuo dubbio.
A presto
Prof. Anna
grazie mille!!per quando riguarda la prima frase e sbagliata oppure e meglio dire la seconda??1)per essere realizata la gita dobbiamo essere almeno venti! 2)“per realizzare la gita ci devono essere almeno 20 persone
Caro Cristos, la prima non è corretta.
Un saluto
Prof. Anna
Sonno Brasiliano,ho scoperto questo blog e mi sono innamorato subito.Veramente una bell blog per Capire e imparare questa bellisima lingua-
Caro Helio Jose, benvenuto su Intercultura blog! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
Un saluto e a presto
Prof. Anna
Sono brasiliano e sto imparando litaliano.Grazie per la spiegazione.
Caro Roberto, benvenuto su Intercultura blog! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
A presto
Prof. Anna
Professore,
come si può rendere alla seconda persona plurale la frase “mi ci dovrò abituare”?
Grazie
Luca
Caro Luca, “vi ci dovrete abituare”.
Un saluto
Prof. Anna
Una belíssima esplicazione. Grazie
Buongiorno, Prof. Gonfalone. Sono una studentessa di Italiano. Il suo blog rispetto al “CI” mi aiuta tanto. Grazie mille!
Cara Mina, benvenuta su Intercultura blog! Se hai dubbi o domande, non esitare a scrivermi.
Un saluto
Prof. Anna
È per te Valerio Giancalone c’è qui con me mia figlia è mi ha detto che “CI” è anche pronome personale complemento ( II persona plurale )solo in quinta elementare “notare” a me non sembra che fai il professore di Italiano
Mi scusi non volevo essere scortese
Caro Angelo, come si dice in questo articolo: -“ci” può avere la funzione di pronome personale di prima persona plurale (noi, a noi)-, ma non di seconda persona plurale.
Un saluto
Prof. Anna
È stato molto utile. Grazie
Buongiorno, nelle frasi “c’è un problema” oppure “c’era un problema, e l’hai risolto”, con il verbo essere la particella “ci” indica l’esistenza di una cosa o persona o più cose o più persone, giusto? Appunto, anche con valore locativo, può accompagnarsi al verbo essere, per significare l’esistenza di persone o cose il trovarsi di queste in un determinato ambiente: “c’era un problema (cioè esisteva, era presente un problema in quel luogo, in quella circostanza, e l hai risolto etc)”.
Va bene?
Caro Maurizio, è corretto.
Con il verbo avere, “ci” viene spesso usato nella lingua parlata come rinforzo semantico e fonico di altri pronomi (“lo”, “la”, “li”, “le”, “ne”). In questo caso, “ci” diventa “ce”. Questo utilizzo del pronome dimostrativo viene definito pleonastico, perché ripetitivo e non necessario. Per esempio: “Ce l’hanno dentro (intendendo un ideale)”. Quindi potremmo scrivere anche “L’hanno dentro” senza il “ci” pleonastico.
Mi sembra giusto…
Cara Silvia, è giusto.
“Ce n’è uno pronto in cucina!”
Intanto il “ci” in unione alla particella pronominale atona “ne” si sostituisce con “ce”; poi il “ci” (ce), nella nostra frase, ha valore di avverbio e con il significato di “questo luogo, in quel luogo”, ma in un funzione pleonastica (perché il luogo in cui è presente un determinato oggetto è già nominato: e cioè “la cucina”). Quindi “Ce n’è” è formato dalle particelle “ce” e “ne” e dalla terza persona singolare dell’indicativo presente del verbo essere “è”. La particella pronominale “ne” perde la “e” finale e prende l’apostrofo che segnala la caduta della vocale: si usa con il significato di “esserci”. Il “ne” comunque significa “Di questo, di quello”, e ha valore di pronome personale, riferendosi ad una cosa già nominata in precedenza. Perciò la frase sarebbe: “Ce n’è uno pronto in cucina”= “Uno pronto in cucina di quello (ad esempio “un oggetto”) è in quel luogo (la cucina)”.
Penso che sia ok…
Caro Claudio, è tutto giusto.
1) “Se vuoi, possiamo sentirci lì”.
…Il verbo “sentirsi” (e quindi “sentirci”), nel nostro esempio, è un riflessivo reciproco (il quale è un verbo che esprime una azione scambievole o reciproca tra due o più persone, attraverso l’uso dei pronomi personali atoni plurali ci, vi, si; in aggiunta ed in partica, qualsiasi verbo transitivo può diventare reciproco tramite l’aggiunta di un pronome atono, se descrive un’azione che parte da un soggetto A e arriva a un soggetto B e nello stesso tempo parte dal soggetto B e arriva al soggetto A) con il significato di “Di due o più persone, avere contatti, avere una comunicazione, spec. telefonica, con qualcuno”. Infatti in questo caso l’idea della reciprocità è resa esplicita da avverbi quali “a vicenda, reciprocamente, l’un l’altro”: “Io sento te e tu senti me”; oppure “Noi ci sentiamo a vicenda, reciprocamente, l’un l’altra” .
2)”Ne ho aggiunti 10 in più” (intendendo i soldi)
In questa frase il “ne” ha valore di pronome dimostrativo e con il significato di “di quelli, di questi” (intendendo “i soldi”); e per quanto riguarda l’accordo con il participio passato, con l’ausiliare “avere”, se l’oggetto precede il verbo ed è costituito dalla particella partitiva (per particella partitiva intendiamo quella particella che definisce la parte in opposizione al tutto) “ne”, il participio concorda con la quantità espressa: “Ne ho aggiunti 10 in più (quindi plurale”).
Penso sia tutto corretto
Caro Filippo Maria, è corretto.
1)”Portiamoci l’acqua a casa”
…”ci” è pleonastico (possiamo ometterlo) e serve a dare enfasi, è rafforzativo; invece “l’acqua” è il complemento oggetto:”Noi portiamo l’acqua a casa”
2) “Siete gemelle, ma siete l’opposto”
… “gemelle” e “l’opposto” sono le parti nominali. Ah, “gemelle” è un aggettivo perché non è presente l’articolo; mentre “l’opposto” è un sostantivo perché viene dopo l’articolo (lo).
Penso sia corretto
Caro Filippo Maria, è corretto.